vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DIRITTO SINDACALE E DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI
SERVIZI GIURIDICI
CAPONETTI SIMONE
Paniere generato il 22/11/2022
N° domande aperte 361
N° domande chiuse 480
LEZIONE 1 DOMANDA 7. Che cosa è il diritto sindacale?
Il diritto sindacale è il diritto riguardante il fenomeno delle coalizioni professionali e della loro attività,
comprendendo sia le relative norme statuali, sia le regole autonomamente prodotte delle parti sociali. Qui
la protezione del singolo lavoratore si realizza in modo meno immediato, mediante una serie di norme
strumentali, di fonte legale e negoziale, sulla libertà e attività sindacale e sullo sciopero in vista di contratti
collettivi contenenti una disciplina del rapporto di lavoro aggiuntiva rispetto a quella stabilita dalla legge.
LEZIONE 3 DOMANDA 7. Quando si sviluppa il diritto sindacale?
Il diritto sindacale si sviluppa a partire del XIX secolo, parallelamente alla storia del movimento operaio e
riflette la contrapposizione sintomatica tra capitale e lavoro, tipica dell'era industriale.
LEZIONE 3 DOMANDA 8. Come si può definire il Diritto sindacale?
Generalmente può definirsi come quella parte del diritto del lavoro che , attraverso norme strumentali,
poste dallo stato o dalle organizzazioni sindacali, mira a regolare i conflitti nascenti dalle relazioni
industriali.
LEZIONE 8 DOMANDA 5. Come è percepito, attualmente, il sindacato?
Attualmente il sindacato è piuttosto inteso come uno strumento di tutela della propria condizione
relativamente ai problemi “pratici” e come erogatore di servizi comunque necessari.
LEZIONE 10 DOMANDA 7. Per altri materiali puoi contattare l’indirizzo
materiale.ecampus chiocciola libero.it – digitare come oggetto “scuola”
LEZIONE 10 DOMANDA 7. Le carenze della legislazione statale in materia di organizzazione e azione
sindacale da chi sono state colmate?
Le carenze della legislazione statale in materia di organizzazione e azione sindacale ha determinato la
creazione, ad opera della dottrina e della giurisprudenza, di indirizzi interpretativi che, per la loro costanza
ed uniformità, hanno finito per costituire un elemento “quasi normativo” nell'ordinamento giuridico. La
dottrina ha svolto un'opera assidua e continua che ha contribuito all'interpretazione dello Statuto dei
lavoratori. La giurisprudenza, sempre in assenza di una legislazione speculare idonea al funzionamento
degli articoli costituzionali sopra citati, si è trovata a dirimere, nella pratica, le controversie sorte e persino a
sostituire il legislatore dando vita a criteri attuativi e costitutivi.
LEZIONE 13 DOMANDA 5. Cosa si intende per sindacato “riformista”?
Con il termine “riformista” viene disegnato il sindacalismo che mira ad intervenire con iniziative radicali con
l'intento di modificare quegli aspetti della società che necessitano di cambiamento, inteso sempre come
possibile e graduale.
LEZIONE 19 DOMANDA 5. Cosa si intende per libertà sindacale negativa?
La libertà sindacale negativa rappresenta il diritto degli individui di non aderire a un sindacato e di non
essere obbligati a partecipare alle attività sindacali. Questo concetto si contrappone alla libertà sindacale
positiva, che invece garantisce il diritto di costituire sindacati, aderirvi e partecipare alle loro attività.
La libertà sindacale negativa è una componente fondamentale del diritto del lavoro e delle relazioni
industriali, in quanto tutela la libertà individuale dell'individuo di scegliere se essere o meno associato a
un'organizzazione sindacale. Questo diritto si concretizza in diverse forme di tutela, che variano a seconda
delle legislazioni nazionali e delle prassi aziendali.
Una delle principali manifestazioni della libertà sindacale negativa è il divieto di obbligare un lavoratore ad
aderire a un sindacato come condizione per l'assunzione o per il mantenimento del posto di lavoro. Questo
principio è stato sancito da diverse convenzioni internazionali, tra cui la Convenzione n. 87
dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sulla libertà sindacale e la protezione del diritto
sindacale, che prevede che i lavoratori abbiano il diritto di scegliere liberamente se associarsi o meno a un
sindacato.
In Italia, la Costituzione garantisce la libertà sindacale sia positiva che negativa. L'articolo 39 della
Costituzione stabilisce che l'organizzazione sindacale è libera e che nessuno può essere obbligato ad aderire
a un sindacato. Inoltre, la legislazione italiana prevede specifiche tutele contro ogni forma di
discriminazione legata all'appartenenza o non appartenenza sindacale.
Un altro aspetto della libertà sindacale negativa riguarda il diritto di non partecipare agli scioperi. I
lavoratori devono essere liberi di decidere se aderire a uno sciopero indetto da un sindacato senza subire
pressioni o ritorsioni. Questo diritto è essenziale per garantire che la partecipazione agli scioperi sia
veramente volontaria e non imposta.
La libertà sindacale negativa assume particolare rilevanza in alcuni contesti, come nelle cosiddette "closed
shop agreements" (accordi di chiusura) praticati in alcuni paesi, dove l'adesione a un sindacato specifico
può essere una condizione per l'assunzione. Questi accordi, tuttavia, sono stati oggetto di critiche e sono
vietati in molte giurisdizioni proprio perché contrastano con il principio della libertà sindacale negativa.
