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L'intervento sociologico secondo Touraine
L'intervento sociologico corrisponde all'idea elaborata da Touraine che vuole essere un sociologo attivo, capace di sentirsi dentro il cambiamento anziché limitarsi a osservarlo dall'esterno, una scelta che lo avvicina, per alcuni aspetti, a Bourdieu.
Nell'intervento sociologico chi agisce è riconosciuto come attore, cosciente della sua azione e non come un agente passivo dei cambiamenti della storia. Touraine ha infatti più volte sottolineato che il suo metodo vuole rinforzare le capacità di autoanalisi del gruppo. L'accento posto sull'autoanalisi è qui funzionale a quella che Touraine chiama una sociologia permanente, ovvero la necessità che la sociologia offra il suo contributo di conoscenza in modo esplicito, venendo direttamente in contatto con gli attori, contribuendo anche concretamente allo sviluppo dei movimenti sociali. La ricerca è sempre un intervento, in quanto costruisce un campo artificiale sul quale il sociologo agisce.
ricercatore deve riflettere senza presupporre da parte sua unaposizione di trasparenza e di riproduzione naturale della realtà.Touraine ha sostenuto fin dall’inizio che la società produce se stessaattraverso la conoscenza, quindi attraverso la conoscenza sociologica;Touraine è consapevole che il rapporto tra osservante e osservato non è unrapporto equo e che il ricercatore deve quindi porsi il problema dellaresponsabilità e della dimensione etica nella sua pratica di ricerca.A partire dalla seconda metà degli anni 80, in presenza dei movimenti acarattere culturale sempre più specializzati e vicini ai bisogni personali delsingolo individuo, il percorso intellettuale di Touraine subisce uncambiamento che lo porta a dare sempre più spazio all’idea di soggettointeso al singolare. Nel 1984 “ le retour de l’acteur” Touraine ribadisce cheil lavoro e la capacità di mobilitarsi, più che la vita quotidiana,Sono i campi in cui l'attore sociale sfida le dinamiche della dominazione. I concetti di società e socializzazione diventano il nemico contro cui il soggetto si erige, tanto più che le forme di dominazione si fanno sempre più invisibili e insidiose portando verso processi di de-soggettivazione. Questo soggetto capace di essere attore viene posto da Touraine come il vero e nuovo centro di interesse di una sociologia da tempo in crisi dopo la fine dei funzionalismi e degli strutturalismi. Tra gli anni 80 e 90 si consuma il definitivo passaggio dalla nozione di attore sociale a quella di soggetto individuale che lotta anche singolarmente per la sua autonomia (Simmel). In alcune passaggi delle opere touraniane più recenti il soggetto viene spesso presentato come la parte "non sociale" dell'attore. Il soggetto appare quindi come una potenzialità che si concretizza solo nel momento in cui passa all'azione riuscendo a ritagliarsi
Spazi di autonomia e di autenticità. Il vero obiettivo è quello di mostrare come la nozione di soggetto si trasforma insieme alla modernità: la laicizzazione e la razionalizzazione hanno dato un eccessivo spazio all'idea di utilità anche in sociologia. Touraine si oppone a quelle visioni sociologiche che sottolineano il prevalere dei bisogni comunitari sia a quelle analisi che registrano l'affermarsi di un individualismo consumatore e calcolatore, per proporre la sua idea di soggetto individuale che tende sempre più ad appoggiarsi a una base morale e sembra poter offrire al soggetto solo l'opportunità dell'opposizione, della lotta e della dissidenza fine a se stessa.
Gli studi di Touraine mettono in luce la dimensione del soggetto personale come il movimento delle donne. Il soggetto individuale prevale su quello storico anche perché i problemi della vita privata diventano sempre più centrali nella vita.
pubblica.INTERPRETAZIONE DELLA MODERNITÀ L'approccio dinamico di Touraine si iscrive in quella tradizione sociologica che, a partire da Simmel, legge la modernità come cambiamento continuo e soprattutto come separazione irreparabile tra il soggettivo e l'oggettivo, separazione dell'individuo dal mondo che lo circonda, rottura che crea anche conflitto e tensione, tentativi di indipendenza da parte dell'individuo e tentativi di controllo da parte della società. Il conflitto e le tensioni interne alla modernità sono dunque al centro di questo tipo di interpretazione. In Touraine esiste una visione tendenzialmente drammatica della modernità, che appare attraversata da lacerazioni rispetto alle quali i singoli soggetti devono far fronte. Touraine non parte dagli orientamenti normativi per spiegare l'azione, ma al contrario cerca di intercettare dietro le norme e le istituzioni, i progetti e le volontà degli attori che pubblica.resistono nei confronti di queste determinazioni. Touraine è interessato ai rapporti sociali e all'azione di cambiamento operata dai movimenti. In sostanza quella di Touraine è sempre stata una visione conflittuale della modernità anche a causa della sottolineatura dello scarto progressivo tra attore e sistema, i quali perseguono obiettivi del tutto opposti che non possono essere indagati contemporaneamente dallo stesso sociologo. Il compito dello sociologo è quello di mettere in luce il soggetto inteso come capacità di resistenza contro l'ordine e il potere, contro le forze integratrici e assimilatrici della società.
