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L’implementazione delle strategie di collaborazione implica soluzioni gestionali diverse, in base
alla formalizzazione giuridica dell’accordo, alla dimensione della compartecipazione azionaria
tra le aziende coinvolte e infine, in base all’estensione temporale del vincolo contrattuale. I tre
principali modelli di collaborazione strategica sono:
1) Accordi di tipo equity: (joint-venture e consorzi) prevedono un coinvolgimento
congiunto tra i partner attraverso la creazione di una società terza nella quale gli stessi
posseggono una quota di capitale.
questa nuova società ha come obiettivo specifico l’oggetto stesso della
collaborazione; la realizzazione di un progetto di innovazione, lo sviluppo di un nuovo
prodotto.
2) Alleanze strategiche: sono forme organizzative di tipo ibrido in quanto ricomprese nel
continuum di soluzioni tra le due alternative polari la gerarchia e il mercato.
le imprese partner rimangono giuridicamente del tutto distinte ma si accordano nel
portare a termine delle attività per il raggiungimento di obiettivi di medio-lungo periodo
comuni.
3) Accordi di tipo contrattuale: sono forme contrattuali più vicine all’estremo della
crescita inorganica, caratterizzati da separazione e indipendenza tra le parti.
Permettono di accedere al patrimonio di conoscenze di altre imprese, per un
determinato orizzonte temporale e in virtù dei precisi termini contrattuali.
LE PARTNERSHIP CON I FORNITORI
LA PARTNERSHIP CLIENTE-FORNITORE
L’interesse verso questo tipo di accordi va ricercato nella costante ricerca di nuove e efficienti
soluzioni organizzative dell’attività d’impresa. La parallela evoluzione delle ICT ha inoltre
determinato la definitiva affermazione dell’utilizzo di fornitori esterni anche per le attività più
direttamente collegate alla creazione di conoscenza e non solo ai classici rapporti di fornitura.
nel settore automobilistico, i dati rilevati mostrano come si riduce il numero di fornitori
chiave e si tenta un loro maggiore coinvolgimento nei processi di progettazione e sviluppo
di un prodotto, il quale porta all’impresa committente consistenti benefici in termini di
efficienza, innovatività e posizionamento competitivo.
Il far leva sulla conoscenza posseduta dai fornitori ha permesso alle imprese del settore
(Toyota) di ottenere cicli di sviluppo più rapidi, minor costi e difettosità dei prodotti, una
riduzione dei livelli si scorta e una migliore qualità dei prodotti finiti.
Tramite la creazione di un network di fornitori chiave si cerca di trasferire sia la conoscenza
esplicita (info) sia quella tacita (know-how), che seppur è difficile da codificare e trasferire
potrebbe costituire un asset strategico fondamentale poiché permetterebbe l’affermazione di
network specific.
fattori di differenziazione verso i concorrenti di tipo
in riferimento alle innovazioni di processo si è evidenziato come relazioni più strette con i
fornitori portino all’impresa focale a sviluppare nuove tecnologie e ad una più efficiente
divisione del lavoro.
TIPOLOGIA DI ALLENAZE CLIENTE-FORNITORE
L’emergere di nuove forme di competizione tra network di imprese connessi verticalmente ha
portato a esplorare con maggior rigore le diverse tipologie di alleanze tra l’impresa cliente e i
fornitori. L’interesse verso le diverse forme e strutture collaborative ha contribuito alla
proliferazione di 3 categorie concettuali cui si fa ricorso per inquadrare le partnership ispirate al
raggiungimento degli obiettivi strategici delle parti.
1) BUYER-SUPPLIER NETWORKS: rappresentano un esempio di struttura verticale tra
un’impresa focale e un insieme di fornitori
tali reti consistono in una serie di relazioni volontarie tra org tra loro indipendenti, che
consentono un rapido accesso e scambio ripetuto e durevole di asset tangibili e
intangibili.
Le imprese focali cercano interlocutori che ai tradizionali parametri della fornitutra
affianchino un grande potenziale innovativo (Apple, Honda Motor)
2) ALLEANZE STRATEGICHE/RETI DI ALLEANZE STRATEGICHE: La partnership cliente-
fornitore può assumere i connotati dell’alleanza strategica tra imprese indipendenti, con
lo scambio, condivisione o co-sviluppo di prodotti, tecnologie o servizi.
alleanze poiché indicano una relazione di lungo-periodo equity o non-equity;
strategiche nel momento in cui sono composte da legami durevoli e strategicamente
significanti per tutti gli attori coinvolti
3) SUPPLY-CHAIN STRATEGICHE: molti studi hanno collocato le relazioni tra cliente-
fornitore nella prospettiva della catena di fornitura, progettate e incentivate per
ottenere il massimo dagli attori coinvolte.
particolarmente interessante è la supply-chain di tipo triple-A che presenta connotati
agilità
di (capacità di risposta rapida a cambiamenti di contesto o di richieste di
fornitura), adattabilità (capacità di modificare il network in funzione di strategie, prodotti
allineamento
e tecnologie) e (capacità di incentivare il raggiungimento della migliore
performance).
