Analisi sintattica:
ï· "At regina": soggetto.
ï· "gravi...cura": complemento di causa efficiente o causa.
ï· "iamdudum": complemento di tempo continuato.
ï· "saucia": attributo del soggetto.
ï· "vulnus": soggetto.
ï· "alit": predicato verbale.
ï· "venis": complemento di moto per luogo
La scelta del termine "vulnus" (ferita) sottolinea la violenza della passione che sconvolge Didone.
L'avverbio "iamdudum" suggerisce che la sofferenza della regina è già in atto da tempo, e che l'amore
per Enea ha solo aggravato una condizione preesistente. L'allitterazione della "v" (vulnus...venis)
rafforza l'immagine della ferita che si propaga nel corpo di Didone. La musicalità del verso è data
dalla successione di sillabe lunghe e brevi, tipica dell'esametro dattilico.
7. "Principio delubra adeunt pacemque per aras / exquirunt", vv. 56-57. Tradurre
il passo e contestualizzarlo all'interno del libro IV. Offrirne poi una dettagliata
analisi morfologica e sintattica.
"In primo luogo si recano ai templi e cercano la pace presso gli altari".
Questi versi descrivono le azioni dei Cartaginesi, che, preoccupati per la passione di Didone per Enea,
cercano di placare l'ira degli dèi e di ottenere la pace.
Libro IV: Questo libro è incentrato sulla tragica storia d'amore tra Didone ed Enea. Didone,
consumata dalla passione, trascura i suoi doveri di regina e il suo regno. I Cartaginesi, allarmati,
cercano di porre rimedio alla situazione. Questi versi evidenziano la preoccupazione dei Cartaginesi
per il destino della loro regina e del loro regno. La ricerca della pace presso gli altari è un tentativo di
ristabilire l'ordine e di placare l'ira degli dèi, che si ritiene abbiano scatenato la passione di Didone.
Analisi morfologica:
ï· Principio: avverbio di tempo.
ï· delubra: sostantivo, neutro, accusativo plurale.
ï· adeunt: verbo, terza persona plurale, presente indicativo, attivo.
ï· pacemque: sostantivo, femminile, accusativo singolare, congiunzione enclitica "-que".
ï· per: preposizione con accusativo.
ï· aras: sostantivo, femminile, accusativo plurale.
ï· exquirunt: verbo, terza persona plurale, presente indicativo, attivo.
Analisi sintattica:
ï· Principio: complemento di tempo determinato.
ï· delubra: complemento oggetto.
ï· adeunt: predicato verbale.
ï· pacemque: complemento oggetto.
ï· per aras: complemento di stato in luogo figurato.
ï· exquirunt: predicato verbale.
L'avverbio "principio" sottolinea l'urgenza e la priorità di queste azioni. L'uso del plurale "delubra" e
"aras" indica che i Cartaginesi si rivolgono a diverse divinità. Il verbo "exquirunt" (cercano con
insistenza) evidenzia la loro disperazione e la loro determinazione a ottenere la pace. La congiunzione
enclitica “-que” unisce i due complementi oggetto, e quindi le due azioni, in un unico concetto.
8. Tu coniunx, tibi fas animum temptare precando. / Perge, sequar", vv. 113-114.
Tradurre il passo e contestualizzarlo all'interno del libro IV. Offrirne poi una dettagliata
analisi morfologica e sintattica.
“Tu sei la mia sposa, ti è lecito tentare l'animo con la preghiera. Prosegui, io ti seguirò".
Questi versi sono pronunciati da Venere a Giunone, nel contesto del loro dialogo riguardo al destino
di Didone ed Enea. Giunone ha appena proposto un'alleanza, suggerendo di far sposare Didone ed
Enea per unire i loro popoli. Venere, pur sospettosa, acconsente, ma con una certa riserva.
Libro IV: Questo libro è dedicato alla tragica passione di Didone per Enea. Giunone e Venere, pur
essendo dee rivali, decidono di collaborare per i loro scopi. Giunone vuole impedire che Enea
raggiunga l'Italia, mentre Venere vuole proteggere suo figlio.
Questi versi rivelano la cautela di Venere. Ella riconosce il potere di Giunone come sposa di Giove,
ma non si fida completamente delle sue intenzioni. La frase "ti è lecito tentare l'animo con la
preghiera" suggerisce che Venere sa che Giunone cercherà di influenzare Giove, ma non è sicura del
risultato. Il "prosegui, io ti seguirò" mostra come Venere si pone in una posizione di attesa.
Analisi morfologica:
ï· Tu: pronome personale, seconda persona singolare, nominativo.
ï· coniunx: sostantivo, femminile, nominativo singolare.
ï· tibi: pronome personale, seconda persona singolare, dativo.
ï· fas: sostantivo indeclinabile (neutro), nominativo singolare.
ï· animum: sostantivo, maschile, accusativo singolare.
ï· temptare: verbo, infinito presente attivo.
ï· precando: gerundio, ablativo.
ï· perge: verbo, seconda persona singolare, imperativo presente attivo.
ï· sequar: verbo, prima persona singolare, futuro indicativo deponente.
Analisi sintattica:
ï· Tu coniunx: soggetto e apposizione.
ï· tibi: complemento di termine.
ï· fas: predicato nominale.
ï· animum temptare: soggetto (infinitiva soggettiva).
ï· precando: complemento di mezzo.
