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SCHMITT
• Professore di diritto vissuto nel periodo del fascismo => collaborò con il nazismo
• Carl Schmitt è importante per aver posto il problema della sovranità
Per Schmitt le norme giuridiche sono eteronome
✓ Sovrano è colui che decide nello stato di eccezione
✓ Il decisionismo ha come base il miracolo
✓ Uno stato esiste quando si oppone al proprio nemico politico => opposizione
✓ amico/nemico.
Per esistere politicamente bisogna tracciare dei confini e stabilire chi è il nemico: il
▪ nemico è lo straniero, che può anche essere buono ma resta tale
La guerra è manifestazione di vitalità degli stati esistenti
▪ Il liberalismo per Schmitt è la neutralizzazione del politico => per lui il liberalismo è
▪ un nemico, perché ha ingaggiato una guerra contro la politica
La prerogativa dello Stato rispetto ad altre organizzazioni umane è il potere di vita e di
✓ morte => solo lo Stato può chiedere ai cittadini di morire per la vita dello Stato.
Il nemico politico è il nemico pubblico, non quello privato => si possono anche avere
✓ inimicizie personali
Nel Nuovo Testamento la grazia è offerta ai nemici di Dio
✓
MARTIN BUBER
• Il problema che pone il pensiero di Schmitt riguardo la filosofia dell'amicizia è che vi è un filo rosso
da Cicerone a Schmitt
• Esponente della cultura ebraica del ‘900 => importante perché fece conoscere la mistica
soprattutto in un libro che era un’antologia di brani mistici
Buber parla dell'estasi => è un fenomeno antropologico
✓ Dal punto di vista filosofico, l'estasi è il tentativo di dire l'indicibile che può esser rappresentato
✓ anche con le parole, con il linguaggio. Quando l’uomo va oltre l’ingranaggio c’è l’estasi e il
linguaggio non può far nulla. L’estasi è l’esperienza di unità assoluta Io e mondo, l’estatico è
pieno di Dio. L’unità è però solitudine.
L'ingranaggio è la concatenazione deterministica del mondo, la correlazione tra Io e mondo =>
✓ Il linguaggio può esprimere la connessione meccanicistica delle cose ma non può esprimere
l’estasi
L'esperienza dell'estasi è liberarsi della contrapposizione tra soggetto e oggetto
✓ Il paradosso delle confessioni estatiche è voler dire l'indicibile => dopo l’estasi molti provano a
✓ descriverla
• Feuerbach ha svolto un ruolo importante per Buber =>
Feuerbach ricava le sue tesi antropologiche dall'ermeneutica del Nuovo Testamento
✓ Nell'Essenza del cristianesimo di Feuerbach Buber trova un'antropologia relazionale
✓
• Per Buber l'uomo è relazione => nella relazione Io-Tu, l'Io si dà solo nella relazione
• Il mondo dell'Esso è necessario allo sviluppo delle scienza => ha permesso lo sviluppo della scienza
europea. L’Esso è progettabile, pianificabile. L’uomo non può vivere senza il mondo dell’Esso che è
la burocrazia, la giurisprudenza….ecc
Il rapporto con Dio è nella parola fondamentale tra l'Io e il Tu => Dio non può rispondere alle
✓ nostre parole. Il tu mi viene incontro, non è un evento progettabile. Quindi la relazione è manifesta
in forma di parola
• Buber fa esempi delle relazioni che si possono avere:
rapporto dialogico inter-umano => emblematico è Socrate, tipico uomo del dialogo, passa la vita
✓ dialogando
rapporto poetico con la natura => emblematico è Goethe, che aveva un grande amore per la natura
✓ che traduceva in poesia
rapporto dialogico con Dio => emblematico è Gesù di Nazareth, che dà del tu a Dio, ha con lui un
✓ rapporto dialogico, parla con Dio suo padre, non di Dio
• Per Buber l'educazione è educazione al dialogo => educare significa avere cura della relazione, non
impartire lezioni. Quindi è un rapporto dialogico. L’educatore è il vero lungotenente di Dio (non i
sacerdoti, papi…ecc)
• Per Buber ci sono due tipi di fede:
1. emunà = fiducia in qualcuno => fiducia totale in Dio, è quella che ha sempre chiesto Gesù ai
suoi discepoli
2. pistis = ritener per vero qualcosa => ogni cosa è possibile a chi crede, è il dire “io credo che”.
