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Perché è importante un intervento educativo intergenerazionale?
Sicuramente esso ha lo scopo di mettere in relazione generazioni diverse tra loro, di supportare e sostenere l'interazione tra diverse età della vita e di favorirne la crescita, l'apprendimento. L'intervento intergenerazionale inoltre permette alle generazioni coinvolte e messe in relazione di apprendere, ricavare beneficio e conoscenza l'una dall'altra: ogni età della vita è fonte di ricchezza educativa per le altre. "Il rischio è che aumenti la incomunicabilità intergenerazionale. Così facendo si perde un immenso patrimonio di sapere sulla vita." (Pati, 2010) Per questo è fondamentale favorire e potenziare sempre più questi incontri tra generazioni diverse, fonte di ricchezza per tutti. Se ci si riferisce poi nello specifico a progetti i cui destinatari siano bambini (età 0-3 anni) ed anziani, si può
riflettere su quali siano i vantaggi di una relazione intergenerazionale per queste due età apparentemente opposte. "È importante valorizzare l'immaginazione degli anziani perché in essa vi è già una base di rigori che impedisce il non affermarsi dell'innovazione. Questo tipo di immaginazione permette di esplorare il futuro." (Gasperi, 2016). In un progetto intergenerazionale di questo tipo si può certamente far riferimento a benefici tratti da entrambe le generazioni: bambini ed anziani possono incontrarsi, conoscersi e confrontarsi per fare esperienze educative insieme, collaborando tra loro per acquisire nuove competenze, apprendere cose nuove. "Per poter imparare l'uno dall'altro, è necessario comunicare: conoscere, capire e accettarsi reciprocamente." [ CITATION EPA17 \l 1040 ] ed è proprio l'accettarsi reciprocamente che permette una conoscenza approfondita dell'altro.l'apprendimento reciproco, senza giudizi e pregiudizi. Il bambino in questo rapporto con gli anziani interagisce con soggetti diversi dai coetanei e dai genitori, inizia a adeguarsi alle velocità ed ai tempi dell'anziano (molto diversi dai propri) e si avvale degli insegnamenti offerti dalla loro grande esperienza di vita. D'altra parte, l'anziano a contatto con i bambini piccoli ritrova l'entusiasmo grazie alla spensieratezza che caratterizza questi ultimi; questo dunque li tiene attivi, mantenendo stimolata e in allenamento le loro menti e spesso anche i loro corpi. Inoltre, gli anziani possono ritrovare in questa relazione con i bambini un senso di appartenenza al gruppo e alla società, sentendosi ancora utili, attivi e capaci portatori di esperienze e di insegnamenti di vita nei confronti dei più piccoli. Oltre a tutto ciò, è essenziale evidenziare poi quanto sia importante nell'ambito dell'incontro
interagendo con il mondo che li circonda, fin dai primi istanti di vita, mentre gli anziani continuano ad apprendere e ad acquisire nuove conoscenze anche nella fase finale della loro esistenza. In secondo luogo, sia i bambini che gli anziani hanno bisogno di relazioni significative e di sentirsi parte di una comunità. I bambini hanno bisogno di adulti di riferimento che li sostengano e li guidino nel loro percorso di crescita, mentre gli anziani hanno bisogno di sentirsi valorizzati e di avere un ruolo attivo nella società. Entrambe le età possono trarre beneficio da un'interazione intergenerazionale, in cui si creino legami e si scambino esperienze e conoscenze. Infine, sia i bambini che gli anziani possono trarre vantaggio dalla condivisione di attività creative e ludiche. I bambini possono imparare dai giochi e dalle attività proposte dagli anziani, che a loro volta possono beneficiare dell'energia e della spontaneità dei più giovani. Questo scambio reciproco può favorire lo sviluppo di competenze sociali, cognitive ed emotive in entrambe le età. In conclusione, promuovere il rispetto delle differenze e la valorizzazione delle diversità attraverso un progetto intergenerazionale può portare numerosi benefici sia ai bambini che agli anziani coinvolti. Questo tipo di iniziativa favorisce la creazione di relazioni significative, l'apprendimento continuo e la condivisione di esperienze, contribuendo così a costruire una società più inclusiva e solidale.conoscere e fare esperienze che permettano loro di intraprendere un percorso di apprendimento continuo per tutta la vita. Gli anziani invece non devono dimenticare, piuttosto devono ricordare quanto hanno appreso finora, così da poter essere anche fonte di apprendimento e conoscenze per le generazioni più giovani. Un altro elemento incomune tra queste due età della vita può essere rappresentato dalla necessità di autonomia: i bambini devono essere accompagnati verso l'autonomia ed incoraggiati verso la scoperta delle proprie abilità e potenzialità; gli anziani devono essere supportati (in alcuni casi) per ritrovare la loro autonomia e aiutati a riscoprire e rivalutare le proprie abilità e competenze. Inoltre, le due generazioni di anziani e bambini, hanno bisogno di attenzioni e di cura, di essere accuditi e presi per mano; entrambi presentano delle limitazioni spesso comuni (fisiche, cognitive, linguistiche...). Oltre a tutteQueste caratteristiche incomune, bambini ed anziani hanno lo stesso bisogno di interagire con altre persone: i bambini ai fini della loro crescita e sviluppo, devono socializzare con altri soggetti; gli anziani allo stesso modo hanno bisogno di compagnia, di relazionarsi con altre persone, per non sentirsi soli e mantenere contatti sociali. Altra cosa che accomuna queste due età della vita è il bisogno di essere ascoltati e compresi, e di condividere esperienze: nel caso dei bambini sono esperienze nuove, fatte giorno dopo giorno, mentre gli anziani hanno la necessità di raccontare e condividere le esperienze fatte durante la loro vita. A questo punto risulta essenziale evidenziare l'importanza dell'educazione presente per tutto l'arco della vita. Ogni età ha delle peculiarità, ed è caratterizzata da specifici bisogni educativi, che come abbiamo precedentemente visto possono anche essere molto simili ed in comune tra generazioni.
