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Biomi del mondo
La tundra è un bioma che si ritrova nelle zone più a nord della terra, nel circolo polare artico. Sono le zone più fredde del pianeta, e queste temperature molto rigide fanno sì che sia un ambiente molto ostile per la vita degli organismi. Infatti è caratterizzata da un inverno molto lungo dove il suolo è ricoperto per la maggior parte dell'anno da una spessa coltre di neve, e i pochi abitanti che la abitano presentano una densità molto bassa a causa del poco sostentamento. Nella breve stagione estiva la tundra si ricopre di una vegetazione molto piccola e rada ma che sostiene delle popolazioni come i lemming e le renne che risultano essere abbastanza consistenti.
La taiga è il bioma più diffuso sulla Terra e si trova soprattutto nel Canada e nell'Europa settentrionale. Anche la taiga presenta un clima piuttosto rigido ma troviamo una stagionalità un...
po' più marcata rispetto alla tundra. C'è sempre un lungo inverno dove le temperature sono molto basse e sempre un'estate breve ma un po' più consistente della tundra. Durante l'inverno le condizioni di vita sono piuttosto ostili, ma c'è comunque una comunità abbastanza ricca da permettere l'insediamento di carnivori. D'estate la taiga diventa molto ricca: quando si sciolgono le nevi c'è un orire di organismi, con vita molto breve perché devono terminare il loro ciclo vitale prima dell'inverno. La taiga è un bioma caratterizzato dalla presenza di boschi di pini, abeti, conifere e larici. La FORESTA TEMPERATA A LATIFOGLIE è un bioma caratteristico di zone in cui il clima è più mite. Sono foreste soggette a importanti variazioni stagionali ed infatti è il primo bioma in cui si riconoscono 4 stagioni: una primavera molto ricca, un'estate piuttosto calda, unautunno in cui gli organismi si preparano al periodo invernale ad esempio le piante perdono le foglie, e un inverno piuttosto rigido in cui le condizioni di vita diventano abbastanza ostili. La FORESTA A MACCHIA SCLEROFILLE, conosciuta anche come macchia mediterranea, è un bioma caratterizzato da un clima simile a quello mediterraneo, quindi zone abbastanza calde e con una disponibilità di acqua limitata, infatti per questo è caratterizzato da piante, dette sclerofile, cioè a foglia dura. La STEPPA è un bioma che si trova nell'America settentrionale, nell'area meridionale e nell'Africa settentrionale. È caratterizzato da una vegetazione erbacea e arbustiva in cui non sono presenti alberi e questo tipo di vegetazione è dovuto a un clima semi arido e continentale. Le steppe hanno nomi differenti in base alla localizzazione: Pampa viene definita nell'America meridionale, Prateria nell'America settentrionale e Veld in Africa.africasettentrionale. Il DESERTO è un bioma caratteristico di zone aride, dove le precipitazioni sono molto scarse e questa assenza di acqua fa sì che le condizioni di vita siano piuttosto ostili. L'assenza di precipitazioni è un evento dovuto ad una caratteristica della terra, ossia i moti convettivi che si formano attorno alla terra. I moti convettivi sono moti che fanno sì che l'aria calda salga e porti con sé anche l'aria fredda, dando vita a delle circolazioni di aria, dette celle, che racchiudono al loro interno tutto ciò che ha a che vedere con l'aria e l'acqua che evapora dalla terra. Ci sono tre diverse celle attorno alla terra, una cella polare, una cella detta di Ferrel alle medie latitudini e una cella tropicale detta di Hadley, e queste infatti sono le zone in cui si trovano i deserti. Queste celle quindi mantengono a loro intento tutta l'acqua, causando nelle zone tra una cella e l'altra una forte carenza di acqua e laServe da sostentamento per tutta la terra. Per lo stesso motivo sono degli intrappolatori di carbonio molto efficienti, togliendo grandi quantità di CO2 dall'atmosfera, aiutando quindi il regredire del riscaldamento globale, diminuendo il principale gas serra che lo causa.
Vengono definite le farmacie più grandi del mondo, perché è un bioma sotto forte selezione biotica, cioè dove sono i fattori biotici che regolano principalmente le interazioni tra gli organismi, e molti di questi sono in grado di produrre sostanze in grado di regolare la vita degli altri organismi.
Di differenza tra cicli biogeochimici regolati e quelli non regolati: I cicli biogeochimici possono essere regolati oppure non regolati. La differenza sta nel recupero o nella perdita dell'elemento in questione. Un ciclo biogeochimico regolato è quello del carbonio, perché tutto il carbonio che viene immesso nell'ambiente dalle fonti primarie, come
L'atmosfera, seguendo il ciclo ritorna in egual misura alla fonte, quindi la stessa quantità di carbonio immessa è la stessa che viene poi emessa. Un ciclo non regolato invece è quello del fosforo. Il fosforo viene rilasciato dalle rocce e dai sedimenti per erosione ma non tutto il fosforo rilasciato ritorna nei sedimenti, questo perché il fosforo è un elemento molto solubile e quando viene disperso in acqua parte di questo fosforo non viene assimilato dagli organismi e va a finire nel fondo degli ecosistemi acquatici, anche a profondità molto elevate e così viene perso, perché andare a "ripescarlo" sarebbe del tutto impossibile, se non in seguito a delle attività specifiche della terra, come potrebbero essere le eruzioni vulcaniche. Questo quindi significa che non tutto il fosforo rilasciato dalla fonte viene riemesso nella fonte stessa.
