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GLI ALBORI DELLA NET.ART

!

Verso la fine degli anni ’90, i nuovi centri di computer e i programmi di media art

divennero istituzioni sempre più prominenti nel panorama culturale e di intrattenimento

europeo e russo, offrendo eventi, formazione, accesso a internet e strumenti produttivi.

Internet diventava emblema di una società che eliminava sempre più confini e

raccoglieva sotto di sé una crescente schiera di entusiasti, in virtù di un accesso

all’informazione in costante espansione.

!

Molti artisti operavano in arti tradizionali come la fotografia, la street art e il filmmaking

prima di sperimentare l’arte online, andando a sperimentare nei centri multimediali

come T0 (Vienna), C3 (Budapest) e Backspace (Londra). Anziché pellicole o pittura ad

olio, usavano strumenti di produzione a bassa fedeltà che offriva la rete: HTML, grafica

digitale.

!

Questa prima generazione di net.artisti mostrò diversi interessi. Alcuni volevano

riallineare le modalità di comunicazione ed il pubblico destinatario, attraverso il dialogo

e lo scambio diretto con altri artisti e altri appassionati da tutto il mondo, liberandosi da

mediazioni commerciali operato da gallerie, musei e distributori.

Dal 1993 al 1996 furono esplorati sei temi principali formati dalla net.art: email; siti web;

grafica; audio; video; animazioni digitali. Citandosi, sovrapponendosi e interagendo

l’uno con l’altro.

!

Uno dei primi esempi di lavoro in cui lo spettatore poteva interagire influenzando

direttamente l’arco narrativo di una storia è ‘My Boyfriend Came Back From the

War’ (http://www.teleportacia.org/war/war.html) di Olia Lialina. Quest’opera utilizza

della semplice grafica con del testo, dei frames per suddividere la pagina web e

collegamenti ipertestuali. L’uso di grafica in bianco e nero a bassissima definizione crea

un equilibro estetico perfetto.

!

In contrasto con i lavori dal contenuto testuale discorsivo, attraverso il collettivo jodi.org,

John Heemskerk e Dirk Paesmans furono tra i primi ad avventurarsi nella piena

astrazione tecnologica. Il duo creò interfacce grafiche molto aggressive, ignorando la

coerenza col contenuto. Alcune di queste interazioni possono essere viste in http://

wwwwwwwww.jodi.org/. La pagina principale è caotica, ripetitiva, spiazzante ma oltre

questa pagina giace un codice sorgente che rivela una successione di immagini

assemblate accostando i caratteri, raffiguranti apparecchi scientifici o simboli astrologici.

!

I net.artisti erano costantemente in contatto tra di loro e per rendere questi scambi di

idee ancora più visibili nel ’96, alcuni di loro decisero di creare un circuito collegando le

proprie pagine: Refresh. Questo progetto rendeva automatico il trasferimento da un sito

all’altro attraverso l’uso di un semplice tag nel codice HTML. Metteva quindi in relazione

siti di autori diversi, ospitati da server dislocati a migliaia di chilometri gli uni dagli altri.

Rendeva, quindi, palese ad un pubblico più ampio l’esistenza di un circuito di

collaborazioni e scambi, visibile fino a quel momento sono agli addetti ai lavori.

Attraverso questa iniziativa, il lavoro di elaborazione discorsiva e di sperimentazione

pratica, si apriva ormai a connessioni e influenze diverse.

!

!

IL CYBERFEMMINISMO

!

Tra i vari campi di pratica esplorati e spesso anche generatisi dalla stessa net art, il

‘cyberfemminismo’ fu uno di questi. Questo termine fu coniato dalla teorica Sadie Plant

che, insieme al collettivo australiano VNS Matrix, ritenne la rete un luogo perfettamente

inerente al mondo femminile. La migrazione del femminismo nei campi dell’information-

technology si può definire la terza ondata dell’intento femminista di occupare diverse

piattaforme per l’azione pubblica e la protesta. Il cyberfemminismo copre in genere tre

aree di discussione: descrive la posizione delle donne nelle discipline e nei lavori

tecnologici; indirizza le esperienze femminili nella tecnocultura, inclusi i suoi effetti sul

lavoro, la vita domestica, sociale e nel tempo libero; e, infine, commenta l’appartenenza

di sesso delle varie tecnologie, possibilmente nella loro femminizzazione o

erotizzazione. !

VNS Matrix venne formato nel

1991 in Australia dai membri

Josephine Starrs, Francesca da

Rimini, Julianne Pierce e Virginia

Barratt, con lo scopo di usare e

manipolare la tecnologia per

creare spazi digitali in cui poter

indirizzare identità e politiche

sessuali.

!

Nel ‘Manifesto Cyberfemminista

per il 21esimo secolo’, il gruppo

Matrix sfoggia strategici cambi

di identità e spettri di potere

sessuale, così come la

combinazione di linguaggi

tecnici e sessuali. La presenza

dei suoi membri a conferenze e

mail lists sottolineò come la rete

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paola01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di teoria delle Arti multimediali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Nuova Accademia di Belle Arti - NABA o del prof Capucci Luigi.