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MINACCE ALLA DISPONIBILITA’ GENITORIALE
Con lo sviluppo del bambini la minaccia alla disponibilità del genitore è rappresentata non solo più
dalla distanza fisica: varie difficoltà che minacciano la fiducia nella disponibilità delle figure
d’attaccamento che possono ridurre drammaticamente la capacità dell’individuo di adattarsi ai
cambiamenti aldilà della famiglia. Per esempio, minacce alla comunicazione aperta, all’accessibilità
fisica, alla capacità di rispondere possono portare ad un attaccamento insicuro.
• Separazioni in cui un genitore lascia in modo angosciante e inspiegabile di strugge la
capacità del bambino di pianificare una riunione e lo lasciano incerto sulla disponibilità.
• Minacce di separazione o suicidio da parte del genitore, spesso in contesti ostili e conflittuali
che inducono il bambino a sensi di colpa i quanto si sente responsabile dell’ostilità
• Assistere alla violenza tra i genitori, spesso associata ad una riduzione dell’accudimento:
oltre alla paura del pericolo che incombe sui genitori, mancanza di una comunicazione
aperta (il mantenimento di una comunicazione aperta consentono di rassicurare il bambino
sulla disponibilità del genitore, di spiegare la situazione di violenza)
MODELLI OPERATIVI INTERNI
I modelli operativi interni difettosi differenti pattern di attaccamento nevrotico: mantenere un
attaccamento con un agente delle cure materne imprevedibile o rifiutante è visto come un problema
di base dell’attaccamento ansioso. Le due strategie di base sono quelle dell’evitamento o
dell’adesione che conducono ad un attaccamento evitante o ambivalente. Questi pattern di
attaccamento sono restrittivi e se sono ripetuti in tutte le relazioni, spingono verso un cattivo
adattamento. Inoltre, l’esclusione difensiva messa in atto implica che i modelli non possano essere
aggiornati alla luce di nuove esperienze: manca l’opportunità per l’elaborazione emotiva di affetti
dolorosi.
Attraverso i modelli operativi interni i pattern di attaccamento sono trasposti nella vita adulta e
vengono trasmessi alla generazione successiva.
Nell’attaccamento evitante il bambino cerca di minimizzare i suoi bisogni di attaccamento allo
scopi di prevenire il rifiuto, rimanendo allo stesso tempo distante con l’agente delle cure materne il
cui rifiuto, come i propri bisogni stessi, viene rimosso dalla coscienza per mezzo dell’esclusione
difensiva.
L’attaccamento ambivalente comporta l’aggrapparsi all’agente delle cure materne spesso con una
sottomissione eccessiva, o l’adozione di un’inversione di ruolo nella quale ci si cura dell’agente
delle cure materne. Qui i sentimenti di rabbia per il rifiuto sono soggetti all’esclusione difensiva.
L’attaccamento disorganizzato è probabilmente associato a una patologia grave.
ATTACCAMENTO E DISTURBI PSICHIATRICI
La teoria dell’attaccamento propone che le relazioni e le loro difficoltà possano influenzare i
disturbi psichiatrici in tre modi distinti:
Rottura o disgregazione dei legami: il 60-70% dei pazienti depressi ha avuto un doloroso evento
∗ di perdita, ricadute schizofreniche sono spesso indotte dalla perdita o da un cambiamento
inaspettato. Tuttavia, affinché la perdita sia patogenetica deve essere inserita in un contesto di
altre variabili importanti: sono più vulnerabili coloro per cui la perdita è stata improvvisa e
assolutamente inaspettata o che avevano una relazione di dipendenza con la persona pe5rduta o
che si sentivano con essa ambivalenti e se mancano relazioni di sostegno
Internalizzazione dei pattern di attaccamento precoce disturbati (la persona resta più vulnerabile
∗ allo stress)
La percezione attuale di una persona delle proprie relazioni e l’uso che essa fa di questa può
∗ renderla più o meno vulnerabile a crolli psicologici davanti a difficoltà
Si ritiene che la natura della relazione genitore-bambino durante l’infanzia sia uno dei principali
fattori causali nello sviluppo della personalità d bambino. Lo sviluppo di un attaccamento sicuro a
una figura di attaccamento nei primi due anni di vita è collegato ad una maggiore capacità di
socializzare con altri adulti e bambini, maggiore obbedienza ai genitori e più efficace regolazione
emotiva. Un attaccamento insicuro è stato posto in relazione a minore capacità sociale, peggiori
rapporti con coetanei, minore autocontrollo comportamentale durante gli anni prescolari e oltre.
In alcuni casi si ritiene che le relazioni precoci unite ad altri fattori di rischio hanno portato a
modelli di relazione e a comportamenti associati che possono essere considerati predittivi di disturbi
incipienti. Oppure le relazioni di attaccamento precoce possono aumentare il rischio di disturbi o
diminuire la possibilità di difendersi da altri fattori di rischio.
1°caso: disturbi precoci dell’attaccamento
Occorre distinguere tra tre diverse possibilità: deprivazione come esito del mancato sviluppo di una
relazione di attaccamento intima durante l’infanzia; distorsioni nella cura che rappresentano l’esito
di insensibilità, non responsività, trascuratezza materiale, abuso all’interno della relazione di
attaccamento; effetti della perdita di una relazione che era ben fondata.
