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LEGGI URBANISTICHE
• Legge del 17/8/1942, numero 1150
• È il primo ordinamento sistematico per la disciplina dell’uso del territorio
• Scopi: sviluppo quantitativo e miglioramento qualitativo degli aggregati urbani
tramite un rapporto preciso dei ruoli delle opere pubbliche e dell’edilizia privata,
secondo una visione:
• Territoriale della pianificazione urbanistica (piano di coordinamento e piani
intercomunali)
• Riguardante l’intero territorio comunale (piano regolatore generale)
• Si voleva un rapporto equilibrato tra città pubblica e privata
• Problema: non dice dove reperire le risorse per la città pubblica => venivano dallo
stato
• Composta da 4 Titoli
I. • Mai modificato, ma poi potere trasferito alle regioni (legge del
decentramento di funzioni del 1972)
• Contiene disposizioni programmatiche
• Fissa le competenze del Ministero degli LL.PP. (Lavori Pubblici) e
degli organi compartimentali periferici
II. Suddiviso in 4 capi:
• II.1: modi di attuazione: la disciplina urbanistica si attua attraverso:
• Piani regolatori territoriali (PRT, oggi PTC)
• Piani regolatori comunali (PRC)
• Normale sull’attività costruttiva edilizia (NACE)
• II.2:
• Tali piani sono di competenza del Ministero LL.PP., con
l’obbligo dei comuni di uniformare ad essi il PRC
• II.3: Piani Regolatori Comunali: 14
• Specifica contenuto e funzione degli strumenti urbanistici
comunali:
• PRG (piani regolatori comunali)
• PP (piani regolatori particolareggiati)
• NTA (norme tecniche di attuazione)
• Notevoli modifiche con la legge ponte e le successive
III. Determinazione dell’indennità di espropriazione
• Modificato
IV. Disposizioni generali e transitorie
• Modifiche per violazioni delle leggi urbanistiche, per rilascio di
concessioni in deroga, per norme imitatrici dell’attività edilizia dei
comuni senza strumenti urbanistici, per regola da osservare per fare e
variare i piani
Competenze territoriali di Stato, Regioni ed Enti Locali
• Regioni istituite per il decentramento delle funzioni dello Stato. Trasferimento alle Regioni
di funzioni amministrative su urbanistica, viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse
regionale
• Leggi quadro per non avere contrasti con la Costituzione
• Le Regioni possono delegare alla Provincia e ai Comuni; hanno funzione di coordinamento
per gli Enti Locali (Province + Comuni)
• Legge n° 142 del 1990 sull’Ordinamento delle Autonomie Locali
• Afferma autonomia statutaria delle comunità locali ordinate in Comuni e Province
• Ne definisce ruoli e funzioni
• Stabilisce rapporti tra Regioni ed Enti Locali
• Comune: ente locale che rappresenta la propria località
• Provincia: ente locale intermedio, è un tramite
• Comune e Provincia hanno funzioni proprie e esercitano le funzioni date da Stato e
Regione
• Regione: ente di programmazione e di indirizzo verso gli Enti Locali
• Determina gli obiettivi generali
• Ripartisce le risorse
• I settori di competenza provinciale sono:
• Difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell’ambiente e prevenzione delle calamità
• Tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche
• Valorizzazione dei beni culturali
• Viabilità e trasporti
• Protezione della flora e della fauna
• Caccia e pesca nelle acque interne
• Smaltimento dei rifiuti
• Controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche
• Servizi sanitari pubblici
• Istruzione di secondo grado 15
• Assistenza agli enti locali
• Promuovere e coordinare attività
• Realizzare opere di interesse in vari settori
• Compiti specifici:
• Tramite fra Comuni e Regioni
• Concorrere alla determinazione del programma regionale di sviluppo
• Adottare/formulare propri piani/programmi di carattere generale e settoriale
• La provincia adotta il PTCP: determina gli indirizzi
• PTCP + piani vanno alla Regione per farne accertare la conformità
Ripartizione delle competenze per la pianificazione
• Regione:
• Urbanistica
• Programmazione sociale/territoriale
• Indirizzi agli enti locali
• Definire criteri e procedure per i piani di Province e Comuni
• Province:
• Concorso alla definizione dei contenuti dei piani dello Stato/Regione attraverso le
proposte del Comune
• Concorso a determinare il programma regionale
• Formulare propri programmi pluriennali
• Coordinamento dei programmi dei Comuni
• Adottare il PTC (piano territoriale di coordinamento)
• Determinazione dell’indirizzo di assetto del territorio
• Area metropolitana:
• Pianificazione territoriale dell’Area Metropolitana
• Consorzi:
• Funzione organizzativa e gestionale per compiti specifici
• Comunità montane:
• Piani pluriennali
• Individuare strumenti per sviluppo
• Concorso al PTC
• Comuni:
• Adozione del PRG
• Pianificazione
• Concorso a determinare gli obiettivi dei piani di Stato e regionali
