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IMPORTANTE
Le tensioni scritte nella risoluzione secondo il metodo degli anelli sono tutte le tensioni che non
riguardano le resistenze, così come le correnti espresse per il metodo dei nodi.
Caratterizzazioni
1. Thevenin
- trovare il valore della tensione a vuoto, con la risoluzione secondo i metodi visti sopra
- Si rende inerte il circuito e si chiude la porta dove prima è stata calcolata la tensione a vuoto con un
=
generatore di corrente noto e calcolare la resistenza di Thevenin ( è una grandezza
nota)
Esempio
Cerchiamo il valore della tensione a vuoto
0 − +
1
[ ][ ] = [ ]
Applichiamo il metodo delle maglie 5 incognite in 2 equazioni
0 − −
2
Relazioni costitutive
= = 0 = = 0 =
1) 2) quindi visto che 3)
=
1 0
[ ][ ] = [ ] {
− − = − = −
0 1 0
Ora abbiamo trovato il valore della tensione del generatore di Thevenin quindi procediamo
spegnendo tutti i generatori indipendenti e aggiungiamo il generatore di corrente di Thevenin,
=
cercando di arrivare a calcolare la
Dove è una grandezza nota
Il verso della corrente non è
arbitrario ma viene sempre presa
uscente dal polo positivo
2. Norton
- bisogna trovare la corrente di Norton, quindi si cortocircuita la porta in cui la si vuole trovare e con
uno dei due metodi visti sopra si calcola.
- Si rende inerte il circuito e si chiude la porta in cui è stata trovata la corrente di Norton con un
=
generatore indipendente di tensione noto e si calcola l’induttanza di Norton ( è una
grandezza nota)
Se nella prima fase il circuito è già inerte allora non va calcolata la corrente di Norton in quanto
questa risulterà essere nulla. Rendere inerti i generatori
- Tensione creiamo un corto inserendo un filo al posto del
generatore
- Corrente basta creare un apertura nel circuito
Rappresentazioni con Norton o Thevenin
- Thevenin - Norton
Per Thevenin il generatore di Per Norton il generatore di corrente
tensione ha il segno positivo nella ha il verso della corrente opposto al
stessa direzione in cui è stato messo verso che era stato scelto per
per calcolare la tensione a vuoto calcolarla
Dalla schematizzazione di Norton si può passare alla schematizzazione di Thevenin e viceversa, è
preferibile passare da Norton a Thevenin quando come metodo risolutivo si utilizzano le maglie
mentre è comodo fare il viceversa quando come metodo risolutivo si utilizzano gli anelli.
R
R
R
R
La stessa cosa può essere fatta nei circuiti con memoria quando abbiamo altri componenti come il
condensatore e l’induttore, ma per poter eseguire queste conversioni bisogna assicurarsi che le
condizioni iniziali degli elementi con memoria siano nulle.
Norton e Thevenin per un circuito a 2 porte
- Per Thevenin si calcolano comunque le tensioni a vuote contemporaneamente sulle due
porte, poi si rende inerte il circuito e si aggiungo 2 generatori di corrente per calcolare la
resistenza
- Per Norton si cortocircuitano le due porte contemporaneamente e si calcola la corrente di
Norton, poi si rende inerte il circuito e si aggiungo 2 generatori di tensione per calcolare la
conduttanza di Norton.
Caratterizzazione con la matrice Z ed Y
1. matrice Z
= +
11 12
1 1 1 11 1 12 2
[ ] = [ ] [ ] {
= +
2 21 22 2 2 21 1 22 2
- Prima prova Si lascia una parte del circuito aperta e l’altra si
chiude con un generatore di corrente noto così da
1
calcolare ; per poi risalire a ;
1 2 11 21
- Seconda prova Si lascia una parte del circuito aperta e l’altra si
chiude con un generatore di corrente noto così da
2
calcolare ; per poi risalire a ;
1 2 21 22
=
Se la matrice Z è reciproca ovvero allora la schematizzazione della matrice può anche
12 21
essere vista come = −
1 11 12
= −
2 22 12
=
3 12
2. matrice Y
= +
11 12 1
1 1 11 1 12 2
[ ] = [ ] [ ] {
= +
21 22 2
2 2 21 1 22 2
- Prima prova Si cortocircuita una parte del circuito e l’altra si chiude con un
generatore di tensione noto così da calcolare ; per poi
1 1 2
risalire a ;
11 21
- Seconda prova Si cortocircuita una parte del circuito e l’altra si chiude con un
generatore di corrente noto così da calcolare ; per poi
2 1 2
risalire a ;
21 22
=
Se la matrice Y è reciproca ovvero allora la schematizzazione della matrice può anche
12 21
essere vista come 1
=
1 +
11 12
1
=
2 −
22 12
1
= −
3
12
IMPORTANTE
- Per le matrici y è preferibile utilizzare come metodo risolutivo quello dei nodi
- Per le matrici z è preferibile utilizzare come metodo risolutivo quello degli anelli
Trasformazioni notevoli Funzioni di rete
1. Come prima cosa si convertono tutti i generatori dipendenti, passando dal dominio del
tempo al dominio di Laplace
Quando si vuole studiare una funzione di rete si è interessati ad un solo ingresso in relazione con una
sola uscita quindi tutti i generatori indipendenti che non sono richiesti per il calcolo della funzione di
rete devono essere disattivati.
