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Investimenti in istruzione (scuole tecniche e professionali), istituzioni (tutela dei
diritti di proprietà, sicurezza per gli investitori e supporto nei momenti di crisi) e
infrastrutture (beni e servizi che un privato difficilmente potrebbe procurarsi da
solo, sia fisiche che non). Coinvolgimento delle donne nel mercato del lavoro,
gestione delle migrazioni così da creare le condizioni per elaborare concetti
nuovi e agevolare l’innovazione tecnologica e culturale. Tre approcci: In senso
stretto, teoria della dipendenza e political economy comparata.
2. Criteri di distinzione tra società tradizionali e società moderne nella
teoria tradizionale della modernizzazione.
Società tradizionale ha forte interdipendenza tra elementi strutturali e culturali,
l’ostacolo principale è la resistenza della tradizione che impedisce l’innovazione.
3. Si definisca la nuova political economy comparata, spiegando come il
ruolo dello Stato ed i rapporti con l’estero possano favorire lo sviluppo
economico.
Le istituzioni politiche sono il fulcro della modernizzazione, lo Stato deve
negoziare e controllare i rapporti internazionali. È necessaria una buona
macchina statale gli indirizzi gli interventi esterni verso lo sviluppo interno,
controllando i settori forti e potenziando le esportazioni. La leadership deve
essere orientata allo sviluppo e non deve avere condizionamenti personali a
livello economico o sociale. Occorre elasticità politica, niente paura dei problemi
socioeconomici che possano derivare dallo sviluppo come, per esempio, le
pressioni degli imprenditori che andranno in perdita perché hanno investito
nella precedente tecnologia, inoltre, non bisogna lasciare che i nuovi ricchi
riescano a impedire la successiva innovazione (tendenzialmente, chi diventa
ricco cerca di esserlo sempre, boicottando le future tecnologie che potrebbero
causare loro delle perdite). Per farlo ci sono 3 modi: Maniera Bismarkiana (con la
forza), Welfare State (sostenimento dei danneggiati attraverso misure di
assistenza e sussidio) e Populismo di destra (trovare un capro espiatorio es.
Trump). È importante evitare che l’innovazione comporti mancata competizione
tra le imprese perché, in quel caso, si rischia la stasi dell’economia.
4. Contenuti della teoria della dipendenza.
Con particolare riferimento ai paesi dell’America Latina, è un approccio della
teoria della modernizzazione che si occupa del condizionamento dei paesi più
sviluppati su quelli poveri o in via di sviluppo. Divisione tra paesi centrali e
periferici. I periferici si accodano alla crescita dei centrali, che a loro volta
sfruttano i meno sviluppati e condizionano fortemente il loro sviluppo.
5. Cosa si intende con il concetto del “keynesismo della crescita”?
L’intervento statale è visto come un forte strumento di crescita economica, le
imprese vengono sostenute nazionalizzandole o creandone di nuove, vengono
introdotti sussidi di tassazione, servizi di welfare (istruzione, sanità, pensione,
disoccupazione, ecc) e di sostegno della domanda, incentivi. Si può avere un
modello di welfare leggero (lo stato interviene solo nei momenti di difficoltà con
piccoli interventi) o strutturale (sostenimento dei redditi, pensioni, acquisto
delle imprese, ecc) ma i troppi interventi aumentano il debito pubblico e
l’inflazione. Esistono modelli misti, come per esempio in Italia. Il modello attuato
dipende soprattutto da motivi culturali e politici.
6. Elenca e spiega i tre idealtipi principali di Welfare
Redistributivo: più tasse dai ricchi per sostenere i più poveri per riequilibrare
le differenze di reddito tra la popolazione e diminuire le disuguaglianze.
Meritocratico: più tasse si pagano, più si è agevolati, vengono mantenute le
distanze tra le classi sociali.
Residuale: poca spesa sul welfare, lo Stato interviene solo per chi davvero non
riesce a occuparsi di se stesso, gli altri dovranno provvedere tramite
assicurazioni, si interviene per aumentare le capacità di investimento delle
imprese.
Esistono modelli misti, come per esempio in Italia. Il modello attuato dipende
soprattutto da motivi culturali e politici.
7. Illustra il pluralismo e il neocorporativismo, spiegando la variabilità
degli assetti neocorporativi e le sue cause.
Pluralismo: soggetti si incrociano tra loro la livello di salario e politiche
pubbliche (lobbying), i poteri dei lobbisti sono asimmetrici e basati sulla loro
forza nel mercato. (USA)
Neocorporativismo: forte presenza di ass.di rappresentanza che sono
coinvolte nelle decisioni del governo. Si crea un problema di democrazia dato
che chi neanche era alle elezioni si ritrova a condizionare decisioni pubbliche. Il
neocorporativismo può avere un assetto basato su organizzazioni di
rappresentanza forti, che rappresentano una grande fascia di cittadinanza per
via delle poche organizzazioni esistenti e hanno forte impatto sulle decisioni di
governo che, per questo motivo, sarà più improntato nell’agevolare i lavoratori.
Un assetto con organizzazioni deboli, che rappresentano meno cittadini, quindi
hanno meno impatto sul governo, le poche organizzazioni esistenti cercano di
cooperare tra loro. Il terzo assetto è quello italiano, dove le organizzazioni
rappresentano una grande fascia di cittadini ma distribuiti tra tante associazioni
diverse, ognuna con le proprie richieste e priorità. Hanno un forte impatto sul
governo ma la troppa varietà di organizzazioni impedisce una corretta tutela e
agevolazione dei lavoratori.
8. Caratteristiche del modello di produzione fordista
Imprese verticalmente integrate, grandi stabilimenti e lavoratori controllati
come un esercito. Produzione di massa di beni altamente standardizzati,
manodopera poco qualificata e organizzazione del lavoro taylorista. A lungo
andare provoca l’alienazione del lavoratore, ma tra gli anni 50 e 80 permise di
abbattere i costi di produzione, permettendo ai più poveri l’accesso a beni prima
considerati solo per più ricchi.
9. Cause e processi che spiegano il passaggio dal modello di produzione
fordista a quello post-fordista.
1-Più pretese dei lavoratori tramite i sindacati
2-Saturazione del mercato per l’eccessiva produzione, cambiamento dei
consumi e richiesta di prodotti personalizzati e più aggiornati (non si consuma
più solo per necessità, ma anche per lo status e l’identità personale).
3-Nuove tecnologie elettroniche che diminuiscono i costi di produzione
(macchinari facilmente programmabili e possibilità di produrre in altri paesi a
costi più bassi)
4-Focus su qualità per evitare la concorrenza, diversificazione dei modelli.
5-Robotizzazione, neofordismo nei paesi in via di sviluppo, produzione flessibile
(si adatta la produzione all’andamento dei consumi e alle richieste del mercato),
Just in Time in giappone e distretti industriali in Italia) e fabbrica integrata
(produzione flessibile + alta tecnologia.
10. Si definisca l’economia informale e le sue caratteristiche,
spiegando i concetti di “via alta” e “via bassa”.
Economia informale: È l’economia slegata dalle normali norme, si divide in
economia criminale (legata alla crim. Organizzata, soprattutto con i colletti
grigi), economia sommersa (legata al lavoro in nero in cui i disoccupati non lo
sono davvero e sono in un mondo economico invisibile) e l’autoconsumo (le
famiglie diventano datori di lavoro per assistenti familiari e badanti).
VIA ALTA: Basata sull’innovazione, condizioni di lavoro favorevoli e cercare di
stare sempre un passo avanti rispetto ai concorrenti, concentrazione su R&S e
istruzione. Reti di imprese o imprese-reti, produzione flessibile e modello di
fabbrica integrata e modulare.
VIA BASSA: Prezzo di vendita più basso possibile, basso costo del lavoro,
maggiore standardizzazione dei beni, modello fordista o neofordista robotizzato,
legami con l’economia sommersa per tenere bassi costi di produzione e del
lavoro.
11. Varietà di capitalismi: differenze tra economie coordinate di
mercato ed economia non coordinate di mercato.
Economia coordinata (ibrido o ECM debole in Italia): forte intervento dello
stato con regole precise che vincolano le aziende, operai specializzati spesso
formati dallo stato stesso che punta ad inserirli nelle imprese, forte peso delle
ass. di rappresentanza, finanziamenti da banca (lungo termine), tanto welfare in
ambito lavorativo, forti rapporti collaborativi e stabili con i subfornitori. ->
Incrementale - Germania
Economia non coordinata: basso intervento dello stesso, che da pochi vincoli
alle imprese al fine di agevolare l’innovazione, operai poco specializzati ma
quelli che lo sono vengono pagati molto, poca regolamentazione, poco welfare
in ambito lavorativo, il lavoratore deve occuparsi da solo della propria
formazione, finanziamenti da borsa (breve termine), (spesa militare, venture
capital, ruolo di università), rapporti di competizione con i subfornitori. ->
Radicale – USA
12. Varietà di capitalismo e processi e tipi di innovazione
L’innovazione può essere incrementale, in cui si migliorano prodotti già esistenti
e per la quale è necessario avere una gestione manageriale orientata al lungo
termine, manodopera con elevate competenze professionali, cooperazione
amichevole tra lavoratori e direzione, cooperazione tra clienti e subfornitori,
contenimento salariale rispetto alla crescita produttiva, legata all’economia
coordinata; oppure può essere radicale, in cui si cambia il settore economico di
riferimento, per esempio passando dalla vendita di beni alla vendita di servizi,
legata all’economia non coordinata.
13. Le radici dell’innovazione radicale nel capitalismo statunitense
Economia non coordinata: basso intervento dello stesso, che da pochi vincoli
alle imprese al fine di agevolare l’innovazione, operai poco specializzati ma
quelli che lo sono vengono pagati molto, poca regolamentazione, poco welfare,
il lavoratore deve occuparsi da solo della propria formazione (spesa militare,
venture capital, ruolo di università). -> Radicale
14. Traiettorie e transizioni dei vari paesi socialisti al capitalismo.
La transizione dal socialismo al capitalismo è avvenuta seguendo tre modelli di
capitalismo: esterno, dall’alto e dal basso.
Capitalismo esterno: non esistono imprenditori interni, l’intervento di
multinazionali estere risulta fondamentale. La mancanza di capitale interno è
compensata dallo spostamento sul territorio statale delle linee di produzioni
delle imprese. Le multinazionali sono attirate tramite regimi fiscali favorevoli,
infrastrutture efficienti, forza lavoro qualificata ma a basso costo. È