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C. 2 LA PIANIFICAZIONE DELL’EDUCAZIONE
La pianificazione strategica
Politiche educative degli anni 60: obiettivo è l’estensione della scolarizzazione e aumento del n. di diplomati
(non si tiene conto dei rapporti con l’extrascolastico e lavoro).
Anni 70: crisi del 68, gravi problemi di aggiustamento socioculturale ed economico, si continua a privilegiare
il settore scolastico pubblico.
Anni 80: recessione economica, riduzione spese dell’educazione, fenomeno della disoccupazione, crisi della
politica liberale, educazione come semplice strumento di sviluppo economico.
Oggi occorre la capacità di sottoporre le ipotesi a critica, valutare i fatti, attingere a + fonti. La dimensione
interattivo con attori e contesti e iterativo (graduale e continuo): la messa in
strategica è un processo ≠
opera dei programmi genera una retroazione con info nuove che ispirano nuovi piani e decisioni ulteriori e
contemporaneamente ogni decisione modifica i piani precedenti.
Esame di 4 contesti fondamentali:
1. Politico: ai pianificatori spettano compiti in base al contesto (hanno il compito di far comprendere
≠
e regolare gli interessi dei attori: dirigenti, insegnanti, amministratori, famiglie, studenti); gli
≠
educatori hanno il compito di far apprendere lo spirito d’iniziativa e la capacità di assunzione dei
rischi, partecipazione)
2. Demografico: ogni 5 g nei paesi + poveri la popolazione aumenta di 1 milione, necessità di
affrontare il problema educativo
3. Economico: peso del debito pubblico, diminuzione redditi, tagli istruzione (grave situazione x
acquisto di materiali didattici, costruzione nuovi edifici, stipendio docenti, sfiducia nell’utilità studi)
4. Educativo: domanda/offerta in modifica, diffusione insegnamento a distanza. Ricerca nuove fonti di
finanziamento
Necessità di riandare alla fonte delle scelte e valori che orientano x riscoprire e valorizzare le dimensioni
etico-culturali dell’educazione = imparare a vivere insieme alle altre persone e popoli, sviluppando le loro
conoscenze, storia, spiritualità e costruire insieme il villaggio pianeta. Rilancio utopico di una società che
educa alla cittadinanza mondiale.
Lindblom, esistono 2 metodi: globale (autorità centrale con compiti di pianificazione x l’insieme della società
e controllo economico) e progressivo (aggiustamenti politici progressivi e limitati che risolvono problemi
urgenti). 8
Pianificare = capacità di coniugare le competenze in un quadro di politica generale che migliori efficacia
≠
(grado di raggiungimento degli obiettivi) ed efficienza (sia int asl sistema che ext). Un sistema non può
essere efficiente se non è equo.
Equità = giustizia nell’accesso alla scolarità, ripartizione risorse scolastiche. Educazione come pratica di
libertà, coscienza critica che sa decodificare i linguaggi, rapporti, nessi della dimensione sociale.
La pianificazione strategica poggia su 3 assi:
1. Visione prospettica: evoluzione demografica caratterizzata da diminuzione fertilità, mortalità +
valorizzazione della formazione scientifica a tutti i liv + importanza delle tradizioni culturali
2. Spirito strategico: diagnosi approfondita del sistema e sue relazioni col quadro socioeconomico
3. Ricerca di realismo: i responsabili devono partecipare alle fasi di riflessione su obiettivi e
elaborazione delle condizioni di esecuzione; coerenza fra obiettivi e misure da assumere;
motivazione delle persone con il loro statuto, condizioni di lavoro e salari; migliorare la
comunicazione pubblica
La plasticità istituzionale dei piccoli stati insulari
Interesse x stai di piccole dimensioni (rappresentano + del 20% dei membri UNESCO), > costituiti da isole.
Caratteristiche comuni:
- Forte apertura economica
- Concentrazione della produzione ed esportazioni
- Debole capacità di diversificazione e di formazione mano d’opera
- Grande vulnerabilità economica, culturale, ambientale
- Forte dipendenza dall’ext
- Spesso isolamento politico e socioculturale
La piccola dimensione e l’insularità non sono sempre negative, sono cellule vive che organicamente entrano
nei tessuti di sviluppo del mondo. Qui la pianificazione dell’educazione deve affrontare 2 priorità: bisogni di
qualificazione formativa delle piccole economie + modalità di rafforzamento istituzionale delle capacità
endogene.
Considerare in 1° luogo il contesto socioeconomico: spesso gli stati insulari sono zone di confluenza di 9
sviluppo industriale. L’economia è articolata in:
- Settore esportazione: materie prime, prodotti agricoli, turismo (caratterizzato da forte occupazione
che richiede scarsa qualificazione)
- Spazio int moderno composto da settore commerciale, servizi finanziari, costruzioni
- Settore tradizionale (agricoltura di sussistenza: surplus della manodopera)
= pianificazione che risponda ai bisogni di formazione della mano d’opera con nuoci modelli e strutture
formative che garantiscano l’educazione di base (liberazione da programmi ereditati dai paesi
colonizzatori, formazione maestri, potenziamento strutture) e formazione professionale polivalente
(coordinamento ministeri, organismi non governativi, rappresentanti del settore privato, sindacati).