apparentemente così distanti. Perquesto motivo è di fondamentale importanza riflettere sull’idea di educazione per tutto il percorso di vita.
Partendo dall’idea Deweyana di continuità dell’esperienza, secondo cui le esperienze sono realmenteeducative dal momento in cui si susseguono e si completano in un ciclo di continuità, dove ogniesperienza prende qualcosa dalle precedenti e offre qualcosa a quelle future; è possibile dunque affermareche non si smette mai di apprendere e di conoscere cose nuove. Non si smette mai di apprendere,nemmeno nell’età della vecchiaia in cui, anzi, l’apprendimento può avvenire anche grazie all’interazionicon diverse generazioni.
Ma quali sono dunque le competenze richieste all’educatore per favorirel’educazione per tutta la vita? Sicuramente l’educatore deve essere aperto nella relazione, deve saperaccogliere, prendersi cura della persona che si trova di fronte,
deve saper ascoltare: è necessario che sappia ascoltare i dubbi, le aspettative, le paure ecc... di ogni soggetto affinché favorisca l'educazione per tutta la vita. All'educatore è richiesto per questo un bagaglio di conoscenze teoriche e non solo; deve accompagnare e guidare il soggetto affinché sia in grado di riuscire in autonomia a riconoscere le proprie potenzialità e risorse, per poi metterle in pratica per superare le difficoltà che incontra. L'educatore deve saper valorizzare le abilità, le capacità e potenzialità del soggetto senza evidenziare troppo limiti e difficoltà; inoltre egli deve motivare e stimolare la persona ad un continuo apprendimento, supportarlo e guidarlo in questo. Inoltre, l'educatore deve possedere la competenza di pianificazione e progettazione, dunque deve saper formulare progetti educativi che favoriscano e stimolino l'apprendimento e l'educazione per.Tutta la vita. Altra competenza fondamentale dell'educatore in questo senso è la capacità osservativa, e riflessiva. A questo punto ci si potrebbe chiedere quali competenze deve possedere l'educatore per progettare interventi educativi intergenerazionali? Di certo è necessario che sia in grado di cogliere ed individuare contesti favorevoli all'apprendimento di entrambe le generazioni coinvolte, dunque contesti che valorizzino la relazione intergenerazionale. L'educatore può essere considerato come un filo rosso conduttore nell'unione delle due generazioni; e deve essere sempre in grado di evidenziare e valorizzare i bisogni educativi di ogni età e dei singoli, stimolando le capacità possedute da ogni soggetto nella relazione tra loro. Alla luce delle riflessioni fatte, il Progetto "La Metamorfosi delle Fragilità" che coinvolge bambini tra i 24 e 36 mesi e anziani non autosufficienti supportati da ausili
sanitari di vario genere; si pone l'obiettivo di far interagire le due generazioni e supportarle nella costruzione di relazioni ed esperienze che siano educative per entrambe; di valorizzare al meglio, attraverso l'uso della fantasia e dell'immaginazione di cui si è parlato anche sopra, le fragilità e le diversità. Il Progetto si avvale di un approccio collaborativo di apprendimento grazie al quale bambini ed anziani collaborano alla costruzione creativa e fantasiosa di "rivestimenti" per gli ausili sanitari utilizzati dagli anziani. Questo ha lo scopo di sviluppare e potenziare l'immaginazione e la creatività di entrambe le età; di permettere agli anziani di non sentirsi più caratterizzati negativamente da questi ausili, che possono essere oggetto di disagio ma piuttosto, di sentirsi come dei "supereroi" speciali per questi piccoli bambini. Allo stesso tempo i bambini imparano a valorizzare le diversità,
