Estratto del documento

I

Durante il suo lungo regno, Elisabetta I perseguì una politica estera

volta a rafforzare la posizione dell’Inghilterra nello scenario

europeo. I rapporti con la Spagna furono particolarmente

conflittuali: la regina sostenne e finanziò la pirateria inglese, che

aveva lo scopo di colpire e depredare le navi spagnole cariche di

ricchezze provenienti dalle colonie americane. Parallelamente

appoggiò le ribellioni calviniste nei Paesi Bassi, contribuendo a

indebolire l’influenza spagnola in quella regione. Il momento

decisivo arrivò nel 1588, quando la Spagna tentò di invadere

l’Inghilterra con la cosiddetta Invincibile Armata. La flotta spagnola

venne però sconfitta, segnando una pesante disfatta per la Spagna

e aprendo la strada all’egemonia marittima inglese.

La politica estera di Elisabetta fu inoltre caratterizzata da una certa

prudenza diplomatica: pur sostenendo i ribelli, evitò di impegnarsi

in guerre dirette e prolungate sul continente, preferendo mantenere

un equilibrio che garantisse stabilità interna e crescita economica.

Alla sua morte non avendo eredi diretti, la corona passò agli Stuart,

aprendo una nuova fase della storia inglese

Esponga gli aspetti salienti della politica interna di

Elisabetta I

Durante il suo regno, Elisabetta I dovette affrontare le tensioni

religiose ereditate dai Tudor. Dopo le persecuzioni cattoliche di

Maria la Sanguinaria, la regina scelse una linea moderata: consolidò

la Chiesa anglicana, mantenendo una struttura protestante ma

evitando eccessi di fanatismo. Questa politica di equilibrio religioso

a rafforzare l’autorità della corona.

Sul piano economico il periodo elisabettiano fu contraddistinto da

un forte sviluppo della navigazione e del commercio marittimo che

si tradusse nella nascita di strutture commerciali internazionali

chiamate compagnie privilegiate: associazioni di mercanti che

detenevano il monopolio per il commercio in determinate aree del

mondo senza dover pagare le tasse e con il potere di amministrare

le terre colonizzate. Erano riconosciute dalla corona che, in cambio,

otteneva una parte dei profitti del commercio. Funzionavano come

delle vere e proprie società per azioni: i mercanti investivano

capitali e, in proporzione al loro contributo, riscuotevano gli utili al

termine delle spedizioni. Questa innovazione favorì l’espansione

inglese verso il Baltico, le Indie orientali e l’Atlantico, aprendo la

strada alla futura egemonia coloniale.

La battaglia di Lepanto: anno, cause, protagonisti, fatti ed

esiti

L’espansione ottomana proseguita sotto Selim II, successore di

Solimano il Magnifico, aveva destato forte preoccupazione in

Europa. Gli Ottomani avevano tentato di conquistare Malta nel 1565

e nel 1570 occuparono Cipro, due avamposti importanti per il

commercio europeo con l’Oriente. Di fronte a questa minaccia, papa

Pio V promosse la formazione di una Lega Santa, composta dalla

Spagna, dalla Repubblica di Venezia, dalla Repubblica di Genova,

dal Ducato di Savoia e dall’Ordine di Malta, con l’obiettivo di

fermare l’avanzata turca. Animata dallo spirito delle crociate, il 7

ottobre 1571 la flotta cristiana al comando di don Giovanni d’Austria

affrontò nei pressi di Lepanto, all’imboccatura del golfo di Corinto, la

flotta ottomana che ne uscì sconfitta. Lepanto fu l’ultima grande

battaglia della storia ad essere combattuta con le navi a remi e con

la tecnica dell’abbordaggio.

( La vittoria cristiana, ebbe grande risonanza nell’Europa del

periodo e venne celebrata come la battaglia decisiva che pose fine

all’avanzare dei Turchi. Tuttavia, dal punto di vista strategico, non

segnò la fine della potenza ottomana: l’impero si riorganizzò

rapidamente e mantenne il controllo su gran parte del Mediterraneo

orientale).

Dopo Lepanto seguì un periodo di relativa calma, sancito dalla

tregua del 1578. La navigazione nel Mediterraneo rimase comunque

insicura a causa della guerra di corsa, una forma di conflitto

marittimo autorizzata dai governi contro i traffici commerciali dei

nemici, diversa dalla pirateria perché legittimata dallo Stato.

Pax hispanica: ne descriva le caratteristiche (specificando in

quali anni in cui si affermò)

La pax hispanica si affermò tra la fine del Cinquecento e i primi

decenni del Seicento, in particolare tra il 1598 e il 1621, durante il

regno di Filippo III di Spagna. Questo periodo fu caratterizzato da

una stabilizzazione dei rapporti internazionali dopo anni di conflitti e

da una politica di pacificazione che coinvolse anche l’Italia sotto

dominio spagnolo. In Italia, il governo spagnolo si consolidò

soprattutto a Milano e Napoli, dove l’autorità statale si rafforzò

mantenendo buone relazioni con i poteri locali attraverso la

diplomazia e gli scambi matrimoniali. La fine delle guerre portò a

una fase di pace che favorì lo sviluppo demografico, economico e

sociale. L’agricoltura si fece intensiva per rispondere all’aumento

della domanda, andando ad utilizzare anche gli appezzamenti

normalmente non utilizzati attraverso l’impiego del terrazzamento o

azioni di bonifica. Si cominciò la produzione intensiva di gelsi (per la

seta), olio, vino e agrumi. La manifattura subì un colpo d’arresto a

causa dell’intromissione diretta nella produzione di lana dei paesi

dell’Europa del Nord, ma seppe riconvertirsi nella produzione di beni

di lusso (industria della seta, industria dei filati, industria

siderurgica) in cui vennero impiegate maestranze specializzate e

personale femminile sottopagato che lavorava spesso da casa. I

mercanti, soprattutto a Genova, si diedero alle attività finanziarie,

prestando denaro alle grandi monarchie, principalmente quella

spagnola.

