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Regno di Macedonia

Nel 362 circa sale al trono di Macedonia come tutore di un re minorenne quello che poi diventerà Filippo II. Pochi anni dopo rimane sul trono a titolo personale. La fine dell'egemonia Tebana si sovrappone quindi all'arrivo di un personaggio come Filippo II, che caratterizza la scena greca dalla fine degli anni 60 fino al 336.

Il regno di Macedonia è praticamente sempre esistito. È una regione, come l'Epiro, che conserva la struttura monarchica anche dopo l'età arcaica. È sempre stato un regno marginale e periferico rispetto al mondo greco e con un tasso di grecità nel sangue che non tutti i greci ritenevano di dover considerare elevato. Questi parlavano un dialetto greco, ma erano una via di mezzo tra mondo greco e barbarico. Già nel V secolo alla corte di Macedonia andavano artisti, tragediografi come Euripide. Non era quindi una corte di ignoranti, ma non erano sentiti dagli altri greci come

interlocutori da mettere sullo stesso piano. Questo regno ha sempre avuto problemi che lo hanno caratterizzato. Uno di questi è il problema confinario a nord, a diretto contatto con popolazioni della penisola balcanica ancora nomadi e ancora aggressive e con la quale non si riusciva a fare accordi duraturi. Il territorio della macedonia avrebbe un sbocco interessante sul mar egeo e la possibilità di espandersi verso gli stretti, area che già dal VI sec è negli interessi di Atene. Prima non se ne è mai parlato perché non tutti i re di macedonia avevano la statura di Filippo II e perché Atene spesso si adoperava per far salire al trono un pretendente 'malleabile' per avere vari anni di tranquillità. Anche quando Salì al trono Filippo II Atene aveva fatto un tentativo di questo genere, ma non era stata fortunata. Da giovane Filippo aveva trascorso un periodo a Tebe in funzione di Ostaggio di Lusso, personaggio di garanzia.proprio nella fase di preparazione dell'egemonia. Nella mappa vediamo l'espansione del regno alla morte di Filippo, raggiunta in modo graduale. Queste vedono un nuovo controllo verso est, nel nord dell'Egeo, a danno di località che erano sempre state controllate da Atene. Nella metà del secolo fallisce la seconda lega navale di Atene attraverso una ribellione degli alleati, ma questo non significa che ad Atene non continuasse ad interessare quell'area. Atene si trova a perdere, non solo alleati, ma anche risorse naturali, come legname e oro. Prese le miniere Filippo inizia a coniare anche una moneta: i filippi. Nella mappa vediamo segnato con un arancione più tenue un territorio in mano a popolazioni traciche, nomadi, su cui però Filippo aveva un controllo. Non possiamo pensare ad una conquista sistematica della Grecia da parte di Filippo. Era tipico di questo re sfruttare l'elemento a sorpresa e i canali diplomatici. Qui torna in gioco la

Tessalia perché il controllo e la pacificazione di questa regione consentiva una politica anfizionica. Anfizionia significa associazione religiosa che sta intorno ad un santuario. Potremmo chiamarla anche lega religiosa. Nel mondo greco ne troviamo tante anfizionie, la più importante è quella intorno al santuario di Delfi. L'anfizionia aveva delle competenze legate al santuario, come la sicurezza delle vie, la cura e difesa del santuario stesso. Poteva anche proclamare una guerra sacra, nei confronti di uno stato che aveva commesso blasfemia. All'interno del consiglio di questa anfizionia la maggioranza dei voti era gestita dai delegati della Tessalia. La Tessalia era sempre stata un territorio diviso, quindi non era così facile che votassero tutti nella stessa direzione. Le guerre dichiarate dall'anfizionia sono: una in età arcaica, una a metà V sec, due combattute durante il regno di Filippo II. Non è un caso poi che il braccio

Armato fu proprio Filippo. Questo è entrare all'interno del rapporto tra greci come se fosse un greco e farsi accettare all'interno di questi meccanismi. Questa era l'idea iniziale di Pelopida: unificare la Tessalia e fare una politica anfizionica. I greci si trovano ora ad essere filomacedoni o antimacedoni in base al valore che si attribuisce alla figura di Filippo. Per qualcuno è un potenziale unificatore della realtà greca, colui che ha i mezzi diplomatici, culturali e finanziari per fare quello che nessun stato greco era riuscito a fare. Ricordiamo come Dionisio I fosse stato definito dinasta d'Europa: c'è nel IV sec. il bisogno di figure di riferimento. C'è anche l'aspettativa che Filippo possa aprire alla grecità una nuova fase di colonizzazione ed espansione. Il IV sec. è anche un momento di impoverimento. Non a caso proprio in questo periodo troviamo sempre più spesso il fenomeno di mercenariato.

C'era poi una posizione opposta a Filippo, che conosciamo anche grazie ai testi di Demostene, che vedeva in Filippo un barbaro, non abbastanza greco, che non vedeva in lui un unificatore, ma un conquistatore. Filippo aveva sviluppato l'esercito con una fanteria che diventerà poi la fanteria macedone, grande erede della falange oplitica greca. Era riuscito a risolvere abbastanza bene i rapporti con l'aristocrazia macedone creando la realtà dei paggi di corte, cioè i figli degli aristocratici educati a corte alla vita politica, quindi da un lato eruditi e migliorati nella loro formazione culturale, ma dall'altro ostaggi di lusso alla corte. Era riuscito a trovare una soluzione poco più che momentanea con le popolazioni del nord, in parte agendo sul piano militare e in parte sul piano finanziario. Aveva poi sviluppato un sistema nuovo di estensione della propria autorità perché ad esempio nei confronti dello stato della Tessalia si.

