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CALCOLO DEL CAMPO MAGNETICO
Nel nostro caso andremo a calcolare il campo magnetico prodotto dai fili di corrente in uscita
dal trasformatore.
Nella nostra cabina elettrica è presente un trasformatore da 2500 KVA, ma è presente inoltre
la predisposizione per un altro trasformatore dello stesso tipo, in ottica di miglioramento
futuro. Andremo quindi a calcolare il campo magnetico generato da un singolo trasformatore
e dal parallelo di due trasformatori con le stesse caratteristiche elencate qui di seguito: 208
In base alla tipologia di terna di fili, abbiamo ricavato la
formula del campo magnetico prodotto dalle tabelle.
In questo caso I sarà la corrente percorsa da ciascuna fase, S è la distanza tra le fasi e si
considera pari al diametro del cavo compreso di guaina isolante, D è la distanza dal filo dalla
quale ci interessa conoscere il valore di B.
Abbiamo scelto dalle tabelle un cavo del tipo 1 x 240 mm^2 che ha un diametro massimo (S)
di 29,2 mm e una portata massima di 490 A ciascuno. 209
Sapendo la corrente necessaria e la portata max di ciascun cavo ci siamo calcolati il numero
di cavi necessari facendo il rapporto tra i due termini. Stot sarà il prodotto tra S e il numero di
cavi. Utilizzando la formula vista prima abbiamo calcolato il campo magnetico a diverse
distanze dai cavi e con le formule inverse, la distanza di sicurezza per non superare il valore
di 3 μT imposto dalla normativa.
Per valutare il campo prodotto da due trasformatori in parallelo, bisogna fare la radice della
somma dei quadrati dei due valori di campo alla stessa distanza. Anche in questo caso abbiamo
calcolato la distanza di sicurezza necessaria.
I risultati sono visibili nella tabella seguente: 210
METODI PER ISOLARE IL CAMPO MAGNETICO
Il metodo da noi scelto per isolare la cabina elettrica dai campi magnetici prodotti dai cavi
elettrici è quello di utilizzare un materiale ad elevata conducibilità quale l’alluminio e ricoprire
le parti sensibili dell’impianto. Gli schermi conduttori vengono indotti da correnti parassite
interne che creano un campo magnetico che si oppone a quello inducente.
Utilizzeremo quindi lamiere di alluminio di diverso spessore in base alla zona di interesse:
Lamiera di spessore 3 mm sotto forma di canalina intorno ad ogni passaggio di cavo cia
interno che esterno allo stabilimento;
Lamiera di 5 mm di spessore intorno alla cabina di trasformazione MT/BT;
Lamiera di 10 mm di spessore per isolare
trasformatori e altri punti dell’impianto con elevato
passaggio di corrente. 211
ANALISI SULLA SICUREZZA
Documento di valutazione del rischio: impianto generale
- Identificazione delle attività.
Identificazione sistematica delle attività durante le varie fasi del ciclo di vita della macchina. Si
considera la fase in cui lo stabilimento si trova nel pieno delle sue funzioni.
