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La politica secondo Hobbes
Per Hobbes la politica è un prodotto, non è naturale, lo Stato (espressione della politica) è una sorta di grande macchina che va costruita. Hobbes rifiuta la naturalità della politica, dei rapporti sociali, il fatto che l'uomo sia un animale sociale. L'uomo si avvicina ad altri simili per cercare onore, utilità, vantaggio (o in termini reputazionali o economici/materiali), essere più attrezzato nella lotta perenne che si svolge fuori e dentro lo stato di natura, ma soprattutto dentro perché manca ogni tipo di regolazione politica, lo scopo è egoistico, individualistico. L'uomo non si avvicina perché ama indistintamente tutti gli altri uomini. Entrando nello stato politico non scompaiono i conflitti, ciò che cambia sono le conseguenze dei nostri comportamenti dentro o fuori dallo stato naturale. Hobbes elenca una serie di esempi per dare spessore alla sua tesi. Anche nelle riunioni di piacere (non per affari),
natura è caratterizzato da egoismo, individualismo e mancanza di solidarietà. Gli uomini sono guidati dal proprio interesse personale e sono pronti a sfruttare gli altri per ottenere vantaggi. Non c'è spazio per l'amore per il prossimo o per l'altruismo. La competizione è la regola e si manifesta attraverso la derisione e la condanna degli altri. Anche quando i partecipanti alla conversazione se ne vanno, si inizia a criticarli. L'ultimo a lasciare la conversazione è considerato il più furbo. L'uomo, per sua natura, non è buono e non è incline ad aiutare gli altri. La simpatia, intesa come condivisione di uno stato emotivo di solidarietà, è assente. Gli uomini sono interessati solo a garantire la propria sopravvivenza e a consolidare le proprie possibilità di successo. In uno stato di natura, caratterizzato da una guerra di tutti contro tutti, non esiste un potere politico.natura (in assenza di potere politico) è dominato da due concetti: utilità materiale e ambizione (reputazione, vana gloria, vanità, desiderio di apparire, di dimostrarsi migliore degli altri in una competizione fondata sui beni materiali e sul ruolo sociale che si vuole assumere). Lo stato di natura è un esperimento mentale. Nello stato di natura (condizione prepolitica) l'uomo è interessato esclusivamente ad aumentare le proprie chance di sopravvivenza (istinto alla conservazione) e la propria reputazione (evitando ostilità). Tutti possiedono tutto, non esiste la proprietà, vige il diritto ad appropriarsi di qualsiasi cosa fin dove le nostre capacità lo consentono. Ciò è un elemento di continua conflittualità. Nello stato di natura non si genera un ordine naturale. Ciascun soggetto è dotato del diritto naturale soggettivo di fare tutto ciò che ritiene opportuno in vista della propria conservazione.
suo tempo e le sue risorse per garantire la propria sopravvivenza. Questo implica la necessità di difendersi dagli attacchi degli altri e di cercare di ottenere vantaggi per sé stessi. La competizione diventa quindi una caratteristica fondamentale di questa condizione di natura. Inoltre, la mancanza di un'autorità centrale e di regole comuni porta a una situazione di incertezza e di instabilità. Senza un governo che possa imporre il rispetto delle leggi e dei diritti, ogni individuo è libero di agire secondo i propri interessi, anche a discapito degli altri. Questo crea un clima di diffidenza reciproca e di conflitto costante. Per porre fine a questa situazione di pericolo e insicurezza, gli uomini decidono di creare uno Stato sovrano, un'autorità centrale che abbia il potere di imporre il rispetto delle leggi e di garantire la sicurezza di tutti. Questo Stato, rappresentato dal Leviatano, diventa il garante della pace e della stabilità sociale. In conclusione, la condizione di natura è caratterizzata da un'eguaglianza di fatto tra gli uomini, che si trovano costantemente in competizione per la sopravvivenza. Questa situazione genera timore e violenza, spingendo gli individui a cercare protezione e sicurezza attraverso la creazione di uno Stato sovrano.loro tempo alla tutela della loro sopravvivenza. Tentare di guadagnare maggiori vantaggi attraverso la sopraffazione degli altri espone al rischio di essere sopraffatti. La paura è la molla della riflessione: la condizione naturale va abbandonata. Gli uomini pur sotto l'impulso delle passioni sono dotati di ragione (facoltà di anticipare le conseguenze delle proprie azioni). Gli uomini cominciamo a riflettere su come abbandonare lo stato di natura, per fare ciò devono rinunciare al loro diritto su tutto, riconoscere gli altri come eguali moralmente (rinunciare a considerare gli altri come strumenti a nostro servizio, come direbbe Kant considerare gli altri come fini e non come mezzi). Gli altri hanno uguale interesse alla vita. Rinunciare al diritto su tutto significa creare i presupposti per distribuire i mezzi che servono a vivere non attraverso la lotta, ma con i patti, gli accordi. Ciascuno riconosce che per avere qualcosa deve cedere qualcos'altro, non haTutto a disposizione. Naturalmente i patti vanno rispettati. Quindi, il corretto ragionamento che Hobbes chiama anche le leggi naturali della ragione (intesa come mera facoltà di calcolo) suggerisce all'uomo di abbandonare lo stato di natura. I comportamenti degli uomini devono prevenire atteggiamenti bellicosi, di fronte a ogni problema di risorsa che interessa a tutti la soluzione andrà trovata in forme di utilizzo comune, in forme in precedenza organizzate, concordate. I sistemi sono l'utilizzo a turno, il sorteggio per scegliere in maniera imparziale. L'ostacolo consiste nel fatto che non ci sono sanzioni nel caso in cui qualcuno non osservi i patti, la questione rimane a livello morale. Le leggi morali non riescono a governare efficacemente la vita associata degli individui. C'è sempre un numero di uomini che desiderano prevalere, che rompono i patti in favore di un loro interesse immediato (contrasto tra la razionalità di medio-lungo termine e la razionalità di breve termine).