In sintesi, la libertà sindacale negativa è un diritto fondamentale che garantisce agli individui la possibilità di
scegliere se aderire o meno a un sindacato e di non partecipare alle attività sindacali senza subire pressioni
o discriminazioni. Questo principio è essenziale per la tutela della libertà individuale e per garantire che
l'adesione alle organizzazioni sindacali sia frutto di una scelta libera e consapevole.
LEZIONE 19 DOMANDA 6. Cosa si intende per libertà di organizzazione del sindacato?
La libertà di organizzazione del sindacato è un principio fondamentale del diritto sindacale che garantisce ai
lavoratori e ai datori di lavoro il diritto di costituire, aderire e gestire liberamente organizzazioni sindacali
senza interferenze indebite da parte dello Stato o di altre entità. Questo principio è sancito da diverse
normative internazionali e nazionali, e rappresenta una componente essenziale per il funzionamento
democratico delle relazioni industriali.
A livello internazionale, la Convenzione n. 87 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), adottata
nel 1948, è uno dei principali strumenti che tutela la libertà sindacale. Essa afferma che i lavoratori e i
datori di lavoro, senza alcuna distinzione e senza autorizzazione preventiva, hanno il diritto di costituire
organizzazioni di loro scelta e di aderirvi, con l'unica condizione di osservare gli statuti delle organizzazioni
stesse.
In Italia, la Costituzione riconosce e garantisce la libertà sindacale nell'articolo 39, che afferma che
"l'organizzazione sindacale è libera" e che "ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro
registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge". Questo principio di libertà sindacale
si estende al diritto dei sindacati di organizzarsi internamente come meglio credono, di eleggere
liberamente i propri rappresentanti, di redigere i propri statuti e regolamenti, e di svolgere attività sindacali
senza interferenze esterne.
La libertà di organizzazione del sindacato comprende diversi aspetti chiave:
1. I lavoratori e i datori di lavoro hanno il diritto di costituire sindacati e
Costituzione e adesione:
organizzazioni di datori di lavoro di loro scelta e di aderirvi volontariamente. Questo implica che
non possono essere obbligati a far parte di un sindacato né possono essere ostacolati nel formare
nuove organizzazioni.
2. I sindacati hanno il diritto di organizzarsi internamente come ritengono
Autonomia interna:
opportuno. Questo include la libertà di redigere i propri statuti, eleggere i propri dirigenti,
amministrare i propri beni e gestire le proprie attività senza interferenze esterne.
3. I sindacati possono svolgere liberamente attività a favore dei propri membri,
Attività sindacali:
come negoziare contratti collettivi, rappresentare i lavoratori in controversie con i datori di lavoro,
organizzare scioperi e altre forme di protesta, e promuovere politiche a favore dei diritti dei
lavoratori.
4. La libertà di organizzazione implica anche la protezione contro
Protezione contro le interferenze:
qualsiasi forma di interferenza, coercizione o discriminazione da parte dei datori di lavoro, dello
Stato o di altre entità. Ad esempio, i sindacati devono poter operare senza il timore di ritorsioni
contro i loro membri o leader.
5. La libertà di organizzazione favorisce il dialogo sociale tra lavoratori, datori di
Dialogo sociale:
lavoro e governo, permettendo un confronto costruttivo sulle questioni di interesse comune, come
le condizioni di lavoro, la sicurezza sul lavoro, e le politiche economiche e sociali.
LEZIONE 25 DOMANDA 5. Con la sentenza della Corte Costituzionale 3 luglio 2013, n. 231, come cambia
nell’istituzione delle RSA?
Con la sentenza della corte costituzionale 3 luglio 2013, n 231, la consulta ha dichiarato l'illegittimità dell'art
19 nella parte in cui non prevedeva che la rappresentanza sindacale aziendale fosse costituita anche da
associazioni sindacali che, pur non avendo sottoscritto contratti collettivi applicati nell'azienda, avessero
partecipato alla trattativa. L'esclusione di tali soggetti si sarebbe posta in contrasto con la libertà sindacale
di cui all'art. 39 Cost., costituendo infatti l'onere della firma per la costituzione di una rappresentanza una
evidente limitazione della libertà dell'organizzazione nella fase di trattativa con la controparte datoriale.
LEZIONE 32 DOMANDA 5. Quando si verifica una condotta antisindacale pluri-offensiva?
Si verifica ogniqualvolta il comportamento posto in essere del datore di lavoro si ripercuote negativamente
sul rapporto di lavoro o ogniqualvolta leda due interessi diversi: - l'interesse collettivo (di cui è portatore il
sindacato) nell'interesse individuale (del singolo lavoratore).
LEZIONE 36 DOMANDA 5. Quale è la differenza esistente tra concertazione e dialogo sociale?
La differenza tra concertazione e dialogo sociale è sottile ma significativa, e riguarda il modo in cui le parti
sociali (governo, sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro) interagiscono e cooperano per affrontare le
questioni economiche, sociali e lavorative.
Concertazione:
La concertazione è un processo