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Si distinguono in multi-componenti (tessuti rivestiti da resine polimeriche) e
mono-componente ( PTFE- il più utilizzato nel settore delle costruzioni, altissime
prestazioni grazie a incombustibilità, inerzia chimica, resistenza allo sporco,
abrasione e rottura).
Processo produttivo:
1. Tessitura: formazione a partire dalle fibre di un tessuto biassiale
2. Rivestimento e fissaggio: operazioni additive per migliorare le prestazioni del
tessuto
3. Confezionamento: prefabbricazione degli elementi da utilizzare in modo
diretto in cantiere.
Profilo ambientale:
contro: dispendio energetico per le materie prime varia a seconda del tipo di
tessile tecnico; processi produttivi molto energivori e inquinanti; manutenzione
onerosa; vita breve; riciclaggio oneroso (tranne alcune eccezioni)
Pro: leggerezza del materiale (rifiuti poco ingombranti)
Materiali fibro-rinforzati:
I materiali fibro-rinforzati sono materiali compositi, costituiti da una matrice
(cementizia o polimerica) e da un rinforzo realizzato con fibre, corte o lunghe,
oppure con tessuti di fibre di diverso tipo.
Classificazione:
- A matrice cementizia
- A matrice polimerica
- Per il consolidamento strutturale: consolidamento di strutture in muratura o
cemento armato (elementi preformati o tessuti preimpregnati o impregnati in
situ in resine che fungono da collante tra il tessuto di rinforzo e il sistema
strutturale da consolidare.)
Profilo ambientale:
Il profilo ambientale ricalca quello dei materiali coinvolti nella creazione del
materiale fibro-rinforzato; il cui processo produttivo (di unione delle componenti)
non è reversibile, il che limita notevolmente le possibilità di riciclo (come aggregato
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per il calcestruzzo nel caso dei fibrorinforzati a matrice cementizia; avviazione alla
termovalorizzazione.)
Struttura portante:
La struttura portante ha il ruolo di sorreggere i carichi dell’edificio (propri,
accidentali, legati alla presenza in esso di persone/oggetti) e sopportare le
sollecitazioni (vento, azione sismica- sollecitazione orizzontale) cui è sottoposto,
trasferendo tali spinte al terreno. La forza a cui l’edificio è perennemente sottoposto
è la forza di gravità (dall’alto verso il basso- sollecitazione verticale), che, grazie alla
struttura portante, viene trasferita al terreno.
La struttura portante dev’essere dimensionata ipotizzando la situazione di massimo
carico possibile al fine di garantire la sicurezza dell’edificio in ogni evenienza. E’
necessario che la struttura portante sia definita in parallelo, se non prioritariamente,
rispetto al progetto architettonico (passo e dimensioni degli elementi portanti).
Concetto di equilibrio: E’ fondamentale che la struttura portante sia in equilibrio,
ovvero in grado di mantenere il suo assetto geometrico se sottoposta a
sollecitazioni, indipendentemente dalla resistenza meccanica dei singoli elementi.
Sistema trilitico e controventamento: Il sistema trilitico, su cui si basa la maggior
parte delle costruzioni, è il perfetto equilibrio se sottoposto a sollecitazioni verticali,
ma entra in crisi in caso di sollecitazioni orizzontali (vento, azione sismica).
Possibilità per risolvere il problema:
• Giunzione tra travi e pilastri di tipo rigido (possibile però soltanto in caso di
strutture in c.a. o il acciaio saldato)
• Sistemi di controventamento diagonali sia nelle campate verticali che
orizzontali; essi impediscono l’apertura di finestre in tali campate ma è
necessario introdurli in poche campate perché l’intera struttura sia irrigidita.
• Introduzione di pannelli o setti murari che svolgano la funzione di
controventamento.
Indeformabilità: altro requisito fondamentale delle strutture portanti; essa
dipende sia dal tipo di materiali utilizzati sia al tipo di sollecitazioni cui essi sono
sottoposti. Necessità di calcolo del modulo di elasticità (e punto di rottura) e
resistenza meccanica del materiale alle diverse sollecitazioni. 18
Sollecitazioni possibili:
• Compressione: (solitamente strutture portanti verticali)
• Trazione
• Flessione : effetto combinato di compressione e trazione, in punti diversi
dell’oggetto, cui sono solitamente soggetti travi e solai (es. trave a sbalzo, la
cui parte superiore risulta in trazione e quella inferiore in compressione).
• Sollecitazioni di taglio: effetto combinato di spinte che rischia di far spezzare
le giunzioni trave-pilastro.
Gli elementi sollecitati a compressione (verticale) necessitano di una maggior
spessore, gli elementi sollecitati a trazione o flessione possono anche presentare
sezioni meno massicce (trave con miglior resa a flessione è la trave reticolare).
Strutture di fondazione:
struttura che funge da collegamento statico tra edificio e suolo, trasmette a terra i
carichi dell’edificio assicurandone la stabilità. La fondazione si comporta come un
“piede” per la struttura e quindi ha una dimensione maggiore, allargata, rispetto alla
sezione degli elementi verticali così da evitare che si producano cedimenti
differenziati (affondamento della fondazione).
