Ricerca sull'art decò, nascita, diffusione, carattweristiche nel design, arredamento e architettura
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Le fonti
L’art Déco è una mescolanza di motivi e sistemi derivanti da varie fonti.
Come abbiamo detto , le fonti più evidenti sono date dall’Art Nouveau e dalla Weiner Werkstatte, la quale
ha anticipato le formule compositive che avrebbero poi caratterizzato l’art Déco, con le prime sue opere e
soprattutto l’astrattismo geometrico di Hoffmann.
Oltre che le avanguardie dell’architettura, anche quelle figurative influenzarono molto questo movimento.
Dal cubismo, infatti, si può riscontrare come da esso derivi la riduzione di oggetti ed immagini a figure
geometriche, dal Fauvisme, l’utilizzo decorativo dei colori primari, dal futurismo il dinamismo e la velocità,
caratteristica fondamentale della modernità e dall’orfisme le composizioni coloratissime e circolari, o le
forme severe del Neoclassicismo.
Esempio di arte figurativa dell’epoca in un dipinto di Tamara de Lempicka
Anche le arti antiche portarono all’art Déco molte caratteristiche, basti
pensare all’arte egizia e africana per le forme spigolose e snelle delle figure
femminili, o la scultura e i vasi dell’antica Grecia del periodo geometrico o
arcaico. Altre fonti sono riscontrabili negli scenari e nei costumi di Léon
Bakst per i Balletti Russi di Diaghilev, così come nell’industria della moda,
nelle innovazioni tecnologiche in campo automobilistico e aereodinamico
da cui deriva lo stile molto popolare degli interni dei cinematografi e dei
transatlantici, come l'Ile de France e il Normandie , o nella tecnologia da
"macchina del tempo" come la radio e i grattacieli; e persino nel Jazz.
Alcuni di questi motivi vengono usati per opere molto diverse fra loro,
come i motivi a forma di raggi solari sono utilizzati per delle scarpe da
donna, per le griglie per termosifoni, per interni straordinari come
l'auditorium del Radio City Music Hall o come decorazione di palazzi, come
la guglia d'acciaio del Chrysler Building di New York.
Interno dell'Ile de France
Il culto del moderno L’elemento che questo movimento ostentava è la modernità.
Il moderno e il progresso della tecnologia avevano cambiato persino le
abitudini della gente, le strade si illuminarono di luci artificiali, si
riempirono di grattacieli, si diffusero gli aerei, ma quello che più
caratterizza questa modernità e quindi l’art Déco, è il lusso, ostentato
come una sorta di reazione nei confronti dei disastri provocati dalla prima
guerra mondiale e la conseguente crisi economica.
Ciò che predicavano i Futuristi in modo più utopico, con l’Art Déco diventa
concreto e attuale.
Dal momento in cui ci si muoveva verso un progresso, ogni dettaglio del
nuovo doveva essere ricostruito secondo nuovi canoni estetici che
prevedevano una semplificazione astratta delle line e l’uso di materiali
legati alla nuova industria come la plastica, la cellulosa, l’alluminio, la
bachelite, vetri satinati, cementi colorati, tubolari cromati e luci utilizzate
come elementi decorativi ed architettonici.
In questo modo, questi nuovi oggetti non erano moderni solo nella forma
ma anche nella sostanza.
Lampada a Grattacielo Per quanto riguarda i soggetti, oltre ai simboli della modernità, vi fu un
Arnaldo dell'Ira 1929 susseguirsi di temi sull’eleganza e al glamour di una società che si sentiva
forte e potente: donne fatali, animali felini, composizioni astratte.
Esempio di vetrata
L’importanza delle decorazioni del prodotto, è data anche dal fatto che mancavano le strutture produttive
adatte a poter competere con quelle dell’estero, la produzione di questo movimento è più vicina
all’artigianato piuttosto che ad una completa industrializzazione, di conseguenza per competere con
l’estero era necessario puntare sulle idee e quindi sull’artisticità del prodotto.
La diffusione della pubblicità
La produzione in serie e il forte incremento del commercio
causano una nuova esigenza, quella della pubblicità , la quale
trova il mezzo per il suo sviluppo alla fine dell’’800, con
l’invenzione della tecnologia cromolitografica applicata alla
monotype.
Nel suo periodo iniziale è ispirata dalla Art nouveau.
