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La scuola come strumento di promozione sociale

Per evitare lo spreco dei talenti, la scuola si apre a nuove classi sociali e funziona progressivamente sulla base del merito e del rendimento, riducendo l'influenza dei fattori ascritti (l'appartenenza sociale delle famiglie, il genere, l'abitazione). La scuola, secondo questa visione, non solo assicura la socializzazione ai valori fondativi della società ma garantisce l'allocazione dei migliori individui nei posti più prestigiosi e importanti della stratificazione sociale.

Una prima impostazione, definita della "deprivazione", pone come l'ambiente proprio punto focale di ricerca la famiglia e socioculturale di partenza dei ragazzi: utilizzando, alternativamente o congiuntamente, variabili geografiche, linguistiche, culturali ed economiche: tali indagini attribuiscono la diversa riuscita scolastica alle differenze relative all'ambiente di origine ed al tipo di socializzazione primaria ricevuta.

Sono state considerate:

materiale (dieta insufficiente e condizioni abitative inadatte); - la deprivazione culturale (basata sul presupposto che l'ambiente ed il sistema di valori della classe operaia sarebbero sfavorevoli al successo scolastico); - la differenziazione culturale (focalizzata sulla discrepanza tra la cultura operaia e la cultura scolastica di classe media). L'evidenza empirica dimostra che così non è; tutti i processi di partecipazione scolastica restano ancora fortemente segnati, in Italia e altrove, dai fattori classici di demarcazione sociale anche in presenza di un innalzamento generalizzato dei livelli di istruzione. Ecco alcuni elementi che supportano questa affermazione: - La probabilità di trovarsi in un contesto di lavoro o di studio nelle diverse classi di età dipende dal titolo di studio dei genitori e dalla loro condizione professionale; - La scuola secondaria è fortemente differenziata e tale differenziazione di indirizzi si sovrappone a unacomposizione sociale degli studenti. - Ripetenze e ritardi scolastici colpiscono maggiormente i ragazzi rispetto alle ragazze, si manifestano nei momenti di passaggio del sistema educativo, e investono più le scuole professionali e tecniche e meno i licei. - I tassi di passaggio e la frequenza universitaria variano fortemente a seconda della scuola secondaria di provenienza. Insomma l'universo scolastico è tutto fuorché omogeneo. Come segnalano Bourdieu e i teorici della riproduzione, vi è insomma il grosso rischio che la scuola serva essenzialmente a trasformare il vantaggio sociale in vantaggio educativo, fornendo una legittimazione meritocratica e falsamente universalista alle disuguaglianze. Per questo la piena democratizzazione della scuola, sancita peraltro dal dettato costituzionale, resta un importante traguardo ancora da conseguire. Sembra invece a portata di mano la rimozione di uno degli elementi portanti delladisuguaglianza educativa, quello di.

genere: le ragazze riescono meglio a scuola e hanno ormai piena cittadinanza in tutti gli ordini di studi. Fra la classe sociale di appartenenza e il successo negli studi vi è una relazione positiva. Quanto più elevata è la classe di origine, quanto più probabile è che lo studente abbia un buon rendimento scolastico e che continui a lungo gli studi, fino alla laurea e oltre. Molte di queste ricerche hanno inoltre messo in luce che ciò che influenza maggiormente sul successo negli studi non è il reddito di origine e l'occupazione dei genitori, ma il livello di istruzione della famiglia.

Di questa relazione fra classe sociale e successo scolastico sono state fornite diverse spiegazioni. - Per la teoria del deficit, se i giovani provenienti dalle classi sociali più basse hanno un cattivo rendimento scolastico e interrompono presto gli studi è perché, a differenza di quanto avviene nelle classi medie, la famiglia non fornisce

loro né le capacità cognitive e linguistiche né i valori, gli atteggiamenti e le aspirazioni che la scuola richiede. Se non riescono a scuola è perché mancano di tutti questi attributi, è perché sono in una situazione di "privazione culturale". Critici nei riguardi di questa impostazione sono i sostenitori della teoria della differenza, che rimproverano alla teoria del deficit di cercare le cause dei fallimenti e dei ritardi non nelle istruzioni scolastiche, ma esclusivamente nei bambini e nel loro ambiente di origine. Spostando l'attenzione dalla scuola al bambino, la teoria del deficit fa dimenticare le discriminazioni sociali che la prima opera nei confronti del secondo. Varie ricerche hanno mostrato che, se gli allievi provenienti dalle classi sociali più basse hanno un cattivo rendimento scolastico non è tanto perché sono "culturalmente privati", questo è esattamente.ciò che la scuola e gli insegnanti si aspettano da loro. La spiegazione più convincente della relazione tra classe sociale e successo scolastico è quella proposta da Pierre Bourdieu (1930-2002). Secondo questo sociologo francese, se gli studenti delle classi agiate vanno meglio a scuola è perché godono di privilegi sociali. La famiglia trasmette ai figli un certo capitale culturale, cioè un complesso di conoscenze e di valori, e un certo ethos di classe, cioè un insieme di atteggiamenti nei riguardi della cultura. Il primo influisce sul rendimento scolastico, il secondo soprattutto sulla durata della carriera scolastica. Questa eredità culturale viene trasmessa non attraverso sforzi metodici, ma per "osmosi", contribuendo in questo modo membri della classe colta la convinzione che essi non devono altro che alle doti naturali quelle cognizioni, quelle capacità e quegli atteggiamenti che a loro non appaiono come.

