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La presa di coscienza di sé

Nell'acquisizione della coscienza di sé, come persona, il bambino passa attraverso una serie di fasi che ha inizio nell'epoca neonatale. Molti autori concordano sul fatto che esiste una spinta che, fin dalla nascita, porta il bambino a conoscere, capire, agire ed interagire. Questa spinta gli consente di raccogliere una serie di informazioni che provengono dai vari organi di senso. Il bambino comincia gradualmente a differenziare le sensazioni che provengono dall'esterno, da quelle che provengono dall'interno. Il bambino impara a differenziare l'oggetto che è nella mano, dalla mano che lo contiene e che gli appartiene. La prima scoperta che il bambino fa è quella del corpo. Ciò avviene attraverso un'investigazione delle parti del proprio corpo: guardarsi le mani, portarle alla bocca e ai piedi, toccarli e portarli alla bocca, ecc. L'eliminazione non si limita a vederle in azione;

Guardarsi proprio corpo, ma si estende alle parti del corpo dell'altro. Questa esplorazione del proprio corpo avviene in modo sistematico. Il lattante:

  • Nel primo mese porta le mani alla bocca
  • A 2 mesi comincia a guardare con interesse le proprie mani
  • A 3 mesi congiunge le mani, le guarda e le porta alla bocca
  • A partire dai 4 mesi estende la sua esplorazione a tutto il corpo, toccandosi la pancia, le gambe e, verso gli 8 mesi, i piedi, anche a portare alla bocca

Il bambino nei primi mesi di vita fissa il volto dell'altro, ne esamina i contorni, ne tocca le parti in le mani dell'altro, si aggrappa al movimento, si sofferma su alcuni particolari interessanti, guarda corpo dell'altro e vi si adatta. Questo adattamento posturale del bambino al corpo dell'altro, quando ad esempio viene preso in braccio, è un comportamento ricco di implicazioni motorie, emotive e che è un aspetto.

Molto importante. L'aspetto di questo dialogo relazionali, definito dialogo tonico rimanda alla madre la spiacevole sensazione di non saper tenere il bambino in braccio. In questo processo di scoperta del corpo c'è un momento cruciale e critico, cioè un momento in cui il bambino arriva alla formazione di un modello interno del corpo. Lo schema corporeo, che è il momento in cui il bambino accede alla rappresentazione mentale del corpo e rappresenta un quadro di riferimento topologico che permette la localizzazione, la discriminazione, il riconoscimento degli stimoli e la consapevolezza della posizione del corpo o delle sue parti nello spazio. Lo schema corporeo viene acquisito verso i 9 mesi. All'età di 9 mesi il bambino prende coscienza del corpo come un tutt'uno, ma non riesce ad accedere all'autocoscienza del proprio corpo, che è un'acquisizione che si raggiunge in epoche successive.

All'età di 8-9 mesi,

Secondo Piaget, il bambino riconosce un’esistenza autonoma dell’oggetto, che esiste anche quando non è nel suo campo percettivo.

Secondo Spitz il bambino entra nello stadio dell’oggetto, cioè nella fase dell’oggettivazione ed inizia a fare i conti con l’ansia di separazione e con la paura dell’estraneo.

Il bambino a partire dai 9 mesi comincia ad effettuare gesti e particolari espressioni su richiesta dei familiari: fare ciao, battere le mani o mimare espressioni di falso stupore. Si tratta di comportamenti finalizzati a ricevere la sua approvazione. Il bambino comincia a adottare comportamenti finalizzati in mostra. Questi comportamenti, insieme al desiderio di stare al centro dell’attenzione, a mettersi in mostra, corrispondono al piacere di piacere. Intorno ai 2 anni il bambino accede alla fase dell’autoriconoscimento, una tappa fondamentale nell’evoluzione dell’identità personale. Con riferimento alle esperienze dello specchio,

Il bambino non si limita più a riconoscere all'immagine di un corpo, ma realizza che quell'immagine che vede riflessa rappresenta l'involucro che lo contiene e che lui stesso può rappresentarsi nella mente. Egli ha coscienza che questo corpo che vede ha una sua forma e un suo pensiero. Questo è l'autocoscienza. L'acquisizione della coscienza di sé induce il bambino a modificare le modalità relazionali con l'ambiente circostante che si con tendenza ad attirare l'attenzione su di sé. Altri segni di progresso nella formazione caratterizzadi questa identità sono l'utilizzazione della prima persona ("io") e del pronome possessivo ("mio"), sul piano verbale, e le accentuate manifestazioni della nozione di proprietà, sul piano fase dell'oppositività, comportamentale. Questo periodo viene anche definito in quanto il bambino, avendo preso coscienza di sé.

come persona, tende ad opporsi a tutte le richieste per affermare la sua personalità. In quest'età si configura una vera e propria crisi di personalità che spinge il bambino ad imporsi alla famiglia. Con l'entrata nel gruppo il bambino inizia a confrontarsi con i coetanei, ricevendo ed elaborando una serie di dati relativi a se stesso: le sue caratteristiche fisiche, le sue competenze motorie, le sue abilità prestazionali, etc. All'età di 5 anni il bambino è in grado di fornire una descrizione di sé, che è limitata ad un elenco di attributi generici, quali l'età che ha, la statura, il sesso a cui appartiene, etc. A partire dai 7 anni, la descrizione che il bambino fornisce di sé è molto più articolata e completa. Egli non si limita più a descrivere i propri attributi fisici, ma comincia a fornire dettagli relativi alle sue emozioni, ai suoi interessi, alle sue relazioni con gli altri, alle sue aspirazioni e alle sue opinioni.