Area compressori Controllo e Manutenzione WP1
Controllo e Manutenzione WP1
Magazzino materie prime Movimentazione carico WP2
Movimento pedoni WP3
Movimentazione carico WP2
Area presse Utilizzo WP4
Controllo e Manutenzione WP1
Lavoro con apparecchi elettrici WP5
Uffici Climatizzazione WP7
Movimento pedoni WP3
Movimentazione carico WP2
Stoccaggio WP6
Area assemblaggio lavoro con apparecchi elettrici WP5
Utilizzo WP4
Movimento pedoni WP3
Distribuzione dei pasti WP8
Mensa Riscaldamento Cibo WP9
Aree Movimento Pedoni WP3
Movimento pedoni WP3
Locali ausiliari (comprendono spogliatoi, mensa…) Utilizzo WP4
Controllo e Manutenzione WP1
Controllo e Manutenzione WP1
Magazzini Prodotti finiti Utilizzo WP4
Movimentazione carico WP2
Movimento pedoni WP3
Movimentazione carico WP2
Area Manutenzione Lavoro apparecchi elettrici WP5
Utilizzo WP4
Movimento carrello WP10
Area ricarica carrelli Utilizzo WP4
Controllo e manutenzione WP1
Movimentazione carico WP2
Banchine Utilizzo WP4
Cabina elettrica Controllo e Manutenzione WP1 212
Movimentazione pedoni WP3
Corridoi Movimentazione carico WP2
Attraversamento incroci WP11
Complessivamente dunque nelle varie aree dello stabilimento si individuano le seguenti
attività: Controllo e Manutenzione WP1
Movimentazione WP2
Movimento pedoni WP3
Utilizzo WP4
Lavoro con apparecchi elettrici WP5
Stoccaggio WP6
Climatizzazione WP7
Distribuzione dei pasti WP8
Riscaldamento Cibo WP9
Moviemento carrello WP10
Attraversamento incrosi WP11
–
1 Identificazione dei pericoli PERICOLI sigla
Scoppio di apparecchiature in pressione M1
D.Lgs. 81/08
s.m.i. (Tit. III
Area capo I)
compressori - D.Lgs. 17/2010
Getto di fluidi e proiezione di oggetti - D.Lgs. 93/2000
- DM 329/2004 M1
D.Lgs. 81/08
Urto M1
allegato 4
Caduta oggetti dall'alto M1
- DM 10/03/98
Elementi in movimento M1
Regole tecniche
Aree Superficie che stridono M3
di prevenzione
Materiale infiammabile incendi M4
MMP applicabili
Scarso impegno mentale M8
- D. Lgs.
8/3/2006
n. 139, art. 15
Ribaltamento UNI EN ISO
12100 M1
Pericoli di natura meccanica M1
Pericoli di natura elettrica M2
Area presse UNI EN 201 2010
Rumore M3
Pericoli di natura termica M4
213
Vibrazioni M5
Pericoli generati da materiali e sostanza M6
Pericoli di natura ergonomica M7
Scarso impegno mentale M8
Ergonomia M7
Scarso impegno mentale M8
D.Lgs. 81/08
Incendi di natura elettrici M2
s.m.i. (Tit. III
Uffici capo III)
Urti M1
- D.Lgs. 626/96
Spigoli taglienti M1
incidenti di natura elettrica M2
Rischio di natura elettrica M2
Urti M1
Spigoli taglienti M1
Area UNI EN 13150
Caduta di oggetti dall'altro M1
assemblaggio 2001
Scarso impegno mentale M8
Incendi di natura meccanica M1
Uscite non facilmente fruibili M9
Contaminazione Alimentare M10
D.Lgs. 81/08
Pericolo Ustioni M4
s.m.i. (Allegato
Urti M1
Mensa IV)
Incendio di natura elettrica M2
- Normativa
Scarse condizioni di igiene M10
locale vigente
Inadeguata conservazione di cibi e bevande M10
Scarse condizioni di igiene M10
numero capacità inadeguati M7
D.Lgs. 81/08
possibile contaminazione indumenti s.m.i. (Allegato M10
Locali ausiliari IV)
servizi idrici inadeguati M10
- Normativa
scivolamento M1
locale vigente
problematiche di primo soccorso e gestione
emergenza M9
D.Lgs. 81/08
caduta dall'alto M1
allegato 4
urti M1
- DM 10/03/98
elementi in movimento M1
Regole tecniche
uscite non facilmente fruibili M9
di prevenzione
incendi
gravità M1
MPF applicabili
cesoiamento M1
- D. Lgs.
incendio 8/3/2006 M4
n. 139, art. 15
superfici che stridono M3
UNI EN ISO
polvere 12100 M7
D.Lgs. 81/08
solidità delle strutture
Area s.m.i. (Titolo III M1
Manutenzione capo I)
vie di circolazione interne "D.Lgs. 81/08 M1
214
s.m.i. (Tit. III
illuminazione M7
capo I e III; Tit.
dispositivi termici e elettrici trasportabili M4
XI)"
utensili manuali M1
"Raggiungiment
o postazione:
urti, contatto con mezzi in movimento D.Lgs. 81/08
s.m.i. (Allegato
IV) Microclima: -
D.Lgs. 81/08 M1
s.m.i. (Allegato
IV) Impianti
microclima: carenza aerazionale elettrici: - D.Lgs. M7
81/08 s.m.i. (Tit
Incidenti di natura elettrica (folgorazione, incendio) M2
III capo III) - DM
37/08 - D.Lgs.