periodo e l'interesse imminente). Attraverso questa sua descrizione della condizione naturale e della difficoltà di far valere delle leggi morali, Hobbes anticipa gli studi del 900 sulla teoria dei giochi, la figura del free rider (colui che approfitta di una circostanza per contravvenire al patto sociale, alle leggi che regolano la vita della società). Si tratta di comportamenti egoistici, non solidali, che violano norme sull'interesse di tutti. Non è sufficiente uscire dallo stato di natura senza costituire un potere comune capace di tenere tutti in soggezione. Non è sufficiente conoscere la via d'uscita, bisogna anche creare le condizioni affinché diventi effettiva ed efficace. Occorre dunque stabilire il patto di unione, costruire la figura di un terzo (il sovrano), dotarlo della capacità di comminare sanzioni a coloro che violano le leggi (non più solo morali, ma di diritto positivo) emanate da un sovrano. Il sovrano nasce
dalpatto che i singoli individui stipulano fra di loro per uscire dalla condizione naturale (pattuiresignifica essere d'accordo su). L'uomo consente di mettere a disposizione le proprie forze e ipropri averi (tutto se stesso) a vantaggio di un terzo, a condizione che lo facciano anche tutti glialtri. Al terzo viene trasferito il potere politico, il potere di fare le leggi e renderle efficaciattraverso le sanzioni. Questo potere nasce dall'accordo reciproco di tutti di donare a mettere adisposizione se stessi allo scopo di costituire quel potere in grado di evitare che l'uscita dallostato di natura sia troppo fragile. Lo Stato si costruisce artificialmente a partire dal Patto diunione. Le volontà molteplici devono diventare una sola, ciascuno deve sottomere la propriavolontà a quella di un altro (uomo singolo o assemblea).Hobbes parte da individui auto interessati, da una prospettiva utilitaristica. Il punto di partenzanon è più lafamiglia (cambio di prospettiva). Gli individui vengono considerati disincarnati, liberi ed eguali in una condizione pre-politica. Se vogliono associarsi in maniera stabile e vantaggiosa per tutti devono costruire artificialmente le condizioni, che non sono date per natura. Devono dare il loro consenso a rinunciare a una quota più o meno grande della loro libertà di governare se stessi. Questo è il prezzo da pagare per uscire dallo stato di natura, che è invivibile. La stabilità e la durata dello Stato si fondano sul consenso alla base della sua formazione. Il consenso viene presupposto nel modello teorizzato da Hobbes, lo Stato deve avvicinarsi il più possibile a questo modello. Hobbes ha come riferimento la guerra civile inglese, l'idea di frammentazione del potere politico. (Durante la rivoluzione inglese emergono delle discussioni politiche e teoriche sostenitrici della democrazia come forma di governo migliore). Hobbes è un fieroavversario della democrazia, che viene ritenuta una forma di governo inadeguata, inefficiente, che prospetta il rischio di tornare allo stato di natura. Dall'altra parte, Hobbes pone le condizioni teoriche per pensare alla democrazia dei moderni, non considerata come un regime della massa (il demos come oclos), ma una forma di governo che acquisisce maggiori titoli di legittimità, perché è fondata sull'idea che si parta dal basso per costruire il potere politico e per legittimarlo. Ci si riconosce in tutte le norme che il potere politico emanerà. Il patto di unione comporta che una moltitudine di individui si ritrovino idealmente e si promettano reciprocamente di mettere a disposizione di un terzo (il sovrano) le proprie capacità (diseguali), risorse materiali, intellettuali a condizione che tutti facciano lo stesso. Ciascuno di essi si riconosce in una sorta di unità morale che stabilisce di rinunciare al proprio diritto naturale allo
scopo di creare le condizioni della pace e della sicurezza. Questo processo si fonda sull'idea di consenso che questa moltitudine ha dato in maniera contestuale. Secondo Hobbes il fondamento del potere politico non è discendente da Dio ma è un processo ascendente, dal basso verso l'alto. Il patto di unione risolve da un punto di vista teorico il problema delle leggi naturali (tutti le conoscono, ma qualcuno non le rispetta) perché crea la figura del sovrano, che ha la forza di farle rispettare. Con il patto di sommissione si costituisce il potere politico (la sua caratteristica è proprio quella di far rispettare le norme "attraverso il monopolio dell'uso legittimo della forza" citando Weber). I concetti di consenso, potere ascendente, individuo sono le basi su cui si fonderà la democrazia dei moderni. Attraverso Hobbes avviene lo sdoganamento delle premesse teoriche della democrazia. Hobbes non parte più dall'idea di.una massa informe, ma di una moltitudinecomposta da tante singole teste,ciascuna delle quali acconsente alla creazione di un poterepolitico in grado di far rispettare le leggi.Chi rigetta il patto viene estraniato dagli altri.Conl