proprie qualità interiori. Fra i 7 e gli 11 anni il bambino comincia a fornire una descrizione di sé molto più ricca e articolata, con riferimento ad una serie di aspetti psicologici che lo caratterizzano. Solo con l'adolescenza il soggetto arriva ad una completa coscienza di sé. Compare, cioè, la capacità di riflessione sul proprio aspetto fisico, sui tratti temperamentali e sugli stati emotivi che caratterizzano il suo modo di essere e rapportarsi alla realtà circostante. Nel processo di conoscenza di sé si inseriscono 2 aspetti importanti:

  • L'IDENTITÀ - il bambino si confronta con le caratteristiche del proprio sesso. Il primo aspetto che il bambino deve chiarirsi è che esistono 2 sessi, il maschile e il femminile, e deve rendersi conto a quale sesso egli appartiene. Questa capacità del bambino viene raggiunta intorno ai 3 anni. Solo all'età di 4 viene chiamata

Identità sessuale: a che età il bambino raggiunge la stabilità del genere, intesa come la capacità di rendersi conto che il genere rimane tale per tutta la vita, come caratteristica propria di ciascun individuo. Verso i 7 anni il bambino sviluppa un concetto di costanza del genere, cioè egli capisce che una persona conserva lo stesso genere nonostante i possibili cambiamenti esteriori. A partire dai 7 anni il bambino è in grado di applicare il concetto di conservazione anche al genere.

Ogni genere possiede una serie di caratteristiche distintive, che rappresentano il concetto di ruoli sessuali. I ruoli sessuali rappresentano l'insieme dei comportamenti, dei diritti, dei doveri, degli atteggiamenti previsti dalla cultura di appartenenza per ciascun genere (maschile e femminile). Il bambino, dopo aver acquisito il concetto di identità sessuale, impara a comprendere anche i ruoli sessuali.

L'autostima è definita come la valutazione delle

Qualità che l'individuo percepisce come proprie. L'autostima può essere:

  • ALTA - che significa avere sentimenti positivi verso i propri attributi
  • BASSA - che significa avere una scarsa considerazione di sé e delle proprie capacità.

Questa autovalutazione si riferisce a varie competenze, raggruppate in 4 aree:

  • COMPETENZA COGNITIVA - si riferisce al concetto che il bambino sviluppa nei riguardi delle sue capacità di apprendere, ricordare e capire
  • COMPETENZA SOCIALE - riguarda la capacità di riuscire a stabilire validi rapporti interpersonali e di essere accettato dal gruppo
  • COMPETENZA FISICA - si riferisce alla capacità di riuscire a competere in maniera soddisfacente in attività motorie e/o sportive e di essere abile in giochi di movimenti
  • COMPETENZA GENERALE DI SE' - riguarda più in generale il sentimento di padronanza di se stesso e la soddisfazione per le caratteristiche

Che lo definiscono come persona. Deve aver raggiunto l'autocoscienza, per poter esprimere un giudizio su se stesso, il bambino è la capacità di percepirsi come persona. Lo sviluppo dell'autostima, o meglio il grado di autostima, è legato ad una serie di fattori sia ambientali che quelli legati al bambino. Per quanto riguarda l'ambiente significativo, è stato dimostrato che la qualità degli atteggiamenti delle figure di accadimento svolge un ruolo critico nello sviluppo dell'autostima, o meglio influisce sullo sviluppo dell'autostima. Per quel che riguarda i fattori legati al bambino, essi sono da riferire a difficoltà che egli può presentare. Il bambino, a partire dai 5-6 anni, impara a riconoscere e a capire le differenze fra le sue capacità e quelle degli altri e a sviluppare i livelli di autostima. L'autostima dipende dal modo in cui gli altri ci percepiscono e reagiscono al nostro comportamento.

CAPITOLO LA PRESA DI COSCIENZA DELL'ALTRO

Molte teorie dello sviluppo affermano che esiste un'incapacità, da parte del bambino, di individuare l'altro. Le teorie più recenti invece, affermano il contrario, ossia, che fin dalla nascita, il bambino riesce a riconoscere l'altro come una figura con cui vuole entrare in uno scambio comunicativo.

Nell'ambito delle afferenze uditive, il bambino discrimina rumori, suoni, voci e preferisce la voce della mamma.

Nell'ambito delle afferenze visive, egli è attratto dagli stimoli che si riferiscono al volto dell'altro.

La presa di coscienza del volto umano subisce notevoli progressi nei primi mesi di vita. L'esame sistemico delle parti del volto permettono al bambino di giungere a 2 importanti conquiste:

  • L'identità del volto
  • La variabilità di uno stesso volto in rapporto a determinate circostanze

Con l'acquisizione del concetto d'identità, il bambino

impara che esiste un insieme di dati percettivi (occhi, naso, bocca) che costituiscono un&

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
43 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsichiatria infantile e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Gritti Antonella.