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Epidemiologia ed Eziologia
Patogeno
Il Penicillium digitatum Sacc. e il Penicillium italicum Whemer, sono gli agenti patogeni delle alterazioni rispettivamente conosciute
come muffa verde e muffa azzurra, e rappresentano in tutto il mondo le patologie più frequenti degli agrumi, sia in post raccolta
che in fase di distribuzione.
I funghi, detti anche “da ferita”, hanno bisogno di vie d’accesso, come piccole lesioni, per infettare il frutto. La zona del peduncolo
(come rilevato in fase di osservazione dei sintomi) è il sito di ingresso più comune per tutte le specie Penicillium (Kaul e Lall, 1975).
Entrambi i funghi possono essere presenti contemporaneamente nell’infezione, ma si siviluppano più velocemente a temperature
diverse: il P. digitatum prevale a temperatura ambiente e si rivela quindi più frequente nella conservazione casalinga.
Oltre a questi patogeni può essere presente un terzo tipo di Penicillium, il P. Ulaiense Hsieh, Su et Tzean, tuttavia è meno rilevante
e compare solo dopo lunghi periodi di conservazione. É caratterizzato da un micelio molto diverso dai primi due (coremi aerei di
facile identificazione).
Cause
La maggior minaccia di questi patogeni è rappresentata dalle loro spore, che hanno la caratteristica di essere molto volatili e
trasportabili ficilmente da correnti d’aria.
Le spore possono fruttificare su molte superfici organiche o inorganiche come imballaggi, linee di lavorazione o vasche di lavaggio.
Le infezioni, infatti, si presentano per la maggior parte in magazzini e linee che non seguono adeguate misure igieniche. Si verificano
meno frequentemente anche in campo, soprattutto in corrispondenza di eventi atmosferici che possono causare lesioni sui frutti
e creare siti di ingresso adatti.
Gli stessi frutti infetti possono essere fonte di inoculo all’interno della linea o per altri frutti nelle vicinanze, in quanto, soprattutto
il P. italicum è in grado di infettare i tessuti vicini.
Lotta
La lotta al Penicillium si basa principalmente sulla prevenzione:
a partire dall’agrumeto e una sua adeguata progettazione, ad esempio con interventi di potatura (in modo da ridurre il rischio di
danni meccanici per lo sfregamento dei frutti contro i rami) o con la creazione di procedure di raccolta idonee;
fino alla formazione del personale alle corrette procedure manuali.
Durante le lavorazioni è bene mantenere delle corrette prassi di igenizzazione dei macchinari e dei locali, mantenere separate le
linee di arrivo degli agrumi con quelle di lavaggio e conservazione, oltre che allontanare sempre eventuali frutti con lesioni o già
infetti.
I trattamenti chimici post raccolta si riducono all’utilizzo di pochi funghicidi come ortofenilfenato di sodio, tiabendazolo o
imazalil. I prodotti però possono perdere efficacia con l’insorgenza di resistenza o a causa dell’utilizzo combinato in diluizione con
cere. Anche il “lavaggio” con acqua calda ha dimostrato afficacia in alcuni casi (Arpaia M.L.).
Lo stoccaggio deve sempre avvenire a temperature controllate (3-5 °C). Pagina 2