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WUNDT E IL LABORATORIO A LIPSIA
Wundt e la psicologia fisiologica
Wilhelm Wundt è indicato come il vero fondatore della psicologia scientifica per aver fondato la prima
accademia di psicologia. È stato allievo e assistente di Helmholtz, insegnò filosofia a Zurigo e dal 1875 a
Lipsia. Morì nel 1920 nel pieno di una produzione scientifica rimasta ineguagliata. Nel 1879 fondò a Lipsia
quello che viene considerato il primo laboratorio ufficiale di psicologia in ambito universitario; per questo
motivo il 1879 viene considerato come l’anno di nascita della psicologia scientifica.
La psicologia fisiologica
Wundt chiamò il suo sistema psicologia fisiologica in quanto era un tipo di psicologia che utilizzava lo stesso
metodo scientifico naturalistico della fisiologia e perché studiava l’attività psichica normale e non le sue
disfunzioni (non la patologia).
L’oggetto di studio della psicologia di Wundt era l’esperienza diretta o immediata al contrario delle scienze
naturali che invece studiavano l’esperienza mediata. L’esperienza mediata è un tipo di esperienza che
avviene attraverso l’uso di strumenti di misurazione, ad esempio un fisico misura la temperatura del calore
con l’ausilio di strumenti che ne permettono la misurazione ma non lo fa direttamente con la sua percezione.
L’esperienza immediata invece avviene senza l’utilizzo di strumentazione, uno psicologo infatti studia il
calore come valore immediato, cioè come viene percepito al di là delle apparecchiature.
L’introspezione
Solo attraverso l’introspezione, l’individuo può essere in grado di rilevare cosa avviene dentro di lui nel
momento in cui immediatamente percepisce la realtà.
Per capire cosa accade quando vediamo qualcosa o quando sentiamo qualcosa, l’unica cosa da fare è
guardare dentro di se e analizzare cosa si sta provando mentre stiamo guardando o sentendo quella cosa.
Wundt però era consapevole del fatto che l’introspezione non poteva essere utilizzata come metodo per
condurre un’indagine scientifica; i contenuti di coscienza non sono gli stessi in presenza e in assenza di un
atto di introspezione ed è impossibile sapere se sono gli stessi in quanto si dovrebbe essere consapevoli
degli stati di coscienza in assenza di un atto di introspezione, il che è impossibile per definizione in quanto
per sapere come ci si sente in un determinato momento devo commettere un atto di introspezione.
Inoltre non possiamo neanche essere sicuri del reale contenuto di coscienza dal resoconto verbale di un
altro soggetto, non possiamo sapere quanto ad esempio una persona è triste in base a quello che ci dice e
neanche che significato da rispetto a quello che diamo noi di essere tristi.
Il metodo sperimentale
Questo metodo consente di stabilire come varia la variabile dipendente, cioè la risposta, al variare della
variabile indipendente, cioè lo stimolo. L’applicazione di questo metodo alla psicologia e all’introspezione
permette di risolvere il problema dell’indeterminazione dei contenuti dell’introspezione, nel senso che si
studia la variazione dei fenomeni diversi, cioè ad esempio come varia il sentimento di una persona al variare
della situazione in cui si trova.
Se si verifica questa variazione allora diventa oggetto di studio della psicologia sperimentale; la variazione
non è influenzata ne dall’introspezione ne dalla differenza di contenuti di coscienza tra soggetti, cioè la
variazione dei contenuti di coscienza sarà sempre costante indifferentemente dal soggetto che ne parla. Se
questa variazione si dimostra attendibile tra tutti i soggetti che ne parlano allora il valore dei contenuti di
coscienza diventa poco importante.
Se uno dei soggetti è più vicino al livello socio-culturale degli sperimentatori allora è più facile che il
significato del risultato di un esperimento sia simile per entrambi, ad esempio la parola triste può avere lo
stesso significato sia per il soggetto che per lo sperimentatore.
Il processo psicologico
Wundt articolava il processo psicologico in tre fasi:
1. Percezione (sensazione): la sensazione si presenta come tale alla coscienza
2. Appercezione: è un atto di sintesi creatrice con cui gli elementi delle sensazioni vengono identificati
e organizzati in complessi, cioè vengono identificati
3. Volontà di reazione: si giunge all’azione ( atto di volontà)