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LE STRATEGIE CORPORATE
Corporate strategy è quella che riguarda l'intera organizzazione.
Se l'impresa ha una sola business unit, la strategia corporate coincide con la strategia
business.
Se l'impresa opera o intende operare in più business avrà più strategie, anche molto diverse
tra loro. Single business Multibusiness
Strategie corporate
1. Strategie corporate in un'impresa multibusiness
Corporate strategies
Business strategies
Functional strategies
Operative strategies
2. Le strategie corporate in un'impresa single-business
Business strategies
Functional strategies
Operative strategies
Il modello attrattivià del settore-posizione competitiva
http://www.econ.uniurb.it/materiale/3534_Pellicelli,%20cap.10%20-%200708.pdf
http://www.unife.it/ing/informazione/economia-organizzazione-aziendale/lezioni/lezioni-co
n-esempi/Lezione%2014.%20CON%20ESEMPI.pdf
L'attrattività del settore è definita dall'analisi dell'ambiente esterno e da quella della
concorrenza. Più il settore è attrattivo, maggiore sarà la redditività.
La posizione competitiva è definita dall'analisi dell'ambiente interno all'impresa: forze e
debolezze che abbiamo rispetto ai concorrenti del settore.
In definitiva l'impresa può competere in uno o più business e, in questo secondo caso, in
business correlati o non correlati.
La matrice che abbiamo visto può essere usata come modello per individuare le varie
opzioni.
Le 9 celle infatti individuano altrettante strategie, riconducibili a tre categorie:
1-strategie di sviluppo (celle 1,2,5), che comprendono sia la concentrazione all'interno del
settore in cui l'impresa opera sia la diversificazione attraverso la quale lo sviluppo è
generato al di fuori del settore
2-strategie di stabilità (celle 4 e 5), che indicano come l'impresa possa perseguire la mission
e gli obiettivi attuali senza un significativo cambiamento nelle strategie
3- strategie di contrazione (celle 3,6,9) che indicano le vie che l'impresa può adottare per
ridurre il campo d'azione.
1) Strategie di sviluppo
Sono le più attraenti per almeno due motivi:
-l'impresa può correggere errori ed inefficienze più facilmente di una che sceglie la stabilità.
-l'impresa offre opportunità di avanzamento e miglioramento professionale ai collaboratori.
Le due strategie principali sono:
→concentrazione in un solo settore
→diversificazione in più settori
A-Concentrazione. L'impresa può scegliere fra:
-Integrazione verticale= muove lungo la linea che idealmente unisce le fonti dei fattori della
produzione alla distribuzione finale. (monte-valle)
-Integrazione orizzontale= estende l'attività che svolge in altri mercati geografici, oppure
acquista concorrenti che svolgono le stesse attività, oppure stringe alleanze.
ex. Mittal Steel (integrazione orizzontale)
settore dell'acciaio. Proprietario indiano che acquistava le industrie in crisi e le ristrutturava,
chiudendo stabilimenti e licenziando personale. Riesce ad avere grosse economie di scala.
Nel 2005 acquista International Steel Group (USA). Acquisto significativo anche
politicamente.
Nel 2008 acquista Arcelor (Francia, Spagna, Lussemburgo).
B-Diversificazione
1.Concentrica =costruita gradualmente intorno ad un nucleo centrale: stessi clienti, stessi
mercati, stesse tecnologie. (non necessariamente tutti e tre)
2.Conglomerata = il legame tra i diversi business deriva dall'obiettivo di massimizzare il
valore per gli azionisti (dividendi e aumento del valore del capitale)
→l'impresa investe in settori diversi in modo che gli azionisti ci guadagnino.
A volte tra il settore originario e quello più lontano non ci sono legami di clienti,mercati
ecc.; il legame è dato da una holding che controlla tutti (ex. Samsung), che può essere anche
una società finanziaria (ex. Exor)
ex. Ford compra Jaguar, Aston Martin, Volvo, Land Rover: diversificazione concentrica,
integrazione orizzontale.
Club Med, nel 1999 compra Jet Tours (tour operator). Sviluppo concentrico nel settore
turistico.
Pressaug: dalla siderurgia al turismo. Diversificazione conglomerata.
2) Strategie di stabilità
L'impresa si ferma e aspetta di vedere come vanno le cose.
Attesa da buona posizione
Stabilità Attesa da posizione debole
Si possono individuare due principali strategie generiche:
1.Buona posizione competitiva. Nel breve termine restare in attesa, evitando di rischiare con
nuovi investimenti
2.Posizione debole: non cambiare le strategie, in attesa che domanda e contesto competitivo
assumano una configurazione più chiara.
N.B: le strategie di stabilità possono essere usate solo nel breve periodo. Nel lungo possono
essere disastrose!
Attesa da buona posizione
Se l'impresa ha una buona posizione competitiva, l'impresa ha due possibilità:
-guardare all'interno. L'impresa non rinuncia allo sviluppo, ma preferisce attendere e
investire al proprio interno. Il settore è stagnante.
-procedere con cautela. Situazione in cui l'ambiente competitivo e la domanda possono
rapidamente cambiare (settore molto dinamico).
