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Estratto del documento

Su questo stesso spazio l’uomo interviene, in modi diversi, con l’obiettivo di raggiungere una

maggiore autonomia rispetto alle difficoltà e ai limiti dell’ambiente. Il processo di

territorializzazione si distingue per una triplice caratterizzazione:

- È elemento costitutivo della società, ha un ruolo importante nell’evoluzione del gruppo

umano da aggregato generico di soggetti in corpo sociale;

- È un riflesso dell’azione sociale;

- È una condizione dell’azione sociale, nel senso che consente di ottenere risorse materiali e

simboliche di cui la collettività insediata ha bisogno per vivere e per riprodursi.

Si può notare a questo punto come siano possibili molteplici azione, ma anche come solo alcune di

queste vengano effettivamente realizzato. Introduciamo, dunque, un altro concetto, strettamente

collegato a quello di territorio e territorializzazione, quello cioè della “complessità”. Lo scarto tra le

azioni possibili e quelle effettivamente realizzate, infatti, è definito con il termine di “complessità”.

Il passaggio dall’ambiente naturale al territorio non è immediato, ma costituito da trasformazioni

continue. Il processo di territorializzazione si articola in tre fasi: denominazione, reificazione e

strutturazione.

Nell’ambito del processo di territorializzazione, descrivere in cosa consiste la

DENOMINAZIONE, gli obiettivi, gli strumenti, le sue caratteristiche

La Denominazione è una delle tre fasi in cui si articola il processo di territorializzazione, insieme

alla reificazione ed alla strutturazione.

La denominazione è il processo attraverso il quale si trasforma un punto della superficie terrestre in

un luogo: stabilendo tratti della superficie terrestre, l’uomo crea identità, cioè complessifica il

mondo dotandolo di attributi nuovi. L’azione della denominazione può apparire banale, ma in realtà

non lo è, nella misura in cui attraverso un artefatto intellettuale l’uomo ottiene il controllo simbolico

sullo spazio. Attraverso questa appropriazione intellettuale viene attribuito allo spazio naturale un

valore antropologico, che lo rende un artefatto, quindi cioè un “territorio”.

Questo controllo simbolico è strettamente collegato con i significati del mondo, e cioè a come lo

percepiamo e rappresentiamo. Il più importante scrigno che veicola i significati è, senza dubbio, la

parola. L’atto territoriale affidato alla parola è, infatti, la denominazione: il conferimento di nomi

alla superficie terrestre. Attraverso la parola si attribuiscono proprietà ai siti terrestri e agli eventi da

cui questi sono investiti.

Le denominazioni possono essere orientate a produrre, veicolare cognizioni diversificate:

trasformare il mondo e farne scena dell’azione sociale per mezzo della parola.

All’interno di questo discorso introduciamo il ruolo dei designatori, che sono vettori

dell’informazione, la racchiudono e trasmettono un sapere, e possono avere varie funzioni:

- Designatori referenziali, i quali hanno lo scopo semplice, ma fondamentale, di istituire

riferimenti sulla superficie terrestre e possono essere considerati come abbreviazioni di

descrizioni. Abbiamo due tipi referenzialità: originaria, quando fa leva su designatori che

collegano proprietà spaziali, colore, dimensione e forma (ad esempio, Costa azzurra), e

riflessa, quando invece si fonda su referenti umani, con riferimenti a popoli, persone e fatti.

- Designatori simbolici: cristallizzano al suolo valori socialmente prodotti e diffusamente

condivisi, trasferiscono dei valori attraverso il nome stesso del luogo. Essi sono

concettualmente densi e si fondano su credenze che alimentano il serbatoio metafisico della

comunità, attraverso implicazioni ideologiche vigorose. Abbiamo visto, ad esempio, la

Mecca (valore religioso), New York (valore storico) e Lenigrado (valore politico).

- Designatori performativi: con riferimento ad un’attività o a una caratteristica particolare che

è possibile verificare empiricamente recandosi in quel luogo. In questo caso, invece,

abbiamo fatto l’esempio di Ardesio e di Roncola.

Nell’ambito del processo di territorializzazione, descrivere in cosa consiste la

REIFICAZIONE, gli obiettivi, gli strumenti, le sue caratteristiche (reificazione forte e

reificazione debole);

La Reificazione è una delle tre fasi in cui si articola il processo di territorializzazione, insieme alla

denominazione ed alla strutturazione. Partendo dall’etimologia del termine, abbiamo dal latino

“res”, “cosa”, ovvero diventare una cosa. È, infatti, il processo di trasformazione in prassi di ciò che

la denominazione costituisce, accumula e trasmette.

La reificazione, infatti, implica la mobilitazione di energia e un’adeguata abilità tecnica, ma anche il

quadro giuridico e sociale che la rende possibile. È, infatti, l’azione attraverso cui si modifica

l’aspetto fisico della superficie terrestre. Consiste nel passo decisivo sulla via della liberazione

della natura, tramite la domesticazione: la natura, dunque, diventa maneggiabile, e quindi

controllabile. In questo modo si acquisisce sicurezza, poiché le regole non saranno più dettate

dall’esterno, ma dall’uomo stesso, il quale non le subisce più, ma anzi, al contrario, ne diventa

consapevole. La natura si addomestica, quindi si controlla e si prevede. Il concetto del controllo è

apparso del tutto fondamentale per i nostri studi: infatti al controllo della superficie terrestre

corrisponde un controllo pratico sull’ambiente, che permette all’uomo di svincolarsi dalle leggi

naturali. Le trasformazioni del territorio rendono possibile alle società umane di sottrarsi sempre di

più al determinismo ambientale.

