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- STUDI DI PRIMA GENERAZIONE
Gli studi di prima generazione, tramite l’utilizzo di prove piagetiane classiche tipiche del
periodo operatorio (compiti di conservazione) e del periodo formale (proporzionalità e
combinazione di criteri), hanno studiato le attività di cooperazione o divergenze dei partner per
risolvere un compito durante la loro interazione sociale. L’ipotesi è che il progresso individuale
derivi o sia influenzato positivamente o negativamente dal contesto sociale. Tre condizioni
sperimentali di ricerca dove si modificano le variabili dell’INTERAZIONE SOCIALE, STATUS
SOCIALI, NORME E RAPPRESENTAZIONI.
Nella PRIMA CONDIZIONE SPERIMENTALE c’è un Pre-Test (individuale), Test (cooperativo, tra
bambini che hanno fallito il pre-test), Post-Test (individuale). Il test è quello del VILLAGGIO
(conservazione relazioni spaziali).
I primi risultati hanno mostrato che:
- i soggetti costruiscono strumenti cognitivi che ancora non padroneggiano a livello individuale
coordinando le proprie azioni con i proprio partner (anch’essi incapaci di risolvere il compito)
- i soggetti che partecipano a queste interazioni diventano capaci di eseguire da soli compiti di
difficoltà analoga
- i soggetti non risolvono solo un compito ma costruiscono una nozione generale da applicare
per la risoluzione di compiti simili
Le interazioni sociali diventano fonti di progresso cognitivo attraverso i CONFLITTI DI
COMUNICAZIONE. La costruzione in comune delle risposte attraverso la messa in discussione
dei rispettivi punti di vista è stata chiamata TEORIA del CONFLITTO SOCIOCOGNITIVO. Se il
conflitto di comunicazione viene risolto attraverso modalità relazionali (condiscendenza,
compiacenza, conformismo, accettazione acritica) non si ha progresso cognitivo (capita
soprattuto in compiti di connotazione sociale dove c’è una differenza di STATUS tra partner,
analizzati dalla SECONDA CONDIZIONE SPERIMENTALE). Due risultati importanti:
- le abilità cognitive acquisite non derivano dall’imitazione dei comportamenti del partener
(anche chi è di livello superiore progredisce).
- i bambini possono progredire se lavorano da soli (nella connotazione sociale).
Il test per la connotazione sociale è il TEST del VILLAGGIO, stessa difficoltà ma lo spazio è
connotato socialmente, ha un significato. La connotazione sociale permette la produzione di
una risposta ancora inaccessibile al soggetto a causa del conflitto generato fra l’operazione
logica necessaria alla soluzione del compito e la norma sociale da sottostare.
- STUDI DI SECONDA GENERAZIONE
Gli studi di seconda generazione, a differenza di quelli di prima, estendono il loro campo di
ricerca al periodo logico-formale piagetiano. Vengono utilizzati compiti tipici del problem
solving dove per essere risolti richiedono l’applicazione di due tipi di regole distinte: regole
INTRACRITERI (fra oggetti di una stessa classe) e regole INTERCRITERI (tra oggetti di classi
diverse). Ci sono quattro condizioni sperimentali:
- lo sperimentatore spiega le regole e poi propone esercizi di applicazione pratica
- il soggetto deve scoprire da solo le regole partendo da un esempio disegnato ed eseguire il
compito
- due soggetti devono scoprire le regole osservandosi a vicenda senza comunicare
- due soggetti devono scoprire insieme le regole e sono invitati a discutere le loro soluzioni e
dare una risposta finale insieme.
La quarta condizione è la più efficace.
Si è ipotizzato che le divergenze tra i punti di vista dei soggetti attiverebbero il processo
dialettico del pensiero individuale (il dialogo cognitivo con se stesso prende avvio dal dialogo
con l’altro). L’interazione NON deve essere necessariamente CONFLITTUALE, è sufficiente che
si attivi un cambiamento delle procedure iniziali di soluzione.
Seconda linea di ricerca: nozione di VELOCITÀ LINEARE e VELOCITÀ ANGOLARE. Tre condizioni
sperimentali:
- i soggetti lavorano a gruppi di quattro
- i soggetti devono risolvere il compito da soli e devono rispondere ad un questionario a scelta
multipla dove le domande hanno l’obiettivo di attivare una riflessione sulle nozioni del
compito
- i soggetti devono rispondere individualmente
La discussione di gruppo è nuovamente la più efficace perché sollecita i soggetti ad esplorare
approfonditamente i concetti. La qualità e la durata della discussione sono fattori importanti
per lo sviluppo cognitivo (le situazione di conflitto necessitano di una certa qualità (deve
escludere forme di relazione come la compiacenze e sottomissione) e durata (scambi ripetuti)
per innescare una negoziazione efficace. Anche la modalità con la quale viene presentato il
compito e il grado di familiarità con il compito sono attributi fondamentali.