Lega cattolica e Lega evangelica: spieghi in che contesto

sorsero questi due schieramenti e i membri di ciascuno di

essi

L’Unione evangelica nacque nel contesto di forti tensioni religiose

all’interno del Sacro Romano Impero, dove la convivenza tra

luterani, calvinisti e cattolici si faceva sempre più difficile.

L’attivismo della Compagnia di Gesù, impegnata nella diffusione

della fede cattolica, e l’irrigidimento confessionale promosso dalla

Controriforma contribuirono ad accentuare le divisioni. In risposta a

queste pressioni, i principi protestanti, sia luterani che calvinisti,

decisero di unirsi in una coalizione difensiva nota come Unione

evangelica, con l’obiettivo di tutelare i propri interessi religiosi e

politici. A questa si contrappose la Lega cattolica, guidata dal duca

di Baviera Massimiliano Wittelsbach, che si fece promotore della

causa cattolica all’interno dell’Impero. Entrambe le leghe cercarono

appoggi esterni per rafforzare le proprie posizioni Questo clima di

polarizzazione e alleanze contrapposte fu uno dei fattori che

portarono allo scoppio della guerra dei Trent’anni.

Quali furono le conseguenze più importanti della guerra dei

Trent'anni?

La Guerra dei Trent’anni si concluse con la pace di Vestfalia nel

1648, dopo anni di trattative iniziate nel 1643, segnando la fine del

sogno egemonico degli Asburgo. La pace non risolse però il conflitto

tra Francia e Spagna, che continuò fino alla pace dei Pirenei. Una

delle conseguenze più significative fu la frammentazione della

Germania in una moltitudine di stati indipendenti, ciascuno

governato da principi che potevano professare liberamente il

proprio culto, sancendo la coesistenza di cattolicesimo,

luteranesimo e calvinismo. Questo rafforzò il principio del cuius

regio, eius religio, stabilendo che la religione di ciascun territorio

sarebbe stata quella del suo sovrano

La Spagna vide un declino del suo potere in Europa: fu costretta a

riconoscere l’indipendenza delle Province Unite e del Portogallo,

anche se mantenne ancora una forte presenza coloniale nel Nuovo

Mondo. L’Impero concesse l’indipendenza alla Svizzera, sancendo la

sua uscita definitiva dalla sfera imperiale e ottenendo territori nel

Mar Baltico, che per un periodo fu considerato un “lago svedese”,

prima che la Russia ne prendesse il controllo.

La Francia emerse come una delle grandi potenze europee,

rafforzando la sua influenza politica e territoriale grazie

all’acquisizione dei vescovati di Metz, Toul e Verdun,

strategicamente situati vicino al Reno. Infine, sul piano politico, la

pace di Vestfalia riconobbe la sovranità dei singoli principi tedeschi,

che poterono stipulare trattati e alleanze con potenze

stranieretrasformando l’Impero in una realtà sempre più

decentralizzata.

La pace di Vestfalia del 1648: la contestualizzi e ne indichi

cosa sancì

Nel 1641 iniziarono i negoziati di pace per porre fine a decenni di

devastazione che si conclusero in una serie di trattati

collettivamente noti come pace di Vestfalia (1648). Riconoscimenti

territoriali che cambiarono profondamente l’assetto politico e

religioso del continente. La Spagna fu costretta a riconoscere

ufficialmente l’indipendenza delle Province Unite e rese effettiva la

secessione del Portogallo, che poté espandere liberamente la

propria influenza nell’Oceano Indiano e in Brasile. La Francia

ottenne i vescovati di Metz, Toul, Vedun rafforzando il controllo sui

territori vicini al Reno. La Svezia acquisì territori sulla Riva tedesca

del Baltico, perfezionando il suo dominio nella regione.

Un altro importante riconoscimento territoriale riguardò l’elettore

del Brandeburgo, Federico Guglielmo, che ricevette la parte

orientale della Pomerania e i vescovati di Magdeburgo, Minden e

Halberstadt, ponendo le basi per l’ascesa del Brandeburgo-Prussia

come futura grande potenza europea. Sul piano religioso, la pace

sancì l’ammissione del calvinismo accanto al cattolicesimo e al

cuius regio, eius religio

luteranesimo, ribadendo il principio del

partendo dal 1624 come anno normale, ovvero ogni territorio

avrebbe assunto come religione quella prevalente in quell’anno.

Nella guerra dei Trent'anni l'entrata in guerra della Svezia

determinò le sorti della guerra, da cosa fu determinato

questo?

L’entrata in guerra della Svezia fu determinata da vari fattori, tra

cui: la volontà del re Gustavo II Adolfo di difendere i principi

protestanti e di contrastare l’egemonia asburgica in Germania.

L’interesse strategico ed economico di controllare i territori baltici e

di accedere al commercio del Reno e del Baltico. Fondamentale fu

anche il sostegno della Francia che, pur essendo cattolica, vedeva

nella Svezia un utile alleato per indebolire l

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mapia.03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Sanfilippo Marialucrezia.
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