SORVEGLIANZA ALIMENTARE
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Docente: Marigliano Piergiorgio
Lezione 006
01. Il 50° percentile corrisponde:
Alla media
Alla mediana
All'intervallo interquartile
Alla moda
02. La moda è:
Il valore centrale
Il valore più frequente
La media dei dati
La somma dei valori
03. I percentili dividono la distribuzione in:
12 parti
4 parti
100 parti
10 parti
04. Il primo quartile corrisponde a:
10° percentile
75° percentile
50° percentile
25° percentile
05. La presenza di più mode si chiama:
Distribuzione casuale
Distribuzione simmetrica
Distribuzione multimodale
Distribuzione uniforme
06. Cosa sono i percentili e come si calcolano?
07. Cos'è la moda e come si individua in una distribuzione?
08. Spiega la differenza tra quartili, decili e percentili.
06. I percentili sono valori che dividono una distribuzione in 100 parti uguali. Per calcolarli, si
ordina la serie di dati e si individua il valore sotto cui cade una certa percentuale dei dati.
07. La moda è il valore che si presenta con maggiore frequenza in una distribuzione. Si individua
osservando quale dato compare più spesso.
08. I quartili dividono i dati in 4 parti uguali, i decili in 10 parti, e i percentili in 100 parti, indicando
così la posizione relativa dei dati nella distribuzione con diversi livelli di dettaglio.
Set Domande: STATISTICA E STRATEGIE D'INDAGINE E
SORVEGLIANZA ALIMENTARE
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Docente: Marigliano Piergiorgio
Lezione 007
01. La deviazione standard è:
La somma delle frequenze
La radice quadrata della varianza
Il valore più frequente
Il valore minimo
02. Il coefficiente di variazione è utile per:
Valutare la moda
Confrontare variabilità tra distribuzioni con unità diverse
Trovare la media
Trovare outlier
03. Una varianza nulla indica:
Frequenza nulla
Tutti i dati sono uguali
Alta dispersione
Distribuzione casuale
04. La deviazione standard aumenta se:
Diminuisce il numero di classi
Aumenta la dispersione
Diminuisce la media
Aumenta la moda
05. La varianza misura:
La mediana
La dispersione dei dati rispetto alla media
La moda
La media
06. Perché è utile misurare la variabilità in un dataset?
07. Cosa rappresenta il coefficiente di variazione?
08. Definisci la varianza e la deviazione standard.
06. Misurare la variabilità in un dataset è utile perché permette di capire quanto i dati si
discostano dal valore medio, aiutando a valutare la dispersione e la consistenza delle
informazioni.
07. Il coefficiente di variazione rappresenta la misura della variabilità relativa, espressa in
percentuale rispetto alla media, utile per confrontare la dispersione tra dataset con unità o
scale diverse.
08.La varianza è la media dei quadrati delle differenze tra i dati e la loro media; la
deviazione standard è la radice quadrata della varianza e indica la dispersione media dei
dati rispetto alla media stessa. Set Domande: STATISTICA E STRATEGIE D'INDAGINE E
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SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Docente: Marigliano Piergiorgio
Lezione 008
01. Un box plot asimmetrico indica:
Dati mancanti
Errore nei dati
Distribuzione asimmetrica
Outlier assenti
02. Gli outlier sono rappresentati:
Con linee verticali
Con punti fuori dai baffi
Non sono visibili
Dentro la scatola
03. Nel box plot, la linea dentro la scatola rappresenta:
La media
Il massimo
La mediana
La moda
04. Il box plot visualizza:
Media e moda
Solo la mediana
Solo le frequenze
Mediana, quartili e outlier
05. I baffi del box plot si estendono fino a:
Frequenza cumulata
Media ponderata
Valori non considerati outlier
Massimo assoluto
06. Cosa rappresenta un box plot e quali informazioni fornisce?
07. Come si individuano i valori anomali attraverso il box plot?
08. Spiega il significato di mediana e quartili in un box plot.
06. Un box plot rappresenta graficamente la distribuzione di un dataset, mostrando la mediana, i
quartili, la variabilità e i valori anomali.
07. I valori anomali si individuano come punti che si trovano al di fuori dei "baffi" del box plot,
cioè oltre 1,5 volte l’intervallo interquartile rispetto ai quartili.
08. La mediana è la linea centrale nella scatola del box plot e rappresenta il valore centrale dei
dati ordinati; i quartili sono i valori che dividono il dataset in quattro parti uguali e definiscono i
bordi della scatola. Set Domande: STATISTICA E STRATEGIE D'INDAGINE E
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SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Docente: Marigliano Piergiorgio
Lezione 009
01. Il trend è:
Una variazione casuale
Il coefficiente di variazione
La direzione generale della serie
La moda
02. I dati in una serie storica sono ordinati:
Per grandezza
Alfabeticamente
Cronologicamente
Per frequenza
03. Una stagionalità è:
Una distribuzione uniforme
La media mobile
Componente che si ripete regolarmente nel tempo
Un outlier
04. L’analisi delle serie storiche permette di:
Individuare trend e ciclicità
Trovare moda
Calcolare frequenze
Trovare valori nulli
05. Una serie storica è:
Una sequenza di dati nel tempo
Un box plot
Una tabella statistica
Una media pesata
06. Spiega la differenza tra dati temporali e trasversali.
07. Cos'è una serie storica e quali sono i suoi elementi fondamentali?
08. Quali sono gli scopi dell’analisi delle serie storiche?
06. I dati temporali sono raccolti in momenti diversi nel tempo, mentre i dati trasversali sono raccolti in un
unico momento o periodo.