Il DSM ha introdotto il disturbo reattivo dell’attaccamento, descritto come una patologia che si
manifestava prima degli 8 mesi; si distinguono due tipologie: inibito (ipervigilanza e paura, ritiro,
ambivalenza) e disinibito (atteggiamento amichevole e indiscriminato, assenza di attaccamento
selettivo).
Occorre ricordare che i disturbi di attaccamento non si manifestano solo a fronte di una grave
deprivazione e maltrattamento,ma sono possibili anche in relazioni stabili e malsane.
Non bisogna confondere gli attaccamenti insicuri, studiati nella Strange Situatio, dai disturbi di
attaccamento. Per quanto è probabile che bambini con disturbi di attaccamento, manifestino un
attaccamento insicuro in situazioni da laboratorio, assai pochi bambini con attaccamenti insicuri
sono considerati affetti da un disturbo dell’attaccamento.
Perciò alcuni studiosi preferiscono distinguere tra: non attaccamento (bambini che non manifestano
attaccamenti preferenziali), attaccamento patologico (distorsioni nel comportamento nei confronti
della base sicura: estrema inibizione, mettersi in situazioni di rischio in mo avventato, inversione di
ruolo) e attaccamento problematico (gli autori non hanno chiarito le distinzioni).
2° caso: l’attaccamento come fattore di rischio/protettivo di disturbi successivi
Lo sviluppo è complesso ed è improbabile che l’insicurezza dell’attaccamento da sola possa
condurre ad un disturbo. L’effetto di un fattore di rischio dipende dal momento in cui si è presentato
e dalla relazione con altri fattori. Un attaccamento sicuro agisce anche da fattore protettivo dal
disadattamento e dal disturbo.
Un attaccamento insicuro non è di per sé una misura della psicopatologia: in alcuni casi un
attaccamento insicuro può delineare una traiettoria che, insieme ad altri fattori di rischio, aumenta il
rischio di psicopatologia esternalizzante o internaliazzante.
Tra i risultati delle ricerche si osserva che i problemi familiari (diagnosi psichiatrica materna, alta
quantità di stress di vita e avversità familiari, alcolismo e tossicodipendenza materna) e il
maltrattamento infantile hanno maggiori probabilità di aumentare il rischio di attaccamento insicuro
rispetto ai disturbi organici del bambino. In particolare, l’attaccamento disorganizzato si evidenzia
con alta frequenza nei campioni in cui c’è una psicopatologia del genitore, un abuso infantile o
rischio sociale molto alto. Mentre la soddisfazione nel matrimonio agisce come fattore protettivo
nel moderare gli effetti dello status materno di attaccamento adulto insicuro.
Considerando i risultati delle ricerche, sembra che l’attaccamento insicuro sia un fattore importante
ma aspecifico che aumenta il rischio di numerose forma di psicopatologia, ma non ci sono ancora
dati longitudinali, a partire dall’infanzia, sufficienti da permettere di accertare se esistono percorsi
specifici tra tipi di attaccamento insicuro e diverse firme di psicopatologia.
Occorre sempre considerare quattro ambiti generali di fattori di rischio: le caratteristiche del
bambino (temperamento, vulnerabilità biologica, funzione neurocognitiva), la qualità delle relazioni
d’attaccamento precoce, le strategie educative dei genitori, l’ecologia della famiglia.
L’attaccamento e la psicopatologia nell’età adulta
Analisi del modo in cui la qualità della relazione del bambino con la sua figura d’attaccamento e gli
stati della menta attuali possano essere collegati al rischio di psicopatologia nell’età adulta.
Disturbi affettivi: si considerano i disturbi unipolari (solo umore depresso, a seconda della
persistenza e della gravità si parla di disturbo depressivo maggiore o distimico) e bipolari (anche
innalzamento dell’umore, maniacale o ipomanicale). Bowlby ha suggerito che ci siano tre principali
circostanze con maggiore probabilità di essere associate a un successivo sviluppo depressivo: il
genitore muore (il bambino sviluppo un senso di scarso controllo sulle circostanze, impossibilità ad
essere aiutato, disperazione),bambino incapace nonostante molti tentativi di formare una relazione
stabile e sicura con la figura di accadimento (sviluppo un modello di sé come fallito), quando un
genitore invia al bambino un messaggio di incompetenza o non amabilità (il bambino sviluppa
modelli di sé come non amabile e dell’altro come non amorevole). Tutte queste situazioni implicano
un senso di incontrollabilità da parte del bambino.
La depressione riguarda eventi avversi della vita possono far precipitare nella depressione (legame
già evidenziato da Freud). La perdita prematura della madre, specialmente se si accompagna con la
disgregazione della famiglia e con la mancanza di cure, rende una persona più vulnerabile alla
depressione allorché si deve confrontare con momenti difficili della vita adulta. Il primo elemento
causale della depressione è la perdita della madre, sia per morte che per separazione, a cui segue
una mancanza di cure nell’infanzia. Durante l’adolescenza sono frequenti gravidanze
prematrimoniali, scelta di partner assolutamente sbagliati.
E’ stata osservata anche una relazione tra l’età in cui è avvenuta la perdita e la successiva
formazione dei sintomi: quanto più precoce e improvvisa è stata la perdita, tanto più probabile è la
possibilità di sviluppare depressione. Anche i