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INTOLLERANZE
Nell articolo 21 sono riportate le sostanze che provocano allergie o intolleranze. Gli ingredienti sono
riportati con un riferimento chiaro alla denominazione della sostanza o del prodotto che provoca allergie o
intolleranze. Il nome della sostanza dovrà essere messo in evidenza con un tipo di carattere chiaramente
distinto dagli altri ingredienti elencati (dimensione, colore di sfondo, stile). Per i solfiti non è autorizzato
l uso della sigla, per gli alimenti esentati dall elenco è previsto l utilizzo della dicitura contiene . Vengono
elencate poi le sostanze che provocano allergie o intolleranze (allegato 2), come i cereali contenenti
glutine, crostacei, uova, soia e arachidi.
PROPRIETÀ STRUTTURALI DEI GEL OTTENUTI DA IDROCOLLOIDI
I gel ottenuti da idrocolloidi contengono al loro interno dell acqua, sono quindi idratabili. Hanno diverse
proprietà viscoelastiche in base alla tipologia di idroccoloidi utilizzata. Il gel si autosostiene. La
termoreversibilità dipende dalla tipologia di idrocolloide utilizzato.
CRISTALLIZZAZIONE DELLE FORME POLIMORFE DEL BURRO DI CACAO
Il burro di cacao ha una composizione triglicerica diversa a seconda della sua provenienza botanica, ma in
ogni caso l'80% dei trigliceridi (TG) è rappresentato da SOS, POP e POS, con una predominanza di
quest'ultimo. Come tutte le miscele di trigliceridi, il CB (cocoabutter) presenta in fase solida il fenomeno del
polimorfismo, vale a dire la coesistenza di strutture cristalline alternative diverse tra loro. Alla base di ciò vi
sono le diverse possibilità di impaccamento che hanno le catene idrocarburiche dei trigliceridi nel reticolo
cristallino, ciascuna forma delle quali ha una sua stabilità. Quando il CB è cristallizzato nella sua forma più
alto fondente (la V) può essere considerato una soluzione solida e si comporta come un sistema ad un solo
componente. 8
Esistono tre forme polimorfe base dei trigliceridi, individuabili alla diffrazione ai raggi X (XRD), ciascuna con
una sua propria disposizione delle catene e una sua stabilità:
: all'analisi XRD presenta un segnale deciso
a 0.415 nm;
o catene impaccate in pacchi esagonali
o assenza di ordine nei piani a zig-zag delle catene
o nessun angolo di inclinazione
: all'analisi XRD presenta due segnali decisi
a 0.38 e 0.42 nm
o impaccamento delle catene ortorombico
o i piani a zig-zag sono ortogonali
o angolo di inclinazione tra i 50 e i 70°
: all'analisi XRD presenta un segnale deciso
a 0.455 nm e altri a 0.36-0.39 nm.
o catene arrangiate a triclinio
o i piani a zig-zag sono paralleli
o angolo di inclinazione tra i 50 e i 70°
Spesso, parlando di CB, sono citate altre sei forme polimorfe, osservabili anch esse all XRD e indicate con: I,
II, III, IV, V, VI delle quali quella stabile e desiderata nei prodotti è la V. Anche in questo caso ogni forma
polimorfa ha una sua temperatura di fusione e sue caratteristiche strutturali, dovute all interazione tra i tre
principali TG presenti (POP, POS, SOS). Si è visto, inoltre, che le differenze riscontrabili all XRD tra le
sottoforme 2 e 1 sono simili a quelle tra le forme V e VI, la seconda delle quali ha un ruolo importante nel
processo di temperaggio ed è implicata nel fenomeno di fat bloom.
TEORIA DI STABILIZZAZIONE ELETTROSTATICA DEI COLLOIDI
La teoria DLVO suggerisce che la stabilità di una particella in soluzione dipende dalla sua energia totale di
attrazione VT. Dove VT=VA+VR+VS, VS è l energia potenziale dovuta al solvente, VA sono le forze di Van Der
Waals e VR sono le forze di repulsione del doppio strato elettrico. Queste forze esistono a causa del moto
browniano e di un energia legata al solvente che è marginale e non viene mai presa in considerazione.
