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"THE DOLL" DOMANDE & RISPOSTE
1) In che modo la voce narrante umanizza la bambola nel racconto e perché questo è importante?
2) Sei d'accordo con l'affermazione che la voce narrante di questo racconto è reticente? Giustifica la tua opinione con elementi tratti dal testo.
3) Empatia, suggestione, fascino, attrazione sono tutti termini che possono descrivere la relazione tra la narratrice e la bambola (o la donna rappresentata dalla bambola). In quali momenti del racconto si possono vedere e in che modo sono collegati?
1VERNON LEE (Boulogne-sur-Mer, 14 ottobre 1856 – Firenze, 13 febbraio 1935), pseudonimo di Violet Paget, nacque in Francia da genitori inglesi espatriati e trascorse gran parte della sua vita in Italia, che amava molto. È stata una scrittrice tardo-vittoriana che iniziò il suo percorso artistico come appassionata di storia e studiosa dell'arte, soprattutto di arte rinascimentale e di arte italiana. Non a caso il
Il racconto è ambientato a Foligno, in Umbria, e presenta diversi riferimenti artistici. Vernon Lee scrisse racconti sovrannaturali e saggi sull'arte, e le sue opere sono permeate da un forte estetismo. Conobbe Wilde e il suo maestro fu Walter Pater, saggista, critico letterario ed uno dei fondatori del movimento estetico. Come George Egerton, Vernon Lee era dunque immersa nell'ambiente culturale europeo ed era una "New Woman", assai interessata ai rapporti tra i sessi, alle identità di genere e alle relazioni tra donne. Entrambe le autrici scelsero uno pseudonimo maschile, tratto che le accomuna. Vernon Lee aveva una personalità molto forte, politicamente e culturalmente. All'inizio della prima Guerra Mondiale abbracciò il pacifismo. Anche il suo stile personale era molto particolare, poiché amava vestirsi da uomo.
Il racconto "The Doll" uscì per la prima volta nel 1896 con il titolo di "The Image".
Nellarivista Cornhill Magazine. Venne poi ristampato nel 1927 in una raccolta di cinque suoiracconti, Five Unlikely Stories, e prese finalmente il titolo di "The Doll".
ANALISI DEL TESTO
Voce narrante:
Il racconto inizia in prima persona.
La voce narrante quindi combacia con la protagonista del racconto: una collezionista dioggetti storici di arte minore / artigianato (cose decorative - non quadri), tra cui unabambola.
Tuttavia, nella prima parte del testo succede una cosa particolare: la voce narrante parla(solo una volta) in prima persona plurale dicendo "we".
Quindi: "I" riferito alla protagonista del racconto/ voce narrante che raccontaàqualche cosa che l'è successo, a casa sua con i suoi oggetti.
"we" non sappiamo precisamente a chi la voce narrante stiaàraccontando la sua storia, tuttavia, da questo uso di "we" capiamo che siacon qualcuno, con cui ha utilizzato questo set di dessert.
cinesi. Probabilmente è un'amica stretta, dato che quasi sicuramente la storia che sta per raccontare all'amica è una storia mai raccontata prima, dato che le pesa come se fosse un segreto, qualche cosa di molto intimo che può imbarazzarla, ma che è giunto il momento di raccontarla, poiché altrimenti questo segreto è troppo pesante da sopportare.
Tuttavia, questo segreto è raccontato in un testo che successivamente sarà pubblicato. Quindi, "we" è riferito sia all'amica a cui la protagonista sta raccontando la storia, sia a noi lettori che stiamo leggendo questo racconto. Siamo testimoni di questo segreto (dal primo paragrafo).
Tempo e ambiente:
Due anni prima di quando la protagonista racconta il segreto.
Fatto accaduto a Foligno, dove lei è stata.
Personaggi:
La protagonista è una donna che è sposata ma al marito non interessa di cose di antiquariato, quindi, lei gira l'Europa da sola.
È molto autonoma. Viene da chiedersi che tipo di matrimonio ha con il marito.
Oreste: un vecchio antiquariato che la protagonista conosce a Foligno. Egli diventa una sorta di guida di Foligno, dato che conosce bene tutta la città, egli viene considerato perciò come la memoria storica della città.
Tra la protagonista ed Oreste scatta qualche cosa perché lei riconosce uno spirito simile in lui, dato che lui ha un amore per la storia ed ha la capacità di immedesimarsi in tutti i tempi delle cose che visitano, tanto che lui sembra abbia la capacità viaggiare nel tempo.
Bambola: di grandezza naturale, con vestiti del 1820 che sedeva con le braccia conserte e con uno sguardo fisso.
Testo:
Empatia: provare delle sensazioni / delle emozioni che ti fanno sentire vicino a ciò che guardi / o che sono lontano da te capacità di immaginazione storica.