Aspetti da valutare per la progettazione della fondazione:
• Capacità portante del terreno (valutazione geologica)
• Carichi trasmessi a terra (direzione e intensità)
• Posizione e tipologia di strutture verticali portanti
• Forma dell’area e posizione dell’edificio
• Profondità del piano di posa delle fondazioni
Fasi costruttive preliminari alla costruzione delle fondazioni:
1. Realizzazione dello scavo:
- Se il terreno è coerente, gli scavi possono essere realizzati in verticale,
in corrispondenza dell’impronta dell’edificio
- Se il terreno è incoerente e franoso:
a. se è possibile è necessario allargare lo scavo e procedere con un
andamento a gradoni
b. se l’area di costruzione coincide invece con l’area dell’impronta
dell’edificio (come accade spesso in contesti urbani, dove inoltre le
fondazioni dell’edificio in costruzione sono anche estremamente 19
vicine a quelle degli edifici limitrofi), è necessario l’utilizzo di
diaframmi e paratie.
2. Getto del magrone: strato sottile di calcestruzzo magro che serve a livellare il
piano di appoggio per le fondazione.
Tipi di fondazioni:
• Fondazioni dirette, si realizzano in caso di terreni resistenti già agli strati
superficiali, raggiungibili attraverso lo scavo. Trasmettono i carichi, dunque,
direttamente attraverso la superficie d’appoggio.
a. Fondazioni continue: scelta solitamente o in corrispondenza di una
struttura in elevazione verticale anche essa continua oppure in situazioni
di terreno disomogeneo (in quanto consente la distribuzione del carico su
un’ampia superficie) oppure quando la struttura in elevazione ha luci
talmente ridotte da risultare più conveniente e veloce rispetto alla
realizzazione di plinti così ravvicinati. Sono costituite, quando
corrispondono ad una struttura continua, da un cordolo in calcestruzzo
armato (a mensola) o non armato (con allargamento alla base). Se invece
la struttura in elevazione è continua la fondazione viene detta a trave
rovesciata; la trave, che raccoglie le spinte portate dai pilastri, presenta
mensole laterali utili ad allargare la base d’appoggio.
b. Fondazioni discontinue:
si adottano in corrispondenza di strutture verticali a sistemi puntuali che
incanalano le spinte su una limitata porzione di suolo, le strutture
discontinue sono dunque costituite da plinti che ampliano la base
d’appoggio del pilastro (forma troncopiramidale o a gradoni perché
l’allargamento avvenga gradualmente). Le fondazioni a plinti non sono
adatte a sopportare eventuali cedimenti differenziati, i plinti sono infatti
(nelle aree a rischio sismico) interconnessi da cordoli in c.a. per rendere la
struttura fondale solidale. I plinti sono solitamente realizzati in c.a. (gettato
in opera o prefabbricato), in corrispondenza di una struttura in acciaio (in
questo caso è particolarmente delicata è la giunzione pilastro-plinto, dato
che esiste il rischio di flessione del pilastro, solitamente risolta con
fazzoletti e piatti di rinforzo verticali) possono anche essere in acciaio.
• Fondazioni indirette: sono necessarie quando il terreno al piano di campagna
non è sufficientemente resistente ed è dunque opportuno raggiungere strati
più profondi.
a. Fondazioni a platea: Se il terreno resistente è troppo profondo per essere
raggiunto, viene realizzata la platea in c.a. che si comporta come un solaio
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rovesciato distribuendo i carichi su un’area il più vasta possibile; consente
la realizzazione di strutture continue o discontinue; molto sicura perché
non presenta il rischio di cedimenti differenziati.
b. Fondazioni su pali: realizzate quando il terreno è resistente ad una
profondità raggiungibile ma non da un normale scavo di fondazione;
queste si distinguono in pali appoggiati (funzionamento assimilabile a
quello di pilastri, scaricano le spinte sul terreno resistente) e pali sospesi
(sorreggono la struttura grazie all’attrito pilastro- terreno e alla
costipazione del terreno dovuta all’aumento di volume successivo
all’inserimento del palo).
Strutture portanti in elevazione:
si definisce struttura portante in elevazione la parte del sistema portante visibile al
di sopra del piano di campagna, essa ha il ruolo di trasmettere le sollecitazioni alla
struttura di fondazione, così che essa possa scaricarle al terreno.
• Struttura a parete portante: tale sistema strutturale continuo è, ovviamente,
vincolante rispetto alla progettazione degli spazi interni e alla possibilità di
realizzare aperture. Le strutture a parete portante si configurano come un
sistema trilitico, gli elementi verticali raccolgono le spinte di quelli orizzontali
(solai) e le trasmettono alla struttura di fondazione verticalmente; per questa
ragione, perché abbiano buona resistenza anche alle sollecitazioni orizzontali,
sono necessari accorgimenti (pareti di taglio, nuclei di controventatura,
sistema di connessione ad incastro tra solaio e parete). I solai, costituiti
solitamente da una orditura di travetti (in laterocemento o legno), poggiano
sulla trave sovrastante la parete portante, cosicché le il carico del solaio si
distribuisca per tutta la parete portante. Le strutture portanti a parete
continua possono avere: setti paralleli orientati longitudinalmente o
trasversalmente (con sistemi di irrigidimento ortogonali in entrambi i casi)
oppure avere organizzazione a cellula ed essere dunque già sistemi rigidi.
a. Strutture a parete portante in mattoni o blocchi: tecnica costruttiva tra l