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L'indagine mostra che la maggior parte delle connessioni Internet avviene attraverso DSL (55%), seguita da fibra ottica e cavo fisso
(29%), e infine da connessioni wireless (21%). Nel contesto amministrativo, quasi tutti i dirigenti scolastici utilizzano la firma digitale
(97%), mentre solo il 2% del corpo docente la utilizza. Per quanto riguarda i siti web scolastici, la gestione interna prevale (65%) e quasi
tutte le piattaforme hanno un'area riservata per i docenti (93%). Le reti locali esistono nel 46% delle scuole e sono usate principalmente
per servizi amministrativi (60%) e comunicazioni interne (54%), ma meno per progetti didattici (18%).
07. Qual è la logica che caratterizza la formazione e la ricerca educativa?
Nella formazione e nella ricerca educativa, un elemento fondamentale è l'approccio riflessivo combinato con un orientamento all'azione
pratica. Questo meccanismo incoraggia la partecipazione attiva degli individui e la co-creazione di programmi educativi. L'apertura alla
soggettività è essenziale per affrontare le questioni complesse che emergono nel campo educativo. Allo stesso modo, l'approccio
riflessivo è vitale per riconsiderare i preconcetti esistenti e per orientare le competenze in un modo che supporta l'apprendimento
continuo. L'importanza della collaborazione e dell'adattabilità è anch'essa sottolineata per garantire un apprendimento efficace e pratiche
innovative.
08. Quali sono i compiti di un educatore?
Il ruolo dell'educatore è complesso e in continua evoluzione, richiedendo una flessibilità mentale e un approccio adattativo. Tra i suoi
compiti fondamentali c'è la capacità di sganciarsi da schemi rigidi e adattare costantemente i propri approcci all'evolversi dei contesti.
L'educatore deve interpretare le dinamiche in corso e adattare le proprie azioni alle esigenze specifiche dell'ambiente educativo. Inoltre,
è essenziale che l'educatore dimostri una solida capacità di pensiero critico e un coinvolgimento parziale ma significativo nel proprio
lavoro. Questo significa essere in grado di regolare l'approccio in base alle circostanze, sostenendo sia il coinvolgimento che la pausa
riflessiva nell'azione educativa.
09. Nella ricerca educativa, quali sono le fonti per la raccolta dati?
Nella sfera della ricerca educativa, sono molteplici i canali di raccolta dei dati utilizzati. Documenti organizzativi e materiali di
insegnamento offrono un'immagine dettagliata del contesto educativo in cui si inserisce la ricerca. Gli informanti, attraverso le loro
interazioni e comportamenti, forniscono preziose visioni sulle dinamiche formative. Rispondenti a interviste o questionari aggiungono un
altro livello di dettaglio, condividendo opinioni e informazioni specifiche. Gli eventi di gruppo, come le attività in classe o i seminari,
servono a esaminare dinamiche collettive. L'armonizzazione di questi canali favorisce un'analisi olistica.
06. Neisser nel 1994 parla di un "Sé oggetto di ricordo", spiega che cosa significa
Neisser esplora il modo in cui individui formano una percezione del proprio "io" attraverso la memoria autobiografica. Questa facoltà si
sviluppa solitamente intorno ai tre anni, quando i bambini iniziano a dominare la lingua e interagiscono in conversazioni che abbracciano
il tema del passato. Questo non è solo un esercizio di richiamare eventi, ma un processo attivo di costruzione del senso di sé attraverso
la selezione, l'interpretazione e la narrazione di esperienze passate. Questa funzione di memoria svolge un ruolo vitale nel processo più
ampio di individuazione e sviluppo del sé.
07. Descrivi il "modello di interazione sociale nella memoria autobiografica" di Nelson (1996)
Nelson esamina il legame tra abilità linguistiche e la formazione della memoria autobiografica durante i primi anni di vita. Sottolinea
l'importanza degli adulti nella stimolazione del ricordo nei bambini attraverso interazioni sociali e dialoghi. Gli adulti aiutano i bambini a
riflettere e a rielaborare gli eventi, consolidando così tali ricordi nella memoria a lungo termine. Questo è particolarmente evidente
quando i bambini sono emotivamente coinvolti con determinati oggetti o eventi, facendo sì che tali esperienze vengano ancorate
stabilmente nella loro memoria autobiografica. Il processo è quindi significativo per lo sviluppo dell'identità durante l'infanzia.
08. Quali sono i limiti della ricerca educativa?
La ricerca nel campo educativo affronta varie sfide. Una di queste è l'intrinseca frammentazione delle discipline coinvolte. L'eterogeneità
degli approcci e delle materie rende complicato avere un quadro unificato e conclusivo. Un altro problema è l'implementazione lenta delle
scoperte nella pratica didattica. La precisione nella ricerca richiede tempo, mentre le dinamiche educative si evolvono rapidamente.
Questa discrepanza temporale può portare all'obsolescenza dei risultati, compromettendo la loro efficacia pratica. Pertanto,
l'aggiornamento continuo è fondamentale.
08. Spiega perché la "Lettera ad una professoressa" di Don Milani, costituisce il primo tentativo di un modello di riforma che
enfatizza pratiche educative di tipo esperienziale.
