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CONGELAMENTO IN BASE ALLE MODALITÀ DI SCAMBIO
TERMICO.AIUTARSI, LADDOVE POSSIBILE, CON DEGLI SCHEMI
ELEMENTARI DI IMPIANTO.
-congelatori ad aria;
permettono di utilizzare impianti semplici con elevata flessibilità di impiego, ma non si possono
raggiunger coefficienti di scambio termico superiori ai 100 W/m2C
-congelatori a contatto solido;
In questo tipo di impianti il congelamento comporta, generalmente, il trasferimento diretto
dell'energia termica dal prodotto al fluido frigorigeno attraverso una parete solida;
-congelatori per immersione o irrorazione di liquidi;
La principale difficoltà, in questo caso, consiste nell'individuare una salamoia di buone proprietà
termofisiche (temperatura di congelamento, viscosità, calore specifico...) e che, soprattutto, non
ponga preoccupazioni riguardanti l'eventuale contaminazione delle derrate alimentari
-congelatori per immersione o irrorazione di fluidi evaporanti.
L'impiego di fluidi volatili evaporanti a contatto diretto con le derrate, oltre a consentire
elevatissimi valori del coefficiente superficiale di trasmissione termica, può costituire una valida
soluzione ai problemi di contaminazione, in quanto la penetrazione della fase liquida è ostacolata
dall'ebollizione.
LEZIONE 17
In riferimento ad un impianto frigorifero, lo studente descriva le
caratteristiche essenziali di un congelatore per irrorazione di liquido.
La principale difficoltà, in questo caso, consiste nell'individuare una salamoia di buone proprietà
termofisiche (temperatura di congelamento, viscosità, calore specifico...) e che, soprattutto, non
ponga preoccupazioni riguardanti l'eventuale contaminazione delle derrate alimentari: tale
problema tutt'oggi non è stato però ancora soddisfacentemente risolto in tutti i suoi aspetti.
La concezione tecnica dei congelatori che operano mediante contatto diretto di liquidi è
estremamente semplice e, nei sistemi a funzionamento continuo, si basa sull'impiego di nastri
trasportatori per far avanzare le derrate in immersione entro vasche di salamoia, oppure sotto
irroratori a pioggia. Nel primo caso, per evitare il galleggiamento, i prodotti devono essere posti
entro contenitori chiusi superiormente e vi è necessità di prevedere dei propulsori per attivare la
circolazione del liquido, in modo da realizzare uno scambio termico efficace.
In riferimento di un impianto frigorifero, lo studente descriva le
caratteristiche essenziali di un congelatore contatto di azoto liquido.
L'impiego di azoto liquido che, alla pressione atmosferica, bolle alla temperatura di -96°C, per
raffreddare sostanze fino alla temperatura di circa -20°C, costituisce certamente un assurdo dal
punto di vista termodinamico, che non può non avere pesanti implicazioni dal punto di vista
energetico. A parte questo aspetto, certamente non secondario, l'azoto liquido consente di
ottenere nella congelazione risultati ottimali con impianti molto semplici.
Con tale fluido la tecnica dell’immersione diretta è controindicata, in quanto la notevole fragilità
degli strati esterni del prodotto portati a bassissima temperatura non consente di far fronte
all'espansione che consegue alla successiva congelazione degli strati interni: si usa quindi
generalmente, per ridurre lo shock termico, la tecnica dell'irrorazione diretta sul prodotto da
congelare. Scaricato da Padel Clips (padelclip1@gmail.com)
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LEZIONE 19
Quali sono i contributi più importanti che individuano il carico termico da
asportare nella fase di congelamento di un prodotto? Scrivere, in forma
molto dettagliata, le formule per determinare tali contributi specificando il
significato di ciascun termine delle formule medesime.
Il calore da asportare per surgelare un prodotto è dato dal contributo dei seguenti termini:
Qtot= Q1+Q2+Q3
Con
Q1=m x c1 x ( T1-Tc)
Q2= m x delta hc
Q3= m x c2 x (Tc-T2)
Q1 = calore da asportare per portare il prodotto alla T di congelamento ( kJ); Q2 = calore da
asportare per far congelare il prodotto in questione (kJ );
Q3 = calore da asportare per raggiungere la T finale del processo (kJ );
T1 = temperatura di entrata in cella ( °K );
TC = temperatura di congelamento del prodotto (°K );
T2 = temperatura di fine processo (°K );
m = massa da raffreddare ( kg);
= calore latente di fusione del prodotto ( kJ/kg );
∆h
c1 = calore specifico prima del punto di congelamento (kJ/kg°K );
c2 = calore specifico sotto il punto di congelamento (kJ/kg°K ).
In Riferimento all'impianto frigorifero, lo studente descriva i principali
contributi al carico termico in un impianto di conservazione.
Per la determinazione della potenza termica da estrarre dal magazzino frigorifero onde mantenere
le condizioni di temperatura imposte
Q= (sommatoria i x Qi) + Qa + Qr + Qm + Qp + Qc + Qv + Ql
Qr : potenza termica di raffreddamento del prodotto. Tale termine non è presente nel caso di
conservazione di prodotti congelati in quanto il congelamento avviene in appositi impianti separati
Qm : potenza termica di respirazione dovuta al metabolismo del prodotto (trascurabile nei prodotti
congelati)
Qp : potenza termica dovuta al metabolismo delle persone
Qc : potenza termica dovuta ai carrelli di movimentazione delle merci Qv : potenza termica dovuta
ai ventilatori per il movimento dell’aria
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Ql : potenza termica dovuta alla illuminazione interna
LEZIONE 20
Con riferimento alla formula che verrà riportata di seguito è finalizzato al
calcolo del carico termico di raffreddamento (Qr) di un prodotto, dalla
temperatura esterna (te) alla temperatura interna della cella (con, ti >0 °C)
Si chiede al candidato di spiegare dettagliatamente il significato dei vari
termini presenti nella formula ed effettuare l'analisi dimensionale della
medesima Scaricato da Padel Clips (padelclip1@gmail.com)
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Lo studente descriva come il metabolismo di un prodotto o respirazione
influenza il carico termico di un impianto frigorifero.
