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TESSUTO MUSCOLARE (PAOLO D’ UFFIZI)
Quando si descrive il tessuto muscolare bisogna conoscere bene le sue
cellule, perché hanno caratteristiche completamente diverse rispetto
alle cellule di altri tessuti. Esistono 3 tipi di tessuto muscolare:
1) Tessuto muscolare striato scheletrico (il + rappresentato);
2) Tessuto muscolare liscio;
3) Tessuto muscolare striato cardiaco.
La funzione del tessuto muscolare in generale è quella di contrarsi,
questo significa che le sue cellule sono in grado di cambiare forma e di
estendersi, quindi sono allungate.
Le cellule dello striato scheletrico hanno un diametro che va da 10-100
micron e una lunghezza tra 1-40 mm (quindi sono enormi); le cellule del
muscolare striato cardiaco hanno un diametro tra 10-20 micron e una
lunghezza di 75-80 micron; le cellule del muscolare liscio hanno diametro
di 3-8 micron e lunghezza tra 15-200 micron.
Si parla di tessuto “striato” perché guardando la cellula muscolare in
una sezione longitudinale si vede una striatura trasversale, cosa che
quindi nel “liscio” non è presente.
Inoltre si dice “scheletrico” perché si va ad inserire sui capi ossei che
fanno parte del nostro scheletro, mentre “cardiaco” perché costituisce
la maggior parte del miocardio, ed infine quello “liscio” sarebbe la
tonaca muscolare degli organi cavi, ovvero gli organi dell’apparato
digerente.
Il nostro SNC può controllare solo ed esclusivamente il tessuto
muscolare striato scheletrico, mentre il tessuto muscolare liscio e
striato cardiaco vengono controllati dal sistema nervoso AUTONOMO.
TESSUTO MUSCOLARE STRIATO SCHELETRICO
È importante innanzitutto sapere che cellula muscolare è sinonimo di
fibra muscolare. Più fibre muscolari una vicino all’altra formano un fascio
muscolare, e più fasci muscolari formano il muscolo. Le fibre muscolari
sono separate tra di loro da una membrana plasmatica, una membrana
basale e un tessuto connettivo detto ENDOMISIO. Il singolo fascio
muscolare invece è rivestito da un connettivo più spesso detto
PERIMISIO, mentre tutto il muscolo è rivestito da un connettivo ancora
più spesso detto EPIMISIO. Questi tre connettivi nella parte finale vanno
a costituire un ammasso di connettivo che prende il nome di TENDINE.
Le cellule del tessuto muscolare striato scheletrico sono le uniche ad
essere polinucleate (con nuclei che si trovano in posizione
subsarcolemmale), perché nel tessuto muscolare liscio e nello striato
cardiaco c’è solo un nucleo (in posizione centrale).
Le striature sono fatte da zone più chiare e zone più scure, per questo si
parla di BANDE: le bande più scure sono quelle in cui passa meno luce,
mentre in quelle più chiare passa maggiore luce.
La fibra muscolare è fatta di strutture chiamate MIOFIBRILLE, che a loro
volta sono fatte di MIOFILAMENTI. Nella fibra muscolare oltre ad esserci
le striature trasversali chiare e scure, ci sono anche delle striature
longitudinali che sono delle vere e proprie strisce lunghe quanto tutta la
cellula.
CITOPLASMA DELLA FIBRA MUSCOLARE.
Il citoplasma della fibra muscolare è detto anche sarcoplasma e al suo
interno ci sono le miofibrille, i nuclei in posizione subsarcolemmale,
moltissimi mitocondri, una membrana plasmatica detta sarcolemma,
delle gocce lipidiche molto importanti con funzione di riserva energetica,
e un REL detto reticolo sarcoplasmatico, che è presente solo nelle
cellule muscolari perché funge da serbatoio per gli ioni Ca2+. Infine c’è
una proteina che lega l’ossigeno, detta mioglobina.
EMBRIOGENESI DEL TESSUTO. Le cellule muscolari derivano tutte dal
mesenchima, in particolare le cellule del muscolo striato scheletrico
originano dalle cellule mesenchimali della porzione dorso-laterale dei
somiti, e questa porzione è detta miotomo. Queste cellule mesenchimali
sono leggermente più lunghe e differenziano in mioblasti, che a loro
volta si mettono in fila e si fondo termino-terminalmente costituendo le
cellule polinucleate, dette miotubi.
Le cellule muscolari non hanno capacità di mitosi, per questo stanno in
uno stato post-mitotico permanente, però hanno la possibilità di
allungarsi grazie a particolari cellule dette SATELLITI, che possono
dividersi e che nell’adulto partecipano alla riparazione del muscolo.
IL SARCOMERO
All’interno delle miofibrille abbiamo detto che ci sono bande scure, dette
bande A, dove la A sta per anisotropo, ovvero non hanno tropismo per la
luce e quindi non la lasciano passare; e bande chiare, dette bande I,
dove I sta per isotropo e hanno tropismo per la luce, quindi la lasciano
passare.
