Solaria fondata da Alberto Carocci nel 1926 pubblicò per dieci anni ed era aperta a tutti i
letterati e studiosi di qualsiasi orientamento e si occupava di tradurre anche autori stranieri.
Campo di Marte fondata a Firenze 1938 era un quindicinale. Diretta formalmente da Enrico
Vallecchi, in realtà i redattori erano Vasco Pratolini e Alfonso Gatto ed accoglie le riflessioni
e le opere della nuova poesia.
¨ Si descrivano le riviste e le correnti letterarie da esse rappresentate con opportuni
riferimenti agli autori e con esempi tratti dalla loro produzione.
La Cerba era una rivista quindicinale che è stata fondata il 19 gennaio 1913 da Papini e Soffici
con un orientamento futurista e si vantava di essere una rivista senza direttore.
La ronda venne pubblicata tra il 1919 e il 1923 a Roma ed era una rivista letteraria. I rondisti
avevano un deciso rifiuto delle avanguardie, con una scrittura descrittiva ed evocativa vi era
una volontà di ritorno all’ordine.
Il selvaggio era una rivista legata al fascismo e alla sua politica. Fondata da Mino Maccari nel
1927.
900, Cahiers d’Italie et d’Europe: aveva un profilo europeo, diretta Bontempelli e Curzio
Malaparte esce nel novembre del 1926 era promotrice del realismo magico.
Solaria fondata da Alberto Carocci nel 1926 pubblicò per dieci anni ed era aperta a tutti i
letterati e studiosi di qualsiasi orientamento e si occupava di tradurre anche autori stranieri.
Campo di Marte fondata a Firenze 1938 era un quindicinale. Diretta formalmente da Enrico
Vallecchi, in realtà i redattori erano Vasco Pratolini e Alfonso Gatto ed accoglie le riflessioni
e le opere della nuova poesia.
¨ Esponi i caratteri sostanziali e formali di Crepuscolarismo ed Ermetismo con opportuni
riferimenti agli autori.
Il Crepuscolarismo e l’Ermetismo sono due movimenti letterari italiani che, pur essendo
entrambi caratterizzati da una forte introspezione e da un senso di malinconia, si distinguono
per i loro caratteri sostanziali e formali e per le modalità espressive adottate dagli autori
rappresentativi di ciascuno di essi.
Il Crepuscolarismo si sviluppa nella prima metà del Novecento, principalmente tra gli anni
1910 e 1925, come reazione alla lirica ottocentesca e al sentimento epico e grandioso ad essa
associato. I poeti crepuscolari, tra cui figure di spicco come Guido Gozzano, Sergio Corazzini,
e Fausto Maria Martini, si distinguono per un atteggiamento di distacco e di umile
osservazione della vita quotidiana, che viene rappresentata con tono spesso ironico o
malinconico. Dal punto di vista sostanziale, il Crepuscolarismo si caratterizza per una visione
sobria e dimessa del mondo, un’attenzione al particolare e un senso di insoddisfazione verso
i valori tradizionali e il progresso, che vengono spesso messi in discussione. Formalmente, i
poeti crepuscolari prediligono uno stile semplice e colloquiale, con un lessico quotidiano e
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immagini che tendono a cogliere l’essenza delle cose più di quelle spettacolari o eroiche. La
poesia crepuscolare si distingue quindi per la sua intima introspezione, per la sua sensibilità
verso le piccole cose e per il suo tono spesso ironico o malinconico, che rende la realtà
quotidiana un campo di osservazione ricco di sfumature emotive.
L’Ermetismo, invece, si sviluppa negli anni Venti e Trenta come una reazione più radicale e
avanguardistica rispetto al Crepuscolarismo. Tra i principali autori ermetici si annoverano
Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo e Eugenio Montale. La loro poetica si caratterizza
per un linguaggio estremamente condensato, spesso criptico e ricco di immagini simboliche,
che mira a esprimere emozioni profonde e l’esperienza dell’esistenza attraverso una sintassi
frammentata e un lessico ricco di suggestioni. Dal punto di vista sostanziale, l’Ermetismo si
propone di esplorare i misteri dell’esistenza, della morte e del senso dell’essere, spesso
lasciando il lettore in uno stato di ambiguità e di interrogazione. Formalmente, questa corrente
si distingue per l’uso di versi liberi o di strofe brevi, per la presenza di parole e immagini
cariche di significato simbolico e per l’adozione di un linguaggio molto denso e ricco di
allusioni, che richiede una lettura attenta e interpretativa. La poesia ermetica si presenta come
un’esperienza di scoperta e di scoperta di sé, in cui il significato non è immediatamente
evidente, ma richiede un coinvolgimento attivo del lettore.
Mentre il Crepuscolarismo si caratterizza per un tono di distacco e di sobria osservazione della
realtà quotidiana, con uno stile semplice e colloquiale che mette in rilievo la malinconia e la
delusione per il mondo, l’Ermetismo si distingue per un linguaggio criptico e simbolico, volto
a esplorare i grandi misteri dell’esistenza attraverso immagini frammentate e un’estrema
sintesi espressiva. Entrambi i movimenti, tuttavia, condividono una tensione verso l’interiorità
e una riflessione profonda sulla condizione umana, declinata però in modalità diverse e con
intenti estetici differenti.
¨ Si espongano i caratteri sostanziali e formali dell’Ermetismo con opportuni riferimenti
agli autori.