ï· perge: predicato verbale (imperativo).
ï· sequar: predicato verbale.
L'uso del pronome "tu" all'inizio della frase rafforza il ruolo di Giunone. Il sostantivo "fas" (ciò che
è lecito secondo la legge divina) sottolinea il potere di Giunone come sposa di Giove. Il gerundio
"precando" indica il mezzo attraverso cui Giunone cercherà di influenzare Giove. La brevità delle
frasi e l'uso dell'imperativo nel "perge" trasmettono un senso di urgenza e di decisione. Il sequar,
essendo un futuro deponente, quindi con forma passiva ma significato attivo, significa che venere
seguirà le azioni di Giunone.
9. Nec non et Phrygii comites et laetus Iulus / incedunt", vv. 140-141. Tradurre il passo e
contestualizzarlo all'interno del libro IV. Offrirne poi una dettagliata analisi morfologica
e sintattica.
"Insieme a loro avanzano anche i compagni frigi e il gioioso Iulo".
Contesto nel Libro IV dell'Eneide:
Questo passo si trova all'inizio del Libro IV dell'Eneide, nel contesto dei preparativi per la caccia a
cui Enea e Didone parteciperanno insieme. Virgilio descrive la magnificenza della regina e la sua
corte, sottolineando anche la presenza dei compagni di Enea e del giovane Iulo. La caccia è un evento
importante, poiché segna l'inizio della relazione amorosa tra Enea e Didone.
Analisi morfologica:
ï· nec non et: congiunzione coordinativa avversativa rafforzata (nec non) + congiunzione
coordinativa copulativa (et).
ï· Phrygiicomites: sostantivo maschile plurale, composto da "Phrygii" (Frigi) e "comites"
(compagni).
ï· laetus: aggettivo qualificativo maschile nominativo singolare, prima classe.
ï· Iulus: sostantivo maschile nominativo singolare, nome proprio.
ï· incedunt: verbo intransitivo, terza persona plurale, indicativo presente, terza coniugazione.
Analisi sintattica:
ï· Nec non et Phrygiicomites et laetus Iulus: soggetto plurale, costituito da due elementi
coordinati: "Phrygiicomites" e "laetus Iulus".
ï· incedunt: predicato verbale, terza persona plurale, indicativo presente.
ï· La coordinazione copulativa lega i due soggetti (i compagni frigi e Iulo) sottolineando
et...et
come entrambi partecipino alla scena.
ï· L'aggettivo qualifica il soggetto
laetus Iulus.
ï· rafforza la coordinazione avversativa, evidenziando che anche i compagni frigi e Iulo
Nec non
sono presenti, oltre agli altri personaggi menzionati in precedenza.
Questo verso sottolinea l'importanza di Iulo, il figlio di Enea, nella narrazione. La sua presenza,
insieme a quella dei compagni frigi, evidenzia il legame di Enea con il suo popolo e il suo destino.
Inoltre, la descrizione di Iulo come "laetus" contribuisce a creare un'atmosfera di gioia e aspettativa,
che contrasta con la tragedia che seguirà nel corso del libro.
10. Ille dies primus leti primusque malorum / causa fuit", vv. 169-170. Tradurre il passo
e contestualizzarlo all'interno del libro IV. Offrirne poi una dettagliata analisi
morfologica e sintattica.
"Quel giorno fu il primo della morte e la prima causa dei mali".
Questo passo si colloca nel cuore del Libro IV, dopo che Didone ed Enea si sono uniti in una sorta di
matrimonio durante la caccia. Virgilio, con questi versi, sottolinea la tragicità di quel momento, che
segna l'inizio della fine per Didone. Il "giorno" a cui si fa riferimento è quello in cui Didone ed Enea
si sono abbandonati alla passione, unendosi in un legame che, per Didone, è un vero e proprio
matrimonio, mentre per Enea è solo una tappa del suo viaggio verso l'Italia.
Analisi morfologica:
ï· Ille: aggettivo dimostrativo maschile nominativo singolare.
ï· dies: sostantivo maschile nominativo singolare.
ï· primus: aggettivo numerale ordinale maschile nominativo singolare.
ï· leti: sostantivo neutro genitivo singolare.
ï· primusque: aggettivo numerale ordinale maschile nominativo singolare + congiunzione
coordinativa copulativa.
ï· malorum: sostantivo neutro genitivo plurale.
ï· causa: sostantivo femminile nominativo singolare.
ï· fuit: verbo sum, terza persona singolare, indicativo perfetto.
Analisi sintattica:
ï· "Ille dies": soggetto.
ï· "primus leti": complemento predicativo del soggetto (primo giorno di morte).
ï· "primusque malorum causa": complemento predicativo del soggetto (prima causa dei mali).
ï· "fuit": predicato verbale.
ï· "leti": complemento di specificazione.
ï· "malorum": complemento di specificazione.
Questi versi sono fondamentali per comprendere la tragicità del Libro IV. Virgilio utilizza una
struttura anaforica (ripetizione di "primus") per enfatizzare la duplice valenza di quel giorno: inizio
della passione e inizio della rovina. La scelta delle parole ("leti", "malorum") è carica di presagi
funesti, anticipando la disperazione di Didone e il suo suicidio. Il verso evidenzia il fato, e come
questo sia ineluttabile. Il fato di Enea, lo porterà a lasciare Didone, e questo causerà la morte della
stessa.
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