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Il tema fondamentale è la relazione con Altri; "saggio sull'esteriorità" è il sottotitolo: è
l'alterità radicale che trascende l'interiorità del soggetto. Viene messa in luce la particolarità
della natura etico-religiosa nella relazione con altri; la relazione etica è la struttura ultima
dell'essere-->esso è originariamente scissoin "Medesimo" e "Altro".
Il testo sembra una grabde rielaborazione dei luoghi comuni della filosofia: "essere",
"ragione", "verità", etc... a cui egli però ne aggiounge altri come "volto", "dimora", etc... e
per tutte queste categorie (vecchie enuove) cerca di mostrare come solo nella dimensione
etica vi sia il vero compimento di tutte. Il bersaglio critico di Levinas è l'ontologia
predominante della tradizione occidentale; la sua tendenza di fondo rimanda alla "totalità"
che vuole ridurre l'essere. L'infinito è ciò che rompe questa totalità e si espleta nella
relazione etica tramite il "volto" dell'altro. La filosofia che, invece, Levinas abbraccia è
sempre occidentale e prende le mosse da Platone (La repubblica e Fedro) e il "cogito
cartesiano". Dunque si può dire la filosofia della trascendenza occidentale dove il "cogito"
ne era il cuore centrale. Si stacca però da Cartesio in quanto sostiene che, invece, il vero
componimento dell'idea di Infinito si ha nel momento eticoe non in quello conoscitivo.
L'opera oscilla spesso tra l'illusorietà della morale e il problema della libertà; il concetto di
soggettività che viene proposto è quello di una soggettività umanaed autentica che si
costituisce come responsabilità unica ed insostituibile in virtù di un appello etico.
L'opera è così suddivisa in quattro sezioni:
1) "Medesimo e Altro": rapporto tra i due, come visto, che poggia u una base etica.
2) "Interiorità ed economia": il Medesimo, per entrare in rapporto con l'Altro, deve
avere in se stesso una propria identità separata. Introduzione dle concetto neutro "Il y
a".
3) "Il volto e l'esteriorità": sempre relazione etico-metafisica a partire dall'iniziativa
dell'altro che usa come veicolo il suo "volto".
4) "Al di là del volto": la relazione etica reinvia al di là di se stessa pe rpotersi
salvaguardare dall'insignificanza.
Nella PREFAZIONE Levinas dice che procederà con metodo fenomenologico; ossia con
una connessione tra concetti non analiticamente o dialetticamente, bensì
fenomenologicamente. 1-2
Tematica del DESIDERIO: egli differenzia tra "bisogno" e "desiderio"; il primo può essere
soddisfatto, mentre il seocndo no. Il desiderio viene detto "metafisico" in quanto apre alla
trascendenza. Dopo aver presentato la natura della relazione metafisica a partire dal
Desiderio, Levinas amplifica questo concetto parlando dell'idea di Infinito a partire dalla III
Meditazione cartesiana (esistenza di Dio, idea Infinito e Cogito). L'idea di Infinito di
Levinas, però, si discosta da quella di Cartesio: egli si serve solo della natura formale di tale
idea per argomentare la singolare natura della relazione matafisica tra Medesimo e Altro. È
con l'idea di infinito che prende forma la vera e propria trascendenza e la vera e propria
esteriorità. L'idea dell'infinito, come già detto, non è negativa (cioè non è negazione
dell'idea di finito), l'idea dell'Infinito, invece, si produce, ovvero si mette in atto e si rivela
come oltrepassamento dei limiti. Pensare all'Infinito non corrisponde a pensare ad un
oggetto ben distinto. L'obiezione dal Parmenide di Platone ad Hegel (?? cercare su testo)
non viene evitata da Levinas, non ha senso dire che l'Assoluto viene reso relativo, è solo una
contraddizione formale.
Il Desiderio intenziona una relazione con l'Assolutamente Altro; questa relazione è
metafisica e òa sua struttura paradossale è data dall'idea di Infinito. Il desiderio è un
desiderio disinteressato che si acuisce sempre più e si configura positivamente come Bontà e
come "dono ad Altri"-->dunque la relazione metafisica dell'idea di infinito diventa relazione
etica quando incontra l'Altro.
Il volto che si manifesta esprime nudità; è il volto che si disvela e anche qui, un'altra volta,
la relazione instauratasi è dapprima metafisica ed in un secondo momento etica. La
relazione etica che si stabilisce tra il Medesimo e l'Altro è duplice: da parte dell'altro è
"espressione"o "comandamento" e da parte mia è "responsabilità" e "libertà". Il rapporto che
si instaura, però, non è affattosimmetrico (come si potrebbe pensare); questo è asimmetrico
in quanto l'Altro, trascendendo, si innalza sopra di me; io vengo interpellato assieme alla
mia responsabilità e quindi mi trovo in una posizione inferiore rispetto ad Altri-->così
facendo l'etica ha il primato sull'ontologia.