L’Ermetismo rappresenta una delle più significative correnti della poesia italiana del
Novecento, caratterizzata da una forte pregnanza di caratteri sostanziali e formali che ne
definiscono l’identità estetica e ideologica. Dal punto di vista sostanziale, l’Ermetismo si
distingue per una concezione poetica che privilegia la sintesi, l’intensità e la brevità, cercando
di esprimere l’essenza delle cose attraverso un linguaggio essenziale e spesso criptico. Gli
autori più rappresentativi, come Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo, hanno
enfatizzato la capacità del verso di condensare emozioni profonde e universali, rifiutando una
poesia troppo esplicita o narrativa, preferendo invece un linguaggio che suggerisce più che
dichiarare.
Dal punto di vista formale, l’Ermetismo si caratterizza per un uso innovativo del verso e della
sintassi, con frequente impiego di frammenti, immagini simboliche e un lessico spesso scarno
e minimale. La poesia ermetica si distingue per l’assenza di una struttura narrativa tradizionale
e per l’uso di parole spesso intrise di simbolismo, che richiedono al lettore un’attenta
interpretazione. La versificazione tende a preferire forme compatte, con versi brevi o liberi,
che contribuiscono a creare un effetto di compressione e di immediato impatto emotivo.
Questa ricerca di sintesi e di essenzialità si riflette anche nella scelta di un linguaggio
innovativo, che abbandona le convenzioni del linguaggio poetico tradizionale per adottare un
tono più intimo e spesso misterioso.
Gli autori ermetici, tra cui Ungaretti e Quasimodo, hanno sviluppato una poesia che mira a
cogliere l’attimo, l’istante di verità, attraverso immagini evanescenti e spesso criptiche, che
richiedono al lettore un’attenta decifrazione. Ungaretti, ad esempio, nelle sue liriche come
“Veglia” o “Soldati”, utilizza un linguaggio scarno e scarno, quasi essenziale, per esprimere
le emozioni profonde della guerra e della sofferenza umana, privilegiando l’uso di parole
essenziali e di un verso breve che cattura l’istante di verità. Quasimodo, invece, con le sue
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poesie come “Ed è subito sera” e “L’ora di Barga”, utilizza un linguaggio più articolato ma
comunque compatto, con immagini simboliche e un ritmo che tende a creare un’atmosfera di
raccoglimento e di riflessione sull’uomo e sul mondo.
L’Ermetismo si distingue per la sua capacità di condensare in poche parole un universo
complesso di emozioni e riflessioni, attraverso un linguaggio essenziale, simbolico e spesso
criptico, e per la ricerca di una forma poetica che privilegia la brevità, la sintesi e l’intensità
emotiva. Questa corrente ha segnato profondamente la poesia italiana, contribuendo a
rinnovare la forma e i contenuti poetici e a sottolineare il valore dell’“immagine” come mezzo
privilegiato di comunicazione e di interpretazione della realtà.
¨ Si espongano i caratteri sostanziali e formali del Crepuscolarismo con opportuni
riferimenti agli autori.
Il Crepuscolarismo rappresenta un movimento poetico italiano sorto all’inizio del XX secolo,
caratterizzato da una sensibilità intima, malinconica e spesso disillusa, che si distanzia sia dal
Decadentismo che dal Futurismo, privilegiando un’osservazione semplice e quotidiana della
realtà. Questo movimento si sviluppa principalmente tra gli anni 1900 e 1910, con autori come
Guido Gozzano, Sergio Corazzini, e Fausto Maria Martini, tra gli altri, che condividono un
approccio sobrio e raccolto alla poesia. Dal punto di vista dei caratteri sostanziali, il
Crepuscolarismo si distingue per una forte attenzione alla realtà quotidiana, alla vita di
provincia e ai piccoli dettagli che costituiscono l’esperienza umana, evitando le grandi
aspirazioni epiche o il lirismo grandioso tipico di altri movimenti. La poesia crepuscolare si
concentra sulla condizione umana, spesso con un tono di malinconia, di disincanto e di
nostalgia, ma senza cadere nel sentimentalismo morboso. Gli autori si mostrano spesso critici
nei confronti della società moderna, che percepiscono come alienante e superficiale, e
attribuiscono grande importanza al senso di insoddisfazione e di vuoto esistenziale, che viene
espresso con un linguaggio semplice, colloquiale e quotidiano, lontano dall’alta poesia
classica.
Per quanto riguarda i caratteri formali, il Crepuscolarismo si distingue per uno stile sobrio,
essenziale e spesso asciutto, con una predilezione per il verso libero o per forme metriche
semplici e regolari come il sonetto e l’ottonario. La lingua è colloquiale, naturale, e si rifà al
parlato quotidiano, con un lessico semplice e accessibile, che contribuisce a creare un senso
di immediata vicinanza tra poeta e lettore. La poesia crepuscolare si caratterizza anche per
l’uso di immagini scarne e di un tono spesso malinconico, che riflette l’atteggiamento di
rassegnazione e di distacco rispetto alla realtà. La sintassi è semplice, con frasi brevi e dirette,
e la poesia si presenta come un diario intimo, un flusso di pensieri e sentimenti che si
succedono con naturalezza.
Autori fondamentali come Guido Gozzano esemplificano bene questa poetica: nelle sue
poesie si riscontra una descrizione di ambienti di provincia, di oggetti quotidiani, e di
emozioni profonde che emergono da una narrazione semplice e sobria. Gozzano utilizza un
tono ironico e a volte disilluso, ma anche dolce e nostalgico, creando un’atmosfera di
malinconia che è tipica del movimento. Sergio Corazzini, invece, si
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