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Estratto del documento

BOT: titoli a breve termine (varia durata, inferiore a 1 anno),

rendimento è lo scarto di emissione, non danno cedole;

CTZ: durano 24 mesi e sono privi di cedole

CCT: media durata (5, 7 anni) con cedole semestrali indicizzate

all’andamento dell’Euribor a 6 mesi

BTP: media o lunga durata (da 3 a 50 anni), con cedole fisse

semestrali ed eventuale scarto di emissione

BTP indicizzati a inflazione italiana o europea: media e lunga durata,

con cedole semestrali indicizzate a inflazione italiana o europea 7 / 47

I titoli di stato - una panoramica 8 / 47

Scomposizione del debito per tipologia di titolo

Ogni anno viene determinata la composizione percentuale del debito, per

tipologia di titolo. Complessivamente, il debito pubblico italiano è in larga

parte costituito da BTP (70% del totale). 9 / 47

Scomposizione del debito per scadenza

Il DEF pubblica il dettaglio delle scadenze dei titolo di stato per anno, dal

.

2017 al 2063. Scadenza titoli

La scomposizione del debito per scadenza e per tipologia dei titoli é

aggiornata al 2015. 10 / 47

Scomposizione del debito per tipologia di investitore

Il DEF fornisce uno spaccato degli investitori per asta e per tipologia di

titolo emesso. Queste per esempio sono le scomposizioni per tipologia di

investitore e per area geografica dei BTP con scadenza il 1 marzo 2047.

11 / 47

Scomposizione del debito per tipologia di investitore

Non esistono dati precisi sulla scomposizione del debito complessivo per

del Sole24Ore del 7 dicembre

tipologia di investitore. Secondo un articolo

2016, il debito italiano può essere cosi scomposto:

Investitori italiani, 65%, di cui circa il 51% riconducibile a investitori

residenti e appartenenti al settore finanziario (banche, 20%,

compagnie di assicurazione, 17%, Banca d’Italia, 11%, e fondi comuni

di investimento, 3%), e il rimanente 14% riconducibile a investitori

residenti non finanziari (famiglie e altri investitori)

Banca Centrale Europea (9%)

Investitori esteri (26%) 12 / 47

Scomposizione del debito per tipologia di investitore

Chi sono questi investitori esteri? Un recente studio della Banca d’Italia

ha dimostrato che gli investitori

(Della Corte e Federico, 2016) Paper

esteri risiedono, per circa il 60%, nell’Unione Europea. 13 / 47

Table of contents

Il debito pubblico - una definizione teorica

1 Il debito pubblico - cosa succede nella pratica

2 A quanto ammonta il debito pubblico italiano?

3 La sostenibilità del debito

4 14 / 47

Il debito italiano - valori assoluti

e(luglio

2.278.000.000.000 2017), che equivalgono a circa 38.000

epro-capite.

Cosa è successo al debito da luglio 2017 a novembre 2017? National Debt Clock

(da usare con cautela, i dati non sono affidabilissimi ma hanno uno scopo

illustrativo) 15 / 47

Il debito - in termini relativi I B .

Abbiamo visto che il debito viene rapportato al PIL, ovvero t

Y

t

Questo indicatore fornisce importati informazioni circa la solidità

economica e finanziaria di uno stato, determina la direzione e magnitudine

delle politiche fiscali dei governi, ed influenza il rendimento dei titoli di

stato (attraverso il premio al rischio).

In Italia, il rapporto debito-PIL previsto per il 2017 è pari al 132%. Nel

2016, era pari al 127%. 16 / 47

Il debito - in termini relativi II

Figure: Il rapporto debito/PIL nei paesi dell’Unione Europea nel 2016 - Dati

Eurostat 17 / 47

I criteri di Maastricht

L’ingresso nell’Unione Europea era subordinato al rispetto dei seguenti

criteri di Maastricht:

Tasso di inflazione massimo = 1.5%+ tasso medio dei 3 paesi con

1 inflazione minore

Tasso di interesse di lungo termine massimo = 2%+ rendimento

2 medio dei tre paesi con i rendimenti inferiori

Negli ultimi due anni la valuta non si deve essere svalutata e deve

3 essere rimasta all’interno delle bande di oscillazione previste dal

regime EMU ≥ −3%

Il rapporto tra indebitamento netto e PIL deve essere

4 (l’indebitamento netto è dato dal saldo primario più la spesa per

interessi sul debito pubblico).