Quelle del periodo iniziale erano ancora produzioni limitate, fatte
da grandi artisti, ad esempio il primo manifesto artistico-
pubblicitario importante fu una creazione di Edouard Manet del
1868, intitolata Les Chats, commissionata dal libraio Rothschild per
pubblicizzare un libro sul comportamento e la cura dei gatti.
È solo con l’Art Déco che si sviluppa la professione di pubblicitario
con graffitismi dinamici e la ricerca della strutturazione
geometricamente significativa dei campi, il gusto della pubblicità
non può che essere quello della gente, per tanto si cercava di
colpire il pubblico.
L’esponente di questo nuovo stile pubblicitario è Cassandre. Cartellone pubblicitario di un transatlantico
di Cassandre
Anche in Italia si sviluppa questa professione e, come in tutta Europa, gli oggetti della pubblicità sono
innanzitutto l’abbigliamento, i primi centri commerciali, l’auto e i prodotti di prestigio, anche industriali,
come la “macchina da scrivere Olivetti” .
Cartellone pubblicitario di Marcello
Dudovich
Produzione e vendita
Nel 1907 nacque la Societè des Artistes Décorateurs che ogni anno
organizzava la propria esposizione. Nacquero delle istituzioni che
affiancarono produzione e vendita così che accanto ai grandi
magazzini nacquero dei laboratori artigianali e ateliers per la
produzione esclusiva di mobili e oggetti, come ad esempio la più
famosa Galeries Lafayette.
Vi furono anche altri ateliers gestiti da artisti che facevano anche
produttori come l’atelier Martine di Paul Poirret.
Diciamo quindi che il settore della vendita funzionò bene, ogni
ramo aveva il suo canale commerciale.
In linea di massima il mercato dell’Art Déco è prevalentemente
rivolto a gente benestante che poteva permettersi il lusso di
collezionare elementi decorativi superflui, infatti vennero ignorati
dalla produzione, considerati antiestetici, i mobili pieghevoli e
trasformabili che avevano costituito delle valide soluzioni per l’
arredamento dei piccoli spazi che il ceto medio poteva
permettersi, si trascurò, inoltre, il triplice principio di economia di
denaro, di spazio e di materiale che aveva caratterizzato
l’industrializzazione di quel tempo.
Nonostante questo, era possibile acquistare degli elementi in stile Particolare Galleries La Fayette, Parigi
Art Déco a prezzi più modici, nei grandi magazzini, infatti,
venivano venduti quegli oggetti che non avevano la firma di un disegnatore famoso, risultando quindi
accessibile ai ceti più poveri. Paul Poiret nel suo Atelier
Gli interpreti dell'Art Déco
L’ arredamento Art Déco fu caratterizzata da due importanti personalità che operarono in modi molto
differenti, Francis Jourdan e Jaques Emile Ruhlman.
Francis Jourdan, considerato un pioniere del Liberty, segnò il
passaggio dall’artigianato produttore del pezzo unico,
all’artigianato in serie.
In contrasto con il lusso che stava invadendo la società del tempo,
si dedicò ad una produzione rivolta ai ceti operai.
Produceva in fabbrica mobili a elementi componibili e
intercambiabili per coloro che avevano bisogno di un utilizzo
razionale dello spazio.
I suoi progetti erano molto semplici e il suo design era
caratterizzato da pannelli di legno liscio su pareti e soffitti che
sembravano fogli di metallo.
Bozzetto di una sedia di Jourdain
Jacques Emile Ruhlmann, è considerato il maggior mobiliere francese, grazie alla sua azienda Ruhlmann e
Laurent, Parigi rimaneva il centro mondiale dell’Art Déco .
Ruhlmann era orientato verso l’artigianato di gran lusso, lavorava dunque per una clientela molto ricca.
Il suo mobilio era molto ricercato e lussuoso e rinnova i fasti dell'ebanisteria parigina dei tempi di Luigi XV,
XVI e dell’impero, riecheggiandone alcune caratteristiche formali, oltre all'analogo impiego di tecniche e
materiali pregiati.
Associava la semplicità geometrica della forma all’impiego di legni e materiali più pregiati (ebano, avorio) ,
prediligeva mobili a larghe masse sorrette da fusti molto sottile, allo stile Corbusiano.
Mobile scrivania di Ruhlmann
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