A Turco, nel suo manuale “Verso una teoria geografica della complessità”, fa a questo punto un

semplice, ma esplicativo, esempio: il prato che viene reso coltivabile, abbiamo già un primo livello

di manipolazione. La reificazione si applica alla materialità della superficie terrestre e riassume le

capacità dell’uomo di governare praticamente la forma geografica dell’universo sociale in cui è

immerso. È per questo motivo che si parla di “homo faber”, inteso come colui che sa trasformare le

risorse materialmente, perché attraverso la reificazione l’uomo plasma la terra non più solo con la

forza del suo pensiero, ma anche con l’abilità della sua mano.

La società, quindi, seguendo il proprio volere e la propria progettualità, trasforma materialmente il

territorio e realizza un aumento di complessità. Introduciamo, dunque, un altro concetto-chiave,

strettamente collegato a quello di territorio e territorializzazione, quello cioè della “complessità”. Lo

scarto tra le azioni possibili e quelle effettivamente realizzate, infatti, è definito con il termine di

“complessità”. Quest’ultima, quindi, aumenta enormemente, ma con modalità discontinue: la nuova

forma non è solo diversa da quella naturale, ma è potenziata in termini di complessità.

Possiamo dire, dunque, che è il processo che istituisce e/o conserva il controllo pratico, che

contempla però un duplice ordine di manipolazioni:

- Quelle che assicurano la trasformazione di una materialità naturale in una qualche

materialità costruita;

- Quelle rivolte al territorio: le quali ricavano da una materialità costruita una nuova

materialità, anch’essa costruita, ma su quella precedente.

A loro volta gli atti reificanti si dividono in due grandi gruppi:

- Ricerca di autonomia: queste attività permettono all’uomo di cercare l’autonomia dai vincoli

della natura (caccia, pesca, allevamento e agricoltura), sono attività quotidiane;

- Acquisizione di autonomia: sono le attività che permettono all’uomo di raggiungere

un’autonomia duratura nel tempo, sono redditizie, parliamo ad esempio della costruzione di

ponti, vie di comunicazione, villaggi, case, bonifiche…

Presso le società più avanzate questo tipo di atti reificanti sono prevalenti.

Nell’ambito del processo di territorializzazione, descrivere in cosa consiste la

STRUTTURAZIONE, gli obiettivi, gli strumenti, le sue caratteristiche;

La strutturazione è una delle tre fasi in cui si articola il processo di territorializzazione, insieme alla

denominazione ed alla reificazione. Ci collochiamo nell’ambito del controllo sensivo e analizziamo

un modo di organizzare il territorio secondo una certa finalità. Lo scopo del processo di

strutturazione, infatti, è la creazione di un sistema per il governa della complessità. Prima di

proseguire con la risposta, appare del tutto necessaria una parentesi esplicativa che riguarda proprio

quest’ultimo concetto. Introduciamo, dunque, un altro aspetto, strettamente collegato a quello di

territorio e territorializzazione, quello cioè della “complessità, la quale viene definita come lo scarto

tra le azioni possibili e quelle effettivamente realizzate.

Come ogni sistema, la struttura territoriale si compone di elementi e di relazioni volte alla

realizzazione di un obiettivo. Una formazione geografica può dunque rappresentarsi come un

insieme di punti (o nodi) disseminati su un’estensione ed organizzati in rete dai rapporti orientati

all’esecuzione di un programma. I nodi possono concretamente corrispondere ad artefatti simbolici

o materiali. Possiamo facilmente comprendere come, al crescere della complessità, il controllo

sensitivo debba applicarsi ad un territorio già strutturato: nodi di una struttura, allora, saranno altre

strutture. Ad esempio, la città è di per sé una formazione geografica, essa, tuttavia, è anche nodo

della struttura territoriale Stato, di un sistema di mobilità, di un sistema di località centrali.

Una struttura territoriale, però, è individualizzata rispetto all’ambiente da un limite, un territorio

strutturato, così, è prima di ogni altra cosa un territorio ripartito in maglie.

Dunque, il controllo si esercita attraverso la suddivisione del territorio in porzioni, ognuna delle

quali possiede un proprio profilo funzionale, nel senso che è caratterizzata da determinate forme di

uso della superficie terrestre e delle sue risorse, e nello stesso tempo è soggetta a un determinato

regime normativo e all’autorità di determinati soggetti decisionali. Tutti questi elementi, quindi,

costituiscono un complesso di fattori e condizioni attraverso il quale la superficie terrestre è

coinvolta in strategie, da quelle puntuali previste dai pi

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
27 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher margot.merli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia della complessità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Scarpocchi Cristina.