Rapporto debito/PIL 60%

5 18 / 47

Il Rapporto debito/PIL nell’Unione Europea I

Figure: Evoluzione del Rapporto debito/PIL nei principali paesi dell’Unione

Europea - Dati IMF World Economic Outlook 19 / 47

Il Rapporto debito/PIL nell’Unione Europea II

Figure: Evoluzione del Rapporto debito/PIL in Italia - Dati IMF World Economic

Outlook 20 / 47

Indebitamento netto/PIL nell’Unione Europea I

Figure: Evoluzione del rapporto tra indebitamento netto e PIL nei principali paesi

dell’Unione Europea nel 2016 - Dati Eurostat 21 / 47

Indebitamento netto/PIL nell’Unione Europea II

Figure: Evoluzione del rapporto tra indebitamento netto e PILnei principali paesi

dell’Unione Europea - Dati Eurostat 22 / 47

Indebitamento netto/PIL nell’Unione Europea III

Figure: Evoluzione del rapporto tra indebitamento netto e PIL in Italia - Dati

Eurostat 23 / 47

Table of contents

Il debito pubblico - una definizione teorica

1 Il debito pubblico - cosa succede nella pratica

2 A quanto ammonta il debito pubblico italiano?

3 La sostenibilità del debito

4 24 / 47

Il rapporto Debito/PIL I

L’evoluzione del rapporto debito/PIL è data da: −

B G T

B t−1 t t

t −

= (1 + r g ) +

Y Y Y

t t−1 t 25 / 47

Il rapporto Debito/PIL II

Che puó essere riscritta come −

b = (1 + r g )b + a

t t−1

e dipende quindi da quattro fattori:

Il tasso di crescita dell’economia, g

1 Il costo del debito, r

2 −

Lo stock di debito cumulato al tempo t 1, B

3 t−1

Il saldo primario, a

4 t

e quindi può essere rappresentato graficamente dalla seguente retta

y = βy + A

t t−1 −T

G

≡ − ≡

con pendenza pari β 1 + r g e intercetta pari a A t t

Y

t 26 / 47

Analisi grafica 1

r < g e a > 0

In questo caso l’economia converge allo stato stazionario (equilibrio

stabile) in cui y = y .

t t−1 27 / 47

Analisi grafica 2 I

r > g e a < 0

Il fatto che r > g tende ad aumentare il debito/PIL nel tempo, mentre la

presenza di un avanzo primario tende a ridurlo. Quale dei due effeti

prevale? Dipende dal rapporto tra debito/PIL ereditato dal periodo

precedente, y .

0 →

Se infatti y > ȳ , y aumenterà nel tempo, con y +∞.

1 0 0

Se invece questo è pari a y < ȳ , y continuerà a ridursi, con

2 0

→ −∞.

y 28 / 47

Analisi grafica 2 II

r > g e a < 0 29 / 47

Analisi grafica 3

r > g e a > 0 → ∞, ∀y

La dinamica del debito non è sostenibile e b . In questo caso,

0

r > g e b crescerebbe anche se a = 0. In questo caso, a > 0 e quindi

cresce ancora più rapidamente. 30 / 47

Analisi grafica 4

r < g e a < 0

In questo caso, il debito converge ad uno stato stazionario negativo, e il

governo sarà creditore. 31 / 47

Condizioni di sostenibilità I

Ricapitolando:

Inclinazione retta a > 0 a < 0

→ → → −∞

> 1, con r > g b +∞ Se b > b̄, b +∞, se b < b̄, b

→ →

< 1, con r < g b b̄ > 0 b b̄ < 0 32 / 47

Esercizio teorico 1 I

Alla fine dell’anno t, il rapporto debito/PIL del paese A è pari al 70%. Per

entrare nell’Unione Europea, il paese deve rispettare i criteri di Maastricht,

riducendo tale rapporto al 60%. I tassi di interesse e di crescita

dell’economia sono costanti e rispettivamente pari a 6% e 3%.