Primo paragrafo:
La protagonista inizia con una sorta di prologo: questa collezionista sta
chiudendo un baule rinascimentale – è rinascimentale perché le piacciono le cose antiche - inoltre, lei è esperta di storia e sa riconoscere i periodi storici molto bene proprio perché è appassionata. Ella è una collezionista che all'inizio del racconto, però, dice "basta, questo è l'ultimo oggetto che comprerò" ("questa cosa" = set di dessert cinese). Quindi, c'è qualche cosa che le ha fatto perdere la passione per gli oggetti storici. Nella stessa occasione in cui ha comprato i piatti cinesi e il baule ci dice che ha comprato anche un'altra cosa. Forse perché proprio grazie all'avventura che racconterà, capisce e scopre quanto possano essere profondi i rapporti con gli oggetti e con la storia degli stessi. Questo comporta che ogni oggetto di antiquariato/antico e che è appartenuto ad altre persone possiede una propria storia/memoria.Impiega anche un inciso in cui dice "a malapena so se io la debba chiamare unacosa, questa cosa che ha comprato insieme al resto" = ci mette in suspense. Successivamente capiamo che l'oggetto di cui parla è una bambola, ed è proprio essa che le ha fatto cambiare idea sull'essere collezionista, dato che le sembra di rovistare nella memoria delle altre persone.
Secondo paragrafo: Racconta Foligno e degli altri luoghi che sono pieni di storia antica. Oreste conduce la protagonista in un palazzo a Foligno, tre giorni prima della partenza da Foligno per il ritorno a casa. Questo accade perché il proprietario del palazzo vorrebbe vendere delle cose a lei.
41° incontro con la bambola: Ad un certo punto, in questo palazzo incontra la bambola, salta fuori per caso da un vecchio ripostiglio. Non è per questo oggetto che lei è stata chiamata dal proprietario del palazzo. La protagonista viene condotta attraverso la stanza della domestica.
perché essa è un'ascorciatoia per arrivare da un'altra parte. Qui, la bambola vi è temporaneamente sistemata in questa camera perché deve essere spolverata, ma ora è ancora impolverata. La contessa la vede con la coda dell'occhio e dato che essa ha una grandezza naturale, è sistemata in una posizione naturale ed è vestita con abiti del 1820 (sandali, calze e guanti – capigliatura dipinta con un buco nella testa), la scambia per una donna. Per questo motivo si ferma un secondo e torna indietro a vederla. La protagonista capiamo essere competente dato che fa riferimenti a Canova e a quadri di nobildonne del tempo. Fermandosi, capisce che è una bambola e non una donna (anche perché comprende che è fatta di carta pesta). Viene colpita dallo sguardo fisso. La domestica dice alla contessa che questa è la prima moglie del nonno del conte. È li perché deve essere spolverata. Oreste siricorda che già quando era bambino lui, l'aveva vista e dice "me ne ero quasi dimenticato" proprio perché non era più posizionata in modo tale da vederla tutti i giorni. Capiamo quindi, che questa povera bambola è stata spostata più volte verso sempre luoghi meno importanti: (idolata) boudoir sgabuzzino.à àguardaroba àOreste, poi aggiunge che "lei era una donna bellissima, ma morì circa due anni dopo il loro matrimonio. Il conte impazzì. Quindi decise di creare una bambola dall'immagine della donna e tenerla nella sua camera. Lui spendeva molte ore al giorno con la bambola. Alla fine, però si sposò la lavandaia, da cui ebbe un figlio."
Attraverso queste parole piano piano si comincia a spolverare qualche ragnatela riguardante la bambola. Essa viene però, spolverata con gentilezza, proprio per fare emergere l'amore che si crea per la bambola. 52° incontro con la
bambola: A questo punto, la protagonista vuole entrare dentro il segreto di questa bambola e con questo pretesto torna al palazzo, ma neanche lei sa come mai, è una cosa strana. Quando arriva al palazzo, la bambola deve essere ancora spolverata. Aggiunge qualche particolare: "grey" "impolverata" "guanti innerati" "giornale appoggiato su di lei, come se non si sapesse dove metterlo" = passare del tempo, si è rovinata perché incuria prima idolo e poi non più. La protagonista passa molto tempo ad esplorare la bambola. Pensa che gli abiti della bambola possano essere quelli veramente indossati dalla contessa, cioè veramente appartenuti alla donna = nell'immaginazione della contessa la bambola diventa quindi una reliquia. Poi, la contessa scopre su un tavolino li vicino una parrucca, sembra avere un'illuminazione e crede che quei capelli siano veramente quelli della donna morta. Sembra che leiVoglia veramente la donna originale li, come se volesse riportarla in vita attraverso la bambola. Questo capita perché lei si sta quasi innamorando di questo oggetto. Quindi non ha dettagli, ma attraverso l'empatia vuole colmare la mancanza di dettagli.
Tutte queste conclusioni sono incerte / illuminazioni che vengono sul momento. Tutto costruito dall'immaginazione della protagonista, in realtà abbiamo pochissime descrizioni oggettive.
Da li in poi sono tutte congetture della protagonista non percepiamo più la differenza tra la realtà (oggettività) e l'immaginazione della protagonista (soggettività) e neanche se la bambola sia oppure no il medium tra la contessa reale e la donna morta.
Arriva la domestica ed interrompe l'intimità tra protagonista e bambola. Ella mostra il fatto che la bambola sia artico