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DESCRIZIONE SINTETICA DI UNA DELLE QUATTRO MACRO-AREE: Il monitoraggio ambientale
Rappresenta l'insieme delle misure che servono a valutare l'impatto reale di un'opera sulle diverse componenti ambientali (acqua, aria, suolo, fauna, flora, ecc.). Nell'ambito degli studi di impatto ambientale, gli esperti, sulla base dei dati raccolti durante l'analisi in campo e in considerazione delle caratteristiche del progetto, stimano gli impatti previsti che però devono essere tenuti sotto controllo, monitorati, durante le varie fasi di vita degli interventi dopo la loro approvazione. I soggetti istituzionali possono essere: ISPRA, APPA, ARPA, ASL, Regioni e Province. Il progetto di monitoraggio ambientale si articola in 3 diversi momenti: prima dell'avvio (ante operam), durante (in corso d'opera) ed a lavori ultimati quando l'opera è entrata in esercizio (post operam). In alcuni casi è possibile aggiungere un ulteriore momento: la fase di
smantellamento quando non sarà più in grado di soddisfare appieno le condizioni per le quali l'opera è stata realizzata. Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con la collaborazione dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha provveduto a delineare le modalità alle quali tutti gli operatori devono attenersi nelle "Linee Guida per la predisposizione del Progetto di Monitoraggio Ambientale (PMA) delle opere o interventi soggetti a procedure di VIA. In base a tale guida il PMA deve seguire le seguenti fasi progettuali: analisi del documento di riferimento e pianificazione delle attività di progettazione, definizione del quadro informativo esistente, identificazione ed aggiornamento dei riferimenti normativi e bibliografici, scelta delle componenti ambientali, scelta delle aree da monitorare,
strutturazione delle informazioni, programmazione delle attività. Dovrà, inoltre, illustrare i contenuti, i criteri, le metodologie, l'organizzazione e le risorse che saranno impiegate successivamente per attuare il piano di monitoraggio ambientale e controllare gli effetti che le opere hanno nel tempo. Dovrà uniformarsi alle disposizioni del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio; in particolare dovranno essere adottate le tecnologie ed i sistemi innovativi ivi previsti. Affinché il documento sia redatto al meglio deve essere caratterizzato da chiarezza, semplicità e sintesi e privato di concetti di carattere generale, inoltre dovrà soddisfare tali requisiti minimi: capacità di raffronto e integrazione delle attività di monitoraggio con quelle messe in atto da altri Enti; coerenza rispetto agli studi di fattibilità ambientale ed alle prescrizioni impartite dalle Autorità competenti; capacità diintegrazionidella rete di monitoraggio progettata con quelle istituzionaligià esistenti; tempestività nella segnalazione di eventualianomalie e criticità; utilizzo di metodologie validate e dicomprovato valore tecnico scientifico; restituzione delleinformazioni in maniera strutturata e di facile utilizzo;utilizzo di parametri e indicatori che siano facilmentemisurabili e affidabili, nonché rappresentativi delle variesituazioni ambientali; tenere conto in base all’ordine digrandezza del progetto alla sua estensione geografica e allasua rilevanza. Durante la redazione del PMA è moltoimportante ricercare un equilibrio tra la quantità/frequenzadelle attività e la rappresentatività dei dati da acquisire edal rapporto costi/benefici del monitoraggio.
DESCRIZIONE SINTETICA DELLA MACRO-AREA 5:La Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) nasce pervolontà della Comunità Europea con la direttiva 337/85.E’una
procedura tecnico-amministrativa che ha lo scopo di individuare, descrivere e valutare, in via preventiva alla realizzazione delle opere, di determinati progetti pubblici o privati, gli effetti sull'ambiente biogeofisico, sulla salute e benessere dell'uomo, della fauna e della flora, del suolo, dell'acqua, del clima e del paesaggio, dei beni materiali e del patrimonio culturale; nonché di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sull'ambiente prima che questi si verifichino effettivamente. L'attuazione della procedura di VIA mira dunque a: proteggere e migliorare la qualità della vita, mantenere integra la capacità riproduttiva degli ecosistemi e delle risorse, salvaguardare la molteplicità delle specie, promuovere l'uso di risorse rinnovabili, garantire l'uso plurimo delle risorse. La VIA si concentra su uno specifico progetto/intervento in una localizzazione specifica. Le fasi delLe fasi del procedimento sono disciplinate dagli articoli del Codice Ambientale e possono essere così suddivise: la fase introduttiva del procedimento, l'art.26 stabilisce che il procedimento viene instaurato dal committente o dal proponente l'opera o intervento, mediante istanza indirizzata all'autorità competente corredata del progetto, dello studio di impatto ambientale e dalla sintesi. Copia della domanda deve essere inoltrata anche alle Regioni, alle Province e ai Comuni coinvolti. L'istruttoria è esercitata dalla Commissione tecnico-consultativa che ne valuta gli effetti ambientali concludendosi con un parere motivato dagli studi svolti e dagli effetti sull'ecosistema comparando la situazione esistente al momento della domanda e quella che potrebbe verificarsi successivamente. Nel termine di 90 giorni dal ricevimento della domanda del committente il Ministro dell'Ambiente, sentita la Regione interessata, di concerto con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, emana il provvedimento di autorizzazione o di diniego.
Attività culturali, si pronuncia sulla compatibilità ambientale dell'opera. Nelle ipotesi in cui il termine finale per il procedimento non venga rispettato, il legislatore ha previsto il potere sostitutivo del Consiglio dei Ministri che provvede a rispondere entro 60 giorni.