Nella seconda sezione la separatezza dell'Io è richiesta dalla stessa relazione etico-
metafisica che si instaura tra il Medesimo ed Altri; la relazione con altri presuppone che i
termini in relazione rimangano in se stessi separati. Il momento della separazione non è
negativo, esso è positivo. L'interiorità non si produce come seplice riflesso o
rispecchiamento dell'essere, bensì come godimento.
La vita non è un semplice "atto d'essere" non è, cioè, il passaggio dalla potenza
all'attoaristotelico, bensì è l'attuazione di sè della felicità-godimento. Indioendenza
attraverso la dipendenza nel rapporto con Altri: ossia trovo la mia indipendenza attraverso il
rapporto di dipendenza e responsabilità che instauro con l'altro. Il vero elemento intermedio
tra indipendenza e dipendenza, tra interno ed esterno, è dato dal corpo: esso è il veicolo tra il
Me Medesimo e l'Altro che mi parla e mi richiede la mia responsabilità. Questa
indipendenza produce lavoro e coscienza.
Il mondo del godimento è un ambiente e, poichè è anonimo ed indeterminato, Levinas lo
chiama "elementale".
La dimora è la concretizzazione dell'interiorità che rende possibile a noi il rapportarci col
mondo, col lavoro e con la rappresentazione. Poichè la dimora concretizza l'interiorità, essa
è un altro modo di attuazione della separazione dell'Io. L'alterità discreta che rende possibile
l'intimità della cosa è data dal femminile. Ancora una volta entra in gioco questo termine
che si pone come intermedio ma è dotato di grande capacità metafisica. Nella casa l'uomo si
può dire che cessa di avere un rapporto superficiale con le cose e con conseguente
godimento di esse, l'uomo nella dimora concretizza in positivo la sua separatezza dall'Io
abitando un luogo suo proprio. L'uomo quindi non è il soggetto heideggeriano "gettato nel
mondo", bensì è quel soggetto concreto che si pone nella sua esteriorità a partire dalla casa
che è, di fatto, una ipostatizzazione della sua interiorità.
L'ontologia della casa, quindi, attraverso il possesso ed il lavoro, diventa economia creando
in questa mescolanza relazioni metafisiche più profonde.
Il volto di altri non può essere accettato ed ospitato "a mani vuote", bensì solo ospitando
altri nella nostra stessa casa e offrendo loro ciò che abbiamo. Quindi il rapporto diventa di
reciproco scambio: la relazione etico-metafisica è la condizione della rappresentazione e
del possesso, viceversa possesso e rappresentazione sono condizioni della relazione etico-
metafisica.
L'interiorità dell'Io si manifesta nelle sue opere (secondo Dilthey) ma per Levina non è e
non può essere solo così; questo poichè così facendo l'Io risulterebbe di cadere nella falla di
essere considerato solo come fenomeno, perdendo di fatto la sua vera interiorità (potremmo
dire il noumeno).
La realta ultima del soggetto non sono le sue opere, ma la sua responsabilità che si
estrinseca verso Altri. 3
In questo capitolo si ripresenta il tema dell'alterità, ossia il volto che si rivela e ci parla. La
sezione inizia con la critica al primato della vista ed conseguentemente alla luce; la vista
non è affatto trascendenza, solo il volto è ciò che apre alla trascendenza e, in un certo senso,
"instaura la ragione". Il volto non lede la libertà altrui, anzi, esso richiama alla resposabilità.
All'origine dle linguaggio sta la significazione, e a sua volta il lingiaggio è ciò che permette
la relazione con Altri. Come già detto, questa relazione ha anche come presupposto il
comando incondizionato che Altri mi dà e che instaura una relazione asimmetrica. Questa
relazione etico-metafisica, però, non può rimanere un "fatto privato" perchè riguarda tutti,
riguarda il "terzo" (questa tematica sarà meglio approfondita in Altrimenti che essere").
Altro tema affrontato a questo punto dell'opera è quello de tempo; l'amalisi circa questa
categoria prende le mosse dalal considerazione sulle condizioni del sorgere dle pluralismo,
quwsto non nasce in un semplice ambito conoscitivo, ma, come già detto altre volte, si
instaura in un rapporto etico. Poichè la relazione con Altri avvenga, si richiede che questi
siano parzialmente dipendenti e parzialmente indipendenti (cfr. Ciò detto prima); Levinas si
dimostra contrario all'idea di essere-per-la-morte tipicamente heideggeriana, anzi, per lui la
vera essenza è quella di essere-contro-la-morte. L'essere temporale significa essere nel
tempo, in un tempo ch enon è ancora morte e dunque combattere contro di essa per poter
allungare sempre di più questo tempo.
La paura della morte, infatti, non mi arriva dal nulla, bensì dalla trascendenza con Altri, il
quale piuò rivelarsi omicida; la morte, però, non mi toglie del senso (se così fosse sarebbe
puro nulla), vivecersa essa è l'ordine sensato delle relazioni umane.
Per omicidio (cap3) e paternità (cap4) si vedano appunti.
Conclusione
elementi principali di Totalità e Infinito
1. L'essere è esteriorita --> la verità va pensata a partire da qu