04) Produttività primaria, secondaria e netta della comunità: Nelle
comunità si creano dei circuiti energetici per cui avviene la produzione di sostanza organica da parte degli organismi autotrofi, i quali poi la trasferiscono agli organismi eterotrofi secondo i cicli della materia. La velocità e la capacità degli organismi autotrofi nel produrre la sostanza organica a partire da fonti inorganiche è detta PRODUTTIVITÀ PRIMARIA. Praticamente è la velocità con cui un organismo compie la fotosintesi. Questi organismi poi trasferiscono questa materia organica prodotta agli eterotrofi, prima agli erbivori e poi ai carnivori, e questa viene detta PRODUTTIVITÀ SECONDARIA, anche se in realtà non è una velocità di produzione, in quanto non producono nulla gli eterotrofi ma consumano quello che gli viene fornito, ma è più propriamente una velocità di assimilazione della sostanza organica. Per quanto riguarda la produttività primaria questa può essere suddivisa.in lorda e netta. La produttività netta della comunità invece è tutto quello che resta dopo che la comunità ha consumato, quindi c'è una proporzione tra ciò che viene prodotto e ciò che viene consumato. Se una comunità è fatta da soli organismi produttori, quindi autotrofi, la produttività netta sarà molto alta, e questo accade soprattutto nelle comunità pioniere. Quando invece la comunità inizia ad evolversi, ossia aumenta di numero ed iniziano ad insediarsi i consumatori, ci sarà il processo di respirazione che va a bilanciare la produzione, questo no a quando si raggiunge il cosiddetto climax, dove la produzione è uguale alla respirazione, e non vi si trova un eccesso né di una né dell'altra. Questo significa che in quella comunità, divenuta climax, non c'è posto per nessun altro organismo, altrimenti la produzione andrebbe a svantaggio e tutti gli
Organismi in eccesso non avrebbero sostentamento ed andrebbero incontro a morte.
05) I flussi di energia e cicli della materia negli ecosistemi: i processi vitali che si svolgono negli ecosistemi sono basati su reti di trasformazioni chimiche che comprendono la sintesi di materia organica a partire da composti inorganici semplici prelevati dall'ambiente, e la degradazione della materia organica a composti inorganici semplici, che vengono restituiti nuovamente all'ambiente per essere riutilizzati.
Per assicurare il mantenimento di queste trasformazioni chimiche, e quindi della vita sulla terra, l'ecosistema necessita di un flusso continuo di energia dall'esterno, e questa energia proviene dal sole attraverso la sua luce. L'energia solare viene utilizzata dall'ecosistema mediante le piante verdi, che mediante la fotosintesi sono in grado di produrre il loro nutrimento, in quanto trasformano l'energia luminosa in energia chimica.
Il trasferimento di energia agli altri organismi dell'ecosistema avviene attraverso le catene alimentari che collegano tra di loro i diversi componenti.
Il climax climatico, il climax edafico: definizioni e differenze
Il climax climatico rappresenta quell'ecosistema ipotizzato da Clements con l'IPOTESI DEL MONOCLIMAX, il quale affermava che fosse un climax determinato dalla latitudine, altitudine e continentalità in quanto sono questi i fattori che determinano le condizioni climatiche generali di un sito, e a seguito di questo ogni area climatica possedeva uno specifico climax. Questa ipotesi è stata poi smentita da Tansley con l'IPOTESI DEL POLICLIMAX, o CLIMAX EDAFICO. Tansley affermò che ogni climax dipendeva dalle condizioni microclimatiche del sito, come un'esposizione a nord piuttosto che a sud, dalle condizioni topografiche del suolo, e quindi le comunità in un sito possono essere diverse, e queste vengono appunto chiamate CLIMAX EDAFICO.
Un ciclo biogeochimico è un processo naturale che coinvolge il movimento e la trasformazione di elementi chimici all'interno degli ecosistemi. Questi cicli sono fondamentali per il mantenimento della vita sulla Terra. Un esempio di ciclo biogeochimico è il ciclo dell'azoto. L'azoto è un elemento essenziale per la vita e viene utilizzato dagli organismi per la sintesi di proteine e altre molecole biologiche. Il ciclo dell'azoto comprende diverse fasi: 1. Fissazione dell'azoto: l'azoto atmosferico (N2) viene convertito in composti utilizzabili dagli organismi, come l'ammonio (NH4+) o il nitrato (NO3-). Questo processo può essere svolto da batteri azotofissatori o attraverso fenomeni naturali come i fulmini. 2. Assorbimento dell'azoto: le piante assorbono gli ioni di ammonio o nitrato dal suolo e li utilizzano per la crescita e lo sviluppo. 3. Consumo dell'azoto: gli organismi consumano le piante o altri organismi per ottenere l'azoto necessario per la loro sopravvivenza. 4. Decomposizione: gli organismi morti vengono decomposti da batteri e funghi decompositori. Durante questo processo, l'azoto organico viene convertito in ammonio. 5. Nitrificazione: i batteri nitrificanti convertono l'ammonio in nitrato, che può essere nuovamente assorbito dalle piante. 6. Denitrificazione: alcuni batteri denitrificanti convertono il nitrato in azoto atmosferico, completando così il ciclo. Questo ciclo si ripete continuamente, garantendo la disponibilità di azoto per gli organismi viventi. Allo stesso modo, esistono anche altri cicli biogeochimici, come il ciclo del carbonio, del fosforo e del calcio, che sono fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi.