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DIRITTO COSTITUZIONALE ITALIANO ED EUROPEO
50058Prof. Oreste Pollicino
Prova Finale, giugno 2021
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Nel corso di un procedimento di revisione costituzionale, in seconda deliberazione, la Camera dei deputati può approvare degli emendamenti al testo?
- Sì, se le modifiche sono approvate con la maggioranza qualificata dei due terzi
- No; in seconda deliberazione non è consentito proporre emendamenti
- Sì, se vi è un parere positivo della Commissione affari costituzionali
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La disciplina costituzionale della libertà di manifestazione del pensiero:
- stabilisce che la stampa periodica possa essere assoggettata a sequestro da parte della polizia giudiziaria in caso vi sia assoluta urgenza, purché sia data notizia entro 48 ore alla polizia giudiziaria, che dovrà provvedere alla convalida nelle quarantotto ore all'autorità successiva
- prevede quale unico limite esplicito la tutela del buon costume
- indica quali uniche modalità di
- La questione di legittimità costituzionale formulata in un giudizio in via incidentale: richiede che l’ordinanza di rinvio in cui è formulata specifichi, oltre all’oggetto, anche il a) parametro costituzionale che si assume violato che l’ordinanza di rinvio debba indicare il parametro di costituzionalità che b) non richiede si assume violato, essendo immanente al ruolo del giudice l’individuazione della norma della Costituzione con cui si manifesta il conflitto c) è destinata ad accoglimento ogni volta che rispetti i requisiti di non manifesta infondatezza e rilevanza
- La libertà di domicilio, sancita dall’art. 14 della Costituzione: presuppone un’interpretazione in senso restrittivo del concetto di domicilio a) è garantita mediante l’estensione al domicilio delle medesime garanzie previste dall’art. b) 13 per la
libertà personale:
- sancisce il diritto di ogni persona di scegliere senza restrizioni che non siano stabilite dalla legge il luogo ove stabilire la propria residenza o la propria dimora
In quale dei seguenti rapporti tra norme non trova applicazione il criterio di competenza?
- Legge regionale/legge statale
- Regolamenti parlamentari/legge ordinaria
- Decreto-legge/regolamento amministrativo
A cura di MinervaPallade
Il c.d. "eccesso di delega":
- ricorre allorché il Parlamento affidi al Governo il potere di legiferare su una materia non rientrante fra le sue competenze
- presuppone che il Governo abbia disciplinato, nell'esercizio della delega legislativa, un oggetto non espressamente indicato all'interno della legge di conferimento dell'esercizio della potestà normativa
- può essere rilevato mediante una questione di legittimità costituzionale, in base all'art. 117 della Costituzione
La disciplina
Il principio costituzionale della libertà di associazione dispone che:
- Non sono ammessi limiti specifici per l'attività delle associazioni che non siano anche applicabili a ciascun individuo.
- Sono vietate tutte le associazioni segrete senza che rilevi il fine da esse perseguito.
- Ciascun individuo è libero di non associarsi, trattandosi di libertà tutelata anche nella sua dimensione negativa; pertanto, non è legittimato prevedere il requisito dell'adesione a una determinata associazione per l'esercizio di una particolare attività.
La valutazione sull'esistenza dei requisiti di necessità e di urgenza di un decreto-legge:
- È effettuata dal Parlamento in sede di conversione del decreto-legge, restando precluse valutazioni di merito di organi diversi.
- È effettuata in prima battuta dal Parlamento in sede di conversione del decreto-legge, il controllo del Presidente della Repubblica e l'eventuale attivazione
Potendosi esercitare senza vincoli in tutte le materie che non siano riservate alla competenza statale esclusiva
c) ha carattere residuale rispetto alle materie riservate alla competenza esclusiva o concorrente dello Stato
Soluzioni– – – – – – – – –
1. B 2. B 3. A 4. B 5. C 6. B 7. A 8. B 9. A 10. C
2 A cura di MinervaPallade
11) Si descriva il principio di eguaglianza nella sua duplice declinazione formale e sostanziale, evidenziandone altresì la differente matrice storica e le ricadute concrete, ricorrendo se del caso anche ad alcuni esempi.
Risposta
Il principio di eguaglianza è il principio più trasversale e versatile del nostro assetto costituzionale e viene gelosamente e solennemente custodito dall’art. 3.
Il primo comma “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali dinnanzi alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni
Il principio di eguaglianza formale, noto anche come "la legge è uguale per tutti", sancisce che la legge ha la stessa forza nei confronti di tutti i cittadini. Questo principio ha origini nello stato liberale.
Nella formulazione attuale, l'eguaglianza formale prescrive che si dia lo stesso trattamento a casi simili e un trattamento diverso a casi diversi. Tuttavia, è evidente che non esistono casi uguali o diversi che richiedano un trattamento diverso in modo assoluto. La maggior rilevanza delle somiglianze o delle differenze deve essere giustificata in modo ragionevole.
Da qui deriva il principio di ragionevolezza, che si ritiene giustiziabile e che fornisce una piena giustificazione argomentativa alla struttura del giudizio di ragionevolezza delle leggi effettuato dalla Corte costituzionale.
è libero di esercitare discrezionalmente la propria volontà normativa, ma deve pur sempre preservare la coerenza dell’ordinamento, sicché il controllo di ragionevolezza, muovendo alla luce dell’art. 3.1, si vuole sincerare che l’estensione della norma appaia giustificata sia con riguardo a opportune uguaglianze, sia con riguardo ai distinguo. (La struttura del giudizio è dunque trilaterale: da un lato la norma impugnata di cui si denuncia l’irragionevolezza, dall’altro il tertium comparationis, ossia la norma de qua, elevata a termine di confronto, infine la prescrizione impartita dall’eguaglianza formale, previa valutazione interpretativa della ratio legis). Il nucleo forte del primo comma è costituito da un divieto rivolto al legislatore: non è legittimo operare distinzioni sulla base delle condizioni di cui sopra, qualora il fine sia discriminatorio (in fondo, si ricadrebbe in una irragionevolezza intollerabile);
Il divieto non è però assoluto: è ammesso, anzi, umanamente encomiabile, nell'ipotesi in cui la differenziazione di trattamento (discrimen in diritto) ha lo scopo di evitare spiacevoli discriminazioni de facto (discrimen di fatto).
Il secondo comma "E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di carattere economico e limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona sociale che, umana..." conserva invece il più recente principio di eguaglianza sostanziale, che costituisce una notevole conquista dello stato sociale, o di democrazia pluralista. I padri costituenti hanno voluto valorizzare e tenere in forte conto le situazioni di fatto, stemperando il rigore della dura lex dell'eguaglianza formale: votum, impegno dello stato sociale è quello di consentire a tutti l'esercizio dei diritti e delle libertà assicurando quelle che a tutti gli effetti sono.
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