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PRUDENZA

 Quali sono i principali insegnamenti biblici e patristici sulla prudenza?

AT - Sapienziali: obbedienza alla volontà di Dio; fiducia in Dio anche in situazioni di

fallimenti e sofferenti (sicurezza ne deriva da fedeltà di Dio stesso)

NT – Parabole evangeliche: è prudente chi presta obbedienza alle parole di Cristo (saggio che

costruisce casa sulla roccia, le vergini prudenti, vigilate!)

Paolo, Corinzi: opposizione tra sapienza di questo mondo e “stoltezza” della Croce

Padri – Prudenza una delle quattro virtù fondamentali o generali (cardinali, S. Ambrogio: De

officiis ministrorum)

Tommaso: virtù che assicura la rettitudine e la verità della ragione pratica in tutte le sue

funzioni

 Definire la prudenza e indicarne i suoi atti.

Aristotele: retta regola razionale delle azioni morali particolari

Catechismo: virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro

vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo.

Il suo compito è di individuare e realizzare azioni che qui e ora compiono le virtù e, più in

generale, che qui e ora, in questa situazione e di fronte al problema che ci viene posto, ci

consentono di agire in maniera consona alla nostra condizione di figli di Dio.

Presuppone le altre virtù morali e senza virtù morali non può esistere la prudenza.

È la virtù della realizzazione effettiva del bene (i buoni desideri e i grandi ideali diventano

realtà effettiva)

Ha il compito di rendere buoni e eccellenti tutti gli atti della ragione che riguardano le azioni

da compiere: la deliberazione, il giudizio e il comando (o imperio), che ne è l’atto principale

poiché riguarda la direzione dell’agire deciso e valutato.

 Cosa significa che la prudenza sia auriga virtutum?

È un semplice corollario della fede e delle virtù morali; svolge una funzione specifica, di

guida e madre delle stesse, perché è necessaria affinché le altre virtù morali arrivino al loro

atto principale, che è la scelta e il comportamento retto.

 Segnalare la funzione degli elementi integranti della prudenza e fare qualche

esempio.

San Tommaso ne distingue 8, 5 in quanto virtù conoscitiva (memoria, ragione, intelletto,

docilità e sagacia) e 3 in quanto virtù imperativa (previdenza, circospezione e cautela). Prima

di poter agire bisogna insomma conoscere – prudentemente – il quadro della situazione,

chiedere consiglio, procedere con la scelta opportuna.

 Definire le due specie di prudenza.

Personale: nel governo di se stessa

Di governo: riguardo alla collettività

Esiste una distinzione formale dovuta alla diversità del fine (bene del soggetto, bene della

collettività: famiglia, stato, chiesa)

È improbabile che un imprudente personale non lo sia anche collettivamente, ed è facile che

chi lo sia per la collettività lo sia anche a livello personale

 Dare qualche esempio di virtù collegate con la prudenza.

La virtù della buona deliberazione: eubulia, che rende perfetta la capacità di cercare e

progettare le azioni da compiere, esaminando accuratamente le diverse sfaccettature delle

azioni possibili e esplorando la possibilità di nuove linee di comportamento.

Il giudizio sulle cose deliberate è reso virtuoso da due abiti: synesis, che rende perfetto il

giudizio sulle cose ordinarie secondo i principi morale e legali validi e applicabili alla

generalità dei casi;

gnome, la capacità di giudicare rettamente i casi straordinari al di fuori da quanto è previsto

dalle leggi, che se vi venissero applicate ordinariamente darebbero luogo all’ingiustizia, al

male anziché al bene

 Rapporto tra prudenza e dono di consiglio.

È l’azione perfettiva che si rende manifesta nei cristiani, e in particolare nella vita dei santi,

di fronte a problemi imprevisti o difficili, che richiedono perfino una soluzione veloce, alla

quale si arriva in modo quasi intuitivo, quando non c’è stato il tempo per ragionare e valutare

in modo umano.

 Indicare alcuni peccati e vizi che si oppongono alla prudenza.

Peccato: Precipitazione (mancanza di riflessione), Inconsiderazione (omissione), Incostanza,

Negligenza (debolezza interiore)

Vizi: Prudenza della carne (vivere secondo la carne); Astuzia, dolo e frode (inganno,

simulazione e ambiguità), Eccessiva sollecitudine per i beni temporali (avarizia)

 Come si sviluppa la virtù della prudenza?

In quanto virtù morale infusa cresce di pari passo con la grazia santificante (orazione,

sacramenti, opere buone); in quanto virtù acquisita si forma e cresce mediante al ripetizione

degli atti virtuosi.

Allo stato perfetto presuppone il possesso di tutte le virtù morali, che però possono nascere

solo sotto la sua guida; da qui l’importanza delle comunità di appartenenza.

GIUSTIZIA

 Quali sono i principali insegnamenti biblici sulla giustizia?

AT – Decalogo, Codice dell’Alleanza: molti i precetti che regolano i rapporti di equità tra le

persone. La letteratura sapienziale è piena di consigli sulla giustizia: “beati coloro…”. Il

Giusto per eccellenza è Dio che stabilisce un’alleanza salvifica col popolo e vi resta fedele.

L’ingiustizia è tema frequente nelle denunce profetiche (lussuria, cupidigia, malgoverno). Il

giusto deve prendersi a cura la causa dei miseri, gli oppressi e gli indifesi.