Stando al di sotto della barriera energetica legata alle forze repulsive le particelle non si aggregheranno e il
sistema risulterà stabile. 9
EFSA
L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare - EFSA, acronimo di European Food Safety Authority, è
un'agenzia dell'Unione europea istituita nel gennaio del 2002 ed ha sede nella città universitaria di Parma,
in Italia. Fornisce consulenza scientifica e una comunicazione efficace in materia di rischi, esistenti ed
emergenti, associati alla catena alimentare.
L'EFSA produce consulenza specialistica per consentire alla Commissione europea, al Parlamento europeo e
agli Stati membri dell UE di prendere decisioni efficaci e puntuali in materia di gestione del rischio, grazie
alle quali viene assicurata la protezione della salute dei consumatori europei e la sicurezza del cibo e della
catena alimentare. L'Autorità comunica con il pubblico in modo aperto e trasparente su tutte le materie
che rientrano nel suo ambito di competenza. Le attività scientifiche dell'EFSA vengono utilizzate dalle
autorità responsabili delle decisioni politiche per adottare o revisionare la legislazione europea in materia
di sicurezza dei cibi e dei mangimi, per decidere in merito all'approvazione di sostanze regolamentate,
come fitofarmaci e additivi alimentari, oppure per introdurre nuovi quadri normativi e formulare nuove
politiche, ad esempio nel settore della nutrizione.
RUOLO DELLE FORME DI POLIMORFISMO DEI GRASSI NELLA SHORTENINGS FORMULATION
Per polimorfismo si intende la presenza di differenti forme cristalline in uno stesso composto. Il
polimorfismo riflette la capacità di un solido a esistere in più di una forma cristallina strutturale. Nella
formulazione degli shortenings il polimorfismo influenzerà l incorporazione dell aria, la plasticità, la
consistenza, il rapporto solido/liquido. Quando si devono gestire le proprietà tecnologiche e funzionali del
grasso, si deve gestire il processo di temperaggio che porta a delle forme cristalline con opportuni punti di
fusione. Negli shortenings se spingo l ottenimento di cristalli avrò come effetto nel prodotto
l incorporazione di piccole bolle d aria, se spingo la presenza di cristalli avrò poche bolle d aria di grandi
dimensioni. I cristalli danno agli shortenings alcune caratteristiche: sono più bianchi, sembrano più
soffici, cremosi e morbidi. Il polimorfismo influenza anche la plasticità, cioè la variazione in funzione della
temperatura.
NUOVI PROVVEDIMENTI COMUNITARI DEL NOVEMBRE 2011 CHE COMPORTANO LA LEGISLAZIONE DI
ADDITIVI ALIMENTARI, TITOLI E FINALITÀ
In questo regolamento viene data la definizione di additivo alimentare e di coadiuvante tecnologico. Gli
additivi devono essere designati obbligatoriamente mediante le denominazione della categoria funzionale,
seguita dalla denominazione specifica o eventualmente dal numero E. nel caso di un additivo che
appartiene a più categorie viene indicata quella corrispondente alla sua funzione principale nel caso
dell alimento in questione.
ACIDO SORBICO: PRESENTAZIONE, FUNZIONALITÀ, IMPIEGHI
L acido sorbico E200 è un conservante di origine naturale, è un acido grasso monocarbossilico trans-trans.
