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Gli INGRESSI DI DISTURBO si suddividono in due tipologie:
• INGRESSI MODIFICATORI: variano il valore dell’uscita variando la legge fisica che lega l’ingresso all’uscita. Se
la relazione che lega l’ingresso qi all’uscita qo è qo = k qi varia la legge qo = k qi e nel caso specifico può
variare k o la legge si modifica in un’altra funzione. Il modificatore in ingresso si comporta come se fosse
collegato in serie all'ingresso desiderato, così producendo un cambiamento della relazione che collega
l'ingresso con l'uscita.
• INGRESSI INTERFERENTI: variano solo l’uscita, cioè anche se l’ingresso desiderato non varia qi = 0 si ha una
variazione di uscita pari a ∆q0 ≠ 0 , La cmposizione dei due ingressi può essere vista come un collegamento in
parallelo. Se l'ingresso desiderato è nullo, lo strumento produce un uscita pari all'ingresso di disturbo , per la
sua funzione di trasferimento. lOM oA R cP S D| 9679654
Lezione 5
9. Descrivere la funziona di Autocorrezzione e disegnarne il grafico
lOM oA R cP S D| 9679654
10. Descrivere i principali descrittori statistici dei segnali nel dominio del tempo (valor medio, RMS,funzione di
distribuzione dell'ampiezza)
Il valor Merdio del segnale è la somma su tutto il tempo di acquisizione dei valori assunti dal segnale stesso.
Il RMS ovvero Radice Quadratica Media viene estratto dal valore quadratico medio (che descrive l'energia del segnala)
La funzione di distribuzione dell'ampiezza detta anche funzione densità di probabilità descrive la distribuzione delle
ampiezze tramite probabilità
Lezione 7
7. Descrivere il fenomeno del campionamento del segnale, il teorema del campionamento eil problema
dell'aliasing che si genera se il teorema non viene rispettato
Il Campionamento si utilizza quando si vuole trasformare un segnale analogico in un segnale digitale, ossia da
continuo a discreto.
Definisce la minima frequenza, detta frequenza di Nyquist (o anche cadenza di Nyquist), necessaria per
campionare un segnale analogico senza perdere informazioni, e per poter quindi ricostruire il segnale analogico
tempo continuo originario. In particolare, il teorema afferma che, data una funzione la cui trasformata di
Fourier sia nulla al di fuori di un certo intervallo di frequenze (ovvero un segnale a banda limitata), nella sua
conversione analogico-digitale la minima frequenza di campionamento necessaria per evitare aliasing e perdita di
informazione nella ricostruzione del segnale analogico originario (ovvero nella riconversione digitale-analogica) deve
essere maggiore del doppio della sua frequenza massima
Campionare un segnale analogico vuol dire misurarne l'ampiezza ad ogni periodo (il tempo di campionamento è
l’intervallo che intercorre tra l'acquisizione di due segnali in secondi) di campionamento ricavando un segnale discreto
e continuo in ampiezza nel tempo. Il numero di campioni moltiplicato il tempo di campionamento restituisce il tempo
di acquisizione.
Un campione poi verrà Quantizzato in un multiplo in base alla risoluzione dello strumento di acquisizione.
Es: Per esempio se lo strumento di acquisizione ha 8 bit e usa un fondo scala di 10 V, la sua risoluzione ∆y sarà 0.0391
V . Pertanto il campione xi * , che vale 0.5878, si troverà tra 15x∆y (0.5859) e 16x∆y (0.6250). Sarà posto pertanto al
15° livello. L’approssimazione effettuata sull’asse y viene detta quantizzazione
Il problema dell’Aliasing riguarda l’avere una frequenza troppo bassa per un tempo di campionamento troppo alto in
cui si generano frequenze fantasma (alias) non presenti nel segnale originale. Per prevenire l’aliasing bisogna agire a
monte del campionamento mantenendone alta la frequenza o introducendo dei filtri anti aliasing passa basso
(analogici).
8. Descrivere la differenza tra Digital Fourier Transform e Fast Fourier Transform
La DFT è la versione discreta della trasformata di Fourier che considera periodici il dominio del tempo e il dominio
della frequenza. La FFT è un'implementazione della DFT che produce quasi gli stessi risultati, ma è più efficiente e
veloce, riducendo significativamente il tempo di calcolo.
Lezione 8
Descrivere la procedura per la stima dell'incertezza di tipo A mediante misureripetute e dell'incertezza estesa
Date Xi_1...Xi_n misurazioni della grandezza Xi eseguite sempre nelle stesse condizioni, È possibile rappresentare il
valore del misurando con due metodi:
1. si eseguono n misurazioni, si valuta la varianza sperimentale, si esegue un’altra misura che fornisce il valore
rappresentativo del misurando e si esprime l’incertezza come la radice quadrata positiva della varianza delle
singole osservazioni;
2. si eseguono n misurazioni, ne si fa la media aritmetica e la varianza sperimentale della media. La
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media fornisce il valore rappresentativo del misurando e l’incertezza è data dalla radice quadratapositiva
della varianza
Lezione 9
3. Descrivere la procedura di taratura statica per la determinazione della curva di taratura mediante la regressione ai
minimi quadrati e definire le caratteristiche che permette di determinare oltre i parametri che rappresentano la retta
di taratura
La taratura statica viene eseguita ponendo lo strumento in un ambiente controllato in cui viene variato solo un
ingresso in maniera quasi statica e gli altri mantenuti costanti. Per effettuare la taratura si misurano
sperimentalmente i valori di ingresso e di uscita, per N valori di
ingresso diversi, e tali coppie di valori vengono riportate in un diagramma cartesiano con in ascissa qI e in ordinata
qO. Se la funzione che approssima meglio la distribuzione di valori (qI, qO) è una RETTA, si ricavala curva di taratura
dalla retta dei minimi quadrati qO = mqI + b. Determinata minimizzando la somma degli scarti quadratici.
