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Analizziamole. COLATA PER LINGOTTI (DIRETTA)
I lingotti sono blocchi di metallo destinati quasi
sempre a successive lavorazioni; la loro forma non ha
particolare importanza, visto che la loro applicazione è
limitatissima. Un lingotto esemplificativo, con le
relative dimensioni può essere quello qui a fianco.
E’ un prodotto molto (un lingotto d’acciaio di
denso
3
1m arriva a pesare 8000 kg!).
Le facce del lingotto non sono parallele per evitare danneggiamenti in fase di
rimozione del lingotto dal contenitore che lo ha generato,
che dunque ha generalmente le seguenti forme: 36
Ciclo di vita di un lingotto
Analizziamo dettagliatamente il ciclo di vita di un lingotto.
1. COLATA: I lingotti si producono attraverso
un meccanismo di colata diretta: il metallo liquido,
contenuto nella SIVIERA, viene versato sulla
LINGOTTIERA per mezzo di un bacino intermedio
chiamato PANIERA, che serve mantenere
costante la velocità con cui il liquido arriva alla
lingottiera.
2. RAFFREDDAMENTO / SOLIDIFICAZIONE:
≅
La temperatura della lingottiera ( è di gran
25°C)
lunga minore rispetto a quella del metallo liquido
(es. 1500 °C), pertanto quest’ultimo tenderà a
solidificarsi scambiando calore con l’esterno, fino a diventare tutto solido.
3. ESTRAZIONE DALLA LINGOTTIERA: Una volta solidificato il metallo,
bisogna rimuoverlo dalla lingottiera: la sua forma serve a facilitarne
l’estrazione, che deve avvenire dal lato dov’è più grande la superficie, perché
impossibile rimuoverla in sottosquadro. Se la conicità è diretta basta
si estrae il lingotto dall’alto o la si
sollevare la lingottiera, altrimenti se inversa
rovescia e si fa come prima.
Un ruolo fondamentale in questa fase è rivestito dall’ ANGOLO DI SFORMO,
cioè dall’inclinazione delle superfici laterali interne alla lingottiera: se esse
fossero parallele, in fase di estrazione si avrebbe un rovinoso attrito, causa
di usura e danneggiamenti vari sia per il lingotto che per la lingottiera;
di questo angolo garantisce un’intercapedine di lunghezza
invece la presenza
costante (dx>0) tra il lingotto e la lingottiera che evita l’attrito in fase di
estrazione (dz).
La lingottiera è parte permanente della fase di colata, cioè viene riutilizzata
per la produzione di nuovi lingotti della stessa forma: è fondamentale dunque
che essa non subisca danneggiamenti e quindi variazioni nelle sue
caratteristiche geometriche.
4. RISCALDAMENTO: una volta estratto il lingotto, esso va riscaldato per
migliorarne le proprietà meccaniche e consentire dunque una migliore
lavorabilità. Questa operazione è effettuata mediante un FORNO A
SPINTA, un forno continuo che segue la logica FIFO (first in first out): il
lingotto viene introdotto da una certa entrata e tramite la spinta fornita dal
lingotto seguente, è condotto ad una differente uscita. Durante questo
37
percorso esso viene progressivamente riscaldato, fin tanto che non
raggiunge la temperatura richiesta per passare alla successiva fase di
lavorazione.
Ingresso e uscita possono essere chiusi da sistemi di chiusura
cascata d’acqua,
continui come una un getto di gas o una tendina per
un’atmosfera controllata:
garantire la presenza di ossigeno, infatti,
potrebbe ossidare il lingotto!
operazione che richiede l’utilizzo di una
5. SGROSSATURA: pressa (ad es.
idraulica, che manda fluidi in pressione) per schiacciare il pezzo, che
comunque mantiene volume costante!
6. SEMIFINITURA: operazione di assottigliamento
del pezzo mediante l’utilizzo del laminatoio, uno
strumento costituito da due cilindri paralleli tra loro tra i
quali viene fatto scorrere il lingotto. In questo modo
esso riduce la propria altezza ma aumenta la propria
lunghezza progressivamente (anche dell’ordine di
km!), fino a creare lamine di dimensioni gestibili
all’interno dell’impianto.
7. FINITURA: insieme di operazioni correttive e definitive sul materiale come:
laminazione a freddo;
asportazione di truciolo;
saldatura.
8. VENDITA.
Tipici difetti di un lingotto
E’ impossibile produrre un lingotto esente da difetti. Uno tra i difetti più
tipici è quello della doppia pelle:
I. Il metallo arriva sul fondo della lingottiera e i primi
schizzi cominciano ad aderire alle pareti; essendo la
temperatura delle pareti molto minore di quella del
metallo, quest’ultimo forma subito uno strato solido;
II. Il getto continua ad arrivare e gli schizzi non sono
più presenti; tuttavia la solidificazione progredisce pertanto lo spessore
del materiale alle pareti aumenta ancor più; 38
III. Lo strato si contrae al termine della solidificazione, si crea quindi un
distacco che determina una separazione tra materiale solido e
lingottiera: in questa intercapedine si infiltra il metallo liquido che viene
solido. E’ proprio questo
ancora versato, formando così un nuovo strato
il fenomeno della doppia pelle: lo strato esterno del lingotto non è
omogeneo ma ha 2 superfici. Questo compromette fortemente la
qualità del lingotto.