07. Una serie storica è una sequenza di dati ordinati cronologicamente; i suoi elementi fondamentali sono
trend, stagionalità, ciclicità e componente irregolare.
08.L’analisi delle serie storiche serve a identificare trend, stagionalità e ciclicità per prevedere andamenti
futuri e supportare decisioni. Set Domande: STATISTICA E STRATEGIE D'INDAGINE E
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SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Docente: Marigliano Piergiorgio
Lezione 010
01. Il numero indice base 100 indica:
La frequenza assoluta
La varianza
La media mobile
La variazione rispetto a un periodo base
02. Se un indice vale 120, indica:
Un valore fuori scala
Una riduzione
Un aumento del 20% rispetto al valore base
Un errore di misura
03. Cosa misura un indice complesso?
La variazione complessiva di più grandezze
La mediana dei valori
La deviazione standard
Il valore più frequente
04. Gli indici complessi sono usati per:
Calcolare la moda
Analizzare fenomeni economici
Trovare outlier
Contare le frequenze
05. Un indice complesso aggregato può essere:
Geometrico o aritmetico
Solo geometrico
Un valore casuale
Solo aritmetico
06. Spiega il significato di un indice complesso maggiore di 100.
07. Come si costruisce un indice complesso a base fissa?
08. Cosa sono gli indici complessi e perché si usano?
06. Un indice complesso maggiore di 100 indica un aumento rispetto al periodo base di
riferimento.
07. Un indice complesso a base fissa si costruisce confrontando le grandezze del periodo
corrente con quelle di un periodo base fisso, moltiplicando i singoli indici semplici e
calcolandone la media (aritmetica o geometrica).
08.Gli indici complessi sono misure che sintetizzano la variazione complessiva di più grandezze
nel tempo; si usano per analizzare fenomeni economici o sociali complessi in modo aggregato.
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SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Docente: Marigliano Piergiorgio
Lezione 011
01. Un rapporto di 0,5 indica che:
La parte è il 50% del totale
C'è una differenza del 5%
È presente una simmetria
C'è un outlier
02. Un rapporto statistico confronta:
Solo valori medi
Solo dati continui
Due grandezze omogenee o eterogenee
Solo frequenze relative
03. Il rapporto di struttura si utilizza per:
Calcolare la media
Costruire box plot
Individuare outlier
Analizzare la composizione di un insieme
04. Il rapporto di composizione indica:
La moda
La media dei rapporti
La deviazione standard
La quota percentuale di una parte sul totale
05. I rapporti possono essere espressi anche come:
Percentuali
Deviazioni
Medie geometriche
Moda
06. In che modo i rapporti aiutano nell’interpretazione dei dati?
07. Come si calcola un rapporto di composizione?
08. Cos'è un rapporto statistico e quali tipologie esistono?
06. I rapporti aiutano a comprendere la relazione tra due quantità, facilitando il confronto e
l’interpretazione dei dati in termini proporzionali.
07. Il rapporto di composizione si calcola come la quota percentuale di una parte rispetto al totale,
ossia (valore della parte / valore totale) × 100.
08. Un rapporto statistico confronta due grandezze, può essere di struttura (composizione), di
incidenza, di frequenza o di mortalità, a seconda del contesto e dell’analisi.
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SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Docente: Marigliano Piergiorgio
Lezione 012
01. L'indice di Gini misura:
La moda
La disuguaglianza nella distribuzione
La media aritmetica
La frequenza cumulata
02. Un Gini pari a 0 indica:
Massima disuguaglianza
Errore statistico
Deviazione nulla
Perfetta uguaglianza
03. Un Gini pari a 1 indica:
Distribuzione normale
Deviazione minima
Uguaglianza perfetta
Massima disuguaglianza
04. La curva di Lorenz rappresenta:
La media mobile
La deviazione standard
Il coefficiente di variazione
La distribuzione cumulata rispetto all'uguaglianza
05. Lo strumento grafico legato al Gini è:
Il box plot
La curva di Lorenz
Il grafico a torta
L'istogramma
06. Cos'è l'indice di Gini e cosa misura?
07. Come si interpreta un valore dell’indice di Gini pari a 0,7?
08. Descrivi il legame tra indice di Gini e curva di Lorenz.
06. L’indice di Gini è una misura statistica che quantifica la disuguaglianza nella distribuzione di
una variabile, come il reddito o la ricchezza, all’interno di una popolazione.
07. Un valore di 0,7 indica una forte disuguaglianza nella distribuzione: più ci si avvicina a 1,
maggiore
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Paniere Statistica
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Statistica economica - paniere
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Paniere svolto di statistica