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Metodo Levallois

Il metodo di scheggiatura levallois è apparso circa 300.000-250.000 anni fa ed è considerato uno dei metodi più complessi che siano stati utilizzati nel Paleolitico, perché richiede una adeguata preparazione del nucleo, della base di percussione e della superficie di scheggiatura, poi perché richiede una adeguata gestualità e infine perché permette di ottenere delle schegge ben "costituite" (pensate precedentemente). La caratteristica principale della tecnica levallois è il fatto che il nucleo viene lavorato per ottenere una forma simile al carapace di una tartaruga, quindi una forma convessa, che consente di regolare meglio la grandezza e la larghezza della lama che verrà prodotta tramite la lavorazione. Nella tecnica levallois, esiste una "gerarchia", poiché la base di percussione e la superficie di scheggiatura non possono essere intercambiate tra loro (al contrario di quantopuòavvenire in una tecnica discoide). Per Boeda, esistono due modalità di sfruttamento del nucleoLevallois: lineare a scheggia preferenziale e ricorrente a schegge multiple. Lineare a scheggia preferenziale: questo metodo permette di ottenere una scheggia, generalmenteallungata e appuntita (punta di freccia levallois) e predeterminata, in base alla preparazione delnucleo. Dopo aver ottenuto la prima scheggia, si può ripetere la preparazione del nucleo perottenerne una seconda e così via. Ricorrente a schegge multiple: questo metodo permette di ottenere una serie di scheggepredeterminate, dove lo stacco di una prima scheggia determina la forma della seconda e così via. Eventualmente il nucleo convesso può essere ripreparato se va a perdere la sua forma. Quando ilnucleo di esaurisce (perde la convessità) non è più possibile ottenere delle schegge. Questo metodoè molto vantaggioso poiché con una preparazione semplice,permette di ottenere molti più manufatti. Inoltre questa tecnica si suddivide in:
  • ricorrente unipolare: prevede il distacco verso una unica direzione a partire dal nucleo, quindi si ottengono delle schegge allungate
  • ricorrente centripeta: prevede il distacco delle schegge da punti diversi dal nucleo che assume una forma più estesa e circolare.
Il metodo levallois è la rappresentazione di adattamento dell'uomo paleolitico nell'ambiente e nel contesto in cui era posto: è un metodo relativamente semplice quanto economico, che permette di ottenere più schegge di differenti dimensioni a seconda dell'utilizzo che si deve fare e soprattutto con una manualità semplice. Possiamo infatti immaginare che il nucleo levallois fosse portato dai cacciatori nelle varie tappe ed eventualmente lavorato in situazioni di utilità per ottenere punte di frecce, lame, affilatoi, raschiatoi.. possiamo ben capire perché questo metodofosse così utilizzato eimportante: permetteva di ottenere “qualsiasi” risultato partendo da una semplice predeterminazionedi nucleo e l’utilizzo di una tecnica piuttosto che un’altra.
https://youtu.be/RDQPqNfwd64
https://youtu.be/GXy0fghKwnY
https://youtu.be/saAU_OJrk2E
https://youtu.be/YR35sapmpvQ
Metodo di Quina
La definizione metodo di Quina nasce per intendere il prodotto delle schegge delle industriemusteriane charentiane quina. Il metodo di quina è stato ampiamente studiato per comprendere lesue caratteristiche e differenziarlo dal metodo discoide e dal metodo di levallois.
Il nucleo Quina è racchiuso in due superfici che delimitano un piano di intersezione con unaorientazione predefinita verso l’asse maggiore rispetto all’asse minore.
La produzione di basa sulle linee di questi due assi.
I nuclei Quina sono particolari poiché presentano una parte del nucleo inclinata opposta a unasuperficie più o meno piana. Il

Il metodo Quina permette di avere un nucleo che funge sia da piano di percussione che da piano di scheggiatura, questo fa sì che vengano prodotte numerose schegge. Da ciò risulta, come detto, un nucleo asimmetrico. Le superfici (a contrario del metodo Levallois, ma come nel metodo discoide) non sono gerarchizzate, pertanto il numero di schegge ottenibili dipende dalla grandezza e dalla morfologia del nucleo intero, non dalla grandezza del suo piano di scheggiatura (poiché tutto appunto è sia piano di scheggiatura che di percussione). Partendo dall'asse maggiore (che chiameremo A) si possono eseguire dei gesti paralleli ad esso o secanti verso l'asse minore (che chiameremo B). La serie di stacchi produrrà, a seconda del gesto parallelo o secante, diverse schegge, da lunghe e affilate a corte e appuntite.

Il metodo laminare è sempre stato considerato come un metodo evoluto e appartenente al neolitico, in realtà sono stati

Ritrovati dei resti che ci consentono di dire che questo metodo veniva utilizzato già dal paleolitico. Consiste nell'utilizzo di un nucleo che ci consente di ottenere tramite degli spacchi longitudinali, delle lame, lamelle, microlamelle, a seconda della grandezza del nucleo stesso. È un metodo molto utile perché può essere utilizzato con qualsiasi nucleo (grandezza) e ogni nucleo produrrà un effetto differente. La preparazione del nucleo è impostata per ottenere queste spaccature longitudinali e ogni lama presupporrà la successiva. Nella preparazione del nucleo si può creare una "cresta". Esistono diverse modalità di sfruttamento del nucleo:

  • frontale
  • facciale
  • semitornante o semiavvolgente
  • tornante o avvolgente

percussione diretta, percussione indiretta con materiale organico, pressione

https://youtu.be/me2QNqRuuJw

https://youtu.be/JIw5yEviorM

https://youtu.be/we699WEU7gU METODI DI

FACONNAGE

Il faconnage (sagomatura) è l'opposto del debitage, lo scopo è quello di eliminare delle schegge al fine di ottenere un utensile appunto sagomato. Le schegge sono solitamente degli scarti anche se possono essere utilizzate dopo essere state ritoccate con ritoccatoi in osso. È difficile comprendere se una scheggia sia stata ottenuta per debitage o faconnage, dobbiamo tenere però conto che nel faconnage l'obiettivo principale è quello di ottenere un manufatto sagomato. I primi esempi di faconnage sono i chopper, ma esistono numerose tecniche.

