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STORIA DELLA MUSICA MODERNA
Non si esegue la musica europea se non c’è a monte un atto compositivo che comunque non ha
valore senza l’atto esecutivo. Musica degli ultimi secoli è tutta tedesca e americana, non italiana,
cultura del belpaese non impara criticamente dalle altre tradizioni.
Il musicista non lavora solo per la gloria, ma anche come professionista per avere una retribuzione
e mantenersi. Lo stesso pezzo musicale può essere eseguito in modi diversi in ambienti
diversi ambiente è campo d’indagine. Storia della cultura non è fatta di novità ma di consuetudini.
Vivaldi ricicla pezzi da partiture precedenti per l’opera Giustino, 20 arie + 1 duetto + coro finale,
quasi metà dell’opera è presa da parte di altre musiche. Si tratta del Vivaldi non artista, ma
musicista inteso come professione. In alcuni brani non copia di sana pianta, ma cambia parole,
accenti, adatta oppure rielabora musiche nuove su temi preesistenti.
Idea del riciclaggio: funziona per quasi tutti i compositori d’opera del Settecento, ai due estremi ci
sono due compositori tedeschi, Hassel (non ricicla mai, scrive sempre ex novo, è l’eccezione) e
Hӓndel (lavora anche al teatro regio di Londra, fa dei falsi per business, ricicla non solo pezzi suoi
ma anche brani di altri, firmandoli come propri, tanto è cosciente del fatto che il pubblico londinese
non conoscerà mai le opere originali). Differenza tra una storia del teatro basata su atti compositivi
e una su quelli esecutivi.
Fine pragmatico del compositore che ricicla le sue musiche più belle: 1) diventa fornitore di servizi;
2) fa conoscere le musiche migliori per avere successo; 3) risparmia tempo; 4) guadagna soldi.
Il compositore scriver le sue composizioni ma finché qualcuno non gliele esegue, quelle
composizioni non esistono.
Uno stesso atto compositivo può dare luogo a più atti esecutivi, potenzialmente diversi tra loro. La
storia deve basarsi su atto compositivo o su quello esecutivo?
Storia della musica è introduzione ai generi musicali, si basa sugli atti compositivi, non si basa sulla
vita vissuta dalla collettività.
Programma del teatro sociale di Castelfranco: 1874, rappresentazione amatoriale del 25 aprile. Si
basa su La Casa Nova di Goldoni, è testo con didascalie che sono indicazioni per gli attori. Sinfonia
a piena orchestra perché c’è l’orchestra se Goldoni non dà indicazioni sulla sua presenza? Non
c’è titolo probabilmente perché non interessa a nessuno, una sinfonia vale l’altra, è importante che
sia a piena orchestra. Ci sono autori sconosciuti, storia della musica e del teatro è zoppicante. S.
Thalberg: Capriccio sulla Sonnambula, riciclato da Bellini. E. Prudent: Don Pasquale, riciclato da
Donizzetti.
Commedia di Goldoni è solo una parte dello spettacolo della serata, studiando solo il testo di
Goldoni questo non è conoscibile [differenza tra atto compositivo ed esecutivo, enorme scarto].
Problema di ricostruzione della tipicità degli atti da parte degli storici ricerca su fonti di vasto
tipo. Serata di beneficienza del 17 ottobre 1842 da parte di un certo Cervati si vuole in maggior
afflusso possibile di persone. Si portano sulla scena alcuni stralci di opere conosciute per aver
maggior pubblico possibile (è un fenomeno allargato, è normalità storica). L’evento “artistico” ne
subisce tutte le conseguenze.
Madrigale: termine generico, intonazioni musicali di qualsiasi tipo (sonetto, ballata, canzoni, ottave,
rime, versi pastorali, ecc.) possono essere polifonici (con più parti apparentemente vocali che
cantano insieme e a volte si intrecciano) o solistici (1,2, 3 voci accompagnate da strumenti vari).
Evento artistico come prodotto di dinamiche sociali e socio-economiche.
Due madrigali uno destinato ad uso domestico, uno destinato ad uso cortigiano.
Madrigale di Arcadelt, documentano musica del Cinquecento (se si considerano gli atti
compositivi), o anche fino al Seicento inoltrato (se si considerano gli atti esecutivi, circolava in quel
periodo e faceva parte della vita normale).
Intonazione omofonica: quattro voci cantano più o meno all’unisono.
Note ribattute, più moto per gradi congiunti: sulla scala, un grado dopo l’altro [è più facile da
cantare rispetto a melodie con sbalzi dall’acuto al grave].
Ambitus: nota più alta e più bassa, distanza fra l’una e l’altra, in questo caso è molto limitata, per
cantanti senza grande estensione, non formati professionalmente.
Dissonanza: due note collidono l’una con l’altra, ce ne sono poche in questo madrigale.
Armonie: accordi sono semplici e naturali in questo brano.
Madrigalismo: voce che imita l’altra.
Madrigale di Gesualdo, è musica estremamente difficile rispetto a quella di Arcadelt, non è mai
più stata ristampata, non ha futuro commerciale, la stampa commerciale non può interessarsi di
questi madrigali perché non ne esiste un mercato. È musica colta, da corte, difficile, esoterica, di
elite è simbolo socio-economico.
Diatonico: percorre normale scala europea. Cromatico: si mettono sfumatura con diesis e bemolle.