e partecipare attivamente alla vita sociale, migliorare le capacità cognitive e motorie, favorire il senso di utilità e di appartenenza alla comunità. Per i bambini: Favorire lo sviluppo delle competenze sociali e relazionali, stimolare la curiosità e la creatività, promuovere l'empatia e il rispetto per le persone anziane. Il progetto si rivolge a bambini di età compresa tra 0 e 3 anni e a anziani residenti nella comunità. Le attività verranno svolte in collaborazione con la scuola dell'infanzia "Nome della scuola" e il Centro Anziani "Nome del centro". 1.4 Attività previste Descrivere le attività che verranno svolte nel corso del progetto, indicando i tempi di realizzazione e le modalità di coinvolgimento dei partecipanti. - Incontri intergenerazionali: Organizzazione di incontri periodici tra i bambini e gli anziani, durante i quali verranno proposte attività ludiche, artistiche e motorie che favoriscano l'interazione e lo scambio reciproco di esperienze. - Laboratori creativi: Realizzazione di laboratori di pittura, musica, teatro e manualità, in cui i bambini e gli anziani potranno esprimere la propria creatività e condividere momenti di gioia e divertimento. - Attività motorie: Organizzazione di attività motorie adatte alle diverse capacità degli anziani, come ginnastica dolce, passeggiate all'aria aperta e giochi di movimento con i bambini. - Progetti di solidarietà: Coinvolgimento dei partecipanti in progetti di solidarietà verso la comunità, come la realizzazione di donazioni o la partecipazione a iniziative di volontariato. 1.5 Risorse necessarie Indicare le risorse umane, materiali e finanziarie necessarie per la realizzazione del progetto. - Risorse umane: Educatori, insegnanti, personale del Centro Anziani, volontari. - Risorse materiali: Materiali per le attività creative (colori, pennelli, strumenti musicali, ecc.), giochi e attrezzature per le attività motorie, spazi adeguati per svolgere le attività. - Risorse finanziarie: Eventuali finanziamenti da parte di enti pubblici o privati, contributi dei partecipanti. 1.6 Valutazione Descrivere le modalità di valutazione del progetto, indicando gli strumenti utilizzati e gli indicatori di successo. La valutazione del progetto verrà effettuata attraverso osservazioni dirette, interviste e questionari somministrati ai partecipanti. Gli indicatori di successo saranno il grado di partecipazione e coinvolgimento dei partecipanti, il miglioramento delle relazioni intergenerazionali e il raggiungimento degli obiettivi specifici. 1.7 Calendario Indicare il calendario delle attività previste nel corso del progetto, specificando le date di inizio e fine delle varie fasi. - Fase di preparazione: da settembre a dicembre 20XX - Incontri intergenerazionali: da gennaio a maggio 20XX - Laboratori creativi: da febbraio a aprile 20XX - Attività motorie: da marzo a maggio 20XX - Progetti di solidarietà: tutto l'anno 20XX 1.8 Conclusioni Concludere il progetto evidenziando i risultati attesi e le possibili ricadute positive sulla comunità. Il progetto "La Metamorfosi delle Fragilità" si propone di favorire l'incontro e lo scambio tra le diverse generazioni, valorizzando le fragilità come punti di forza. Attraverso attività ludiche, creative e solidali, si mira a promuovere il benessere e l'inclusione sociale di bambini e anziani, contribuendo alla costruzione di una comunità più solidale e consapevole delle proprie risorse. 1.9 Bibliografia Indicare le fonti bibliografiche utilizzate per la redazione del progetto, se presenti. - Nome dell'autore, Titolo del libro/articolo, Editore, Anno di pubblicazione. - Nome dell'autore, Titolo del libro/articolo, Editore, Anno di pubblicazione. - Nome dell'autore, Titolo del libro/articolo, Editore, Anno di pubblicazione.nità e le esperienze degli anziani;Sviluppare empatia e sensibilità verso le persone anziane;Apprendere nuove abilità e competenze attraverso l'interazione con gli anziani;Promuovere l'inclusione sociale e combattere l'isolamento degli anziani;Valorizzare la diversità e la multiculturalità attraverso l'incontro con anziani provenienti da diverse culture;Rafforzare il senso di comunità e di appartenenza attraverso la collaborazione con gli anziani;Promuovere l'autonomia e l'indipendenza degli anziani attraverso l'interazione con i bambini;Favorire la trasmissione di conoscenze e tradizioni intergenerazionali;Contribuire alla formazione di una società più solidale e inclusiva.