I CONTRATTI DI LICENZA
IL LICENSING TECNOLOGICO
Le licenze sono dei contratti a distanza, caratterizzati da separazione e indipendenza delle
parti contraenti
licensing tecnologico
il si qualifica come quel contratto in cui un’organizzazione o un
individuo (licenziatario) ottieni i diritti d’uso di una tecnologia proprietaria di un’altra
impresa o individuo (licenziante) per un determinato orizzonte temporale e in virtù di
specifici termini contrattuali. (lo scambio ha per oggetto molto spesso un brevetto forma
di accordo molto diffuso nei settori in cui la protezione brevettuale è garantita).
La struttura contrattuale delle licenze delinea i limiti, anche temporali, nel utilizzo e
sfruttamento della tecnologia presa in licenza. A ogni struttura contrattuale corrisponde una
struttura economica, articolata tipicamente in canoni fissi fee e/o variabili royalty, corrisposti
dal licenziatario al licenziante per la concessione del diritto all’utilizzo della tecnologia oggetto
della licenza.
Gli accordi di licenza possono essere verticali, se le licenze riguardano imprese operanti in
diversi fasi della medesima filiera produttiva, o orizzontali, se invece riguardano imprese
concorrenti. cross licensing).
tali contratti possono essere esclusivi (un licenziatario) o incrociati (
Le licenze possono includere delle clausole a sfavore del licenziatario, come restrizioni
territoriali, limitazioni in ambito di utilizzo e la cosiddetta clausola grant-back che impone
al licenziatario di retrocedere al licenziante i diritti di utilizzo degli avanzamenti tecnologici
che il licenziatario stesso provvede a sviluppare
la disciplina, inoltre, può essere estesa anche all’assistenza tecnica, che facilitano la
comprensione e l’integrazione interna della tecnologia da parte del licenziatario.
Recenti studi empirici hanno messo in luce la forte eterogeneità dei contratti di licenza, in
merito alle strutture contrattuali sempre più sofisticate e poco standardizzate (es: heinz e
coca-cola).
IL LICENSING TECNOLOGICO COME STRATEGIA DI APPRENDIMENTO TECNOLOGICO
(licensing-in)
Fino agli anni ’90, le operazioni di licenza riguardavano principalmente le org in
deficit tecnologico; tali imprese puntavano a evitare forti esposizioni finanziarie, limitando gli
investimenti nello sviluppo di tecnologie, e ricorrevano alle licenze proprio al fine di ottenere un
(licensing-out)
accesso rapido a tecnologie mature. D’altro canto, le licenze rappresentavano
un proficuo strumento per le imprese proprietarie di tecnologie per generare profitti aggiuntivi.
la natura tradizionalmente tattica e un regime di netta separazione tra le due parti
contribuivano a inibire la capacità innovativa potenzialmente derivante dalla collaborazione
delle parti coinvolte.
Negli ultimi anni, con l’affermarsi dell’open innovation, vale a dire il crescente ricorso a fonti
esterne di conoscenza da integrare e combinare con quella internamente prodotta, il licensing
tecnologico si è affermato come strumento molto utilizzato per attingere a risultati di ricerca di
altre imprese (oltre a colmare le lacune tecnologiche rafforzano la R&S interna)
stimulus
in questa nuova ottica la tecnologia presa in licenza diventa lo esterno a cui
l’impresa reagisce attraverso un processo di apprendimento, basato sulla ricombinazione
della conoscenza, interna e esterna, al fine di trovare e sperimentare nuovi utilizzi e
rafforzare le proprie capacità innovative ; tale processo permette all’impresa di mitigare le
incertezze tecnologiche con l’acquisizione e l’utilizzo di conoscenze sviluppate da altri e
infine di crescere.
Da un diverso punto di osservazione, del fenomeno in esame, l’utilizzo del licensing come
strategia di crescita per innovazioni future, potrebbe anche rappresentare una minaccia per i
learning opportunities
licenzianti, letta in termini di da cui i licenziatari ne possono trarre
vantaggio, mediante l’introduzione di miglioramenti e avanzamenti tecnologici in grado di
rendere obsoleta la tecnologia oggetto del contratto.
l’architettura del contratto infatti gioca un ruolo fondamentale.
CONCLUSIONI
Le strategie di collaborazione sono opportunità strategiche che le imprese possono attivare
per far fronte alla dinamicità dell’ambiente esterno e alla necessità di mantenere il passo con la
competizione globale.
Il modello gerarchico è stato superato da modelli aperti di gestione in grado di promuovere
l’individuazione e sfruttamento di nuove opportunità per soddisfare continuamente i fattori
strategici del settore con un insieme combinato di risorse interne e esterne.
La scelta del modello ottimale di struttura organizzativa essere visualizzato dall’analisi di due
diverse teorie:
1) TEORIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE: l’interazione tra costi di produzione e costi di
transazione determina la struttura ottimale entro la quale condurre l’attività d’impresa.
ne deriva che una stima di costi di transazione elevati, porta a considerare l’integrazione
verticale come la struttura ottimale, viceversa se i costi di transazione sono contenuti, il ricorso
al mercato e l’outsourcing rappresentano le soluzioni più convenienti per gli attori coinvolti.
2) TEORIA BASATA SULLE RISORSE: LE IMPRESE ottengono un vantaggio competitivo
non attraverso la proprietà e il controllo esclusivo di tutte le risorse il cui sfruttamento
internal rents,
genera le cosiddette ma proprio attraverso la collaborazione con una rete
di partner esterni.
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