• Homo homini deus significa che che l'io diventa uomo solo grazie al tu => solo nel rapporto con altri
uomini
• Per Buber l'uomo è relazione perché è stato creato a immagine di Dio => come dice la Bibbia
Adamo fu creato a immagine di Dio perciò ci dev’essere un’analogia tra uomo e Dio => Il limite di
Buber consiste nel presupporre che l'uomo è relazione ma non lo spiega mai
• Per buber Dio sta all’uomo come l’uomo sta all’altro uomo
LEVINAS
• Levinas è un filosofo ebreo che critica Buber => per lui l’ebraismo è la vera risposta alle domande
della filosofia greca e occidentale
• Per il giovane Lévinas il compito fondamentale è uscire dalla gabbia ontologica => uscire, evadere
dall’essere. L’essere è originariamente multiplo, scisso, non è unitario e questo dà luogo al rapporto
con gli altri, la temporalità e al linguaggio
• L'essere si dà originariamente come esteriorità
• La contraddizione fondamentale della filosofia è tra desiderio metafisico (desiderio di andare oltre
la fisica, oltre le cose fisiche) e la sua realizzazione (che avviene nel pensiero)
• L'altro è per lévinas il Totalmente altro
• L'ontologia (filosofia occidentale) è per Lévinas la riduzione dell'altro al medesimo => negazione
dell’alterità dell’altro, per affermare la propria libertà (io sono libero se sono identico a me, quindi
nulla di esterno può intaccare la mia libertà). La libertà è essere padroni a casa propria,
nessun’altro può turbare i miei confini. Quindi l’ontologia si origina dalla divisione tra il Medesimo e
l’Altro e finisce con l’eliminazione dell’altro
• L'antropologia occidentale cerca un soggetto indifferente all'alterità
• Complessivamente la filosofia è subordinazione dell'atto al sapere
• Nella storia della filosofia c’è ambivalenza
C’è desiderio dell’altro in senso metafisico => fa due esempi del desiderio dell’Altro, del
✓ totalmente altro nella filosofia:
Il bene di Platone
▪ L’infinito di Cartesio
▪ l’idea di infinito sfonda il cogito (pensiero), quindi supera ogni possibile
o conoscenza. Per uscir dal cogito bisogna rinunciare al sapere concettuale,
di una corrispondenza, una simmetria tra pensare e pensato, tra soggetto e
oggetto.
l’altro non è mai il contenuto di un sapere => l’idea di infinito si manifesta
o nel volto del prossimo, dell’altro (kenosi di Dio) che è verità, una cosa
immediata, concreta, unica, irripetibile
il volto d’altri però è vulnerabile, fragile => questo ci porta a dire non
o uccidere
l’ incontro con il volto dell’altro non uccide Dio,anzi => kenosi di Dio
o
• Per Lévinas dalla violenza metafisica si esce con l'ontologia
• L'etica è filosofia prima
DERRIDA
• filosofo nato negli anni ‘30
• In un’intervista del 2004 Derrida afferma di essere l'ultimo degli ebrei perché in lui l'ebraismo è
giunto a conclusione => ammette di conoscere poco la lingua e la fede ebraica, non ha fede in Dio,
è solo ebreo anagraficamente
• Ci sono tre suoi scritti in cui si confronta con l’amico Lèvinas
Nel primo libro “Violenza e metafisica” sembra dargli del cialtrone
✓ lo rimprovera di non essersi confrontato con Hegel => dal punto di vista hegeliano
▪ l’infinito di Lèvinas è mero empirismo
dice che l'uscita di Lévinas dall'essere greco è fallita => accusa di poca profondità
▪ filosofica
le intenzioni di Derrida però sono per lui le stesse di Lèvinas => ciò che Derrida e
▪ Lévinas hanno in comune è la Giustizia come rapporto incondizionato all'altro
Per Derrida l'altro cui bisogna far posto è ogni altro => supera la visione
▪ fallocentrica
Nel secondo, scritto dopo la morte di Lèvinas, Derrida dice che
✓ l'accoglienza dell'altro è anarchica perché estranea a ogni Nomos (legge)
▪ l'accoglienza dell'altro è un gesto originario perchè l’io è dato originariamente
▪ dall’altro, non esiste un io senza un altro
tra io e l’altro si deve porre un terzo termine, la giustizia: è la giustizia che chiede e
▪ impone l’accoglienza di ogni altro, che deve garantire che il rapporto con l’altro non
degeneri in violenza => io sono vincolato all’altro, ma allo stesso tempo sono
svincolato all’altro, l’io è ostaggio dell’altro, è passivo
Nell’ultimo “Addio a Lèvinas”, dopo la sua sembra essergli riconoscente, rimpiange di non
✓ avergli detto abbastanza
• In relazione a Israele si tratta di decostruire l'ebraismo => si tratta in particolare di liberare l'Altro
da ogni tradizione determinata
• Affinché l'altro sia altro è necessaria una strutturale insecuritas
• La teologia negativa (periodo medioevo) libera la parola teologica da ogni positività => Dio è nulla
di determinato e chi vive in Dio si annulla. Derrida trova un’affinità tra la sua filosofia del
decostruzione dell’ebraismo e la teologia negativa.
• In “Politiche dell’amicizia” scrive:
Dice che la frase "Amici non ci sono amici" è una problematizzazione dell'amicizia =>
✓ questa frase mette in discussione l’apparente ovvietà dell’amicizia.
▪ Derrida pone attenzione al forse, non al tema amici/nemici: il pensiero del forse ci
▪ pone di fronte all'evento dell'altro, all’accadere di qualcosa => pensa l’amicizia
come legame disappropriante, che al tempo stesso è tradimento e infedeltà di
uomini e donne aperti al forse dell’evento
Di conseguenza il pensiero del forse è il pensiero del dono
▪
Penso dunque penso l'altro
✓ L'amicizia decostruisce il soggetto