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Fu su piano interno che le politiche del nuovo governo democratico di Roosevelt furono
maggiormente innovative: l’abbandono del gold standard del 1933 e la conseguente svalutazione
del dollaro erano la premessa necessaria per avviare una nuova politica economica. Nel corso dei
primi 100 giorni del governo l’amministratore federale approvò provvedimenti di emergenza per
porre sotto controllo i prezzi industriali, sostenere l’agricoltura e avviare ampi programmi di lavori
pubblici. Si trattò sopratutto di leggi di risanamento economico e di riforma sociale nei settori
agricolo, bancario, monetario, del lavoro, della sicurezza sociale, ecc. Il provvedimento più
controverso fu sicuramente il National Industrial Recovery Act con il quale fu istituita la National
Recovery Administration(Nra); era un sistema di pianificazione delle attività economiche private,
posto sotto la supervisione governativa, con l’obiettivo di salvaguardare l’interesse pubblico,
garantendo al mondo del lavoro il diritto ad organizzarsi e quello alla contrattazione collettiva; era
una sorta di autogoverno industriale, simile al sistema fascista di organizzazione industriale in
Italia, senza però la sua brutalità. Nel 1935 l’ Nra fu dichiarata incostituzionale dalla corte suprema
e l’amministrazione federale ricominciò a regolare il mondo della produzione attraverso la
consolidata pratica dell’antitrust. Il risanamento industriale era stato deludente e nel 1937
l’economia entrò in una fase di recessione senza aver raggiunto l’obiettivo del pieno impiego. Ciò
non toglie che più limitati casi di regolazione e programmazione vennero comunque realizzati.
Esemplare fu il caso della Tennessee Valley Authority, un’agenzia di sviluppo regionale costituita
nel maggio 1933 per favorire lo sviluppo delle regioni poste lungo il corso del fiume omonimo, che
negli anni precedenti erano state particolarmente colpite dalla recessione: il Tennessee stesso,
parti di Alabama, Mississippi, Kentucky e Georgia, North and South Carolina, West Virginia,
Indiana e Virginia.!
Dopo la decisione della Corte Suprema in merito alla NRA, l’amministrazione Roosevelt decise di
percorrere nuove forme di intervento, che comprendevano: progetti per la creazione di posti di
lavoro, l’istituzione di forme di assicurazione sociale, la regolazione dei conflitti economici. Tra il
1933 e 1938 venne costituito un elevato numero di agenzie governative volte a sostenere
l’occupazione: il Works Progress Administration (WPA), il Civilian Conservation Corp (CCC), la
Agricultural Adjustment Administration (AAA). Nel 1935 fu apportavo anche il Social Security Act, il
primo sistema pensionistico e assicurativo americano. Sempre nel 1935 fu varato il National
Labour Relations Act che stabilì una procedura per il riconoscimento delle organizzazioni sindacali
e impose la contrattazione collettiva. Una conseguenza indiretta di quest’ultimo provvedimento fu
la nascita, cacando alla tradizionale American Federation of Labour (AFL), del Committee for
Industrial Organization (CIO), il primo sindacato ad occuparsi dei lavoratori sfruttati. !
In generale si assistette in questi anni:!
- una progressiva centralizzazione della politica economica!
- al rinsaldarsi di un’inedita alleanza politica tra i lavoratori urbanizzati, oggetto delle politiche a
favore dell’occupazione, e gli agricoltori del midwest, che beneficiavano anch’essi dei sostegni
governativi!
- la crescita del debito pubblico; per la prima volta la spesa pubblica non militare salì al 10% del
PIL e fu perlopiù finanziata da un’innalzamento della pressione fiscale. !
!
La Francia!
Nessuna nazione dell’occidente aveva sofferto per la guerra più della Francia, sul cui territorio si
erano svolti la gran parte dei combattimenti. Facendo affidamento sulle riparazioni tedesche per
affrontare le spese, il governo francese intraprese immediatamente un esteso programma di
ricostruzione materiale delle aree danneggiate dalla guerra, che ebbe l’effetto di stimolare
l’economia; ma quando le riparazioni tedesche non arrivavano nella cifra prevista, la Francia si
trovò in crisi. Inoltre il problema fu ulteriormente complicato dalla costosa occupazione della Ruhr e
il franco si deprezzò. Una volta compreso che i tedeschi non potevano essere costretti a pagare,
un governo di coalizione stabilizzò il franco attuando drastiche economie e rigidi aumenti tributari,
che causarono l’ostilità della classe media che con l’inflazione perse il suo potere d’acquisto.Il
franco era stato svalutato rispetto alle altre valute maggiori: ciò stimolò le esportazioni e determinò
un afflusso d’oro. Per questo motivo la depressione colpì più tardi la Francia e fu forse meno
severa anche se di maggior durata; essa moltiplicò la protesta sociale. Nel 1936 si formò il Fronte
popolare, che vinse le elezioni; questo governo nazionalizzò la Banca di Francia, emanò una serie
di provvedimenti di riforma in materia di lavoro, mentre sul fronte più impegnativo del risanamento
economico il Fronte popolare non si rivelò più efficace dei precedenti governi francesi. !
!
L’opzione autarchica!
