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RISPOSTE APERTE

Descrivi le ipotesi eziopatogenetiche della depressione.

L'ipotesi monoaminergica. L'ipotesi che un cambiamento nella neurochimica cerebrale sia correlata alla d

epressione è stata una delle prime ad essere avanzate. La caratteristica

principale dell'ipotesi monoaminergica è che la depressione è caratterizzata da carenze di

neurotrasmettitori come serotonina, noradrenalina e dopamina.

L'ipotesi noradrenergica. Inizialmente aiutato dalla produzione di sintomi depressivi, in

seguito all'ingestione di reserpina, un farmaco per la pressione sanguigna che provoca l'esaurimento delle

sinapsi noradrenergiche. Ulteriori e successive prove hanno confermato l 'ipotesi originale.

Ipotesi serotoninergica. Ad oggi, la teoria serotoninergica è la teoria più importante nella neurobiologia

della depressione. I neuroni serotoninergici sono concentrati principalmente nel nucleo dorsale del rafe

del tronco encefalico, proiettandosi afferentemente alle regioni cerebrali coinvolte nella

regolazione dell'umore, dell'appetito e dei ritmi sonno-veglia. L'evidenza più diretta

a sostegno del deficit serotoninergico in relazione ai sintomi depressivi proviene da studi

che utilizzano l'esaurimento del triptofano, un precursore della serotonina. La ridotta

attività della serotonina può identificare uno stato a rischio di sviluppare disturbi depressivi,

rappresentando così un marker di vulnerabilità.

L'ipotesi dopaminergica. Recentemente, la ricerca ha prestato sempre più attenzione al ruolo della

dopamina. I sistemi dopaminergici

sembrano funzionare principalmente nella regolazione dell'attività neuronale delle

aree riceventi afferenti da questi sistemi. Il ruolo del sistema dopaminergico nella motivazione e nella

capacità di sperimentare il piacere ha portato a ipotizzare un suo coinvolgimento nei disturbi depressivi.

Neuroendocrino. Dall'inizio degli anni '70, la ricerca ha identificato nei soggetti

a rischio una forte associazione tra eventi stressanti e scompenso depressivo. Allo

stesso tempo, rilevare anomalie nell'asse ipotalamico - ipotalamico - surrenale in pazienti

depressi con livelli di cortisolo nel sangue superiori al normale. Ora sappiamo

che la disfunzione a livello dell'asse ipotalamo-surrene caratterizza circa il 50% dei pazienti depressi. Una

delle manifestazioni di questa disregolazione è un test positivo di soppressione del desametasone.

Neuroimaging. I sistemi neuronali che sono di importanza centrale nella comprensione del disturbo

depressivo sono quelli coinvolti nell'elaborazione e nella regolazione delle emozioni. Il

circuito dell'arto prefrontale, che comprende l'amigdala, la corteccia prefrontale e la corteccia prefrontale

mediale, è mediato dalla serotonina. Il circuito di ricompensa, che è costituito dallo striato ventrale

e orbita attorno alle aree corticali prefrontali e mediali, è invece regolato dalla dopamina.

Descrivi i disturbi attentivi nelle patologie dementigene.

Nel caso di demenze, come la demenza di Alzheimer o la demenza frontotemporale, i

disturbi dell'attenzione sono spesso accompagnati da disturbi della memoria, spesso nelle prime fasi della

malattia. L'incapacità di apprendere e ricordare nuove

informazioni potrebbe, infatti, riflettere sia deficit di memoria che di attenzione. Il deficit di attenzione di

solito inizia presto e si manifesta con l'incapacità di distinguere gli stimoli rilevanti dal rumore di fondo.

Divenendo sempre meno efficace la funzione filtro, il soggetto demenziale viene continuamente distratto

e disturbato dalla presenza simultanea di molteplici stimoli, interni o ambientali. La

demenza altera significativamente la capacità di eseguire due o più compiti contemporaneamente.

L'attenzione automatica e involontaria è la più preservata. Spesso la

persona con demenza ha difficoltà a fare qualcosa a comando quando può eseguire gesti quotidiani noti e

automatizzati.

Descrivi il sistema limbico

Il sistema limbico è un insieme di strutture cerebrali interconnesse fra di loro. Esso è formato sia dalla

corteccia limbica ma anche da due parti molto importanti che sono l’ippocampo e l’amigdala, localizzate

entrambe nel lobo temporale vicino al ventricolo laterale. Parte del sistema limbico è implicato

nell’apprendimento e nella memoria. L’amigdala e alcune regioni della corteccia limbica sono, in modo

specifico, coinvolte nelle emozioni sia per quanto riguarda l’espressione sia per quanto riguarda i ricordi

collegati ad esse, inoltre permette anche di

riconoscere i segni delle emozioni in altre persone (capacità chiamata teoria della mente).

Di cosa si occupa il lobo frontale?

Il lobo frontale si trova nella parte anteriore del cervello, ricopre l’intera corteccia cerebrale, a partire dal

solco centrale. È considerato un lobo molto importante perché assolve funzioni fondamentali per la

pianificazione e l'esecuzione dei comportamenti acquisiti e intenzionali e sono anche la sede di molte

funzioni inibitorie. Nei lobi frontali vi sono numerose aree funzionalmente distinte, tra cui: la corteccia

motoria (Responsabile dei movimenti volontari), la corteccia prefrontale (Responsabile del ragionamento,

la cognizione, il comportamento etc.), l’area di Broca (Responsabile della produzione del linguaggio).