Lezione 10
4. Descrivere le principali caratteristiche statiche; riportare schemi e grafici per rendere più chiare le definizioni
Le principali caratteristiche statiche di uno strumento di misura sono:
Campo di misura: insieme dei valori su cui lo strumento può fare una misura.
1) Portata/Fondo Scala: il più grande valore che lo strumento può misurare (limite superiore del campodi
2) misura).
Risoluzione: la più piccola variazione d’ingresso che lo strumento riesce a rilevare/misurare.
3) Sensibilità: rapporto tra la variazione della grandezza in uscita rispetto alla variazione dellagrandezza in
4) ingresso.
Soglia: il più piccolo ingresso misurabile
5) Ripetibilità: il grado di concordanza tra una serie di misure consecutive della stessa grandezza in
6) condizioni ambientali equivalenti.
Stabilità: attitudine a fornire valori di lettura differenti tra loro per letture indipendenti sullo stesso
7) misurando in un determinato intervallo di tempo.
Isteresi: proprietà di fornire valori di lettura diversi in corrispondenza ad una stessa grandezzaquando
8) questa viene fatta variare per valori crescenti e decrescenti.
Linearità: misura della massima deviazione dei punti di taratura dalla retta interpolante dei minimiquadrati.
9)
Lezione 11
1.Descrivere e disegnare alcune curve di taratura che diverse da quelle lineari, peresempio bilineare, parabolica o
sigmoide
Curva di taratura bilineare:
se la distribuzione di coppie (qI, qO) ottenuta durante la taratura statica non può essere approssimata dauna retta
ma può essere considerata lineare con rette interpolanti diverse nei tratti di 0 <= qI < 1 e 1 <= qI
<=2.
Curva di taratura polinomiale:
se la distribuzione di coppie (qI, qO) ottenuta durante la taratura statica non può essere approssimata dauna retta ma
da una polinomiale (parabolica essendo del secondo ordine).
Curva di taratura sigmoide:
se la distribuzione di coppie (qI, qO) ottenuta durante la taratura statica non può essere approssimata dauna retta
solo nel tratto centrale. lOM oA R cP S D| 9679654
Lezione 12
1. Riportare l'equazione del modello generale di uno strumento di misura e descrivere il significatodi funzione di
risposta in frequenza
L’equazione del modello generale di uno strumento di misura, è un’equazione differenziale lineare a coefficienti
costanti dove qI e qO sono funzioni del tempo e aI e bI sono costanti reali caratteristiche del sistema. Noto l’ ingresso,
qI, l’uscita qO è data dalla soluzione dell’equazione differenziale. Per ogni strumento la risposta A REGIME ad un
ingresso sinusoidale del tipo, esprimibile anche in termini complessicioè con la stessa frequenza dell’ ingresso, ma
diversa ampiezza e fase.
La funzione di risposta in frequenza (funzione di trasferimento sinusoidale) rappresenta in sostanza la risposta del
sistema ad un input sinusoidale e può essere inoltre espressa in termini di ampiezza e fase: ILMODULO di questa
funzione è il rapporto tra le ampiezze in output e quelle in input (entrambi sinusoidali).LA FASE di questa funzione è
pari alla differenza di fase tra l’ output e l’ input (entrambi sinusoidali).
Lezione 13
1, Descrivere il procedimento per ricavare la funzione di risposta in frequenza di un sensore del Iordine e riportarne il
grafico in termini di ampiezza e fase
La funzione di risposta in frequenza può essere rappresentata in termini di ampiezza adimensionalizzata rispetto a K e
di fase in funzione della frequenza adimensionalizzata ωτ. Il campo di lavoro in frequenza del sensore del I ordine
sarà per bassi valori di ωτ. In questo campo l’ampiezza della funzione di risposta in frequenza vale 1 e pertanto per
qualsiasi valore della frequenza l’ingresso si ottiene dall’uscita a meno della costante di sensibilità statica K. In questo
campo la fase ha un andamento che può essere approssimato ad andamento lineare.
Lezione 14
1. Descrivere uno strumento a tempo morto e la sua risposta a un ingresso a gradino e a rampa.Riportare la sua
funzione di risposta in frequenza
Uno strumento a tempo morto è uno strumento in cui l’uscita riproduce fedelmente l’ingresso a meno di un ritardo
temporale e amplificato di un fattore K. Questo è possibile se sono trascurabili gli effetti dissipativi interni allo
strumento. Risposta al gradino: se il segnale di ingresso è un segnale di tipo gradino, si ha che l’uscita è un gradino di
forma identica all’ingresso in ritardo rispetto a questo e di ampiezza amplificata di un fattore K. Risposta alla rampa:
se il segnale di ingresso è di tipo rampa, si ha un’uscita ritardata ed amplificata di un fattore K, ma di uguale pendenza.
2. Descrivere il procedimento per ricavare la funzione di risposta in frequenza di un sensore del IIordine e riportarne
il grafico in termini di ampiezza e fase.
La funzione di risposta