Possibili rimedi al fenomeno sono:
regolare l’afflusso del liquido
a) (ma con maggior impiego di tempo);
b) riscaldare le pareti della lingottiera per evitare la solidificazione
precoce delle gocce
Altri difetti tipici sono:
formazione di tacconi (distacco del lingotto dalla lingottiera con
pericolo di rottura e traboccamento del metallo)
riprese di colata;
lesioni superficiali (per evitarle si impiega una sezione ondulata)
Tipica struttura finale di un lingotto
Le tipica struttura finale di un lingotto non è mai predefinita: i pezzi
potrebbero non avere tutti le stesse caratteristiche, quindi anche in questo
caso è necessario fissare opportune tolleranze.
In generale, è auspicabile avere:
elevata velocità di raffreddamento;
spessori ridotti;
aggiunta di elementi nucleanti (nucleazione eterogenea);
rugosità della forma.
Come si vede dalla figura, i grani del lingotto hanno tutti la stessa struttura,
ma le loro dimensioni sono differenti:
a) a contatto con la lingottiera sono piccoli e orientati casualmente
(nucleano molto, crescono poco), per la già citata elevata velocità di
raffreddamento del primo strato;
b) negli strati centrali sono più grandi e orientati (per via della
solidificazione colonnare);
c) al centro della struttura, la minore velocità di raffreddamento, permette
ai grani di crescere molto ma di nucleare poco, e con orientazione
casuale. 39
Queste tre fasi danno vita ad una struttura palesemente disomogenea, che
può essere parzialmente evitata con opportuni trattamenti termici di
omogeneizzazione volti a fornire maggiore energia ai grani, di modo che
essi possano raggiungere uno stato d’equilibrio che renda la struttura quanto
più omogenea; una possibile soluzione, ad esempio, è tentare di uniformare
VELOCITA’ DI RAFFREDDAMENTO dell’intero lingotto
al massimo la
durante il processo.
In generale, per evitare al massimo disomogeneità e comportamenti
indesiderati della struttura, è opportuno:
I. BUONA PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO;
II. BUONA PROGETTAZIONE DEL PROCESSO;
III. APPLICARE TRATTAMENTI TERMICI, prima, durante o dopo la
tecnologia, qualora i difetti persistano.
Infine, siccome i lingotti sono quasi sempre destinati a successive
lavorazioni meccaniche, la struttura finale deve essere quanto più conforme
alle caratteristiche necessarie per tali seguenti fasi di lavorazione.
COLATA CONTINUA
Contrariamente al caso
precedente, nel sistema di colata
continua, il lingotto non viene
completamente raffreddato e poi
riscaldato per permettere le
successive lavorazioni; esso, una
volta creato, permane in una
temperatura abbastanza elevata
da permetterne da subito le
lavorazioni.
Si produce cioè un semilavorato
dalla colata del metallo liquido in
una lingottiera mobile (poi
vedremo perché) senza fondo: il materiale dunque fluisce in maniera
continua e assume la forma della lingottiera perché obbligato ad
attraversarla. In questo “cammino” esso subisce la solidificazione e viene
condotto all’esterno da dei rulli estrattori che aiutano la fuoriuscita della
barra dalla lingottiera. 40
Ma la temperatura a cui viene estratta la barra non è quella di totale
solidificazione del pezzo: potrebbe essersi solidificata solo la parte esterna o
anche quella interna ma a temperatura ancora decisamente alta; questa
situazione rende agevole la deformazione plastica del pezzo, utile per le
successive fasi di lavorazione del pezzo. Come è possibile capire, non si
passa dal totale raffreddamento del pezzo e dal nuovo successivo
riscaldamento, con un benefici in termini di:
Maggiore produttività;
Maggiore qualità dei prodotti. l’aumento
Ma vi sono anche note dolenti come inevitabile dei costi di
dell’impianto. Si tratta infatti di un impianto
progettazione e funzionamento
abbastanza sofisticato, costituito da:
a) LINGOTTIERA MOBILE: si muove perché, dato che il materiale è in
continuo movimento, lo scambio di calore che avviene al suo interno
potrebbe non completarsi in tempo utile da solidificare opportunamente
la barra, che dunque potrebbe uscire dalla lingottiera ancora liquida.
Per questo motivo, la lingottiera “segue” il movimento della barra
(discesa) per aumentare il tempo di contatto tra essa e il metallo
liquido, di modo da permettere l’opportuna solidificazione. Al termine
del processo, la lingottiera risale a monte per passare a raffreddare
una barra successiva. E’ chiaro che il tempo di risalita della lingottiera
deve essere molto maggiore di quello di discesa per evitare che le parti
successive del metallo colante non vengano correttamente solidificate.
b) RULLI ESTRATTORI: per condurre la barra al di fuori della lingottiera;
c) SISTEMA DI TAGLIO DELLA BARRA: essendo il meccanismo
continuo, è il sistema necessario per tagliare la barra alle dimensioni
desiderate; si tratta di un sistema assai meccanizzato perché deve
continuamente seguire il flusso della barra e tagliarla al momento
opportuno, tenendo conto del pezzo via via successivo.
NB: spesso la sola lingottiera, se pur costruita con materiali dall’elevata
capacità di scambiare calore come il rame, non basta per portare a
opportuna solidificazione il metallo colante: ad essa si aggiungono dunque
ulteriori meccanismi di raffreddamento (visibili in figura) quali:
entra dal basso verso l’alto nella