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Emblemi dell'assolutismo di Luigi XIV
Mariachiara Roma - Università del Salento Lettere (Triennale) - a.a. 2020-2021
Mariachiara Roma
Cagionevole di salute, sfuggito alla morte e sopravvissuto al vaiolo, al tumore e ad altre patologie durante la sua infanzia e non solo, Luigi XIV si avvalse dell'appellativo di "erede miracolato" per rafforzare consensi e potere nel suo regno. Alla morte del primo ministro Mazzarino, nel 1661, decide di assumere personalmente il potere, segnando il passaggio dalla florida stagione francese dei grandi ministri ad una monarchia assoluta: il sovrano detiene l'autorità di governante per diritto divino, il che lo scioglie da ogni società di controllo e da ogni collaborazione. Con Luigi XIV "l'antica per ceti è tramontata: l'attività politica e la sfera pubblica, che il monarca monopolizza nella sua persona tutta con quella si identifica" e la concezione di governo su cui egli si basa è quella dell'assolutismo.
esempla è perfettamente rappresentata dalla sua celebre frase "L'état, c'est moi!". Un ulteriore simbolo del nuovo regime, nonché il più tangente, è la sontuosa Reggia di Versailles, fatta edificare dal re medesimo nel 1682. Essa raffigurava la forma divinizzata che andava assumendo la figura del sovrano, presentandosi in una dimensione transumana che meglio lo rappresentava. Il palazzo fu realizzato in aperta campagna, sotto gli occhi di un "cielo luminoso dove riposa e passeggia un dio", con il duplice scopo di allontanare la residenza reale dalla capitale e dai suoi cittadini temuti e difficili da controllare dopo la Fronda e di trasferirvi la corte per sottoporla al proprio controllo: un vero e proprio gioco di potere che rese Versailles emblema della sua gloria e macchina di legittimazione. [1] [1] Biral A., Assolutismo monarchico e forme di legittimazione in Francia, in "Belfagor", 33 (n. 5), 1978, p. 579.Lo storico Lémontey P. E. (Essai sur L'Etablissement Monarchique de Louis XIV et sur les altérations qu'il éprouva pendant la vie de ce prince, Parigi, Deterville, 1818) afferma che il rel’abbia pronunciata il 13 aprile 1655, in occasione di un suo intervento in Parlamento volto a vietare ai parlamentari di legiferare su determinate materie. Altri storici smentiscono, sostenendo che l’attribuzione è controversa. 3
Biral A., op. cit., p. 581. 4
Ibidem. 5
Movimento di rivolta ed opposizione del parlamento e della nobiltà francese contro il cardinale “fionda”, Mazzarino (1648-1653). Il termine viene dal francese fronde, cioè lo strumento con il quale il popolo parigino in rivolta soleva scagliare sassi contro le finestre dell'abitazione del cardinale e primo ministro. 2
Mariachiara Roma del divertissement. In questo modo «ridusse
tutti a servire, anche quelli a cui faceva meno[…] Fu ancora un’altra astuziacaso, aumentando la sua corte. per rovinare i nobili,abituarli all’uguaglianza e 6confonderli alla rinfusa con tutti» .
Nel Seicento, arte e teatro cominciavano ad assumere un ruolo rilevante nella vitadall’età di soli cinque anni,di corte. Sin Luigi XIV appariva nelle vesti di dèi ed eroi dellastoria in numerosi ritratti illustri; a ciò, si andavano ad aggiungere i balli in maschera,durante i quali il re sfilava in travestimenti eccentrici, spesso incentrati sul personaggio7di Apollo . Questo apparato iconografico si va a configurare come una macchinapropagandistica, in cui il sole diviene il simbolo monarchico per eccellenza. A talè l’importanzaproposito, rilevante della sua allegoria politica «che mostra il sole,portatore di luce, eclissare le tenebre», allo stesso modo in cui il re si mostra «capace di8illuminare la corte
Come il Sole illumina i pianeti, da ciò prende nome la sua fama che lo rende noto come il Re Sole, la cui area gravitazionale è rappresentata dalla stessa nobiltà alla corte di Versailles.
Negli anni Ottanta del Seicento, il Re Sole introduce una rete di protocolli e codici di condotta che tutti erano tenuti ad osservare. In questo modo, secondo la teoria del sovrano, "i nobili non avrebbero potuto rovesciare il governo se troppo impegnati a seguire alla perfezione le regole" e non avrebbero avuto tempo e capacità sufficienti a "ritorcere contro la monarchia il poco potere che era loro rimasto".
Lo stesso Saint-Simon, memorialista di corte, descrive Luigi XIV come un uomo dalla profonda avversione per l'intelligenza e per la nascita illustre. Le uniche maniere da lui gradite erano, piuttosto, sottomessa di chi sa di non essere nulla.
Riferimento: Rouvroy L., duc de Saint-Simon
Il re sole (tratto da Mémoires, Paris, Hachette, 1882-1884)trad. it. di Cremonese A., a cura di Gardair J. M., Roma, Castelvecchi, 2015, p. 66 [edizioneelettronica].7 Cfr. Solacini C., Miti ed eroi nella ritrattistica francese tra XVI e XVIII secolo, tesi di dottoratoin "Storia dell'Arte Moderna", Università di Bologna, a.a. 2009-2010, relatore Cavicchioli S., pp.87-90.
8 Ivi, p. 90.
9 Le Roi danse: come Luigi XIV governò la Francia... Danzando, in "Incipit Liber Primus", 17ottobre 2017, (consultabile al link: http://incipitliberprimus.blogspot.com/2017/10/le-roi-danse-come-luigi-xiv-governo-la.html [consultato il 21/05/2021]).