Per Touraine la modernità si caratterizza per la separazione tra oggettività e soggettività individuale per la quale nessuna legge è più naturale, automatica o interiorizzata, ciò che si verifica con l'avvento della modernità è dunque la separazione tra
L'esteriorità della vita e la sua interiorità soggettiva, tra pratica razionale e strumentale e sentimenti emotivi. Questo lascia il soggetto sempre più solo e affidato a se stesso. Questo disorientamento del singolo viene secondo Touraine aggravato del fatto che la modernità e soprattutto la tarda modernità hanno prodotto un netto distacco e una polarizzazione radicale tra due correnti di pensiero: l'unacentrata sul mercato, la razionalità, la tecnica, la globalizzazione, l'altracentrata sulla comunità, sui fondamentalismi, sul bisogno di identificazioni forti per un singolo considerato in costante crisi e a rischio di individualismo. "Critica della modernità" = il libro percorre la storia della modernità e della sua crisi, staccandosi dalle posizioni post-moderniste e relativiste; secondo Touraine dalla crisi della modernità si apre un nuovo spazio per l'affermarsi del soggetto.
individuale: la dissociazione tra attore e sistema se da un altopone nuovi rischi di manipolazione per un individuo sempre meno integrato, dall'altro offre a questo stesso individuo nuove opportunità di libertà.
Il passaggio a una maturità matura si effettua secondo Touraine in tre fasi: l'alta modernità che ha creduto nelle capacità regolatrici della ragione nel 700 dell'Illuminismo e sviluppatosi poi nell'800; la media modernità è quella della società industriale del primo Novecento che mette al centro l'idea di sviluppo e di progresso, idea che entra in crisi a partire dal dopoguerra. L'ultimo quarto di secolo del Novecento è quello in cui prende piede la fase della bassa o tarda modernità: viene meno l'unione tra industrializzazione e nazione, inizia la globalizzazione, il disembedding, la consapevolezza dei rischi ecologici e nucleari, la riflessività.
L'affermarsi del soggetto. Per comprendere il soggetto bisogna liberarsi sia da quel tipo di sociologia che insiste sulle logiche impersonali di dominazione del sistema, sia da una sociologia individualista che crede nelle capacità razionali e utilitariste dell'attore. Per questo "in critica della modernità" il soggetto viene interpretato come un Io che contrasta il Me sociale (fatto di ruoli e di rappresentazioni). Nell'interpretazione di Touraine il Me di cui parla Mead è il vero protagonista del soggetto, la modernità ha permesso il distacco tra l'Io e il Me, ha reso visibili le dimensioni istintive dell'Es e quelle regolative del Superio. Il Me rappresenta il dominio della società dell'individuo, la modernità e le sue trasformazioni hanno indebolito il Me e favorito lo spazio di azione del soggetto, ma il soggetto esiste solo in quanto tensione e opposizione verso il Me, in quanto rivendicazione di.
Un'ospazio contro ogni forma di dominazione sociale. Il soggetto che delinea in questo periodo dell'opera è dunque l'individuo alla ricerca dell'autenticità, ma tale autenticità è impossibile da trovare nei ruoli che ricopriamo in società, il soggetto esiste singolarmente o collettivamente solo in quanto tensione e conflitto e non in quanto auto-riflessività, come sostenuto da Giddens. La modernità da salvare non può essere altro che l'interazione crescente tra soggetto e ragione, tra coscienza e scienza; per Touraine il soggetto è la volontà di un individuo di agire e di essere riconosciuto come attore; tuttavia il soggetto rimane una figura astratta in cui l'individuo concreto non può che identificarsi a tratti. Touraine riconosce una volta l'influenza di Sartre anche se egli definisce l'individuo per le sue mancanze e incompletezze (il corpo è la materia dell'alienazione).
mentre T. per la sua capacità di resistenza. In T. il soggetto tende a nascere dalla sofferenza e dalla lotta: per questo il soggetto non è mai l'individuo concreto ed è giusto affermare che un individuo può o meno comportarsi in quanto soggetto e che quest'ultimo è l'individuo davanti a se stesso. Il corpo è la base di partenza ed è quello che resta al soggetto quando tutto il resto è andato perduto. Lo sguardo su di sé, quindi l'autoriflessività, è alla base del soggetto: è lo sguardo che libera e che permette di non essere invasi dalla società, l'altro, le istituzioni e le religioni. "Penso dunque sono" = il soggetto è un modo circostanziato di essere dell'individuo. Le relazioni di amore e di amicizia hanno come il corpo un fondamento non sociale, in parte libero dalle regole della socializzazione, ma sono tali relazioni che sono gli ambiti in cui il soggetto si forma e si sviluppa.Soggetto si perde, pereccesso di razi