Metodo Bifacciale

La tecnica bifacciale compare molto anticamente, in Africa già 1,7 milioni di anni fa. Con il termine bifacciale riconosciamo una larga scala di strumenti che possono essere suddivisi in due grandi categorie:

  • Grossi e pesanti, più o meno spessi e scheggiati con grandi colpi
  • Piccoli, piatti, scheggiati con cura e più rifiniti

Nonostante la comparsa antica di questo metodo,

I bifacciali ben rifiniti appaiono nel paleolitico e la tecnica continua ad essere utilizzata anche nel mesolitico e in epoche più recenti. Le fasi per produrre un bifacciale sono:
  • creazione di un piano di percussione periferico lungo il margine dell'oggetto
  • raggiungimento di un equilibrio bifacciale tramite la creazione di due superfici convesse
  • si regola il contorno tramite l'uso di ritoccatoi (in osso) per dare la forma desiderata
Le tecniche utilizzate per la realizzazione di un bifacciale sono percussione con pietra dura e percussione con percussore tenero. Boeda ha proposto una analisi innovativa dei bifacciali che si basa sui caratteri di funzionamento. Nei bifacciali riconosciamo due unità tecnofunzionali: trasformativa e prensiva. Riconosciamo:
  • bifacciali utensili con una coppia di unità tecnofunzionali dove la forma dell'oggetto è legata alla sua funzione
  • bifacciali supporti con più coppie di unità tecnofunzionali che
corrispondono ad altrettanti utensili che possono essere uguali o differenti tra loro. Metodo Hachereaux Sono stati identificati per la prima volta nel 1930 per poi essere definiti come un metodo che si distacca totalmente dai bifacciali. La caratteristica degli hachereaux è il fatto che non sono totalmente ritoccati, infatti il tracciante è naturale e si forma dall'intersezione dei due piani di una scheggia. Riconosciamo sei tipi di hachereaux: - tipo 0: frammento di ciottolo ottenuto dall'incontro della faccia ventrale con la superficie del ciottolo - tipo 1: scheggia ottenuta tramite la preparazione del piano superiore del tranciante tramite un solo distacco - tipo 2: ritocchi posteriori che assottigliano la parte più spessa della regione bulbare al fine di ottenere una forma più allungata - tipo 3: a partire da una scheggia Levallois con ritocchi simili a quelli del tipo 2 - tipo 4: preparazione Levallois, il tranciante è caratterizzato da una parte

rettilinea (bordo destro) edal bordo sinistro formato da due curvature.-tipo 5: il tranciante naturale ha la forma di un piccolo triangolo, il resto della superficiedell’oggetto è ritoccato.

Prima di una produzione hachereaux: debitage con pietra dura (generalmente levallois)

Gli sferoidi, i poliedri e le bolas

Sferoidi, poliedri e bolas si pongono sulla stessa catena operativa e rappresentano le differenti fasiper ottenere un manifatto che possa essere circoscritto all’interno di una sfera.

Partendo da un blocco di materiale litico, con percussione con pietra dura, otteniamo i poliedritramite il distacco di schegge più o meno uguali; il distacco di ulteriori schegge porta a subsferoidi esferoidi (sempre pietra dura) poi tramite la bocciardatura su incudine si ottengono le bolas.

Le schgge che si ottengono sono inutilizzabili ella magggior parte dei casi.

Sferoide= usate nella prima volta nel 1907 per descrivere le palle di pietra musteriane

Poliedro= 1904 senza

però dare una connotazione precisaBolas=1882 prima interpretazione oggetti da lancio. Le preforme Le preforme sono delle forme che si ottengono tramite percussione diretta o indiretta e permettono di avvicinarsi alla forma finale che avrà il manufatto. La preforma si lavorerà poi con le dovute tecniche/bocciardature I trifacciali o triedi IL faconnage permette di ottenere diverse forme, tra i triedi fino ai cosidetti romboidali. Per quanto riguarda i triedi, questi venivano prima descritti nel 1960 come dei bifacciali triedici, poi nel 1963 sono stati definiti come dei pic ottenuti tramite il distacco di schegge da tre piani di percussione differenti. Boeda ha descritto la catrna operativa trifacciale che consiste in-scheggiatura dove si prepara tramite dei grandi distacchi, una superficie piana-la prima superficie diventa un piano di percussione perché si crea una seconda supericice che a sua volta diventa piao di percussione della terza. Dopo aver preparato questa forma,

il nucleo si lavora come nel metodo discoide con l'alternanza di

Dettagli
A.A. 2021-2022
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/01 Preistoria e protostoria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher letiziamelis55 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Paletnologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Scienze letterarie Prof.