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ADORAZIONE DEI MAGI.

Il corteo esotico è rappresentato in scena

notturna.

I Re Magi portano i loro regali, e quello del

mago più vecchio, l’oro, è già nelle mani di

Giuseppe.

Il regalo del mago secondo mago è l’incenso,

mentre il terzo mago porta la mirra.

L’opera di Foppa contenuta alla National Gallery

vede in secondo piano i falconieri con indosso un

cappuccio per proteggersi.

In alto a sinistra è presente l’affresco di

Bellinzona, mentre a destra l’affresco di

Berna in Canton Ticino.

L’affresco in basso è opera degli Scotti

in Santa Maria delle Grazie a Varallo.

Tutte e tre le opere presentano la

stessa iconografia, esiste quindi un

archetipo da cui queste opere

dipendono, archetipo di cui però non

abbiamo prova. Pagina 54 di 81

Il tramezzo di Bellinzona ha elementi

chiaramente ripresi dal tramezzo di

Gaudenzio Ferrari, elementi così tanto

simili che sicuramente è stato realizzato

dopo l’opera di Gaudenzio, ma con una

matrice più arcaica.

FUGA IN EGITTO.

I protagonisti (Maria, Giuseppe e Gesù)

camminano in un paesaggio completamente

diverso dall’Egitto.

Non sono presenti elementi esotici che

ricordano l’Egitto, ma non ci sono nemmeno

elementi solitamente attribuiti a questo

episodio.

Le immagini qui rappresentate sono prese dal

Vangelo dello Pseudo Matteo, un vangelo

apocrifo.

San Giuseppe è lontano con il bue.

L’opera è stata commissionata dalla famiglia

Bossi.

Il personaggio è inserito come omaggio alla

famiglia committente.

Anche in quest’opera sono presenti elementi

attinti dal vangelo dello Pseudo Matteo.

La vergine delle rocce di Leonardo da Vinci

prende l’iconografia dell’episodio descritto

della fuga in Egitto dal vangelo dello Pseduo

Matteo.

Dalla seconda versione dell’opera di

Leonardo dipendente un’opera di Luini, che

essendo un pittore minore, ha più libertà nei

confronti dell’iconografia.

È in questo quadro che non si vede

Giuseppe, in quanto era indietro che riposava: è quindi in questo

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momento che nasce l’iconografia

di San Giuseppe rilegato sul fondo.

L’iconografia della palma invece

deriva da una stampa dove si

vedeva l’albero chinarsi per offrire

il proprio cibo alla sacra famiglia.

Un’altra stampa di Bauer

rappresenta lo stesso episodio,

con la palma e il bue.

L’opera del Bramantino presenta una

composizione più ambigua con un angelo senza

ali.

Il panorama è svizzero.

Questa è l’unica opera firmata di Bramantino.

Sotto il cavallo è rappresentato un bambino,

probabile iconografia ripresa da un episodio del

vangelo dello Pseudo Matteo, dove si narrava

che la santa famiglia fosse accompagnata da due

ragazzi e una ragazza.

Si dice anche che durante la fuga in Egitto, Gesù, che non sapeva

camminare, si alzò in piedi per ammonire dei draghi che erano usciti

dalle loro caverne.

È presente un’altra ipotesi seconda la quale il bambino sotto il cavallo,

potesse essere una seconda rappresentazione del di Gesù che

cammina. BATTESIMO DI GESÚ.

A sinistra sono presenti due angeli che tengono

le vesti rosse e blu di Gesù.

Il paesaggio non presenta nulla di orientale.

Gaudenzio godeva già al tempo di diversi

assistenti quando dipinse il tramezzo di Santa

Maria delle grazie a Varallo. Pagina 56 di 81

L’Annunciazione è l’episodio

rappresentato nella cappella numero II

del Sacro Monte di Varallo.

All’interno sono presenti statue in legno

con capelli veri e vestiti non pertinenti al

tempo in cui le statue sono state create.

Ovviamente la cappella II non è la

collocazione originale delle statue.

La cappella è nata dedicata alla Madonna di Loreto, dove erano

originariamente contenute le statue.

Solo durante il 1500 le statue si traferiscono nella cappella

dell’annunciazione.

Le statue hanno subito modifiche con il passare del tempo, sono state

rivestite con panni diversi, i loro capelli sono stati modificati diverse

volte. La Madonna è avvolta da vestiti preziosi di

tafta donati lei nel 1800.

All’inizio del 2018 un monaco del lago d’Orta

si offrì di restaurare il vestito.

Sotto i vestiti del 1800, si trovano [foto due]

dei vestiti di canapa che aderiscono

perfettamente al corpo, erano probabilmente i

vestiti originali creati al tempo di Gaudenzio.

Il blocco in basso a destra era la cappella

seconda originale.

Il progetto risalente alla seconda metà

dell’ottocento voleva che ci fosse l’inferno nella

zona della ora seconda cappella.

Cappella numero IV rappresenta la cappella

dell’Annunciazione a Giuseppe.

Antica cappella dell’annunciazione. Pagina 57 di 81

Il soffitto della finta grotta è malconcio e in

lontananza si intravede una decorazione.

Un tempo venivano attaccati i prosciutti a quel

tetto.

Albergo Sacro Monte utilizzava come sua cantina

la vecchia cappella dell’annunciazione.

Originale cappella dell’annunciazione era

fatta a mo’ di grotta.

Alla fine del 1400, secondo il mito, gli angeli

portarono la santa casa a Loreto.