Per quanto riguarda il movimento delle persone in cella (manovratori di carrelli ed operai in
genere) la potenza termica qp emessa per persona in funzione della temperatura interna della
cella è un valore in tabella.
Qp= qp x Np (Np numero persone presenti in cella)
LEZIONE 20
Schematizzare in maniera molto dettagliata un impianto frigorifero di espansione secca, completo
di tutti i suoi componenti, compresi quelli di regolazione e di sicurezza spiegandone la
funzione.accanto allo schema dell'impianto da riportare il diagramma termodinamico del ciclo
frigorifero evidenziando i punti caratteristici del ciclo di
corrispondenti sull’impianto.
Schematizzare in maniera molto dettagliata un impianto frigorifero con
separatore di liquido, completo di tutti i suoi componenti, compresi quelli
di regolazione di sicurezza e spiegandone la funzione.accanto allo
schema dell'impianto riportare il diagramma termodinamico del ciclo
frigorifero evidenziando i punti caratteristici del ciclo di corrispondenti
sull’impianto. Scaricato da Padel Clips (padelclip1@gmail.com)
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LEZIONE 22: In riferimento di un impianto frigorifero, lo studente riporti
descriva lo schema di un impianto frigorifero espansione secca, lato
utenza.
VEL = valvola elettromagnetica o valvola solenoide: è caratterizzata dal fatto che in condizione di
regime è tutta aperta o tutta chiusa. Non occupa posizioni intermedie se non nella fase di
passaggio, per giunta anche abbastanza veloce.
VET = valvola di espansione termostatica. E’ comandata da un bulbo termostatico applicato sulla
tubazione di uscita dell’ aerorefrigerante e collegato ad essa con un capillare contenete fluido
dilatabile con le variazioni di temperatura. Rappresenta sicuramente il cuore dell’impianto,
pertanto prima di procedere è bene analizzare la sessione di studio 2 relativa all’approfondimento
sulla VET.
VI = valvola di intercettazione;
TA= termostato ambiente. È posto nella cella è collegato elettricamente con la VEL
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FILTRO= viene inserito per proteggere le sedi delle valvole
LEZIONE 24
Schematizzare in maniera dettagliata un impianto di concentrazione
semplice effetto, dotato di sistemi con recupero termico. scrivere inoltre
l'equazione di bilancio termico sul concentratore finalizzata
all’individuazione della portata di vapore primario da produrre per
realizzare il processo
LEZIONE 25
Schematizzare in maniera molto accurata un impianto di concentrazione
a doppio effetto, completo del sistema di alimentazione della soluzione
da concentrare, del condensatore posto valle dell'ultimo effetto, dei
sistemi di laminazione della soluzione nel passaggio da un effetto al
successivo, degli scaricatori di condensa laddove esistano e siano
indispensabili Scaricato da Padel Clips (padelclip1@gmail.com)
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LEZIONE 27
Si è segnato un impianto di concentrazione termo compressione adibito a
trattare una portata di soluzione acquosa pari a Gi= 5000 kg/h che deve
passare dalla concentrazione iniziale ci= 13% alla concentrazione finale
cf= 58%. Calcolare la potenza del compressore, tenendo conto dei valori
di entalpia (con riferimento al diagramma e lo schema allegato) in
ingresso in uscita: h2=2706 kJ/kg; h1r= 2816 KJ/kg. Calcolare inoltre la
superficie dell'evaporatore (E) tenendo conto degli stati fisici della
soluzione: h2’=505 KJ/kg; h2=2706 KJ/kg. il salto di temperatura medio
tra vapore che condensa soluzione che evapora sia assunto pari a 15 °C
mentre per il coefficiente globale di scambio termico si assume un valore:
K= 1500 kcal/(m2h*C)= 6279 KJ/ (m2h*C)
Gi = 5000 kg/h
Ci = 13 %
Cf = 58 %
h1r = 2706 kJ/kg
h2 = 2816 kJ/kg eta_mc = 0,97
K = 6279 kJ/(m^2*h*°C) h2' = 505 kJ/kg
delta_t = 15 °C
P = Gi (1 - Ci/Cf)*(h1r - h2)/eta_mc = 122,2 kW
E = Gi (1 - Ci/Cf)*(h2 - h2')/(K*deta_t) = 90,65 m^2
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Schematizzare in maniera molto dettagliata un impianto di
concentrazione e termo compressione con annesso diagramma
termodinamico del vapor d'acqua ed evidenziando i punti dei
caratteristici sia sul diagramma che i corrispondenti sull'impianto.scrivere
inoltre l'equazione di bilancio per il calcolo della portata di acqua dei
vaporare della soluzione; per il calcolo della potenza del compressore;
per il calcolo della superficie dell’evaporatore.
LEZIONE 28
IN RIFERIMENTO AD UN IMPIANTO DI CONCENTRAZIONE, LO
STUDENTE DESCRIVa IL PROCESSO DI CIRCOLAZIONE NATURALE e