Alcuni stati europei optarono per una soluzione diversa da quella socialdemocratica:
abbandonarono l’internazionalismo economico che aveva fino a quel momento rappresentato
l’ortodossia e optarono per una chiusura totale del proprio mercato, accompagnata dall’intervento
forzato dello stato nell’economia e da ampie campagne di lavori pubblici. Il primo paese ad
orientarsi in quella direzione fu la Germania nazista, seguita da molti altri paesi dell’Europa
centrale e meridionale, tra cui l’Italia, e dall’Unione Sovietica. !
!
Il primo caso fu quello italiano; Benito Mussolini si insidiò al potere con mezzi legali nel 1922, ma
ben presto si affrettò a consolidare il suo potere ricorrendo a mezzi polizieschi e razionalizzando il
fascismo. Mussolini inventò lo stato corporativo, che in linea di principio era l’antitesi sia del
capitalismo che del socialismo. Pur permettendo l’esistenza della proprietà privata, gli interessi sia
dei proprietari che dei lavoratori erano subordinati a quelli dello stato. Tutte le industrie del paese
furono organizzate in 12 corporazioni che erano l’equivalente di associazioni di settore; tutti i
sindacati precedenti furono soppressi. Le corporazioni dovevano determinare prezzi, salari e
condizioni di lavoro. Nel tentativo di porre rimedio alla depressione economica degli anni 30, il
governo fascista italiano creò grandi aziende statali, in settori chiave dell’economia, ma il loro
interesse andava più al mantenimento di alti livelli occupazionali che all’aumento dell’efficienza. !
!
In Germania, nonostante la stabilizzazione economica raggiunta nel 1923, la sconfitta militare e la
redistribuzione della ricchezza indotta dall’inflazione ebbero pesanti ripercussioni socio-politiche.
Mentre i possessori di posizioni debitorie, come i grandi proprietari terrieri e alcuni industriali, si
avvantaggiarono dei fenomeni inflattivi; il ceto medio, i piccoli risparmiatori e la classe operaia
furono oggetto di un rapido e marcato impoverimento. La crisi dei primi anni 30 complicò
ulteriormente una situazione già difficile: i disoccupati superarono quota 3 milioni nel 1930, per
salire a 5,6 milioni nel 1932. Il malcontento economico fu un fertile terreno di crescita per il partito
Nazionalsocialista: fino alla fine degli anni 20 il principale oppositore alle coalizioni democratiche
che ressero la Repubblica di Weimar era stato il partito nazionalista, la cui leadership era
rappresentata dai ricchi proprietari terrieri, per lo più prussiani, fedeli ala monarchia e molto
prossimi ai vertici militari. L’alleanza con il partito Nazionalsocialista fu realizzata a seguito della
crisi del ’29: la recessione spinse infatti verso posizioni convergenti i grandi proprietari terrieri, il
ceto medio e gli industriali, che non potevano più usufruire dei capitali provenienti dagli USA. !
Dal punto di vista economico la Germania nazista riuscì a ridurre gli effetti della crisi economica, e
con essi la disoccupazione, coniugando un massiccio programma di opere pubbliche e il
progressivo riarmo del paese. Nel processo la Germania realizzò il primo sistema autostradale
moderno e rafforzò le proprie industrie, eliminando la disoccupazione e assicurandosi un vantaggio
decisivo nei primi anni della seconda guerra. Il tutto entro un’economia fortemente irregimentata:
furono soppressi i sindacati volontari, fu resa obbligatoria l’iscrizione al Fronte nazionale del lavoro
e fu abolita la contrattazione collettiva, sostituita da comitati industriali con pieni poteri in materia di
determinazione dei salari, degli orari e delle condizioni di lavoro. Fu attraverso lo stretto controllo di
tutte le attività economiche che la Germania riuscì a mettere in campo un ingente programma di
investimenti a sostegno dell’occupazione, evitando al contempo fenomeni inflattivi (attraverso il
controllo pubblico dell’economia). Uno dei principali obiettivi economici dei nazisti era rendere
autosufficiente l’economia tedesca nell’eventualità di una guerra. Di pari passo con la politica di
irregimentazione dell’economia andava la scelta in favore all’autarchia; essa era un modo per
evitare dure ripercussioni, qualora la politica espansionistica avesse prodotto, come poi avvenne,
un altro conflitto bellico; ma non impediva che venissero instaurate relazioni preferenziali con paesi
che rientravano o si voleva rientrassero nell’orbita politica tedesca, come Ungheria, Romania,
Bulgaria, Yugoslavia, Grecia e Turchia. Già nel 1931 vennero adottati controlli sui cambi per
evitare la fuga di capitali e furono siglati accordi commerciali con alcuni paesi dell’est europeo che
prevedevano il ricorso al baratto, evitando il ricorso all’oro di cui c’era scarsa disponibilità. !
!
La Spagna, sfuggita al coinvolgimento della guerra, trasse beneficio dalla domanda bellica ma il
paese era ancora agrario. Durante la dittatura di de Rivera,1923-1930, beneficiò della generale
prosperità dell’epoca, ma la depressione che seguì fu uno dei fattori dell’istituzione della Seconda
repubblica del 1931. Nel 1936 il generale Franco diede inizio a una sanguinosa e distruttiva guerra
civile che terminò con il rovesciamento della repubblica nel 1939 e l’istituzione di un regime
autarchico. !
!
In Russia, dopo la rivoluzione d’ottobre, nel marzo del 1918 il nuovo governo bolscevico pose fine
alla guerra con la Germania, siglando il trattato di Brest-Litovsk. Il nuovo governo era stato formato
da Lenin nell’ottobre 1917,