Ciascuna banda A presenta una zona centrale più chiara, detta banda H,
e al centro di questa banda H c’è una linea scura, detta linea M.
La banda I invece è divisa a metà da un’altra linea scura, detta linea Z.
Ciascun segmento di miofibrilla che va da una linea Z a quella
successiva prende il nome di sarcomero (lungo circa 2-3 micron), che è
l’unità strutturale e funzionale della miofibrilla. Il sarcomero quindi
comprende una banda A e metà delle due bande I (una metà a dx e una a
sx).
Le miofibrille risultano costituite da 2 tipi di filamenti: ci sono filamenti
grossi composti da miosina, e filamenti sottili composti principalmente
da actina, ma anche tropomiosina e troponina. I filamenti grossi
occupano l’intera banda A e sono paralleli tra di loro, mentre i filamenti
sottili vanno dalla linea Z fino alla semibanda I e penetrano per un
piccolo tratto nella banda A.
Nella parte centrale della banda A abbiamo detto che c’è una banda più
piccola, ovvero la banda H, che NON ha filamenti sottili, questo significa
che i filamenti sottili e doppi stanno insieme nello spazio che va tra
banda H e banda I.
Di conseguenza si ipotizza che l’aspetto chiaro della banda I sia dovuto
alla presenza dei filamenti sottili che quindi permettono l’entrata di
maggiore luce, mentre l’aspetto scuro della banda A è dovuto ai
filamenti spessi e sottili che permettono una minore entrata della luce.
Nella zona dove ci sono sia filamenti spessi che sottili, cioè tra banda H
e banda I, ciascun filamento spesso è circondato da 6 filamenti sottili
disposti a formare un esagono.
LA LINEA Z.
I filamenti sottili terminano ai margini della linea Z e sono connessi tra
loro grazie ad altri filamenti fatti di alpha-actinina che si trovano nella
linea Z (infatti sono detti filamenti Z). Praticamente un filamento sottile
è legato a 4 filamenti Z, che a loro volta legano ognuno un filamento
sottile del sarcomero vicino, quindi andranno a formare una specie di
piramide quadrangolare.
I FILAMENTI SPESSI.
I filamenti spessi sono fatti di miosina (circa 200-300 molecole) e si
trovano tutti nella banda A. Le molecole di miosina sono fatte da 6
catene proteiche, quindi formano un esamero, di cui 2 catene sono dette
catene pesanti e le altre 4 sono catene leggere. La molecola di miosina
ha una coda e due teste: la coda è formata dalle due catene pesanti
disposte in parallelo tra di loro, poi ad un certo punto si separano e
ciascuna catena pesante fa a formare l’asse di ciascuna testa. Ogni
catena pesante qui è parallela a due catene leggere.
Le molecole di miosina si legano tra di loro con dei legami coda-coda
che avvengono a livello della linea M grazie a proteine dette proteine M e
miomesine.
FILAMENTI SOTTILI.
I filamenti sottili vanno dalla linea Z fino alla banda H che sta all’interno
della banda A. Sono costituiti da actina e da due proteine regolative che
sono troponina e tropomiosina. Ogni filamento sottile è formato da due
filamenti di F-actina disposti ad elica in maniera destrorsa. Ogni
filamento di F-actina è fatto a sua volta da subunità globulari di G-actina.
Nel filamento sottile ci sono quindi anche troponina e tropomiosina. La
troponina è una proteina globulare fatta da parecchie subunità, che sono
la troponina C, che lega calcio; troponina I che inibisce il legame tra
filamenti sottili e spessi; e troponina T che lega la tropomiosina.
La tropomiosina invece è fatta da molecole filamentose alpha, tipiche
delle fibre veloci, e beta, tipiche delle fibre lente.
COSTAMERO.
È una struttura di passaggio tra i singoli sarcomeri e interessa anche le
miofibrille. Il costamero serve a far sì che l’accorciamento del
sarcomero comporti l’accorciamento della cellula muscolare.
Le proteine che costituiscono il costamero sono 3: desmina, plectina e
distrofina.
1) La desmina fa parte dei filamenti intermedi e si trova a livello della
linea Z.
2) La plectina fa da collegamento tra i filamenti intermedi di desmina e
le linee Z.
3) La distrofina è una proteina che connette l’actina citoscheletrica al
sarcolemma lengandosi ad alcuni proteoglicani come i distroglicani e i
sarcoglicani.
LA CONTRAZIONE MUSCOLARE.
Durante questo meccanismo la lunghezza della banda I diminuisce e
quindi le linee Z si avvicinano tra di loro, mentre la banda A resta
costante, anche se si riduce la banda H. Quando il sarcomero si contrae
i filamenti sottili scorrono lungo quelli spessi, e di conseguenza il
sarcomero stesso si accorcia. Questa teoria è detta dello scorrimento
dei mio filamenti.
L’energia per la contrazione muscolare viene fornita dall’idrolisi dell’ATP
ad opera dell’enzima ATPasi. Tutto parte da un impulso nervoso che