- STUDI DI TERZA GENERAZIONE
Gli studi di terza generazione, basandosi sugli studi della prima e seconda, ipotizzano che i
soggetti costruiscano insieme, oltre alla soluzione dei compiti tramite l’interazione sociale,
anche il SIGNIFICATO stesso del compito. La costruzione attiva dei significati del compito
durante l’interazione tra i soggetti viene definita una vera e propria pratica sociale che implica
una negoziazione delle IDENTITÀ SOCIALI reciproche. Questo tipo di interazione sociale spinge
i partner a:
- costruire insieme i significati del compito
- costruire insieme una relazione, interpretando dei ruoli e trasformandoli durante l’interazione
- costruire immagini sociali e personali di sé
- compiere attività di ordine cognitivo
Queste pratiche sociali sono governate da un insieme di regole implicite ed esplicite che sono
legittimate dalla comunità scientifica, definite CONTRATTO SPERIMENTALE, preposto a regolare
le relazioni fra ricercatore e soggetto. Nel caso specifico dell’istruzione le relazioni tra insegnate
e alunno sono regolate dal CONTRATTO DIDATTICO. Il contratto didattico ha lo scopo di
delineare la cornice all’interno della quale i soggetti possono interagire, organizzando e
orientando le loro azioni all’interno del contesto. Nel corso degli anni sono state individuate
quattro norme fondamentali del contratto didattico:
- PRIMA NORMA: la relazione tra insegnanti e alunni è asimmetrica (non hanno stessi diritti e
doveri)
- SECONDA NORMA: gli alunni si aspettano che l’insegnante ponga interrogativi a cui è
possibile rispondere.
- TERZA NORMA: gli alunni si aspettano che l’insegnate formuli le domande in modo tale da
indicare o suggerire le risposte corrette all’interno della domanda stessa.
- QUARTA NORMA: gli alunni si aspettano che i dati per risolvere un compito siano necessari,
sufficienti e pertinenti per fornire la soluzione. (PROBLEMI ASSURDI)
La nozione di contratto didattico implica una forte connotazione sociale. Il soggetto risponde in
funzione delle proprie aspettative, delle proprie interpretazioni della situazione, delle
aspettative che attribuisce agli altri, del sistema di norme del contratto che regola la
situazione. I soggetti rielaborano, ricostruiscono e interpretano.
- STRUMENTI DEGLI ADULTI NELLA ZOPED
La zona di sviluppo prossimale concettualizzata da Vygotskij viene definita come la distanza fra
il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo raggiungibile da un soggetto se assistito da un
partner più abile. La zoped definisce i limiti cognitivi entro i quali l’insegnamento ha effetto,
che comunque deve essere superiore al livello di sviluppo attuale.
Gli adulti dispongono di diversi strumenti, riassumibili in: osservazione di comportamenti, uso
della contingenza, informazioni sull’attività in corso o svolta (Feedback), istruzioni sul compito,
porre domande, strutturazione cognitiva, scaffolding.
- Osservazione di comportamenti: un soggetto esperto offre al partner un comportamento
da osservare e da imitare, che sia intenzionale o meno. Nella vita quotidiana la
socializzazione dei bambini è fortemente influenzata dall’osservazione e imitazione del
comportamento degli adulti. Partecipare alle attività quotidiane domestiche viene definita
un’attività di PARTECIPAZIONE GUIDATA (i soggetti osservano le sequenze di azioni, fanno
domande e possono partecipare). Ha un significato molto più ampio dell’apprendimento per
modellamento perché non implica un effetto immediato o inevitabile.
- Utilizzo della contingeza: viene utilizzata per regolare e controllare i comportamenti già
appresi tramite l’utilizzo di PREMI o SANZIONI. Un premio facilità che un comportamento
desiderato venga ripetuto e sono: incoraggiamenti verbali, privilegi simbolici o regali
materiali. Le sanzioni invece permettono che un comportamento non venga ripetuto. In
ambito didattico le sanzioni consistono nel non fornire premi, la loro sottrazione o rimproveri
verbali.
- Feedback: è uno degli strumenti più diffusi ed efficaci. Consiste in un commento contenente
informazioni sull’attività svolta, una valutazione esplicita (voto, giudizio) riferita alle
prestazioni.
- Istruzioni sul compito: molto diffuso nelle pratiche della vita quotidiana. Viene richiesto ai
soggetti di eseguire e portare a compimento un compito. Per ottenere che le richieste dirette
raggiungano lo scopo prefissato è necessario che rientrino all’interno di un sistema di
obiettivi condivisi.
- Porre domande: prevede l’utilizzo di domande che promuovano un’attività cognitiva e non
finalizzate alla valutazione. Tramite le domande l’insegnate può cogliere il livello potenziale di
sviluppo degli alunni e pianificare un comportamento di assistenza.
- Strutturazione cognitiva: tramite questa attività vengono rese disponibili ai soggetti le
modalità adulte di organizzazione cognitiva e vengono distinte le STRUTTURE DI
SPIEGAZIONE e le STRUTTURE DI ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE. Le
strutture di spiegazione sono i concetti utili a organizzare le percezioni e le relazioni tra le
informazioni già assimilate e quelle nuove. Le strutture di organizzazione invece sono
suggerimenti sulla memorizzazione e sulle modalità di organizzazione delle conoscenze
apprese.
- Scaffolding: L’adulto organizza i propri interventi verso il bambino offrendogli
un’impalcatura grazie alla quale egli può realizzare un compito altrimenti non ancora
possibile. Sono state distinte cinque diverse fasi dello scaffolding:
- Coinvolgimento del bambino nell’attività.
- La riduzione della difficoltà del compito
- Mantenere orientata l’attività (evitare la distrazione)
- Segnalazione delle caratteristiche specifiche del compito (per favorire la comprensione)
- Controllo della frustrazione (evitare che gli insuccessi ostacolino la prosecuzione nel compito)
Tre aspetti ricorrenti nello scaffolding son