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Frank Lloyd Wright
e
la Winslow House
Frank Lloyd Wright è considerato uno dei massimi architetti del ‘900 capace
di rompere con gli schemi dell’architettura passata e di creare uno stile
basato su una compenetrazione di volumi. Vissuto dopo la rivoluzione
industriale egli trae da essa gli strumenti di cui ha bisogno per costruire i suoi
edifici senza però dimenticare i grandi valori umani, tra cui un profondo
amore per la natura.
Il cemento, il rame, l’alluminio, che all’epoca avevano solo funzioni strutturali,
con Wright assumono anche la funzione di decorazione. Egli utilizza la pietra,
il mattone e il legno con le forme e colori naturali e non verniciati come la
moda del tempo vorrebbe.
Nel volume “Architettura Organica” egli rielabora il modo di fare architettura
acquisito da Sullivan esprimendo il rifiuto della sola ricerca estetica.
L’architettura deve creare un'armonia tra uomo e natura, un equilibrio tra
ambiente costruito e ambiente naturale, rappresentando i valori collettivi
tramite l’utilizzo di più stili, superando così il problema dei modelli storici. Le
sue idee prendono forma nel primo gruppo di case da lui costruito, le“Prairie
House”. Caratterizzate da una disposizione orizzontale delle linee e delle
masse, esse sono situate in zone periferiche, dove il paesaggio è lasciato alla
sua semplicità originaria.
Primo cliente di Wright fu l’amico William Herman Winslow, che nel 1893 gli
commissionò la propria casa; uomo d’affari da poco trasferito a Chicago,
voleva una casa con poche decorazioni ed elegante. Dirigente di una
fonderia, Wilson era anche un dilettante musicista, fotografo, tipografo ed
editore di cui Wright aveva grande stima.
Winslow acquistò un vasto terreno boscoso, pianeggiante e attraversato da
un fiumicello a River Forest, la località più isolata e calma di Oak Park.
La facciata principale, sobria ed elegante, presenta una struttura simmetrica,
il cui asse coincide con la porta d’ingresso, inserita in un pannello di pietra
antistante. Al contrario il retro è composto da numerose proiezioni
prismatiche asimmetriche di volumi interni.
Il primo e il secondo livello della casa, separati da una cornice bianca, sono in
netto contrasto cromatico: i mattoni romani dorati della base risaltano sul
marrone scuro delle piastrelle di terracotta della parte superiore, creando
l’illusione che quest’ultima rientri.
Il tetto ispirato all’architettura giapponese, presenta bassi spioventi
abbassando cosi il centro di gravità e rendendo dominante la linea
orizzontale.
Lateralmente la casa è appesantita da una tettoia ad archi con decori in
legno, attraverso la quale le carrozze giungevano ad una scuderia e al
giardino retrostante.