Emissione inquinanti 626/96 (Dir. BT) M6
- DPR 462/01 -
Esposizione per inalazione (idrogeno) M6
DM 13/07/2011
- DM 10/03/98 -
Esplosione M4
Regole tecniche
di prevenzione
incendi
applicabili - D.
Lgs. 8/3/2006 n.
Area ricarica 139, art. 15
carrelli Condizionament
o e
refrigerazione: -
D.Lgs. 81/08
s.m.i. (Tit. III
capo I e III) - DM M4
37/08 - D.Lgs.
17/10 - D.M.
01/12/1975 -
Incendio DPR 412/93 -
DM 17/03/03 -
D.Lgs. 311/06 -
D.Lgs. 93/00 -
DM 329/04 -
DPR 661/96 -
DM 12/04/1996
- DM
28/04/2005 -
DM 10/03/98
- RD 9/01/ 1927
Agenti chimici
(comprese le
polveri): - D.Lgs. 215
81/08 s.m.i.
(Titolo IX, Capo I;
Allegato IV
punto 2) - RD
6/5/1940, n. 635
e s.m.i. "
"Rampe di
urti, schiacciamento M1
carico: D.Lgs.
caduta oggetti, materiali M1
81/08 s.m.i.
ribaltamento carrelli M1
(Allegato IV) -
superfici inclinate M1
D.Lgs. 81/08
superfici ruvide/lisce s.m.i. Titolo IV, M1
capo II (ove
scarso impegno mentale M8
applicabile); Art.
113; Allegato XX
Porte e portoni:
D.Lgs. 81/08
s.m.i. (Allegato
IV)
- DM 10/03/98
- Regole
tecniche di
Banchine prevenzione
incendi
applicabili
- D. Lgs.
uscite non facilmente fruibili 8/3/2006 n. 139,
art. 15
" M9
D.Lgs. 81/08
pericoli elettrici a contatto s.m.i. (Tit III M2
capo III)
pericoli elettrici in vicinanza - DM 37/08 M2
- D.Lgs. 626/96
microclima
Cabina elettrica M7
(Dir. BT)
- DPR 462/01
- DM
incendi di natura elettrica 13/07/2011
- DM 10/03/98 M2
ribaltamento M1
Corridoi scivolamento D.Lgs. 81/08 M1
Caduta di oggetti dall'alto M1
216
urti M1
Complessivamente quindi si radunano i seguenti pericoli:
M1 Pericoli meccanici
M2 Pericoli di natura elettrica
M3 Rumori
M4 Pericoli di natura termica
M5 Vibrazioni
Pericoli generati da materiali e
M6 sostanze
M7 Pericoli di natura ergonomica
M8 Scarso impegno mentale
Impianto di Sicurezza
M9
M10 Igiene
–
3 Stima del rischio
Dopo l’identificazione dei pericoli e delle attività, si deve eseguire la stima del rischio per
ogni situazione pericolosa mediante la determinazione degli elementi di rischio sopra riportati.
Il rischio associato a una particolare situazione pericolosa dipende dai seguenti elementi:
a) Gravità del danno, valutata tramite una scala qualitativa.
b) La probabilità che si verifichi tale danno, valutata tramite una scala qualitativa in cui si tiene
conto di
1) Esposizione della persona al pericolo.
2) Accadimento di un evento pericoloso.
3) Possibilità tecniche e umane per limitare o evitare il danno.
Per ogni attività si individuano i possibili pericoli:
M1 M2 M3 M4 M5 M6 M7 M8 M9 M10
WP1 x x x x x x x x x
WP2 x x x x x x
WP3 x x x x
WP4 x x x x x x x x x x
WP5 x
WP6 x x x
WP7 x x x
WP8 x
WP9 x x
217
WP10 x x x x
WP11 x x x
Per ogni intersezione si attribuisce una frequenza di accadimento P e una scala del danno I
secondo le seguenti tabelle:
P M1 M2 M3 M4 M5 M6 M7 M8 M9 M10