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Anche se la norma parla di “atti” e non di “violenza”, l’opinione pubblica
riferisce l’incesto a tutti i casi di abuso sessuale intrafamiliare, che vengono
puniti con la legge n 66 del 1996, che punisce gli abusanti con la reclusione.
Storicamente, l’incesto era il rapporto sessuale tra persone con legami di
parentela, le cui origini ed il cui divieto sono molto antichi. Nel diritto
romano, l’incesto era contrario ai mores, in seguito diviene conta legem e
punito con la “relegatio in insulam” cioè la morte civile del soggetto. Con il
cristianesimo si inaspriscono le pene, tanto da arrivare alla
“vivicombustione”. In tempi più recenti, il codice penale Zanardelli,
subordina la punizione dell’incesto al verificarsi del “pubblico scandalo”.
Oggi la legge prevede la pena della reclusione da uno a 5 anni per coloro che
commettono incesto, ma è necessario che ne derivi il “pubblico scandalo”, cioè
deve essere stato in qualche modo manifestato anche se non direttamente in
pubblico ma rivelato da effetti materiali o confessioni. Nel caso in cui sia
coinvolto un genitore la pena va da 2 a 8 anni con perdita di potestà sul
figlio.
Di solito si distinguono due tipi di incesto:
incesto evoluto, è preceduto da una programmazione ed è perfetto
nell’esecuzione
Incesto subdolo, non è perfezionato, infatti è spesso camuffato, ad esempio
perché è messo in atto mentre il minore dorme
L’abusante incestuoso, mette in atto un processo di preparazione, cioè
prepara la vittima all’abuso cercando il suo coinvolgimento sessuale:
l’abusante cerca di guadagnarsi la fiducia della vittima attraverso forme di
protezione, regali ecc… in modo da farle abbassare le difese.
l’abusante cerca di far sentire prediletta la vittima, in modo da farle fare
tutto ciò che vuole.
l’abusante cerca di alienare la vittima dal resto della famiglia per evitare
che possa instaurare un rapporto di fiducia con altri soggetti, a cui potrebbe
confessare l’abuso, e quindi uscire dal clima di segretezza e violenza.
l’abusante instaura il clima di segretezza minacciando il bambino di fare del
male a persone, cose o animali da lui amati, se rivelerà l’abuso. Inoltre il
“mostro” compra il silenzio del bambino con regali o soldi che contribuiscono
ad aumentare il senso di colpa della vittima. Questa è l’ultima fase del
processo di preparazione del minore, che lo chiuderà in un silenzio ostinato,
fatto di violenze, minacce e ricatti.
Una volta ottenuto il coinvolgimento sessuale del bambino, l’abusante cerca
di mantenere e rafforzare il coinvolgimento e la segretezza per poter
continuare l’abuso nel tempo. Per ottenere questo risultato, l’abusante
convince la vittima di essere sua complice o comunque colpevole della
violenza, per ottenere il suo silenzio. Per mantenere il segreto e poter ripetere
l’abuso nel tempo, l’abusante adotta le c.d. tecniche di salvaguardia:
colpevolizzazione della vittima
comportamenti allettanti
regali, privilegi, uso di alcool
La dinamica abusante termina:
perché la vittima viene in qualche modo allontanata dall’abusante
perché la vittima riesce a confessare a qualcuno ciò che subisce
perché qualcuno capisce ciò che sta accadendo al bambino.
Negli abusi sessuali intrafamiliari si distinguono diverse modalità di
realizzazione:
abusi sessuali manifesti, abusi incestuosi in cui, quasi sempre, abusante è il
padre e vittima la figlia femmina.
abusi sessuali mascherati, atti sessuali camuffati da frequenti lavaggi del
bambino, ispezioni ripetute ecc…
pseudo abusi, abusi dichiarati ma in realtà non concretamente attuati.
abusi extafamiliari, l’abuso emerge nel ricordo della vittima solo in età
adulta, perché il sentimento di vergogna ha prevalso sulla volontà di
denunciare l’accaduto.
Le famiglie ad INCESTO CLASSICO, sono famiglie con problematiche a
livello di ruoli familiari, nella mente dell’abusante la violenza è funzionale
alla famiglia, contribuisce a farla rimanere unita. In questo contesto, la
madre è COLLUSIVA cioè sa ma tace per evitare la disgregazione della
famiglia.
Nonostante la maggiore attenzione, rispetto al passato, al problema dei
maltrattamenti e delle violenze verso i minori, le problematiche sono ancora
molto lontane dall’essere risolte. Per contrastare e soprattutto prevenire il
fenomeno, oltre all’importante attività svolta dalle forze dell’ordine, è