NT – L’enfatizzazione della carità nel NT comandamento supremo e vincolo della

perfezione, presuppone la giustizia e contiene la più ferma condanna dell’ingiustizia

 Qual è il significato della giustizia nei filosofi dell’antichità greca e romana?

Platone: armonia tra classi, ciascuna deve il proprio compito (filosofi, guerrieri, artigiani);

nell’uomo: perfetto equilibrio delle parti dell’anima (intelletto, irascibile, concupiscente)

Aristotele: Etica Nicomachea, virtù che consiste nell’osservare il giusto mezzo nel ripartire i

beni e gli oneri; c’è una giustizia generale (rispetto delle leggi della comunità) e particolare

(rispetto dei diritti degli individui, sia da parte della comunità che dagli altri individui)

 Indicare e definire le tre caratteristiche della virtù della giustizia.

Tommaso: la volontà costante e perenne di dare a ciascuno il suo (giuristi romani)

Alterità: la giustizia è verso gli altri, perciò regola le relazioni con le persone; a chiunque ne

abbia legittimo titolo (non per simpatia, amicizia, raccomandazione, ecc.)

Debito in senso rigoroso: il dovere di dare all’altro ciò che è suo (l’altro può rivendicare

attivamente; la comunità può usare la coazione per adempiere il dovere di giustizia)

Eguaglianza: l’adempimento del dovere di giustizia ristabilisce l’uguaglianza tra le due

persone; può darsi soltanto tra persone che stanno su un fondamentale piano di uguaglianza

(tra uomo e Dio, tra figli e genitori, mai si può raggiungere il pieno “aggiustramento)

In sintesi, riconoscere che ogni uomo, per il solo fatto di essere uomo, ha la stessa

personalità, soggettività e fondamentale dignità.

 Tipologia della giustizia

Giustizia generale: ordina le relazioni delle persone rispetto alla società (bene comune)

Giustizia particolare: commutativa (ordina le relazioni delle persone tra di loro e si regge

secondo un criterio di eguaglianza aritmetica); distributiva (le relazione tra la comunità e i

suoi membri; criterio di eguaglianza proporzionale)

 Rapporto tra giustizia e carità.

Dottrina insegna che la convivenza umana poggia sui due pilastri della giustizia e della

carità.

La carità va oltre la giustizia e per questo la presuppone, ed esige la realizzazione della

giustizia come condizione necessaria per la sua verità, altrimenti diventa illusoria e

caricaturale di se stessa.

Anche la giustizia ha bisogno della carità, per superare se stessi e mettersi al servizio

dell’amicizia. La richiede come qualità necessaria per interiorizzarla e personalizzarla

 Forme fondamentali di ingiustizia.

Ingiuria, azione contraria alla virtù della giustizia in tutte le sue forme: appropriarsi dei beni

altrui (rubare una macchina) o danneggiare i beni o i diritti degli altri (darle fuoco…). È

peccato mortale ex genere suo, di per sé, quindi esclude dal Regno di Dio.

 Natura e moralità del furto.

Appropriarsi occultamente di un bene altrui, contro il dissenso del proprietario (rapina se c’è

anche violenza verso il proprietario). È peccato mortale ex genere suo e bisogna distinguere

tra materia assolutamente grave (ingiusto arricchimento di chi commette il furto e il danno

che si fa al proprietario) e relativamente grave (commisurata al danno arrecato)

 Natura e moralità delle condotte fraudolente.

Attività lesiva del diritto altrui mediante l’inganno e svolta in mala fede (truffa, abuso

d’ufficio, corruzione, concussione-estorsione). Tali azioni producono effetti deleteri sia nelle

persone che nella società perché attentano direttamente contro la dignità umana.

Casi leciti in cui è possibile dare un compenso a un funzionario pubblico, se si danno

simultaneamente: 1. Lo chiede esplicitamente, 2. è necessario per ottenere qualcosa di cui si

ha il diritto e il dovere grave di ottenere (non licenziare), 3. non si causi danno ingiusto a

terzi e si eviti pericolo di scandalo, 4. Che venga ponderato il dovere morale di dare il

contributo al risanamento morale delle strutture politiche, sociali economiche, ecc.

 Ingiusto danneggiamento?

Lesione intenzionale del diritto del prossimo ai suoi beni naturali senza che ne derivi

arricchimento o vantaggio materiale per chi ne causa il danno, peccato di per sé grave! (che

può essere lieve nel caso in cui la materia è di scarsa entità)

Ne scaturisce il dovere rigoroso di riparare o risarcire il danno arrecato se l’azione è

veramente (lede il diritto), efficacemente (causa del danno) e formalmente (costituisce il

peccato) ingiusta.

Cooperazioni: mandante, consiglio, consenso, partecipazione, cooperazione passiva.

 Natura della menzogna. Cosa fare quando non si può tacere né dire la verità?

Colpa morale particolarmente sgradita a Dio, vietata dall’8º comandamento.

Agostino: affermazione falsa proferita con l’intenzione di ingannare (azione intrinsecamente

cattiva; diversi generi ma da evitarsi a tutti i costi)

Tommaso: asserzione falsa (falsità materiale), volontà consapevole (formale) e intenzione di

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A.A. 2018-2019
19 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tridente di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto superiore di Scienze Religiose - Issr o del prof Gammarelli Ettore.