Anche in una guida del tempo è scritto che

l’angelo per annunciare dovette scendere

dalla cima del monte fino alla grotta, da

questo si denota che la cappella originaria

dell’annunciazione era quella in questione.

Esistono due versioni del dipinto di Leonardo

La vergine delle rocce e nessuna delle due

presenta la figura di San Giuseppe.

La versione di Parigi è più misteriosa di

quella di Londra.

All’inizio del 1500 l’opera non si trovava più a

Milano, quella di Londra è l’opera autografa

con le iniziali AD e SB.

Esistono diversi quadri raffiguranti le altre persone che

accompagnavano la sacra famiglia nella fuga in Egitto.

Anche nel quadro di Spanzotti appare il demonio

incastrato nelle rocce. Pagina 58 di 81

RESURREZIONE DI LAZZARO.

La tomba di Lazzaro è scavata nella roccia.

Tutti gli sguardi sono convergenti al gesto gesto

fatto da Cristo.

Le sorelle Maddalena e Marta sono presenti.

Lazzaro è sorretto in piedi da San Pietro.

L’apertura in alto è da dove entra la luce.

Gaudenzio non fa riferimento al dettaglio

dell’odore del cadavere che in tutte le altre

rappresentazioni della resurrezione di Lazzaro è

ben rappresentata; è un dettaglio che

Gaudenzio omise spesso nelle sue opere.

Probabilmente era Pietro a coprirsi il naso, che

invece in questo caso è molto attivo.

Scuola veneta, colori simili a Tiziano, agli Uffizi,

sempre appartenenti all’artista Palma.

Pinacoteca di Brera, pittori emiliani artista

ferrarese del 1500 di nome Mazzolino.

Qui il dettaglio della puzza è rappresentato.

L’INGRESSO DI CRISTO A GERUSALEMME

avvenne la Domenica delle Palme. Il gesto della

mano compiuto da Gesù è quello della

benedizione.

Ci sono diverse persone che stendono i panni e

sventolano le tende.

A sinistra è presente un gruppo di tre apostoli.

L’asino dalle numerose gambe testimonia

un’aderenza specifica ial dettato evangelico di

Matteo.

Sono rappresentati due animali: uno è un

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puledro e l’altro è l’asino.

Nel Vangelo Gesù chiede di essere accompagnato da due animali.

Gaudenzio gioca con questo dettaglio collegato a Bramantino.

L’opera venne realizzata all’inizio del 1300 e si trovava

nel Duomo di Siena, qui era rappresentato il puledro.

L’afffresco di Barna rappresentava la famiglia di

Simone Martini con un puledro e dietro si intravede il

moro. Cappella sepolcrale di Cesare Maggi al

sacro Monte di Varallo fuori dal circuito

principale.

Cesare Maggi era un generale napoletano

che combatté per il duca di Savoia. Egli

chiese che la sua tomba venisse eretta nel

Sacro Monte di Varallo a sue spese.

La scena affrescata è l’ingresso di Cristo

a Gerusalemme.

In alto è presente un

affresco che tratta l’episodio

degli apostoli quando vanno

nel paese vicino a

Gerusalemme a prendere gli

animali. Pagina 60 di 81

ULTIMA CENA.

La composizione è scorciata, è presente l’oculo

sulla volta a cassettoni.

L’ultima cena è l’ultimo riquadro della prima

fascia orizzontale, e riprende il prima con le

presenza dell’ocello e la rappresentazione di un

evento all’interno.

Sulle pareti sono rappresentati finti marmi e

panneggi gonfi simili a quelli del Bramantino.

Al centro è rappresentato Gesù nel momento

del quale da del cibo a Giuda, quasi a rivelare

l’identità del traditore.

Il momento dell’ultima cena rappresentato da

Gaudenzio è infatti quello successivo al momento dell’annuncio.

Quando Giuda mangia il boccone fu come se il demonio avesse preso

possesso del suo corpo. La figura di Cristo quasi non si riconosce, si

confonde fra gli apostoli.

Una stampa di Durer del 1510

raffigurante l’ultima cena è organizzata

con la stessa visione verticale del

riquadro di Gaudenzio.

Un quadro incompiuto di Gaudenzio

Ferrari poi finito da un suo allievo,

raffigurante sempre l’ultima cena, era

sempre organizzato in visione verticale.

LAVANDA DEI PIEDI.

In questo riquadro, il primo della seconda fascia

orizzontale, è rappresentato Gesù che sta

lavando i piedi di San Pietro.

Probabilmente in questa rappresentazione,

Giuda è il personaggio in piedi all’estrema

destra, poiché l’unico senza aureola.

Questo episodico presenta uno spazio

differente rispetto alle altre scene rappresentate

in interni, mentre secondo il racconto del

vangelo il luogo doveva essere lo stesso.

Pagina 61 di 81

Come è rappresentato ad esempio in

un’opera dei fratelli Spanzotti.

Viene rappresentato l’arco Bramantiniano della

chiesa di Santa Maria presso San Satiro,

assimilando la sua tecnica di rappresentare

l’architettura.

Nel 1481 Bramante fa realizzare da Bernando Prevedari

questa incisione che porta il nome convenzionale di

Prevedrai, l’orafo che l’ha realizzata.

Preverrai parte da un’opera di Bramante per realizzare

questa incisione.

I dettagli sono molto studiati, un esempio è l’ombra della

statua nella

Dettagli
A.A. 2018-2019
81 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elenascianna1999 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Agosti Giovanni.