La sua tossicità pone pochi problemi perché viene metabolizzato come gli acidi. L acido sorbico è una
polvere bianca cristallina, poco solubile in acqua (0,16 g/100 mL a 20˚C), nei mezzi acquosi è sostituito dai
suoi Sali. Esercita un potere antimuffa ed è inibitore di lieviti. Ha maggior efficacia a pH acidi quando si
trova in forma indissociata. Favorisce la fermentazione lattica, ha un largo impiego nella produzione di
conserve vegetali. 10
ADDITIVI COLORANTI: CLASSI DI COLORE SECONDO LA CLASSIFICAZIONE E CODE
I coloranti alimentari sono sostanze prive di valore nutritivo addizionate durante la lavorazione dei prodotti
alimentari per impartirgli particolari caratteristiche cromatiche o esaltarne la colorazione originaria,
conferendogli così un aspetto invitante e più appetibile.
E100 GIALLO
E110 ARANCIONE
E120 ROSSO
E131 BLU
E140 VERDE
E150 BRUNO-NERO
E160 SFUMATUREDIVERSE(arancio, rosso, blu)
E170 METALLI(ORO,ARGENTO,ECC.)
E 180 PIGMENTO ROSSO
I coloranti vanno da E100 a E180, quelli compresi da 100 a 163 sono organici naturali o di sintesi, gli altri
inorganici, minerali.
DESCRIVERE GLI ADDITIVI DA E460-E464
⦁ E460 CELLULOSA IN POLVERE, viene utilizzata come anti-agglomerante, non ha effetti nutritivi, è
insolubile in acqua ma può essere fermentata nel grande intestino, può provocare problemi gastro
intestinali come gonfiore, vomito e diarrea. Il suo uso è sconsigliato nell alimentazione infantile.
⦁E461, METIL CELLULOSA, viene prodotta a partire dalla cellulosa naturale ricavata dal legno e
metilata chimicamente a livello industriale. Viene impiegata come addensante, emulsionante, alimento
per diabetici, ingredienti delle bevande, delle gelatine e delle marmellate. Può provocare flatulenza e
altri problemi gastro intestinali.
⦁ E462 ETIL CELLULOSA, viene prodotta a partire dalla cellulosa naturale ricavata dal legno e etilata
chimicamente a livello industriale. Viene utilizzata come addensante, emulsionante, anti-agglomerante
e fonte di fibra alimentare. Non è solubile ma può essere fermentata nel grande intestino.
⦁E463 IDROSSIPROPIL CELLULOSA, viene prodotta a partire dalla cellulosa naturale ricavata dal legno
e propilata chimicamente a livello industriale. È molto simile alla cellulosa naturale ma sensibilmente
più solubile, viene utilizzata come addensante, emulsionante, anti-agglomerante e fonte di fibra
alimentare. Può essere fermentata nel grande intestino.
⦁ E464 IDROSSIPROPIL METIL CELLULOSA, viene prodotta a partire dalla cellulosa naturale ricavata
dal legno e modificata chimicamente a livello industriale. È molto simile alla cellulosa naturale ma
sensibilmente più solubile. È utilizzata come addensante, emulsionante, anti-agglomerante e fonte di
fibra alimentare. Può essere fermentata nel grande intestino.
QUAL È L IDROSSIPROPIL CELLULOSA?
E463 IDROSSIPROPIL CELLULOSA, viene prodotta a partire dalla cellulosa naturale ricavata dal legno e
propilata chimicamente a livello industriale. È molto simile alla cellulosa naturale ma sensibilmente più
solubile, viene utilizzata come addensante, emulsionante, anti-agglomerante e fonte di fibra alimentare.
Può essere fermentata nel grande intestino.
STABILIZZAZIONE DI UN EMULSIONE
I fattori che concorrono a stabilizzare le emulsioni.
1. agente emulsionante: generalmente è un tensioattivo, che abbassando la tensione interfacciale
diminuisce l'energia libera del sistema; in alternativa, si possono utilizzare anche sostanze non tensioattive,
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quali la gomma arabica, la gelatina, colloidi idrofili o polveri finemente suddivise (ad es., talco). Queste
sostanze si distribuiscono all'interfase O/A formando una pellicola protettiva, più rigida di quella formata
dai tensioattivi, che cos