Era fatto nominare capo dello stato federale, Tago dei tessali. La Tessalia così non diventa parte della Macedonia, ma parte del dominio di Filippo. Con queste premesse si arriva tardi ad un confronto militare tra greci e macedoni, i primi organizzati nella lega delle leghe, gruppo di resistenti. Lo scontro del 338 nella piana di Cheronea, in Beozia. Venne vinta dalla fanteria macedone. Questa battaglia ha rappresentato fino al secolo scorso il punto di arrivo della storia greca. Adesso si tende a far finire la storia dei greci con la sottomissione a Roma.

Dopo la vittoria di Cheronea Filippo fa un progetto che vede in prima linea la Macedonia e insieme tutti i greci che vi vogliono partecipare. La lega di Corinto che si vede nella mappa è una riedizione della lega di Corinto delle guerre persiane che Filippo rilancia come messaggio propagandistico rivolto ai greci e con l'obiettivo di preparare una guerra contro l'impero persiano. Siamo tra il 338 e il 336, quindi un bel...

Po'dopo ala pace comune, quando i greci d'asia erano stati abbandonati. Molti greci non avvertivano più ipersiani come nemici. Filippo progettava di andare in Asia. Aveva già mandato avanguardie nelle zone deglistretti, quando venne inaspettatamente assassinato in pubblico nel 336.

L'assassinio avvenne in pubblico, l'assassino fu visto da tutti, fermato e ucciso sul momento. Questa reazione apre l'idea che qualcuno non volesse che questo parlasse. È difficile dire chi sia stato il mandante, filippo era scomodo a molti. Tra i sospettati ci sono anche Alessandro e la madre olimpiadi. La successione che poteva apparire difficile divenne piuttosto rapida. Era ancora vivente il sovrano per la quale filippo era salito al trono come reggente che avrebbe potuto salire al tron, c'erano figli di filippo. Di fatto l'unica persona che prese in mano la situazione e si presentò come erede ufficiale fu un figlio di filippo,

Alessandro, figlio di una principessa epirota, Olimpiade. Questa non era l'unica moglie. Olimpiade era stata anche ripudiata e Alessandro allontanato da corte per un certo periodo, non era quindi la successione più ovvia, ma fu quella reale. Alessandro fu estremamente deciso a eliminare gli altri pretendenti, con conseguenze che si videro anche alla sua morte. Questo riprende in mano la politica di Filippo. Nella prima fase del suo regno senza dubbio Alessandro ritiene che seguire le orme del padre e farsi erede a tutti gli effetti fosse la via migliore. Inizia quindi una campagna balcanica contro le popolazioni del nord, non con un obiettivo di conquista, ma per far sentire la presenza del regno macedone, per riaffermare che anche a Filippo morto non fosse cambiato nulla. Sul piano istituzionale eredita non solo il titolo di re dei macedoni, ma anche ti Tago dei tessali e egemone nella lega di Corinto. La ribellione della città di Tebe venne repressa distruggendo la polis e vendendo.come schiavi la popolazione. Concretizza l'obiettivo di filippo della guerra contro i persiani. Se guardiamo la mappa del cammino della spedizione asiatica di Alessandro vediamo che conquista una sovrapposizione rispetto ai confini persiani. I greci non si erano mai spinti oltre le coste dell'asia minore. In questo senso Alessandro risponde ad un desiderio di colonizzazione di alcuni. Bisogna tenere presente che l'impero persiano non era nel momento di massima fioritura. Di intatto aveva sostanzialmente le ricchezze. Non lo vediamo difendersi con accanimento e grinta. In quanti assedi ha dovuto impegnarsi Alessandro? Il periodo della spedizione si può dividere in fasi. Una prima fase, i primi 5 anni, dal 335 al 330, una seconda fase di conquista delle capitali persiane fino al 326 e infine il ritorno verso babilonia. La prima fase è quella che tocca di più il mondo dei greci perché all'inizio c'è il contatto tra Alessandro e

I suoi generali e quella porzione di Asia Minore che era stata tradizionalmente greca. Molte opere scritte a riguardo e contemporanee sono andate perdute e le conosciamo attraverso frammenti, cosa che crea diverse problematiche. Di autori più lontani nel tempo abbiamo anche opere complete, ma testimoniano una fase in cui la figura di Alessandro è già stata letta e riletta e il suo mito è già stato costruito, quindi le narrazioni non si possono ritenere neutre. Per quanto riguarda l'incontro con i greci d'Asia abbiamo la fortuna di avere una discreta documentazione epigrafica. Epigrafi che in qualche caso sono contemporanee a queste spedizioni o in altri poco più tarde, quindi sono documenti ufficiali delle città. Si presenta come liberatore dei greci d'Asia. Le aristocrazie delle città greche di Asia Minore erano in genere filo persiane perché questi favorivano i governi oligarchici. Troviamo ora un re favorevole alle democrazie.

Vediamo in questa fase 2 battaglie e 4 assedi. Come diversivo passa in Egitto per poi tornare in Asia. Non c'è una motivazione strategica, in Egitto viene accolto facilmente. Fonda anche una prima città, Alessandria.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
34 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher minci99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Prandi Luisa.