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Open Innovation nel settore farmaceutico
Attualmente, la maggior parte delle aziende farmaceutiche integra i loro tradizionali modelli di ricerca e sviluppo con alcune variazioni dell'approccio Open Innovation (OI) nel tentativo di accedere meglio a talenti, idee e ipotesi scientifiche globali. Henry W. Chesbrough (2003) coniò il termine open innovation per descrivere il paradigma in base al quale le imprese consentono il libero flusso di idee, prodotti e servizi dall'esterno verso l'interno e viceversa al fine di rimanere competitivi, in particolare in settori in rapida evoluzione in cui esiste una conoscenza abbondante e pertinente al di fuori delle mura tradizionali dell'impresa. Un esempio reale di open innovation è visibile nel "Open Innovation Drug Discovery programma ("OIDD")", di Eli Lilly ("Lilly"). Il programma si pone come obiettivo facilitare l'individuazione e la selezione di potenziali nuove
molecole in un sistema di screening molecolare attraverso un'interfaccia web. La valutazione avviene in maniera confidenziale e i risultati vengono forniti attraverso un full data report. Attraverso un processo di "fingerprinting" gli studiosi esterni che partecipano al programma non condividono dati strutturali sui loro composti ma le strutture vengono convertite e codificate in un algoritmo informatico automatizzato. In questo modo, l'IP dei partecipanti rimane protetto. Il programma OIDD, lanciato per la prima volta nel 2009, consente agli studiosi esterni di accedere alle capacità scientifiche di scoperta dei primi farmaci di Lilly per aumentare il pool di potenziali opportunità di ulteriore sviluppo disponibili per Lilly, creando così un effetto spillover. L'ambiente di ricerca e sviluppo farmaceutico - in particolare nelle sue prime fasi - è stato tradizionalmente noto come chiuso e riservato, in particolare per quanto riguarda laProtezione della proprietà intellettuale. Allo stesso tempo, la necessità di efficienza e un processo di R&S semplificato hanno spinto l'industria verso il cambiamento e una maggiore apertura. I programmi OI supportano intrinsecamente un processo di innovazione, consentendo un maggior numero di scambi associati a potenziali opportunità.
OIDDAd oggi, il programma ha generato più di 1,8 M datapunti a seguito del crowdsourcing, test di quasi 50.000 composti producendo circa il 4% di attivi confermati in tutti i progetti. Questo valore è paragonabile ai tipici tassi di successo della scoperta di farmaci precoci, più elevati per alcuni progetti. Il caso di Lilly è un possibile esempio di come la open innovation capovolge il sistema relativo al diritto di proprietà e lo trasforma come modello di business. Riesce a ridurre i rischi di fuoriuscita delle idee dall'interno all'esterno dell'impresa e relativi costi associati.
allo screening. Infatti si configura come una nuova strategia per il management dell'innovazione e la crescita d'impresa. Essa infatti permette di:
- facilitare lo scambio di informazioni con partecipanti esterni garantendo la protezione del loro IP;
- disporre di meccanismi per tracciare le opportunità generate;
- integrarsi con i sistemi interni al fine di comprendere la complementarità con gli sforzi tradizionali di ricerca e sviluppo;
- avere flessibilità per incorporare rapidamente nuovi moduli.