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Esercizio (1)

a) Tra il VI e il V secolo a.C., in Grecia e in particolare ad Atene, che rimaneva il centro più

importante per la produzione cermica, si assistette al passaggio dalla tecnica “a figure nere” alla

tecnica “a figure rosse”. Mentre nel primo caso le immagini erano nere su sfondo chiaro, eredità

degli artisti orientalizzanti che avevano in questo modo cercato di rendere l'idea della graffite e del

bronzo, nel caso della tecnica a figure rosse lo sfondo del recipiente veniva colorato di nero e le

immagini risparmiate e lasciate al colore dell'argilla. I dettagli interni delle figure invece di essere

incisi venivano a questo punto dipinti, dando al tatto una sensazione di morbidezza e rilievo.

I Pionieri furono coloro che, sperimentando quest'ultima tecnica, fissarono delle vere regole per gli

artisti. Tra di essi spicca Euphronios, che prediligeva vasi grandi e temi epici (ma anche scene di

palestra). A Euphronios, grazie a un'incisione sul vaso, viene attribuito il cratere nell'immagine,

conservato inizialamente a New York e ora al Museo di Villa Giulia a Roma e chiamato CRATERE

DI SARPEDONTE. Il manufatto è datato 515 a.C. e ciò è stato possibile grazie ad un'iscrizione

presente su di esso: “Leagros kalos” (“Leagro è bello”).

La raffigurazione sulla ceramica descrive il trasporto, diretto da Ermes, da parte del Sonno e della

Morte del cadavere di Sarpedonte, la cui morte è narrata nell'Iliade. Due soldati, ai lati della scena,

donano un senso di solennità all'evento. È la scena sul lato principale e mostra una certa padronanza

nella raffigurazione del corpo umano e una prospettiva più matura oltre che un gusto per il dramma

reso dalla postura dei personaggi e dai loro volti. Sul retro del vaso sono raffigurati dei giovani che

indossano le armi.

b) Tra il IV e il III secolo a.C. (Ellenismo) il mondo orientale vide l'affermazione della figura di

Alessandro Magno che a soli trent'anni creò il più grande impero esistito fino a quel momento. Fu

in quel periodo che la cultura greca si diffuse in zone dove prima era del tutto assente, fondendosi

con quelle locali.

Nel Santuario di Atena a Pergamo si trova un complesso di statue significative per il momento

storico e celebrative della vittoria della città sui Galatai, un popolo che per la Grecia rappresentava

una grande minaccia. L'attenzione viene portata sul Pathos, sul movimento e sui sentimenti,

tralasciando la ricerca dell'equilibrio che era stata propria del periodo classico. Permane la

rappresentazione anatomica del corpo umano che però non è più il punto su cui si concentra

l'attenzione dello spettatore.

La statua in figura, GALATA MORENTE, datata intorno al 220 a.C., rappresenta il combattente

celtico, ferito a morte. Il pathos viene dato dalla concentrazione del corpo e del volto (tipicamente

barbaro grazie alla rappresentazione dei baffi e dei capelli ispidi oltre che alla collana presente

nonostante il corpo nudo) nell'attimo immediataemente prima della morte. Il dolore che

l'espressione dello sconfitto comunica e allo stesso tempo la mano destra a terra in un disperato

tentativo di Galata di rialzarsi permette allo spettatore di comprendere valore dolore dello sconfitto

e allo stesso tempo esalta il potere militare del vincitore.

Questa statua è la copia in marmo di un originale in bronzo e si trova ai Musei Capitolini a Roma.

c) L'età Arcaica coincide con la nascita della polis, la città-stato autonoma in mano all'aristocrazia e

copre un periodo compreso tra il secolo VIII e il VI secolo a.C. L'immagine raffigura la planimetria

del TEMPIO DI AFAIA, ad Egina. Afaia era una divinità locale che poi venne sostituita con

Atena. Ci è possibile identificare la divinità templare con Atena grazie alla decorazione dei frontoni,

nei quali la dea assiste alle battaglie tra Greci e Troiani in maniera distaccata e con superiorità. La

particolarità dei due frontoni risiede nel fatto che presentano due stili differenti, uno più arcaico e

uno più tendente allo stile severo e quindi di datazione successiva.

Il tempio, ricostruito sulle fondamenta di uno precedente, è in stile dorico. Questo si può vedere sia

dalla pianta che dalle colonne. Abbiamo infatti un tempio periptero, circondato cioè da un porticato

esterno che copre tutti I lati e contiene il naos, la cella interna che ospitava la statua del dio. Le

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Publisher
A.A. 2018-2019
2 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lelamic di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia greca e romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica internazionale UNINETTUNO di Roma o del prof Girella Luca.