Altre 2 possibilità d’intervento:
- Insegnamento a distanza: utile x formazione universitaria, continua e educazione adulti
- Formazione a moduli: scomposizione della formazione in un insieme di sequenza distinte e
articolate ciascuna corrispondete a un obiettivo preciso
Caso degli arcipelaghi: stati in cui convivono le dimensioni del piccolo, isolamento e globalità. La scuola
deve giocare una duplice funzione di promozione della comunità e animazione dello sviluppo rurale; x stati
insulari e arcipelaghi 3 punti cardine x scelte di pianificazione:
1. Rispetto e promozione delle identità culturali: il confronto brutale con i modi di vita e consumo ext
≠
rischia la scomparsa progressiva dell’identità culturale
2. Emigrazione: es. fuga cervelli
3. Cooperazione regionale: integrazione delle strategie di formazione, pianificazione manodopera e
gestione comune delle relazioni con partners internazionali. Gli aiuti internazionali devono tener
conto della capacità di assorbimento e metabolizzazione del sistema senò effetti devastanti
La pianificazione in Africa
Gli stati africani hanno ottenuto l’indipendenza e considerato l’educazione come chiave dello sviluppo
culturale, sociale, economico. Dal 60 i governi locali hanno destinato il 40% delle risorse all’educazione, dal
70 rallentamento degli investimenti (fuga cervelli, disoccupazione intellettuale, divario città/campagna).
Logica espansionistica = modernizzazione che porta a sovrapposizione di culture, scomparsa valori
spirituali, appiattimento culturale.
Anni 80 la crisi peggiora, la qualità dell’insegnamento degrada rapidamente, nel 90 la società coloniale si è
ritirata lasciando dietro di sé la scuola come una bomba a scoppio ritardato. La società africana non è stata
ristrutturata x uno sviluppo auto centrato; x affrontare questa situazione occorre risolvere problemi riferibili a
fattori int (sviluppo demografico crescente, debito, instabilità politica, distruzione infrastrutture di base) e ext
(andamento mercati internazionali, marginalizzazione Africa, abbassamento produzione, > disoccupazione e
povertà). I punti critici sono la mancanza di personale qualificato, carenza di dati esatti sui sistemi educativi
esistenti, inefficacia infrastrutture. Necessità di una politica di decentralizzazione in risposta alle
caratteristiche dei paesi africani (dispersione scolastica, grande disparità etnica e religiosa, sistemi di
comunicazione poco sviluppati) = necessaria ridistribuzione delle funzioni a liv decentrati affidando a
comunità locali responsabilità e poteri di gestione. La ricerca scientifica, tecnica, culturale è chiave di 10
sviluppo , libera energie personali e comunitarie.
Hagan, 5 parametri fondamentali x elaborazione dei programmi educativi:
Studio del passato dell’Africa, reinterpretazione della storia in funzione degli
Dimensione storica eventi attuali
Attrezzarsi x affrontare i bisogni, esplorare nuove modalità produttive e
Dimensione del futuro associative, educare alla curiosità e creatività
Legame cultura e ambiente e tradizione/modernità
Dimensione materna
della vita Coscienza che ogni popolo ha di norme/valori, aprirsi al confronto con altre
Dimensione normativa culture, accogliere le sfide del progresso scientifico senza trascurare la
dimensione etica
Se un popolo non si apre allo scambio vive condizioni di svantaggio
Dimensione delle
interferenze culturali
Da qui rinnovamento dell’educazione in 3 momenti: africanizzazione – miglioramento performances –
generalizzazione. Fare dell’educazione un terreno auto centrato gestito da comunità che contribuisce
economicamente affinché il sistema educativo sia uno dei mezzi e ragioni x vivere.
Il BREDA: temi principali su cui innestare l’educazione africana sono educazione x diritti dell’uomo e pace,
culturale, civica, religiosa, fisica, salute, lavoro, produttività, gestione denaro, demografica, gestione casa e
famiglia, ambientale, scientifica, tecnologica.
L’uomo africano è un uomo in relazione con le cose, con i vivi e i morti, non c’è separazione ma continuità
(filosofia ontologica e escatologica).
Spesso problema di mancanza di decontestualizzai zone degli interventi e arroganza intellettuale degli
esperti internazionali che fa fallire le iniziative: gli esperti venuti dall’ext con ipotesi prefabbricate che si
comportano come venditore di riforme. Un’interferenza ext può essere supporto se lascia che il prodotti
s’incarni nel contesto, senò diventa un mezzo x imporre ai paesi meno sviluppati i modelli internazionali.
Progetto riuscito è l’università in Nigeria (uso lingua materna come veicolo d’istruzione e inglese come 2°
lingua nell’insegnamento primario).
La pianificazione dell’educazione in America latina
Volontà di difendere e promuovere le radici culturali precolombiane e potenza modernizzatrice dell’occidente
che si è servito delle strutture scolastiche x diffondere suoi sistemi sociali e aprire i mercati. Da qui 4
concezioni dello sviluppo:
Traguardo dell’integrazione politico>/economica nel sistema del mercato
Capitalista internazionale, consolidando i legami con USA; x l’educazione assimilazione dei valori
dipendente della modernizzazione e stili di vita dell’urbanizzazione
Autodeterminazione nazionale e giustizia sociale, obiettivo è l’educazione delle
Endogeno popolazioni rura