Secondo McGaugh se si inietta adrenalina ai ratti, dopo che hanno imparato qualcosa: mostrano di

avere un ricordo rafforzato della situazione di apprendimento

Si definiscono “anziani fragili” quelli: con pluripatologie

Si dice che il PdA è un fenomeno “tutto o nulla”. Cosa significa?: Significa che una volta superato il valore

soglia si propaga con la medesima ampiezza e si rigenera continuamente

Si interpone tra il vaso sanguigno e il tessuto neuronale: la pia madre

Sono responsabili del trasporto assonale: i microtubuli

Stimolazioni prolungate e a bassa frequenza di una sinapsi possono condurre a: long term depression

Su quale lato della membrana neuronale sono più abbondanti gli ioni Na?: interno

Sul versante esterno della membrana plasmatica del neurone: nessuna delle alternative (sono allineati

fosfolipidi idrofili, non vi è attività elettrica, non vi è attività magnetica)

Sul versante interno della membrana plasmatica del neurone: sono allineate delle cariche negative

Theodor Schwann enunciò: La teoria cellulare

Tipi di sinapsi: eccitatoria e inibitoria

Tra i comportamenti iperattivi vengono inclusi: tutte le risposte sono corrette (vagabondaggio,

iperverbosità, affaccendamento afinalistico)

Tra i sintomi della sclerosi multipla troviamo: tutte le risposte (mancanza di coordinazione, problemi di

vista, problemi di linguaggio)

Tutti i tipi di sensibilità passano attraverso il talamo, tranne un tipo. Quale?: la sensibilità olbattiva

Un danno alle fibre delle vie extrapiramidali compromette: la forza e la precisione del movimento

Un neurone presinaptico è inibitorio se: attiva una sinapsi inibitoria, la quale provoca sulla membrana

postsinaptica un PPSI

Un neurone presinaptico è inibitorio se: attiva una sinapsi inibitoria, la quale provoca sulla membrana

postsinaptica un PPSI

Una lesione dell'amigdala interferisce con le reazioni condizionate di paura: lo SI non suscita la RC

Una molecola di fosfolipide possiede: una testa idrofila e due code idrofobe

Una sinapsi chimica è formata da: tutte le risposte (membrana presinaptica, membrana post-sinaptica,

fessura sinaptica)

Una singola fibra muscolare consiste in: un fascio di miofibrille

Vengono chiamati scissure: Gli ampi solchi tra le circonvoluzioni

Viene trasformata in potenziali d'azione dal trasduttore dell'occhio: energia luminosa

48. Descrivi la visione di Ippocrate e Aristotele riguardo il cervello.

Ippocrate (460-379 a.C.), padre della medicina occidentale, enunciò la sua convinzione che il cervello non

fosse solo coinvolto nella percezione e nella sensazione ma rappresentasse anche la sede dell'intelligenza.

Egli sosteneva l'esistenza di una correlazione tra struttura e funzione e proprio perché gli occhi si trovano

nella testa, così come le orecchie, il naso e la lingua, la testa è stata considerata specializzata nella

percezione dell'ambiente.

Il filosofo greco Aristotele (384-322 a.C.) aderì, invece, alla credenza che fosse il cuore il centro

dell'intelletto. Egli propose che il cervello fosse un radiatore per il raffreddamento del sangue

surriscaldato dal cuore in ebollizione.

49 e 58. In cosa divergevano le teorie di Camillo Golgi e di Ramon Y Cajal?

Golgi scoprì che impregnando il tessuto cerebrale con una soluzione di cromato d'argento, ora chiamata

colorante di Golgi, una piccola percentuale di neuroni diventava più scura rispetto alla totalità. Grazie al

colorante di Golgi sappiamo che i neuroni hanno almeno due parti distinguibili: una regione centrale che

contiene il nucleo e piccoli tubicini che si irradiano dalla regione centrale. Ramon Y Cajal usarono il

metodo di Golgi per comprendere i circuiti cerebrali di molte regioni del cervello. I due studiosi giunsero a

conclusioni opposte riguardo ai neuroni: Golgi sostenne il punto di vista per cui i prolungamenti delle

differenti cellule nervose fossero fusi insieme fino al costituire un reticolo continuo, Cajal, invece,

sostenne che le differenti cellule nervose non sono connesse in maniera continua e devono comunicare

per contatto e non per continuità. Questa idea fu chiamata teoria del neurone e aprì le porte agli studi sui

mediatori chimici del sistema nervoso.

Che esperimento ha progettato Bell per dimostrare che i nervi contengono un insieme di fibre sensitive e

motorie?

Bell e Magendie scoprirono che subito prima che i nervi entrino nel midollo spinale, le fibre si dividono in

due branche, o radici. Bell testò la possibilità che le due radici spinali portassero informazioni differenti,

tagliando ogni radice separatamente e osservando le conseguenze negli animali di laboratorio.

Successivamente Magendie dimostrò che le radici dorsali portavano informazioni sensoriali al midollo

spinale. Bell e Magendie conclusero che all'interno di ogni nervo esisteva una mescolanza di molti fili,

alcuni dei quali portavano informazioni al cervello e al midollo spinale, mentre altri inviavano

informazioni verso i muscoli. Sostenevano, però, che la trasmissione in ogni fibra nervosa fosse

rigidamente unidirezionale. Bell propose che l'origine delle fibre motorie fosse il cervelletto e che la

destinazione delle fibre sensitive fosse l'encefalo.

Cosa ha permesso lo sviluppo delle moderne neuroscienze? Nel diciannovesimo secolo si era a

conoscenza che:

lesioni al cervello possono distruggere sensazioni, movimento, pensiero e possono causare la

morte;<

Dettagli
Publisher
A.A. 2025-2026
73 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JonnyCampus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di psicologia fisiologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Iacobacci Claudia.