Il risultato di un continuo addestramento". Trattando tutti gli studenti come se fossero uguali, la scuola conferisce alle differenze culturali di partenza una sanzione formale, le legittima e le giustifica. Induce così gli individui a pensare che le disuguaglianze sociali siano dovute alle doti, cioè siano naturali. La scuola accorda inoltre un vantaggio supplementare ai più avvantaggiati, perché "il sistema di valori è molto simile a quello impliciti che presuppone e che trasmette" delle classi più agiate. Quando, ad esempio, gli insegnanti privilegiano le qualità "brillanti" a scapito della "serietà" non fanno altro, a ben vedere, che valorizzare quei tratti che i giovani delle classi agiate hanno acquisito per osmosi dai loro genitori (lo stile, il gusto, lo spirito) e che "sembrano naturali ai componenti della classe colta soltanto perché costituiscono la "cultura" di tale

Per capire come funzionano i meccanismi di disuguaglianza all'interno dello spazio scolastico diviene allora necessario prendere in considerazione diversi fattori. Come ad esempio le aspettative degli insegnanti e i loro stili di insegnamento.

Le aspettative degli insegnanti e gli stili di insegnamento

In un noto lavoro degli anni '60, Rosenthal e Jacobson mettono in evidenza il peso delle aspettative nell'orientare, sostenere, classificare, valutare i propri allievi, con l'obiettivo di superare la teoria del deficit. Alcuni ragazzi non riescono perché provengono da una classe sociale culturalmente svantaggiata. È importante interrogarsi sulle pratiche professionali che conducono ad esiti di inclusione/esclusione. Secondo tali autori, nella scuola si innescano con facilità meccanismi di profezia che si autoadempie, attraverso cui le rappresentazioni e definizioni sociali dei docenti contribuiscono alle definizione e rappresentazioni che le

persone hanno di sé in quanto buoni/cattivi allievi. Tali profezie vengono incorniciate poi in profezie istituzionali (le graduatorie, i voti e i risultati negli esami), con tutta la forza di routine burocratiche che spesso divengono il linguaggio di comunicazione fra scuole e insegnanti. Con le parole dei due autori "la causa dello scarso rendimento scolastico dei bambini svantaggiati viene di solito semplicemente identificata nel fatto che questi bambini appartengono a un gruppo svantaggiato. Ma vi può essere anche un'altra causa: il bambino ha uno scarso rendimento perché è esattamente quello che ci si aspetta da lui. In altre parole, le sue deficienze possono essere dovute non alle caratteristiche etniche, culturali od economiche del suo ambiente di origine, ma alla risposta dell'insegnante a queste caratteristiche". Il loro lavoro apre la ricerca sul ruolo degli insegnanti nella riproduzione delle disuguaglianze e quindi rimette in discussione

Il ruolo imparziale e neutro dei docenti, visti sino ad allora come professionisti dedicati alla trasmissione di un patrimonio culturale in modo libero da influenze, alla vigilia del '68 francese, con parole analoghe a quelle di Pierre Bourdieu e di don Milani, ci restituisce il senso di questo paradosso: "Se si prendono veramente sul serio, le disuguaglianze socialmente condizionate nei confronti della scuola e della cultura, si è obbligati a concludere che l'eguaglianza formale cui ubbidisce tutto il sistema scolastico è in realtà ingiusta e che, in tutte le società che si proclamano democratiche, difende i privilegi in misura maggiore della trasmissione manifesta dei privilegi. In effetti, perché siano favoriti i più favoriti e sfavoriti i più sfavoriti, è necessario e sufficiente che la scuola ignori, nel contenuto trasmesso, nei metodi e nelle tecniche di educazione, trasmissione e nei criteri di giudizio, le"

disuguaglianze culturali fra i ragazzi delle diverse classi sociali. In altri termini, trattando tutti gli allievi, per diseguali che siano, come eguali in diritti e doveri, il sistema scolastico tende a ratificare le disuguaglianze iniziali nei confronti della cultura.

La società e l'economia

La società e l'economia richiedono un livello di istruzione sempre più elevato e tendono sempre di più a collegare il titolo di studio con l'accesso alle diverse tipologie di professioni: "chi ha studiato di più ha accesso a un maggior numero di ricompense sociali (ricchezza, prestigio, potere)".

L'istruzione, la formazione, la ricerca di base e applicata, rappresentano settori strategici e prioritari.

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
12 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher siyalu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Zocchi Del Trecco Angela Maria.