Assumendo che l’avanzo primario sia costante e pari al 5.5%, riuscirà

1 il paese A a raggiungere il suo obiettivo nell’arco di due anni?

Quale sarebbe il costo del debito che consentirebbe al governo di

2 raggiungere il suo obiettivo in due anni?

E’ corretto affermare che, una volta raggiunto il suo obiettivo, il paese

3 A dovrà continuare a realizzare un avanzo primario per stabilizzare il

rapporto al 60%? 33 / 47

Esercizio teorico 1 II

Il rapporto debito/PIL al tempo t + 1 è dato dal vincolo di bilancio del

governo: −

b = (a + (1 + r g )b )

t+1 t+1 t+1 t+1 t

Al tempo t + 2 è dato da −

b =(a + (1 + r g )b ) =

t+2 t+2 t+2 t+2 t+1

− −

a + (1 + r g )(a + (1 + r g )b )

t+2 t+2 t+2 t+1 t+1 t+1 t

Sostituendo i nostri valori otteniamo che

−0, −

b = 055 + (1 + 0, 06 0, 03)0, 7) = 0, 666

t+1 −0, −

b = 055 + (1 + 0, 06 0, 03)0, 666 = 0, 63

t+2

Quindi il governo non sarà in grado di raggiungere il suo obiettivo in due

anni. 34 / 47

Esercizio teorico 1 III

Affinchè l’obiettivo del 60% sia raggiunto in due anni, il costo del debito

deve essere pari al 3.7%. Infatti:

−0, − −

0, 6 = 055 + (1 + r 0, 03)(−0, 055 + (1 + r 0, 03)0, 7)

da cui si ottiene che r = 3.7%. 35 / 47

Esercizio teorico 1 IV

Il paese A è caratterizzato da un tasso di interesse superiore al tasso di

crescita dell’economia. Pertanto, una volta raggiunto l’obiettivo, il

governo deve generare avanzi primari per mantenere il rapporto debito/PIL

costante al 60%. Infatti −

b = a + (1 + r 1 + g )b

t+3 t+1 t+3 t+3 t+2

ovvero −

0, 6 = a + (1 + 0, 037 0, 03)0, 6

t+3

−0,

da cui a = 0042

t+3 36 / 47

Esercizio teorico 2 I

Alla fine del tempo t, il paese A è caratterizzato da un costo del debito e

da un tasso di crescita dell’economia rispettivamente pari a 2% e 4%.

Infine, il rapporto debito/PIL è pari al 65%.

Assumendo che il paese A sia caratterizzato da un deficit primario

1 costante e pari all’1,2% del PIL, calcolate il valore di stato stazionario

del rapporto debito/PIL. Quale valore assumerà il rapporto

debito/PIL alla fine del tempo t + 1? E cosa succederà nel tempo?

Calcolate l’avanzo o disavanzo primario necessario per stabilizzare il

2 rapporto debito/PIL a 65% dal tempo t in poi. 37 / 47

Esercizio teorico 2 II

L’evoluzione del debito è guidata dalla seguente relazione:

b = a + (1 + r g )b

t t t−1

e il valore di stato stazionario del rapporto debito/PIL equivale a

a

b = −

g r

pertanto nel paese A: −

b = (1 + 0.02 0.04)0.65 + 0.012 = 0.649

t+1

e il valore di stato stazionario a cui l’economia converge (ricordando che

g > r ) è 0.012

b = = 0.6 > 0

0.04 0.02 38 / 47

Esercizio teorico 2 III

Per stabilizzare il rapporto al 65%, essendo g > r , il governo deve

realizzare un disavanzo primario, dato dato da

a ⇒ −

a = b(g r )

b = −

g r

Da cui a = 0.013 > 0.012. Il govern

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
47 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nicogarcea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia monetaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Masciandaro Donato.