Don Lorenzo Milani ha segnato un cambio di paradigma nell'educazione con la sua "Lettera ad una professoressa". La sua pedagogia
pone l'accento sulle attività basate sull'esperienza, promuovendo l'apprendimento come un processo collettivo piuttosto che individuale.
Nella sua scuola di Barbiana, l'approccio è stato rivolto a rendere l'istruzione accessibile e significativa per tutti, in particolare per gli
studenti di ceti sociali meno favoriti. Milani rompe con la natura classista del sistema educativo italiano di quel periodo, introducendo una
visione più inclusiva. Inoltre, l'insegnante non è più un mero tramite di conoscenza, ma diventa facilitatore e guida.
09. Quali sono le differenze tra un'istruzione programmata e una risoluzione sintetica?
Nell'istruzione programmata, l'attenzione è focalizzata su un percorso didattico ben definito, spesso scandito da feedback positivi per
rinforzare comportamenti e abilità specifiche. Questa metodologia può essere percepita come rigida e poco stimolante, specialmente per
chi è abituato a un ambiente di apprendimento più interattivo e multimediale. In contrasto, la risoluzione sintetica promuove
un'apprendimento più olistico, incentrato sull'intuizione, l'esperienza e la creatività. Non si limita a offrire indicazioni dettagliate, ma
spinge gli studenti a usare risorse esterne e ad applicare le loro competenze in contesti reali. Questo secondo approccio utilizza la
tecnologia come mezzo per un apprendimento più approfondito e direttamente applicabile nella vita.
10. Che cosa significa possedere una sorta di passe-partout?
Possedere un passe-partout nel campo della didattica dei nuovi media è simile a detenere una chiave universale che sblocca vari aspetti
dell'apprendimento e del potenziale umano. Non si tratta solo di acquisire familiarità con gli strumenti tecnologici, ma di utilizzarli come
catalizzatori per l'ingegno e il pensiero critico. Gli studenti che possiedono questo tipo di abilità sono in grado di affrontare questioni
complesse in maniera creativa e innovativa. In questo modo, l'uso oculato delle tecnologie digitali diventa un asset che trascende
l'ambiente educativo, offrendo vantaggi tangibili nella vita quotidiana.
11. A partire dall'assunto di Paul Watzlawick, «la comunicazione gioca un ruolo essenziale nella costruzione della realtà in
rete», definisci la struttura intrinseca della rete e il suo funzionamento.
Nel mondo digitale, l'ecosistema di reti è una complessa tela di interazioni umane che trascendono barriere geografiche. Ogni individuo
diventa un nodo attivo, contribuendo a definire gli spazi virtuali attraverso diverse funzioni. La flessibilità di questo ambiente facilita
l'emergere di comunità basate su interessi simili. Poiché la rete si fonde con la realtà fisica, le persone vivono esperienze che modellano
il loro senso di sé e le loro percezioni. Così, l'identità individuale e la comprensione collettiva del mondo sono costantemente ridefinite.
La comunicazione è quindi fondamentale per strutturare la nostra esistenza nell'ambito digitale.
08. Descrivi la distinzione storica in tre generazioni della formazione a distanza.
Nella storia della formazione a distanza, si possono identificare tre generazioni significative. La prima è centrata sull'uso della
corrispondenza postale per distribuire materiali didattici e ricevere lavori da valutare. Successivamente, la seconda generazione ha fatto
il suo ingresso con l'avvento di media audiovisivi, come cassette e CD-ROM, ampliando così le modalità di apprendimento. Infine, la
terza generazione è stata trasformata dalla proliferazione delle tecnologie dell'ICT, enfatizzando l'interazione e la collaborazione tra
studenti all'interno di una comunità di apprendimento online. Quest'ultima generazione è spesso associata all'evoluzione verso l'e-
learning, che sottolinea un ambiente di apprendimento dinamico, personalizzato e fortemente interattivo.
09. Perché la formazione e l'istruzione a distanza nascono proprio alla fine del XIX secolo?
La fine del XIX secolo fu un periodo significativo per l'istruzione a distanza principalmente per l'evoluzione della tecnologia e dei sistemi
di comunicazione. La stampa, nuovi modi di trasporto e la comunicazione postale facilitarono la diffusione di materiali didattici per
l'autoapprendimento. Questo divenne inizialmente popolare per le materie tecniche e professionali. Nel corso degli anni, con
l'integrazione di mezzi come la radio e la televisione, il modello d'istruzione si è espanso e reso più flessibile. Tutto ciò ha democratizzato
l'accesso all'istruzione, rendendo l'apprendimento più accessibile globalmente.
10. Quali sono gli elementi della FAD di III generazione?
La FAD (Formazione a Distanza) di terza generazione si distingue per alcune specifiche caratteristiche. Primo, vi è un'adozione intensiva
delle tecnologie avanzate come i sistemi ICT. In secondo luogo, la formazione è altamente personalizzabile, consentendo agli utenti di
modellare l'esperienza didattica secondo le proprie necessità. Terzo, l'apprendimento avviene principalmente online e facilita
l'interazione tra i partecipanti in una comunità virtuale, minimizzando così l'isolamento. Quarto, si estende al di là del semplice e-learning
per incorporare un ambiente di apprendimento dinamico e policentrico che coinvolge tutti gli stakeholder, inclu