Consonante: accordi naturali.
Imitativo: una frase viene palleggiata tra un voce e l’altra e l’una imita quanto enunciato dall’altra.
Passaggio da note lunghe a brevi.
Un soprano, un contralto, un basso, un tenore cantanti accompagnati da un liuto per tenersi in
regola.
Rispetto all’altro madrigale ha una grossa frammentazione, molta imitazione e una grande quantità
di dissonanza (come nella battuta 2).
Confronto tra atti compositivi di base e atti performativi potenzialmente diversi tra loro problemi
di definizione dell’opera d’arte in campo musicale. Lo spettatore singolo durante gli spettacoli
teatrali compositi di molte parti diverse apprezza ciò che individualmente ritiene più appropriato.
Due versioni, di cui una a cappella, l’altra con accompagnamento strumentale, dello stesso
madrigale parte del soprano è l’unica cantata per esecuzione solistica, si sarebbe potuto scegliere
anche un contralto, un basso o un baritono [artista dà canovaccio e poi esecutore imposta la
performance come meglio crede, “se piace” è la formula utilizzata, l’importante è che si compri la
stampa].
L’accento non viene sempre posto sull’atto performativo, perché composizione spesso è solo
canovaccio e non era conoscibile se non attraverso l’esecuzione dal vivo. Viene inserito un testo che
può o meno essere nell’eventualità cantato mero espediente per vendere di più.
Monteverdi già a Venezia scrivere una lettera al segretario della corte di Mantova, allegando un
partitura, una musica include Tirsi e Clodi ancora prima della pubblicazione, non si sa però
com’era questo manoscritto. Monteverdi dà precise istruzioni sull’esecuzione del materiale, perché
conosce la corte mantovana e le sue possibilità economiche. È comunque storiografia delle
eccezioni è evento unico e straordinario di fronte a pubblico d’elite. Istruzioni corrispondono alle
normali possibilità di una corte, se avesse specificato della partitura gli acquirenti di Monteverdi
non avrebbero acquistato il testo, non avendo la possibilità di sostenere l’organico musicale
necessario. Esecuzione musicale è un’esperienza effimera. Musica e varietà non mancano mai a
corte, sono sfoggio di ricchezza.
Dobbiamo indagare la materia con riferimento ad altre fonti, dato che la musica inizialmente era
funzionale a qualcos’altro vedi per esempio Libro Novo [varietà sia all’interno dell’insieme
musicale, sia tra un’esecuzione e l’altra]; è un modo per mostrare la magnificenza della corte (vedi
anche la varietà in Monteverdi). “Si fece musica”: non importa quale fosse nello specifico,
l’importante è che si facesse; nel testo si fa più attenzione alla durata dell’esibizione la musica
non è necessariamente opera d’arte ma qui è intrattenimento, era una funzione rispetto all’ambiente,
alla dinamica di vita nella quale si inserisce. A nessuno importa sentire una musica bella, in questo
caso è semplicemente riempitiva, funzionale.
MONTEVERDI, Orfeo
Pubblico limitato è in primo luogo un’espressione di elitismo, non una forma artistica, è una
forma di vanto per la corte di Mantova. La corte ha anche pagato per la pubblicazione del reperto
musicale, la dinamica non è essenzialmente con intenti artistici ma ha una base socio-economica.
La stampa del madrigale si fermava a livello di canovaccio, perché quella stampa doveva essere
venduta in centinaia di copie e a moltissimi acquirenti che a loro volta potevano utilizzare questo
canovaccio a loro piacimento ciò serviva a mantenere alta la domanda di mercato.
Prima opera di cui si ha libretto intero musiche di Jacopo Peri, sopra l’Euridice e presentato il 6
ottobre 1600 a Palazzo Pitti a Firenze.
Musica non è solo libera fantasia del musicista ma la base è fornita da parametri non strettamente di
carattere musicale-artistico. Subentrano anche fattori socio-economici.
Con la rivoluzione francese, con la conquista napoleonica dell’Italia si ha uno scambio
interculturale di opere tra le due nazioni.
Struttura pubblica dell’opera commerciale veneziana. 1637: primo teatro dell’opera a Venezia,
famiglia Tron. Affluenza pubblica maggiore, molti teatro di commedia si convertono in teatri
d’opera. Si diffonde l’idea che il dramma per opera si compri e si venda in linea con la mentalità
mercantile di Venezia.
Base è fornita da un’equazione economica, anche se ci saranno artisti di alta qualità.
Primo livello dell’attività economica-musicale è rappresentato dall’insieme dei proprietari dei
teatri a Venezia sono i maggiori esponenti delle famiglie aristocratiche. Fanno un investimento
immobiliare, non sono essenzialmente interessati alla bella musica. Ricevono l’affitto
dall’impresario, si tengono dei posti privilegiati, mettono il loro nome al teatro pubblicità per la
famiglia.
Secondo livello è rappresentato dall’impresario, può essere di tipo individuale o collettivo
(compagnia), prende in affitto un teatro, di solito per tutta la stagione. Deve far fronte ad uscite e ad
entrate, alcune delle quali sono preventivabili altre variabili [elemento di sicurezza più elemento di
rischio].
SPESE PREVENTIVABILI:
1) Affitto che si paga al proprietario;
2) Allestimento delle scene;
3) Salario de