• Circoscrizioni:
• Compito consuntivo attraverso proposte/pareri sui piani urbanistici della propria
circoscrizione
Modifiche alla legge 1150
• Oggi è ancora in vigore la legge 1150, anche se modificata
• Le riforme più importanti sono state introdotte dalla legge 765 del 1967 (legge ponte): 16
• In questo periodo lo stato era ancora molto accentrato
• Articolata in titoli, suddivisi in articoli
• Legge del 1972:
• Trasferimento alle regioni della materia urbanistica, seguendo le leggi quadro date
dallo Stato. Le regioni fanno leggi di completamento alle leggi quadro
• Legge 51 del 1975:
• La Lombardia si è dotata di una legge urbanistica regionale
• Legge 12 del 2005:
• Manda in pensione la 51 del 1975
• Si chiama Legge di Governo del Territorio
Effetti dell’innovazione culturale urbanistica delle Regioni (anni 90)
• Nuova vitalità: cambiamento dei principi, regole, pratiche
• Esigenza dovuta a fattori come:
• Cambiamenti dei processi socio-economici e territoriali
• Crescita delle criticità dell’ambiente
• Rivedere i modelli di sviluppo => sviluppo sostenibile
• Trasformazione dei rapporti tra le istituzioni:
• Principio di sussidiarietà: dà competenze decisionali all’ente più vicino ai
cittadini interessati
• Pochi miglioramenti:
• Problemi idrogeologici
• Abbandono di aree marginali
• Forma urbana carente
• Degrado fisico/funzionale di aree metropolitane
• Scarsa funzionalità delle comunicazioni
• Ciò influenza le attività regionali per:
• La formazione delle leggi urbanistiche
• La pianificazione (territoriale, paesistica, di settore)
• Diversi comportamenti delle Regioni:
• Nuove leggi innovative
• Nuove legge senza innovazione
• Modifiche parziali
• UE dà importante contributo al cambiamento con diffusione dei temi:
a) Ambientali/ principi di sostenibilità:
• Conservazione risorse irriproducibili
• Prevenzione/riduzione rischi
• Protezione del paesaggio e dell’identità culturale
b) Sussidiarietà:
• Ogni livello di governo può formare/approvare un piano, previa verifica di
compatibilità con gli altri piani
c) Flessibilità: 17
• Piano comunale viene diviso in:
• Parte strutturale: stabile, coerenza rispetto a tutto il sistema di
pianificazione
• Parte operativa: modificabile, solo il Comune garantisce la coerenza
d) Informazione e comunicazione:
• Vengono formati Sistemi Informativi Territoriali: patrimonio regionale
messo a conoscenza/servizio degli utilizzatori
INDAGINI SOCIALI
• Ci si sofferma sulla parte antropizzata del territorio e sulla sua comunità
• Suddiviso in sottocapitoli
Fattori demografici
• Demografia: scienza che studia dal punto di vista quantitativo la struttura, i movimenti, la dinamica della
popolazione, cioè la sua composizione per classi di età, sesso, occupazione, ecc. e le continue variazioni
che essa subisce con nascite, morti e movimenti migratori
• I principali aspetti demografici analizzati riguardano:
• Analisi storica:
• È la ricostruzione dell’andamento della popolazione nel tempo, per un periodo di anni
sufficientemente ampio
• I dati usati sono quelli censuali e quelli pubblicati dalle anagrafi comunali
• I censimenti rilevano la popolazione:
• Residente: persone con dimora nel territorio considerato
• Presente: persone presenti al momento del rilevamento; questo dato è migliore,
ma se fatto in un giorno qualunque.
• Censimento della popolazione italiana ogni 10 anni dal 1861
• Movimento demografico
• Composizione per sesso ed età
Fattori umani
• Età/sesso:
• Tramite il censimento è possibile tracciare un diagramma che distingue maschi e femmine, con
sulle ascisse le classi di età (ogni 5 anni) e in ordinata i residenti
• Interessante il variare del grafico nel tempo, anche per vedere quali necessità e servizi
occorreranno
• Per confrontare i grafici, questi devono essere nella stessa scala
• Diversi tipi di diagramma:
• Rigonfiato: tipico delle grandi città, interessate da flussi migratori per motivi lavorativi
(immigr.>>emigr. e nati<morti)
• A piramide: forte emigrazione (immigr.<emigr. e nati>>morti)+
• A fungo: predominanza popolazione anziana (immigr.<<emigr. e nati<morti)
• A fuso: uniformità, stazionarietà (immigr.≈emigr. e nati≈morti)
• Attività:
• Il censimento divide la popolazione in attivi e non 18
• Attivo: colui che risiede nel comune e svolge un’attività economicamente rilevante,
indipendentemente da dove la svolge. È un dato che caratterizza la società
• Differente dal concetto di addetto: colui che lavora nel comune indipendentemente da
dove risiede. È un dato che caratterizza l’economia
• Ci sono persone che sono sia addetti che attivi
• Suddivisi nei tre settori primario, secondario e terziario
• Vengono riportate sub-categorie molto ampie
Fattori edilizi
• Divisa in due parti:
• Indagine qualitativa:
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