Attesa da posizione debole
L'impresa ha una modesta posizione competitiva ed è propensa all'abbandono. Ha due
possibilità:
-nessun cambiamento. Strategia di attesa dettata da eventi negativi di cui non si conoscono
ancora le conseguenze
.profit strategy: consiste nel rinviare o ridurre spese di R&S, manutenzione, pubblicità ed
altre al fine di stabilizzare i profitti. La strategia serve soltanto per superare difficoltà
temporanee e rendere attraente l'eventuale acquisto da parte di altre imprese.
Turnaround
3) Strategie di contrazione Contrazione Captive o cessione
Abbandonare (fallimento/liquidazione)
La contrazione porta l'impresa a diventare più piccola. In sostanza, è la strategia delle
imprese che hanno una posizione competitiva debole.
Ci sono tre possibilità:
1.Turnaround
Il settore ha buona o forte attrattività e l'impresa ha perso capacità competitiva, ma ritiene di
poterla recuperare.
Due stadi del turnaround:
Ritirata (Retrenchment). É la fase iniziale. Consente principalmente nel ridurre i costi (ex.
Diminuire spese in R&D, tagliare rami d'azienda... nei casi più gravi cassa
integrazione/licenziamenti) per fermare il declino e stabilizzare la situazione.
Recupero. Seconda fase. L'impresa, se è riuscita nella ritirata, riacquista gradualmente le
posizioni che aveva prima della crisi.
→ Il turnaround si ha solo se vengono completate entrambe le fasi.
ex. Levi Strauss. Negli anni '90 chiuse 11 stabilimenti e licenziò 6400 dipendenti.
2.Impresa “captive” o cessione
L'impresa ha posizione debole e il settore è in declino.
Captive. L'impresa diventa un subfornitore nei confronti dei maggiori clienti o dei
concorrenti o di una parte del gruppo, con contratti di lungo termine.
Cessione. Si vende ad un'altra impresa che abbia avviato una strategia di sviluppo.
Un'altra possibilità è la cessione parziale: il mercato è in stagnazione o contrazione, la
ripresa è difficile, ma non si vuole totalmente abbandonare. Si vende perciò solo un “pezzo”
dell'impresa.
→ le cessioni possono essere sia tangibili sia finanziarie, di azioni.
ex. Volvo negli anni '70 entra nel settore petrolifero. Diventa un conglomerato. Pochi anni
dopo però inizia a cedere il conglomerato pezzo per pezzo.
3.Abbandono
L'impresa è in condizioni disperate e il settore è disastroso. Non si può tentare un recupero.
Ci sono due differenti tipologie:
Fallimento. Fase molto difficile, raramente percorsa. Si dichiara fallimento al tribunale. Il
giudice soddisferà i debiti con ciò che rimane della società.
Liquidazione. Smembramento e vendita delle varie attività. Si distingue dalla cessione
parziale perchè alla fine della liquidazione l'impresa cesserà di esistere.
Negli Stati Uniti esiste il “Chapter Eleven”, ovvero una legge sul fallimento.
L'impresa in crisi dichiara di voler usufruire del Chapter 11: il governo entrerà nell'impresa
per gestire la situazione dal punto di vista legislativo. É una alternativa alla liquidazione.
ex. Continental Airlines. Chiese il chapter 11 la prima volta nel 1983, poi di nuovo nel 1990.
INTEGRAZIONE ORIZZONTALE E VERTICALE
ex. caso Hewlett-Packard
Nel 2001 HP era alle prese con una contrazione nelle vendite, ciò soprattutto a causa della
forte concorrenza (Dell, IBM).
Il CEO Carly Fiorina vuole acquistare Compaq, per ampliare la gamma e aprirsi al mercato
dei servizi. Il consiglio di amministrazione però si oppone, soprattutto a causa delle
difficoltà date dall'integrazione. Inoltre Compaq aveva già fatto un tentativo simile che però
non era andato a buon fine.
Nonostante ciò Fiorina insiste per l'acquisto: vuole aumentare le dimensioni di HP e sopra
sfuggire alla “commodisation” (commodity=prodotto quasi non differenziato).
Vince la battaglia contro il CDA: HP acquista Compaq. É un'integrazione orizzon per linee
esterne. (acquisizione).
Ma nessuno degli obiettivi fissati è raggiunto: il prezzo delle azioni scende del 50%, Dell
supera HP nei pc.
Nel 2005 vengono chieste le dimissioni di Fiorina. In un giorno il titolo +6,8%.
1.Integrazione verticale
é una strategia di sviluppo con la quale l'impresa cerca di acquisire il controllo sui propri
input (a monte) o sui propri output ( a valle) o su entrambi.
Make or buy. Uno dei primi problemi che l'impresa affronta è stabilire quali attività svolgere
all'interno della catena verticale e quali lasciare ad altre imprese.
L'integrazione verticale può essere
-totale = produzione di tutti gli input e/o gestione di tutti gli output.
-parziale = acquisto di parte degli input da fornitori indipendenti o utilizzo di parte degli
output da imprese indipendenti.
L'integrazione verticale è complicata, ma ha molti vantaggi:
-alzare barriere alla concorrenza
-facilitare investimenti in attività specializzate (con lo scopo di migliorare l'efficienza)
-proteggere la qualità dei prodotti e dei servizi
-”sopprimere” uno o più mercati in cui altri hanno più potere
-facilitare la programmazione e la risposta al mercato
-stimolare la domanda con nuovi prodotti
-investire risorse in eccesso
Ci sono però anche alcuni svantaggi:
-svantaggi di costo (a v