2. Tutti i componenti senza memoria non subiscono alcuna trasformazione
3. Tutti i componenti con memoria si trasformano, trascurando le condizioni iniziali in quanto
in una funzione di rete queste non sono necessarie, quindi;
1
4. Applicare i metodi risolutivi al nuovo circuito, tenendo conto di tutte le nuove impedenze
5. Verificare la stabilità della funzione di rete
Una volta ottenuta la funzione di rete bisogna verificarne la stabilità studiando i poli di quest’ultima.
< 0
1,2
È possibile dire che una funzione è asintoticamente stabile se tutti i poli della funzione di rete hanno
parte reale negativa > 0
1,2
= 0
1,2
Una funzione di rete con poli nulli è definibile come stabile condizionatamente se la parte reale è
nulla e la funzione ha poli semplici, ovvero di primo grado
Esempio di esercizio Dato questo circuito vogliamo conoscere la
funzione di rete data dal rapporto di
=1 = 1 = 2 =
- Vogliamo usare il metodo degli anelli in quanto vengono meno equazioni e per semplificarci
la vita eseguiamo prima una conversione passando da Norton a Thevenin
- Quando si vuole calcolare la funzione di rete tutti gli ingressi (generatori dipendenti) devono
essere scollegati ad eccezione dell’eccitazione di cui si tiene in considerazione per il calcolo
della funzione di rete; non essendoci altri generatori in questo circuito non adoperiamo
nessuna trasformazione altrimenti avremmo dovuto spegnerli tutti ad eccezione di
- Per il calcolo della funzione di rete le condizioni inziali dei componenti con memoria non
vengono tenute in considerazione, sempre per quanto scritto sopra, quindi possiamo
sostituire i componenti con memoria con i correspettivi valori in funzione di Laplace
Una volta trovate tutte le equazioni e risolto il sistema arriveremo ad avere
=
(2 + 1)
Verifichiamo i poli
- Prendiamo la funzione di rete e vediamo per quali valori si annulla
1
= − notiamo che si annulla per un valore del polo <0 quindi possiamo dire che la funzione è
2
asintoticamente stabile
Fatto questo se conosciamo l’andamento nel tempo dell’eccitazione possiamo risalire anche
all’andamento nel tempo dell’uscita.
() = 2 ()
Poniamo che −1
- In questo caso specifico non ci sono altre eccitazioni quindi possiamo semplicemente
utilizzare la funzione di rete per risalire all’andamento nel tempo dell’uscita
- Trasformiamo l’eccitazione da una funzione tempo in una funzione di Laplace
2
()]
[ =
2 1
() = = =
1
(2 + 1) (2 + 1) + ⁄
2
- Ora antitrasformiamo l’uscita da un dominio di Laplace ad un dominio nel tempo
1
− ⁄
−1
() [ ()]
= = 2
Regime transitorio
1. Come prima cosa tutti i generatori devono essere convertiti nel dominio dei fasori
È necessario controllare che tutti i generatori presenti nel circuito lavorino alla stessa frequenza,
altrimenti non è possibile effettuare un solo studio. Infatti se i generatori indipendenti dovessero
lavorare a frequenze diverse tra loro bisogna prima eseguire lo studio del circuito dove è presente
solo un generatore spegnendo l’altro e successivamente bisogna eseguire l’operazione inversa. In
fine il risultato sarà la somma delle potenze ottenute nei due studi
= cos( ) = cos( ) ≠
1 1 2 2 1 2
( ) ( )
1 2
= +
Allora la soluzione sarà
Trasformazione nel dominio dei fasori
La formula generale dei generatori è espressa come:
= ( + )
Nella trasformazione in fasore diventerà
= = +
Se il generatore dovesse essere espresso in funzione del seno, è necessario prima riscriverlo in
funzione del coseno e successivamente trasformarlo in fasore
=